Autore: Visitatore Topic: Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari  (Letto 82483 volte)

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enrico tomasi

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sarò telegrafico
.... autoanalizzatevi stop non so se l'autoanalisi puo' servire stop meglio un esperto freudiano, meglio ancora lacaniano

maestro, la rivoluzione è lei!

Offline cherumubeddi

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Salve!!!!
da semplice cittadino ho osservato con attenzione il video e letto l'articolo del quotidiano di siracusa....    ebbene!  Un tale conosciuto nel forum direbbe: "Chi? legambiente? Tutti comunisti!!!"
Se non ho capito male, riconoscendolo poi nell'articolo di giornale, il primo signore che ha preso parola con la giacca nera è il Cascone, vero?
Signor Cascone, io non la conosco e non ho avuto modo di vedere il suo filmato; però dal video ho potuto constatare che Lei, in più di due occasioni è stato zittito da persone che hanno fatto "sistema" con le proprie mani e sudore e sacrifici; parlo dell'allevatore.  Non ha avuto la forza di replicare e si rifuggiava nei signori seduti al tavolo dei relatori...  questo è evidente (non è che non ci crede neanche Lei?)
Il discorso di non costruire più case, la dice lunga, più dei titoli e lauree che si ritrovano alcuni personaggi...
come dire e come dicevano alla fine del video:"si devono aggiungere altri carabinieri che controllino i carabinieri...".

Non ho visto, per come riporta invece l'articolo, tanta gente entusiasta della serata anche perchè si sà, le persone presenti in maggioranza sono amici e persone vicine a chi ha organizzato il convegno.... (come il signore con la barba...)  è  e v i d e n t e ! ! ! !
Chi parla con la verità in mano affronta tutto e tutti ma tante domande son rimaste inevase...


chi semu beddi! 
Az

Offline Luca

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Aggiungo un articolo tratto dal quotidiano "La Sicilia" (edizione del 06/06/2010 , Siracusa, pag 35)


Parchi d'Italia a confronto Buscemi
In un convegno l'esperienza dell'Abruzzo e delle Cinque terre. Polemica senza fine per gli Iblei

Buscemi. Ancora un convegno sul Parco degli Iblei. Stavolta l'incontro, con dibattito, si è svolto a Buscemi. All'incontro ha partecipato anche il direttore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, mentre con il presidente del Parco nazionale delle Cinque terre si è avuto un collegamento in teleconferenza. Hanno organizzato il convegno è stata la Rete museale etnografica iblea e il Comitato promotore Parco degli Iblei».
Rosario Acquaviva, direttore del museo di Buscemi, si è soffermato sullo scopo di portare chiarezza su un problema dibattuto da quattro mesi, cioè da quando il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, annunciò l'istituzione del Parco nazionale degli Iblei.
Da parte dei rappresentanti del Comitato promotore del Parco degli Iblei è stata evidenziata la proposta che prevede, come ha ribadito il naturalista Paolo Uccello, di limitare le zone più vincolate (A e B) ai soli demani forestali, ai Sic (Siti d'interesse comunitario) e alle Zps (Zone a protezione speciale), senza modifiche ai vincoli esistenti. Nella restante parte del territorio contenuto nel Parco, pari a circa il 90% di tutta la superficie (zone C e D) la proposta del comitato comporta vincoli all'attività edilizia identici a quelli già esistenti, quindi gli imprenditori agricoli potranno costruire tutte le strutture e gli edifici funzionali alla coltivazione del fondo, all'allevamento degli animali, alle loro esigenze abitative e alle attività agrituristiche.
«Per di più - ha detto Paolo Uccello - abbiamo proposto che nella zona D vengano permesse anche attività industriali, cosa che darebbe margini di ampliamento alle zone industriali della provincia.
Il direttore del Parco degli Abruzzi, Vittorio Ducoli, ha fatto rilevare che il parco della sua Regione è stato ampliato gradualmente, fino all'attuale estensione di 50 mila ettari. Da qui il commento del presidente provinciale dell'Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Paolo Amenta: «Il Parco degli Abruzzi è arrivato a 50 mila ettari in quasi 100 anni. Qui in una settimana si vuol realizzare un parco di 200 mila ettari».
P. M.

Offline Vincenzo Cascone

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chisemu beddi! Ma davvero!
Finisce il documentario, il signore si alza e mi chiede: "e questo cosa c'entra col parco?"....E io rispondo "è il territorio", e lui continua "che c'entra il territorio col parco?". Questa domanda non la imbarazza? A me si! e tanto. A quel punto avevo si bisogno di aiuto....
Zittito? Altro esempio: ci si chiedeva di come creare profitto con le risorse locali, o meglio con la territorailità. Ho fatto l'esempio del caciocavallo, formaggio generico degli iblei, senza regolamentazione e che ha un determinato valore, generico anch'esso. Non appena lo si vincola. tramite una certificazione, una tutela e un DISCIPLINARE DA OSSERVARE, il generico caciocavallo diventa il RAGUSANO DOP, principio di protezione e di  continuità di determinate caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Lo stesso formaggio viene venduto al triplo e crea mercato (voi palazzolesi date il vostro latte di alta qualità a conosorzi produttori di ragusano). E concludevo "applicate questo meccanismo al territorio. Prima generico e poi tutelato. L'appeal, il marketing territoriale, aumenta la propria efficacia se in un determinato territorio si rende manifesto il principio di tutela, dell'ambiente in questo caso". Non è che chi voglia continuare a fare cacio cavallo non lo puo' fare, lo fa, ma non lo potra' vendere al prezzo del ragusano. Al che mi si risponde che non capivano. Questo e' zittirmi? Un ultima cosa: costruire palazzi che non servono a nessuno (a RAgusa abbiamo posti per 350.000 abitanti, per una popolazione di 70.000, l'inerzia affaristica della concessione edilizia produce mostruosità aberranti) significa letteralmente mangiarsi fette di territorio in maniera irreparabile. La polemica nasceva sulla possibilità di dirottare il cantiere edile in una funzionalità più restaurativa dei numerosi ruderi che la nostra civiltà contadina ha lasciato come carcasse disseminate sul territorio. Nella legge quadro è prevista e incentivata l'adozione di tale misure. tutto qua.     

Offline Luca

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Premetto che pur essendo contrario all'istituzione di questo parco delineato dallo stato attuale delle "proposte",rimango invece favorevole alle politiche di salvaguardia e all'istituzione di un parco( frutto di scelte oculate e condivise) in cui gli Iblei possano in qualche modo riconoscersi.
Suppongo ci sarebbe molta gente favorevole a "costruire" un parco,forse in numero pari a chi ha l'impressione di "subire" un parco


@Vincenzo Cascone
Vorrei porle due domande,forse ingenue ma spero vorrà rispondermi ugualmente:

Se non mi sbaglio i disciplinari che regolamentano le produzioni DOP,ecc... presentano i limiti territoriali entro cui è possibile avere la certificazione del prodotto. Considerando che ha appena citato il caso del Caciocavallo (ma potrebbe anche trattarsi del miele di Sortino,anche se gode di un'altra certificazione),che lei sappia,sarebbe possibile produrlo in tutto il Parco secondo le vigenti norme e con le mappature proposte?

Da entrambe le parti,favorevoli e contrari,si parla di territorialità, mi chiedo,quale potere hanno gli enti locali sulle scelte future?
Ovvero: se gli enti locali non hanno effettivo potere (vincolante) sulle scelte inerenti il Parco,come si può parlare di "territorialità"? Non ritiene che il parere delle realtà locali dovrebbe essere vincolante?
« Ultima modifica: 17:28:38 pm, 10 Giugno 2010 da Luca »

enrico tomasi

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Mi scusi signor cascone, ma lei per tutela del territorio (dell'ambiente in questo caso) cosa intende?

Offline cherumubeddi

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chisemu beddi! Ma davvero!
...

Non è che vorrei trovare il pelo dentro l'uovo, ma da noi dicesi: chi (che) semu (siamo) beddi (belli/simpatici)...  quindi: chi semu beddi!!!


Finisce il documentario, il signore si alza e mi chiede: "e questo cosa c'entra col parco?"....E io rispondo "è il territorio", e lui continua "che c'entra il territorio col parco?". Questa domanda non la imbarazza? A me si! e tanto. A quel punto avevo si bisogno di aiuto....

...ma io il documentario non l'ho visto perchè ero a 35/40 Km di distanza... l'ho cercato in questo forum, ma nulla!!!   Quindi io ho visto solo il suo imbarazzo e, come ha confermato, il bisogno d'aiuto... 
A proposito cosa riportava il documentario di così interessante? Ma se il documentario era collegato al parco come mai chi doveva capirlo non c'è riuscito??? Ai posteri l'ardua "sittenza"...


...
Zittito? Altro esempio: ci si chiedeva di come creare profitto con le risorse locali, o meglio con la territorailità. Ho fatto l'esempio del caciocavallo, formaggio generico degli iblei, senza regolamentazione e che ha un determinato valore, generico anch'esso. Non appena lo si vincola. tramite una certificazione, una tutela e un DISCIPLINARE DA OSSERVARE, il generico caciocavallo diventa il RAGUSANO DOP, principio di protezione e di  continuità di determinate caratteristiche nutrizionali e organolettiche.  Lo stesso formaggio viene venduto al triplo e crea mercato (voi palazzolesi date il vostro latte di alta qualità a conosorzi produttori di ragusano). E concludevo "applicate questo meccanismo al territorio. Prima generico e poi tutelato. L'appeal, il marketing territoriale, aumenta la propria efficacia se in un determinato territorio si rende manifesto il principio di tutela, dell'ambiente in questo caso". Non è che chi voglia continuare a fare cacio cavallo non lo puo' fare, lo fa, ma non lo potra' vendere al prezzo del ragusano. Al che mi si risponde che non capivano. Questo e' zittirmi?


Mi scusi ma il Parco porterà sti benefici? Quindi l'allevatore ibleo si vedrà aumentare il costo della ricotta ed avere un maggiore introito poichè potrà vantarsi di averla prodotta in un ambiente protetto, è così all'incirca??
Proposta: facciamo allora il parco della costa ionica, così la tutela dell'ambiente la si potrà programmare e confrontare con le "forze del posto" (industrie) e non con semplici cittadini... (lì si che serve il parco)
 

...
Un ultima cosa: costruire palazzi che non servono a nessuno (a RAgusa abbiamo posti per 350.000 abitanti, per una popolazione di 70.000, l'inerzia affaristica della concessione edilizia produce mostruosità aberranti) significa letteralmente mangiarsi fette di territorio in maniera irreparabile. La polemica nasceva sulla possibilità di dirottare il cantiere edile in una funzionalità più restaurativa dei numerosi ruderi che la nostra civiltà contadina ha lasciato come carcasse disseminate sul territorio. Nella legge quadro è prevista e incentivata l'adozione di tale misure. tutto qua.   

Che io ricordi certi strumenti chiamati piani regolatori generali, limitano anche ciò che Lei definisce "mostruosità aberranti"... 
una domanda: l'istituzione del parco cambierà anche l'idea dei politici che hanno creato le "mostruosità aberranti" per un "pugno di voti"???     A Sortino ne abbiamo bisogno... sa com'è lottizzazioni, etc
Quando potremmo vedere il documentario da Lei fatto???  Adesso sono curioso...

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Offline Vincenzo Cascone

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Il documentario non conta quanto il parco. Il primo te lo vedi se vuoi, il secondo te lo vivi se puoi. Bisogna essere all'altezza, è una nuova progettualità ch non puoi interpretare con gli strumenti politici ed economici locali. E' una occasione irripetibile per rimettere in moto le dinamiche di visibilità dell'area. I benefici vengono da una crescita complessiva della comunità e ovviamente il benessere si distende in orizzontale, con i servizi, le cooperative, i prodotti tipici, la ricezione, i musei, i negozi, i centri storici e chinque voglia proporre qcosa.... I benestanti non hanno bisogno del Parco, il territorio si. La partita qui è molto più grande. Gli interessi che non si devono toccare non sono quelli degli allevatori o della piccola impresa edile (che io rispetto, nel cantiere come nel sapere), ma quelli degli appaltatori edili, dei trivellatori sanguisughe che derubano le nostre risorse distruggendo il nostro territorio e lasciando elemosine e tangenti e macchinari in disuso, degli speculatori sulle energie rinnovabili. Cosa hanno in comune queste categorie? Fette di territorio. Quindi sono ben lontano dal prendermela col povero allevatore che crede che gli ambientalisti si mangino i bambini. Mettere la zootecnia contro il parco è la più grande bufala (qui ci vuole) che potevano fare i politici locali. Pensavamo che non sarebbero arrivati a convincere i massari che il sole gira attorno alla terra o che questa sia piatta, le associazioni di categoria si, li siamo sul loro campo, di favoritismi, ammiccamenti, sagre e contributi riservati, di fidelizzazione. Una catena umana ridotta e alle strette con una crisi che ci sta travolgendo. E noi invece che rimboccarci le maniche e sfruttare questa botta di culo epocale, proteggiamo il nulla contro il qualcosa (tutto da ancora da gestire (problematica seria di istituzione del parco). Va accettato il paradosso produttivo che nell'epoca dell'abbattimento di tutte le frontiere e del libero mercato, l'erigere nuovi paletti e nuove frontiere significa progettare CON il territorio con scelte più "giovani" e nazionali, mettendo in rete il sistema ibleo, adesso completamente scollegato. Idee, visioni, in ogni caso nessun volere contro l'attuale economia, che, lo ripetiamo, non subirà nessuna limitazione che supera la attuali norme in vigore. Per Chisemubeddi la mia mail è vincenzo@extempora.com se mi mandi indirizzo te lo spedisco ( e se vuoi lo puoi masterizzare ai tuoi amici  8)   

Offline cherumubeddi

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Il documentario non conta quanto il parco. Il primo te lo vedi se vuoi, il secondo te lo vivi se puoi. Bisogna essere all'altezza, è una nuova progettualità ch non puoi interpretare con gli strumenti politici ed economici locali. E' una occasione irripetibile per rimettere in moto le dinamiche di visibilità dell'area. I benefici vengono da una crescita complessiva della comunità e ovviamente il benessere si distende in orizzontale, con i servizi, le cooperative, i prodotti tipici, la ricezione, i musei, i negozi, i centri storici e chinque voglia proporre qcosa.... I benestanti non hanno bisogno del Parco, il territorio si. La partita qui è molto più grande. Gli interessi che non si devono toccare non sono quelli degli allevatori o della piccola impresa edile (che io rispetto, nel cantiere come nel sapere), ma quelli degli appaltatori edili, dei trivellatori sanguisughe che derubano le nostre risorse distruggendo il nostro territorio e lasciando elemosine e tangenti e macchinari in disuso, degli speculatori sulle energie rinnovabili. Cosa hanno in comune queste categorie? Fette di territorio. Quindi sono ben lontano dal prendermela col povero allevatore che crede che gli ambientalisti si mangino i bambini. Mettere la zootecnia contro il parco è la più grande bufala (qui ci vuole) che potevano fare i politici locali. Pensavamo che non sarebbero arrivati a convincere i massari che il sole gira attorno alla terra o che questa sia piatta, le associazioni di categoria si, li siamo sul loro campo, di favoritismi, ammiccamenti, sagre e contributi riservati, di fidelizzazione. Una catena umana ridotta e alle strette con una crisi che ci sta travolgendo. E noi invece che rimboccarci le maniche e sfruttare questa botta di culo epocale, proteggiamo il nulla contro il qualcosa (tutto da ancora da gestire (problematica seria di istituzione del parco). Va accettato il paradosso produttivo che nell'epoca dell'abbattimento di tutte le frontiere e del libero mercato, l'erigere nuovi paletti e nuove frontiere significa progettare CON il territorio con scelte più "giovani" e nazionali, mettendo in rete il sistema ibleo, adesso completamente scollegato. Idee, visioni, in ogni caso nessun volere contro l'attuale economia, che, lo ripetiamo, non subirà nessuna limitazione che supera la attuali norme in vigore. Per Chisemubeddi la mia mail è vincenzo@extempora.com se mi mandi indirizzo te lo spedisco ( e se vuoi lo puoi masterizzare ai tuoi amici  8)


Ma glielo mando eccome: chisemubeddi@hotmail.it

Una cosa...
Mio papà mi ha sempre detto che sono i comunisti che mangiano i bambini...
Mi disse pure:" u lupu da malacuscenza commu opera pensa"...  ma non è che dobbiamo pensare agli ambientalisti come tali mangiatori...?
Vede caro Vincenzo, le esperienze del passato "recente" riguardo ai carrozzoni che navigano nelle acque amiche della Casta "politica" nostrana, ci rendono sgomenti come si possa pensare all'attivazione di tale parco che, come Lei dice, potrebbe essere una botta di culo epocale e riuscire a ciò che Lei auspica; non per essere pessimisti ma, mi creda, di mezzi per controllare quello che è il deturpare l'ambiente ne esistono tanti.
Basta pensare alle guardie forestali che hanno quel compito specifico, riferito alla difesa dell'ambiente... (attenzione a non prenderla in faccia stà botta di...)

Ho inteso, mi pare dal Sindaco Scibetta, che ogni Comune rientrante nell'area del parco dovrà nominare un rappresentante...
un altro posto di sottogoverno per soddisfare le beghe delle varie Amministrazioni locali...  ma di sostanziale cosa saprà costruire?

Opsss! costruire nel senso di progettare... nel senso di proposte...  non case mostruose aberranti... (sono curioso di vedere la sua casa).

Con questo le sarei grato se m'inviasse il Suo documentario così d'avere più elementi per intervenire in questo topic...

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enrico tomasi

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E concludevo "applicate questo meccanismo al territorio. Prima generico e poi tutelato. L'appeal, il marketing territoriale, aumenta la propria efficacia se in un determinato territorio si rende manifesto il principio di tutela, dell'ambiente in questo caso". Non è che chi voglia continuare a fare cacio cavallo non lo puo' fare, lo fa, ma non lo potra' vendere al prezzo del ragusano. Al che mi si risponde che non capivano. Questo e' zittirmi?

.....lei si è zittito perchè perfettamente consapevole che per produrre caciocavallo DOP servono competenze e professionalità, non parchi


mi tolga un'altra curiosità signor cascone, spero mi risponda almeno stavolta (cercherò di essere telegrafico), con quale meccanismo colloca "L'APPEAL", in quella terra che lei definisce "cloaca di favoritismi e amicizie trasversali", abitata da megalomani sarcastici, politici corrotti, asserviti e bigotti agricoltori, anarchici speculatori palazzinari, cazzatari insicuri, e psicolabili ammutoliti...ingaggia l'uomo nero o babbo natale?
« Ultima modifica: 03:14:07 am, 11 Giugno 2010 da Enrico Tomasi »

Offline Vincenzo Cascone

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Non generalizzare enrico, per questo tendi alla megalomania. Amplifichi troppo. In sintesi adesso siamo legati a palermo, con l'istituzione del Parco avremmo un rapporto prioritario con Roma e  messi in rete con tutti gli altri parchi nazionali d'italia. L'appeal, che riceve già una bella spinta dalla mera istituzione, sarà integrato a seguire dalle strategie di attrazione che il territorio riuscirà a produrre. Non ci siamo capiti ne babbo natale, nè uomo nero. Dipende solo ed esclusivamente da noi. Su piazza iblon il convegno di buscemi. Li' l'esperienza di altri parchi, a vocazione agricola ad esempio come le 5 terre. Li' anche l'intervento di alcuni oppositori che erano presenti anche all'incontro di Palzzolo, Con cui abbiamo serenamente preso un caffè e dialogato senza futili eccitazioni da stadio.
 Mentre qui beccate il carrozzone politico che si oppone al parco
http://www.radiortm.it/2010/06/10/parco-degli-iblei-il-tavolo-istituzionale-dice-no-alla-proposta-della-regione/.
Abbiamo capito che andate su personalismi e qualunquismi, luoghi comuni e frustrazioni. Ho grande rispetto del dialogo, ma voi lo fate degenerare sistematicamente....Intuisco che avete un tornaconto, ma siamo sicuri che manterranno le promesse? buon parco a tutti. v.
« Ultima modifica: 10:23:40 am, 11 Giugno 2010 da Enrico Tomasi »

Offline Luca

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beccate il carrozzone politico che si oppone al parco
andate su personalismi
...qualunquismi
...luoghi comuni
...fate degenerare sistematicamente
avete un tornaconto...ma siamo sicuri che manterranno le promesse?
Abbia pazienza ma non mi riconosco in quanto ha scritto.
Non vedo cosa o chi io abbia beccato nè tantomeno cosa abbia fatto degenerare,lo stesso dicasi per tutto il resto.
Se così non fosse le chiedo gentilmente di indicarmi dove è successo. In ogni caso questo è e rimane ovviamente il suo personale e legittimo pensiero. Quello che invece sarebbe meglio evitare di dire (se non in maniera circostanziata) è che io abbia un tornaconto personale,perchè la frase,converrà,potrebbe essere fraintesa.

Detto questo possiamo tornare al discorso sul parco,argomento su cui poco sopra avevo espresso dei dubbi.
Vedo che le mie due domande non hanno avuto risposta (anche perchè lei non è tenuto a darne), pensavo però che essendo un (informato) sostenitore del parco avrebbe potuto chiarire un po' le cose. Ovviamente sarò lieto di leggere la sua risposta se riterrà opportuno darla.
C'è una cosa (questa volta invece nel suo ultimo post) che non ho capito, o meglio non ho capito cosa lei intendesse dire.

Che significa,o meglio,cosa voleva dire scrivendo:
L'appeal[/b],..., sarà integrato a seguire dalle strategie di attrazione che il territorio riuscirà a produrre.
?


Perchè la prima impressione che ho avuto leggendo è stata quella di una frase ad effetto,che se riletta con attenzione poco o niente ha aggiunto. Forse avrò capito male io,ma essendo lei l'autore potrebbe esplicitare il suo pensiero.
grazie per le sue eventuali risposte chiarificatrici
« Ultima modifica: 11:13:04 am, 11 Giugno 2010 da Luca »

Offline Vincenzo Cascone

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Luca, perfetto se non si riconosce.
 Sul Dop, la prego era un esempio di salvaguardia che norma un prodotto, se entriamo sui requisiti della certificazione ci perdiamo dalla casa. Per la seconda gli enti locali saranno più che rappresentati:

 Il Consiglio direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell'ambiente, sentita la Regione , scelti tra persone particolarmente qualificate per le atti vità in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco  secondo le seguenti modalità:

a) cinque, su designazione della Comunità del parco, con voto limitato;
b) due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n.349, scelti tra esperti in materia naturalistico-ambientale;
c) due, su designazione dell'Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell'Unione zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco; ;
d) uno, su designazione del Ministro dell'agricoltura e delle foreste;

La giunta esecutiva viene eletta dal Consiglio direttivo ed è  formata da cinque componenti, compreso il Presidente, secondo le modalità e con le funzioni stabilite nello statuto dell'Ente parco;

Il Collegio dei revisori è nominato dal Ministro del tesoro ed individuati tra i funzionari della ragioneria generale dello Stato.

La Comunità di parco, di cui si conoscono già i cognomi, è costituita da tutti i sindaci del territorio del parco, dai tre presidenti delle Provincie e da quello della Regione Sicilia".

e suggerisco amche la seguente visione:
Parco Nazionale degli Iblei--- Buscemi (IV Video)
con uno dei dissidenti. Badate bene non è stato zittito è stato ascoltato e gli è stata data una risposta. Dovrebbe finire questa guerra fra poveri e si dovrebbe discutere delle reali opportunità. Per l'appeal territoriale o marketing territoriale che dir si voglia,  e per l'integrazione successiva delle strategie di comunicazione porto l'esempio di montalbano: si realizza un film di successo, i luoghi del ragusano diventano famosi e incominciano a uscire, perche' vendono, tutta una serie di gadget quali: book fotografici i luoghi di montalbano, la granita di montalbano, la casa di m., la gente si sposa nell'ufficio di m. (municipio di scicli). La strategia (seppur umiliante il delegare a montalbano l'identità territoriale) è quella di sfruttare la cassa di risonanza per prodotti vendibili. Lontani dalla montalbanite il parco, riconoscimento di bellezza e naturalità. di storia e tradizione, di paesaggio e lavoro contadino, potrebbe integrare la spinta iniziale con la circuitazione dei prodotti che da tale ricchezza provengono. Il condizionale e' d'obbligo perche' dipende da noi, quell'olio di gomito tanto sbeffeggiato dagli amministratori di questo forum.
non andate contro le argomentazioni di vincenzo cascone, non conta un cazzo di niente, andate sugli argomenti che contano molto perchè riguardano tutti noi. Un pò di possibile qui si soffoca!

Offline Luca

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Dal video risulta infatti evidente come tutto è esclusivamente "possibile".

Si sente dire in sintesi che il parco porta qualcosa di positivo solo SE c'è una sinergia tra le diverse componenti (popolazione locale,turisti,enti locali,enti "superiori"). E' chiaro che queste componenti dovranno fare ciascuno la propria parte e che si tratterebbe non di un giorno (o un mese) ma si dovrebbe trattare di uno scambio "dinamico"  ma per questo non credo ci sia bisogno di scomodare un parco. Cerco di spiegarmi meglio.

Abbiamo a pochi km una città come Siracusa e la zona Unesco (ma il discorso vale anche per Palermo,Agrigento...), che dal punto di vista delle ricchezze storico-naturalistiche hanno poco o niente da invidiare a città più blasonate;
com'è possibile che tale ricchezza non sia sfruttata?
Vogliamo illuderci che la dizione parco potrebbe cambiare le cose in maniera rilevante?

Certo che il Parco delle cinque terre è molto visitato, ma è anche a pochissima distanza da città d'arte battute dai circuiti turistici di massa (Firenze,Pisa,Siena...). Lo stesso dicasi per quello d'Abruzzo  (purtroppo L'Aquila ha avuto quello che ha avuto) data la sua vicinanza con la capitale (altra meta privilegiata).

Il problema è che se il parco (sempre se regolato bene) potrebbe portare qualcosa a queste zone,manca chi (o cosa) dovrebbe portare qualcosa al parco. Se non c'è la volontà politica (in senso lato) di far emergere il distretto sud-est c'è poco da fare, la gente può fare qualunque cosa ed intraprendere qualunque iniziativa, tutto rimane lì.

Che studino e presentino modelli (sostenibili) di sviluppo e,dopo,la gente comune avrà qualcosa di tangibile su cui discutere, al momento vedo poco più che (buoni) propositi.

PS
-la penso come lei sulla necessità dell' "olio di gomito" ma gli sforzi,per essere efficienti, devono essere coordinati
-non vado "contro" le sue argomentazioni, confronto le sue con le mie,pacatamente  :)

Offline cherumubeddi

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Il documentario non conta quanto il parco. Il primo te lo vedi se vuoi, il secondo te lo vivi se puoi. Bisogna essere all'altezza, è una nuova progettualità ch non puoi interpretare con gli strumenti politici ed economici locali. E' una occasione irripetibile per rimettere in moto le dinamiche di visibilità dell'area. I benefici vengono da una crescita complessiva della comunità e ovviamente il benessere si distende in orizzontale, con i servizi, le cooperative, i prodotti tipici, la ricezione, i musei, i negozi, i centri storici e chinque voglia proporre qcosa.... I benestanti non hanno bisogno del Parco, il territorio si. La partita qui è molto più grande. Gli interessi che non si devono toccare non sono quelli degli allevatori o della piccola impresa edile (che io rispetto, nel cantiere come nel sapere), ma quelli degli appaltatori edili, dei trivellatori sanguisughe che derubano le nostre risorse distruggendo il nostro territorio e lasciando elemosine e tangenti e macchinari in disuso, degli speculatori sulle energie rinnovabili. Cosa hanno in comune queste categorie? Fette di territorio. Quindi sono ben lontano dal prendermela col povero allevatore che crede che gli ambientalisti si mangino i bambini. Mettere la zootecnia contro il parco è la più grande bufala (qui ci vuole) che potevano fare i politici locali. Pensavamo che non sarebbero arrivati a convincere i massari che il sole gira attorno alla terra o che questa sia piatta, le associazioni di categoria si, li siamo sul loro campo, di favoritismi, ammiccamenti, sagre e contributi riservati, di fidelizzazione. Una catena umana ridotta e alle strette con una crisi che ci sta travolgendo. E noi invece che rimboccarci le maniche e sfruttare questa botta di culo epocale, proteggiamo il nulla contro il qualcosa (tutto da ancora da gestire (problematica seria di istituzione del parco). Va accettato il paradosso produttivo che nell'epoca dell'abbattimento di tutte le frontiere e del libero mercato, l'erigere nuovi paletti e nuove frontiere significa progettare CON il territorio con scelte più "giovani" e nazionali, mettendo in rete il sistema ibleo, adesso completamente scollegato. Idee, visioni, in ogni caso nessun volere contro l'attuale economia, che, lo ripetiamo, non subirà nessuna limitazione che supera la attuali norme in vigore. Per Chisemubeddi la mia mail è vincenzo@extempora.com se mi mandi indirizzo te lo spedisco ( e se vuoi lo puoi masterizzare ai tuoi amici  8)


Salve Signor Vincenzo!   In questi giorni alcuni amici mi stanno assillando di mail chiedendo se ho ricevuto la Sua mail contenente il Suo documentario...
Non sò cosa devo rispondere... Magari le rinnovo il mio indirizzo:        chisemubeddi@hotmail.it

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