ho già messo la firma ai tre referendum e avevo firmato anche quando c'era la semplice raccolta firme "politica"
in quell'occasione e in altri luoghi motivai la cosa, ma è giusto che tu mi chieda e io ripeta
le leggi di mercato presuppongono che non si crei mai una situazione di monopolio, assolutamente inevitabile per come si sta costruendo l'ato idrico.
tra un monopolio privato e uno pubblico scelgo quello pubblico
se ci fosse la possibilità di dare la gestione dell'acqua a diversi soggetti in concorrenza reale fra di loro sarei d'accordo.
ma per forza di cose questo non è possibile.
inoltre ci sono parecchie differenze fra i diversi comuni alcuni hanno delle buone acque altre no e quest'enorme struttura rischia di livellare tutte le situazioni (cosa che non è un principio liberale come sai)
l'ato farà i prezzi , l'ato gestirà le condutture e i nuovi impianti e all'interno del'ato comanderà per forza di cose il socio tecnico privato ,perchè raramente un obiezione politica vince su una tecnica, ossia SAI8.
un solo soggetto che fa tutto nn è legge di mercato è monopolio.
ci sono anche altre cose da tenere presente nei nostri comuni l'acqua viene fatta pagare mediamente al 60% delle spese necessarie per estrarla (a palazzolo si spendono ogni anno 400 mila euro di corrente elettrica per pomparla senza considerare tutti gli altri costi di manuntenzione e personale), è diciamolo francamente un costo sociale uno dei tanti assistenzialismi.
tuttavia è un assistenzialismo che garantisce il diritto alla vita forse l'unico opportuno.
è chiaro che un socio privato non può accettare di fare beneficenza ma non è principio liberale che la gente muoia di sete e non possa avere altre fonti sostitutive.
un ultimo punto strettamente pratico e che non c'entra nulla con le leggi del libero mercato è che i nostri comuni sono costantemente privi di liquidità di denaro e la tassa sull'acqua contribuisce a supplire questo deficit.
dopo cosa sarà?
allora sono in contraddizione con i miei principi?