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Rimpasto al Comune di Siracusa. L'oru ra zita.
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Paolo Giardina:
Molto interessante questa iniziativa del Museo di Canicattini Bagni, dal titolo “L’oru ra zita”. Un tuffo nel tempo, quel tempo che fu. Un passato che non c'è più, e che ci appare lontano, distante dai noi.
Tutto cambia, tutto è un continuo divenire, c'è tutto un mondo attorno a noi, che si capovolge su se stesso, che abbatte ogni residuo della tradizione, proponendo novità, situazioni nuove, non sempre positive, ma comunque diverse. Quella che non cambia, lo sappiamo, è la politica, “quella politica” ... è per sempre, uguale a se stessa, nei secoli dei secoli.
Proprio il caso di dire “Chista è a zita, cu voli sa marita”.
Prendiamo il caso del rimpasto al Comune di Siracusa.
Stringi stringi, ridotta all'osso l'intera vicenda a cui stiamo assistendo è un immenso tentativo, camuffato, talune volte, con una una forte dose di ironia, di mantenimento e/o conquista di poltrone.
Lo so, qualcuno è lì, pronto a sostenere -come ha fatto- che questo è qualunquismo o antipolitica, e che occorre essere realisti e che nella politica contano i numeri.
E' vero. La politica è fatta di numeri, però, ammesso e non concesso che questo sia giusto, nel caso di specie, di quali numeri parliamo?
Nel capoluogo aretuseo, solo una sparuta quantità di cittadini, una minoranza ha determinato l'elezione dell'attuale classe politica, di maggioranza e di opposizione, e questo da solo si chiama fallimento della politica, la quale anziché discutere sulla necessità di avvicinare la gente, e qualcuno intendeva farlo, continua a confrontarsi sui propri problemi e sulle proprie poltrone.
Tutta la discussione, dall'una e dall'altra parte, si riduce esclusivamente nel continuare o nel porre fine all'esperienza Garozzo, e nessuno a tener conto che qualsiasi “esperienza della politica”, indipendentemente dagli uomini, dovrebbe essere svolta nell'interesse dei cittadini, e non della politica.
Ma “a zita” non può essere “chista”, la politica da sola non è capace di gestire la cosa pubblica. Se non sono i cittadini in prima persona ad “interessarsi dei propri interessi”, siamo destinati a perire, letteralmente andare in rovina.
Intanto ammiriamo "L'oru ra zita".
paolo.giardina@virgilio.it
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