Riassunto prima parte.
Matteo Renzi attraversa quella fase della crescita, che possiamo definire
“ciarlatanismo”,
“parra, ma nun cunchiuri”.
Bisogna chiedersi quali sono i motivi di tale inconcludenza.
I detrattori del Renzie, nazionale ed americano, liquidano la faccenda catalogandola all'interno di due fattispecie:
a) Lo stato confusionario e/o l'incapacità del soggetto;
b) La dipendenza totale dai poteri forti.
Tuttavia, potrebbe esistere anche una terza eventualità, che renderebbe assolutamente colma di misteri
“l'operazione Cavallo di Troia”.
Il buon Matteo ha capito che per sollevare questa “
zattera tricolore”, che fa acqua da tutte le parti, si rende necessario scoprire le “fruste” ed i segreti che si celano dietro un apparente nazione senza peccati, questo in tutte le sue componenti, sia nella classe dirigente che nella società. Ha capito pure, che decidere tutto e subito creerebbe degli sconquassi assai gravi. Per cui la sua è una rivoluzione alla moviola, come il "camminare" di una tartaruga. In italia, l'unica possibile.
La maggior parte dei
“no” a Matteo Renzi, potrebbe nasconde qualcosa di ben più significativo che l'apparente rivendicazione di diritti: il “
mantenimento di privilegi e di potere”, che nessuno vuole cedere.
Tutti i
“no” a Matteo, non sono espressi dalla società, dal
“povero cristo”, malamente occupato o addirittura disoccupato, che sente la crisi, ma da tutti quei centri di potere, catalogabili come “benestanti”. Ebbene, se le parole di Matteo, si trasformassero in fatti, una buona parte di quello “star bene” di certa gente, sulle spalle della collettività, svanirebbe.
Insomma, solo al pronunciar parole -finora ha fatto solo questo- c'è un Italia, dall'alto al basso, da destra a sinistra minacciosa, intenzionata a mantenere privilegi.
Bene. Se così fosse, come io credo, Matteo ha un altro problemino. Il primo “no” che deve smontare è proprio quello dei rappresentanti delle Istituzioni. La politica -Parlamentari e Derivati- per una volta, con lungimiranza, diventa esempio per l'intera nazione, attraverso l'autoriduzione di tutti gli stipendi ad un massimo di tre mila euro comprese spese di trasporto, vitto, alloggio e portaborse.
A quel punto, cosa può rispondere, per esempio il sindacato o un qualsiasi dirigente, oppure la Rai, o ancora una qualsiasi persona che si sente quasi autorizzata a chiedere una pensione di invalidità senza averne i diritti?
Quindi, caro Matteo, a favor di telecamera, magari mostrando qualche slide, con un gelato in mano, anche nel tuo inglese pasticcione, basta dire
“se non ci state andiamo tutti a casa”.
Certo, per fare questo serve il sostegno degli italiani, qui si apre tutto un poema, che si può sintetizzare in qualche verso. La politica seduce e poi abbandona. I cittadini si lasciano sedurre nel tentativo di un “qualcosa di esclusivo e personale”.
Insomma, il cane si morde la coda e tutti, o quasi, vissero felici e contenti.
Noi italiani, cittadini e politici, si sa, ci piace la botte piena e la “
mogliera” ubriaca.
Forse continua, o forse gli danno il ben servito, e poi ricominciamo.paolo.giardina@virgilio.it
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