In questo ampio dibattito, pacato, che si è svolto in questo forum sul Parco degli Iblei, è mancata la presa di posizione di due importanti ordini professionali, quello degli Ingegneri e quello degli Architetti i quali, a riportare un SalvoCaligiorepensiero, sono quei professionisti, oltre agli avvocati (!), che meglio possono esperimere la relativa opinione a fronte di quella espressa da un semplice laureato in scienze economiche, come me.
Ed eccole, ora, quelle opinioni:
Parco degli Iblei. L'Ordine degli Architetti: "Grande occasione culturale ed economica"
Ragusa - 22-lug-2010
L'Ordine degli Architetti della provincia di Ragusa ha scritto un documento a sostegno del Parco nazionale degli iblei, una sintesi della storia della sua istituzione e delle finalità della sua creazione. La costituzione del Parco ha origini lontane. Un gruppo formato da diverse associazioni professionali, universitarie, culturali, sociali e naturalistiche ha costituito anni fa un comitato promotore con lo scopo di promuovere l'istituzione del Parco sul territorio della Sicilia sud - orientale, compreso nell'altipiano dei Monti iblei. Il comitato ha avuto sin dalle origini carattere aperto, consentendo l'ingresso ai nuovi soci che ne volessero far parte oltre ai soci fondatori, e invitando anche le forze politiche a partecipare al dibattito iniziale (invito non accolto dalla classe politica che, al tempo, decise di non occuparsene). Il parco è, quindi, non calato dall'alto - scrive l'Ordine degli Architetti - come vorrebbe sostenere chi allora non ha colto l'occasione di partecipare, ma promosso da una vasta fascia di cittadini. Fin dallo statuto del comitato promotore, si è cercato di formulare una proposta che contenga, non solo la descrizione analitica dei luoghi e dei valori espressi dalle trasformazioni del territorio conseguenti alle attività umane tradizionali, ma anche l'indicazione e la disciplina di massima delle attività esercitabili in ciascuna parte del territorio in funzione degli obiettivi che si intendono perseguire, con la previsione delle attività e iniziative agricole e turistiche da promuovere e incentivare. Ecco perchè - sottolinea l'Ordine degli Architetti - il Parco non è certo un congelamento del territorio ma un modo attivo di occuparsene in tutti i suoi aspetti, rendendo più efficiente il coordinamento dei vincoli esistenti e aprendo nuove strade attive di gestione e sviluppo. All'interno del Parco si differenziano le varie aree, le zone A - le più protette -, cioè, quelle naturalistiche, da tempo sottoposte a vincoli, nelle quali per conformazione già non esistono attività. Le zone B, come le A, sono molto simili per l'attuale stato naturalistico e fra tutte sono le meno estese del parco. Le zone C sono prevalentemente agricole nelle quali le attività agricole e tradizionali riceveranno incentivi. Infatti, le aziende agricole che ricadono per almeno il 30% all'interno delle aree di parco o di pre-parco godono di una riserva del 30% dei finanziamenti concessi dall'Unione europea (relativi ai metodi di produzione agricola compatibile con la cura dello spazio naturale). Infine le zone D sono quelle interessate allo sviluppo economico e sociale per attività produttive ecocompatibili finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale della collettività locale e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. Le aziende che promuoveranno i prodotti agricoli del Parco usufruiranno dell'apposizione del marchio del Parco. La diffusione di informazioni corrette sull'organizzazione dei parchi e i dati sulla loro economia sono utili per sfatare paure infondate e cominciare a guardare il parco nella sua totalità di valori paesaggistici di patrimonio culturale antico e irripetibile, di valori naturalistici di elementi geomorfologici spettacolari. Un Parco nazionale attivo, gestito dinamicamente e democraticamente - conclude il documento dell'Ordine degli Architetti ibleo - è una grande occasione culturale, sociale ed economica, oltre che paesaggisticaambientale, da accogliere con grande entusiasmo. Da telenova Ragusa 22 Luglio
DOCUMENTO
dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ragusa
sulla Costituzione del Parco degli Iblei
Come riportato nella carta di Johannesburg, del 2002, bisogna «promuovere e rafforzare i tre pilastri inseparabili dello sviluppo sostenibile, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo economico e sociale, a livello locale, nazionale, continentale e globale.»
Il Parco va inteso come un modello di sviluppo alternativo, all’interno del quale ci sono città, comunità, zone rurali. A differenza della riserva esso è istituto finalizzato alla fruizione, poichè nasce e si sviluppa sull’intima relazione sussistente tra uomo e territorio; ecco perché quando si parla di Parco è sbagliato racchiuderlo in una sola categoria sia essa quella naturalistica o culturale.
Il Parco deve rappresentare il miglior progetto, capace di integrare la conservazione di un ambiente di particolare valore storico, naturalistico ed antropico, con lo sviluppo sociale ed economico ecocompatibile più avanzato.
Oggi la creazione di un Parco è orientata verso la promozione di un territorio di "qualità", ove si pianifica la, eventuale, realizzazione di infrastrutture compatibili per far conoscere quei luoghi e far vivere bene le popolazioni, avviando una fase di sviluppo, con investimenti per il turismo, la rivalutazione dell'agricoltura, dei prodotti tipici e la valorizzazione dell'artigianato.
Si potranno delimitare aree e zone da preservare, secondo una visione quanto più unitaria e condivisa dal territorio, nonché funzionale rispetto allo sviluppo socio-economico di, almeno, tutto il sud-est della Sicilia.
Anche i territori imprenditorialmente dinamici, come quello della provincia di Ragusa, possono trarre beneficio da una rinnovata energia delle sue principali attività promosse all’interno del Parco e da possibili riconversioni aziendali che creino nuove opportunità lavorative; è necessario, però, che lo sviluppo sia basato sempre sul rispetto di ragionevoli e compatibili norme ambientali, in maniera da consegnare alla comunità, che ne condivide gli obiettivi, un territorio integro nella sua bellezza e nella sua unicità ambientale.
La concertazione e il coinvolgimento diretto dei territori interessati deve essere l’assunto sul quale fondare l’azione pianificatoria che avrà come base di partenza la Carta dei vincoli già esistente e, quindi, quelle aree tutelate e quelle riserve forestali già oggetto di specifiche attenzioni.
Bisogna credere nel territorio, nella cultura, nella gente, e nella possibilità di poter costruire un futuro per le generazioni successive. Tutto ciò sarà possibile se verrà consentita, attraverso norme chiare, il consolidamento e la incentivazione degli insediamenti produttivi ed agricoli esistenti, e la realizzazione di eventuali nuovi, per favorire il potenziamento delle imprese già presenti.
Inoltre l’estensione della delimitazione sino alla parte montana, ancora incontaminata dagli insediamenti produttivi, potrebbe avere dei benefici, anche per un rilancio della propria economia ed invertire la marginalità derivata dall’isolamento.
Un Parco, quindi, istituito in funzione delle vocazioni del proprio territorio.
«Parco, dunque, a supporto [della comunità] dei settori economici e non solo di quello turistico.»
dal sito internet dell'Ordine degli ingegneri di Ragusa.
pinoguzzardi