Autore: Visitatore Topic: Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari  (Letto 84996 volte)

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enrico tomasi

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dottor guzzardi, di aspiranti dipendenti dell'ente parco ne conosco tanti, la coda presso le varie segreterie politiche è già lunga...tutti con le idee chiare.
lei ha le idee altrettanto chiare su che tipo di attività imprenditoriale metterà su non appena si costituirà il parco e ci sarà questa valanga di agevolazioni?
« Ultima modifica: 22:03:55 pm, 05 Luglio 2010 da Enrico Tomasi »

Offline pinoguzzardi

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Egregio ingegnere Luciano Ferla,

io non mi meraviglio certo delle difficoltà che incontra la comprensione della problematica " parco" dalle parte degli " agricoltori, artigiani, professionisti".

Di una cosa però ne sono certo: sul tappeto della discussione bisogna porre fatti concreti e non certo " bufale", tramite le quali l'opinione pubblica può essere fuorviata.

Per fortuna il clima sta cambiando, grazie al sereno dialogo, e le posizioni  si sono ammorbidite fino ad introdurre, anche nei riguardi di molti stimati componenti del comitato del NO, pensieri quali:" ma chi sa se il parco, alla fine,non sarebbe utile per il nostro territorio?".

Ed io dico di si, ed il punto l'ha centrato proprio Lei: "le incertezze legate alle zonizzazioni ed al regolamento".

E non vi è dubbio che un parco ove le future zone A e B, ma anche per certi aspetti le C, non siano correttemente individuate possano dare dei problemi.

Ma su questo sono fiducioso, è una decisione che dovrà essere condivisa con la popolazione tramite i propri rappresentanti  istituzionali. 

Ma queste sono cose al di là da venire, atteso che trattasi di decisioni che debbono essere assunte in sede di Piano del Parco mentre, allo stato, si è alle prese con il Decreto istitutivo che del parco ne fisserà il perimetro e le cosidette " norme di salvaguardia" provvisorie in attesa del citato Piano.

Sul perimetro è irrilevante esprimermi, deciderà l'intera Comunità del territorio, escludendo però quella " sciocchezza" della
" perimetrazione reticolata/leopardata/gattopardata", che può essere al limite una ipotesi di alcune aree della futura zonizzazione, mentre sulle misure di salvaguardia ho gia detto la mia, anche in questo forum, e che voglio riproporre.

Le misure di salvaguardia prescindono dalle "zone" e sono poste in essere " in caso di necessità ed urgenza".

A titolo esemplificativo il DPR che isituì il Parco del Gargano, nell'ambito delle norme di salvaguardia, ha previsto due zone:

" La n. 1 : riserva integrale;

La n. 2: riserva orientata ove è possibile edificare nuove costruzioni su autorizzazione dell'ente Parco così come succede ora per le zone SIC, ZTL e per quelle molto più vaste con vincoli paesaggistici ed idreologici".


Basterebbe, pertanto, un "copia ed incolla" e tutto rimarrebbe invariato anche nel nostro territorio in termini di " salvaguardia" e la relativa " mappatura" delle due zone sarebbe irrilevante o quanto meno con modeste difficoltà.

Tornando al rapporto agricoltori-allevatori ed il futuro Ente Parco,mutuando la Sua espressione,  "rovistando in mezzo alle pieghe di internet" ho scovato questo documento:

" Documento congiunto delle Organizzazioni Professionali Agricole e della Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali per il sostegno e la valorizzazione dell'agricoltura nelle aree protette italiane.
 
Le Organizzazioni Professionali Agricole (Confederazione Italiana Agricoltori, Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, Confederazione Generale Agricoltura Italiana) e la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali con il presente accordo di collaborazione intendono contribuire innanzitutto ad eliminare i motivi che hanno generato i contrasti e l'opposizione che in molti casi hanno contrassegnato l'atteggiamento degli agricoltori nei confronti dell'istituzione delle aree protette e le difficoltà ancora esistenti da parte di alcuni parchi nel riuscire a coniugare ed a integrare appieno le attività agricole con le azioni di conservazione e di valorizzazione dell'ambiente naturale.

La volontà di collaborazione tra le Organizzazioni Professionali Agricole e la Federazione dei Parchi e delle Riserve Naturali è tesa ad aprire una fase nuova nel rapporto tra agricoltura ed aree protette ed è fondata sul riconoscimento dell'importanza dell'agricoltura condotta in forme sostenibili come fattore di arricchimento e di diversità biologica e dei parchi come entità utili a garantire la conservazione dell'ambiente naturale, dei prodotti tipici, delle attività più tradizionali e la permanenza umana nel territorio rurale.

 L'agricoltura ha oggi un ruolo di primaria importanza nella conservazione dell'ambiente, delle risorse naturali e per il mantenimento della biodiversità di cui è così ricca l'Italia. La nuova politica comunitaria, delineata in Agenda 2000, riconosce finalmente all'agricoltura una sua intrinseca multifunzionalità e la considera un'attività che esplica anche un ruolo ambientale, culturale e di servizio.

In questo quadro le aree protette debbono diventare luoghi di eccellenza dove sperimentare nuove e più avanzate forme di politica agro-ambientale con particolare riguardo alla diminuzione degli input, alla tipicizzazione dei prodotti ed alla stessa conservazione del paesaggio, nonché per garantire la permanenza e l'ammodernamento strutturale delle aziende agricole.

Soprattutto nelle aree protette collocate in zone di montagna e/o svantaggiate l'attività agricola, condotta con metodi tradizionali, rappresenta un elemento indispensabile per mantenere vivo il tessuto sociale, economico e storico-culturale delle stesse comunità umane insediate.

Nel contesto della nuova politica agricola comunitaria e del suo recepimento, a scala nazionale e regionale, nelle aree protette possono essere individuati strumenti specifici di intervento volti a favorire l'esercizio di forme di agricoltura a minore impatto ambientale fortemente ancorate al contesto territoriale di riferimento.

 Elemento basilare per sostenere queste azioni deve essere l'individuazione di aree preferenziali, imperniate sui parchi e le aree ad essi contigue, dove concentrare l'applicazione di singole misure agro-ambientali.

Affinché tali nuove misure, finalizzate allo sviluppo di corrette politiche rurali, abbiano successo occorre garantirne la coerenza con gli obiettivi generali di gestione ambientale delle aree protette oltreché essere di reale sostegno all'imprenditoria agricola presente.

In questo quadro è anche fondamentale un forte coinvolgimento degli agricoltori nelle scelte connesse alla predisposizione dei Piani dei Parchi e dei Piani pluriennali di sviluppo socio-economico.

Per questo l'elaborazione concreta dei piani operativi per l'utilizzo dei fondi strutturali, compreso lo sviluppo rurale, deve coinvolgere fin dalle fasi iniziali tanto gli organi di gestione delle aree protette quanto le associazioni agricole.

In particolare, le nuove misure agro-ambientali devono prevedere il coinvolgimento degli agricoltori nei programmi di gestione e conservazione ambientale delle aree protette e l'attuazione di specifiche iniziative di formazione e di informazione a loro dirette.

Considerando poi la difficoltà produttiva dell'agricoltura presente in molte aree protette ed il suo fondamentale ruolo per il mantenimento degli assetti ambientali, è auspicabile che le specifiche misure inerenti le aree protette siano accompagnate da azioni riguardanti attività integrative a partire da quelle agrituristiche.

Le aree protette, ed in particolare quelle di grande estensione territoriale, possono costituire gli ambiti più appropriati per la messa in atto dei piani di sviluppo rurale anche a carattere interregionale.

In Italia, più che in ogni altro paese europeo, l'interazione tra agricoltura e territorio ha modellato nel tempo paesaggi dalle qualità estetiche e culturali eccezionali che conservano importanti biodiversità nonché produzioni tipiche agricole ed alimentari caratteristiche che rappresentano alcune tra le ricchezze principali per il futuro e per la crescita dell'intero paese.

In questi luoghi, la maggior parte dei quali è oggi compresa all'interno delle aree naturali protette, sviluppo dell'agricoltura ecosostenibile e conservazione ambientale non sono in contrapposizione tra loro ma complementari.

Agenda 2000, nel considerare un nuovo modello europeo di agricoltura, riconosce in modo ormai compiuto al settore agricolo l'essenziale funzione ambientale che gli deriva dall'essere una importante forma d'uso del territorio, creando nuove opportunità occupazionali, attraverso tecniche di produzione poco impattanti in termini ambientali e la promozione della multifunzionalità.

 Per queste ragioni la Confederazione Italiana Agricoltori, la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, la CONFAGRICOLTURA - Confederazione Generale Agricoltura Italiana e la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali convengono sull'opportunità che:

 1. i futuri programmi operativi per l'attuazione dei fondi strutturali , relativamente alle azioni di sviluppo rurale, valorizzino le aree naturali protette come luoghi vocati alla attuazione delle misure agro-ambientali;

 2. nel redigere i piani di sviluppo territoriali venga sviluppato il metodo della concertazione con le parti sociali ed in particolare con le associazioni agricole;

 3. nella predisposizione dei criteri e dei regolamenti di gestione dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale siano considerate attentamente le attività agricole presenti, per garantirne il mantenimento ed il sostegno mediante indennità compensative e agevolazioni per gli investimenti, evitando ogni ulteriore appesantimento burocratico e normativo per le stesse;

 4. siano individuate le opportune condizioni affinché, nell'imposizione fiscale e relativamente alla previdenza, vengano previste agevolazioni a favore delle imprese agricole ubicate nel territorio delle aree protette;

 5. in ogni Parco e Riserva, aderente alla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali, si costituiscano tavoli permanenti tra gli organi di gestione delle aree protette e le rappresentanze degli agricoltori per operare una informazione ed un confronto costanti in merito alle politiche di gestione delle stesse aree protette ed in particolare delle politiche agricole in corso di realizzazione;

 6. presso il Ministero dell'Ambiente si costituisca un tavolo permanente di confronto e di informazione per le problematiche agricole presenti nelle aree protette, che riunisca le Associazioni Agricole Nazionali e la Federazione Italiana dei Parchi e sia finalizzato anche alla corretta attuazione della politica per i fondi strutturali in sede nazionale nonché per il monitoraggio delle misure agro - ambientali attivate per i Parchi Naturali;

 7. in ogni Regione si costituiscano tavoli permanenti di confronto e di informazione che riuniscano le associazioni agricole regionali delle aree protette. Essi devono essere finalizzati anche a sviluppare il confronto circa il recepimento in sede regionale dei nuovi regolamenti comunitari ed a discutere preventivamente i contenuti dei programmi regionali di sviluppo rurale;

 8. in ogni area protetta l'Ente di gestione e le Organizzazioni Agricole si attivino per favorire la crescita dei servizi di tipo ambientale forniti dalle aziende agricole ed il mantenimento o l'introduzione di tecniche agricole rispettose dell'ambiente naturale anche attraverso il pieno utilizzo degli incentivi finanziari comunitari, nazionali, regionali e, compatibilmente con le proprie risorse, degli Enti Parco;

 9. in presenza di consistenti danni alle colture agricole da parte della fauna selvatica del parco vengano predisposte ed attivate incisive misure per limitare tali danni ricorrendo ad azioni di controllo e di contenimento numerico della fauna selvatica presente".
 



Le contesto, gentile ingegnere, una affermazione: "voglio dare un mio ultimo contributo anche perché personalmente sono tentato di arrendermi e gettare la spugna".

Non sono d'accordo.


                                                                                                                                             pinoguzzardi






Offline pinoguzzardi

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Egregio, sign. Tomasi,

ma perchè ridurre il tutto alle cosiddette " idee chiare" di coloro che sono in coda presso le segreterie politiche?.

Rispetto a me : non ho l'età, anche in relazione al fatto che la problematica riguarderà i nostri figli e nipoti verso i quali abbiamo l'obbligo di interessarci affinchè  non abbandonino il nostro bel territorio, vivendoci dignitosamente.


                                                                                                                            pinoguzzardi
« Ultima modifica: 22:19:03 pm, 05 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

enrico tomasi

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egregio dottor guzzardi, non ho ancora capito perchè secondo lei l'unica cosa non riduttiva sia mettere la testa sotto la sabbia alla pari degli struzzi, sta continuando a non sprecare occasioni.

rispetto a lei: pablo picasso a oltre 90 anni diceva, ci si mette molto tempo per diventare giovani...ma forse il signor guzzardi ci sta dicendo che per fare l'imprenditore, oltre ad un bagaglio di idee, grinta, professionalità, costanza d'impegno, dedizione, fantasia, c'e' pure un limite d'età, non è quindi una questione di fondi cofinanziati?

non crede che le priorità verso i nostri figli siano quelle di far capire loro che qualsiasi opportunità va costruita e nessuno te la regala, che nessuno più di se stessi ha interesse a risolvere i propri problemi?

vede dott. guzzardi, mentre io mi ostino ad essere riduttivo, lei ha fatto sua la frase live motive delle segreterie politiche meridionali, quelle dove trova le code dei giovani con le "idee chiare": "abbiamo l'obbligo di interessarci affinché tu non abbandoni il nostro bellissimo territorio".

« Ultima modifica: 04:34:09 am, 06 Luglio 2010 da Enrico Tomasi »

Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. Tomasi,

stante quel Suo riferimento agli struzzi ed alla loro sostenuta abitudine di mettere il capo sotto la sabbia non ho afferrato quali siano le occasioni da me non sprecate.

Ma la colpa sarà sicuramente mia rispetto a  questa difficoltà nel  " capire" il Suo pensiero.

Per fare l'imprenditore è sicuramente vero che necessitano idee, grinta, professionalità, costanza d'impegno, dedizione e fantasia, l'età è solo un limite oggettivo e non certo un fatto ostativo, mentre è sicuramente essenziale il " mercato".

Un territorio che riesce a sfruttare le potenzialità che ha in termini di bellezze paesaggistiche crea sicuramente possibilità economiche, " domanda", ed è per questo che ritorno su quel concetto: "abbiamo l'obbligo di interessarci affinchè i nostri giovani non abbandonino il nostro bellissimo territorio" ed un Parco nazionale ne potrà essere l'occasione.

Non sarà certo la panacea ma la considero una speranza, soprattutto per i piccoli paesini del comprensorio ibleo.

Ma se Lei ha una altra idea alternativa per lo sviluppo ne faccia oggetto di esternazione e ne discutiamo.



                                                                                                                               pinoguzzardi   
« Ultima modifica: 06:33:16 am, 06 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

Offline luciano ferla

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Gentile dott. Guzzardi. La ringrazio per il suo invito a non mollare in questo continuo andirivieni di battute. Anche se la discussione è stimolante rimaniamo tutti ostaggio delle nostre posizioni. E poi come ho detto prima non ho la capacità di reggere i suoi ritmi per la mancanza di tempo, che lei, invece, mi pare di capire, abbia in abbondanza. Metto le mani avanti e dico che parto sconfitto in partenza, con lei sarà impossibile pensare di avere la possibilità di spuntarla.
Veda, lei stesso nei ragionamenti che fa, tutti ben supportati, auspica questo e quello, copiare da questo o da quel parco e così via. La verità è che né lei né io, e ho paura né il mio né il suo sindaco, avremo nelle fasi decisive, potere contrattuale tale da trasformare gli auspici in concretezza. E questo lei lo sa meglio di me. Solo che per lei, il cui obiettivo principale è la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, questo è un aspetto irrilevante o al massimo secondario. Per chi invece, le cui sorti sono legate alla riuscita  della programmazione del parco questo non è irrilevante.
Mi permetto di cogliere l’invito che viene rivolto ad Enrico Tomasi. Io la mia idea alternativa al parco ce l’ho, ed è la seguente.
Posto che il nostro territorio necessita e merita uno sviluppo socio economico, da più parti auspicato, si potrebbe iniziare così:
Tutte le amministrazioni locali di comune accordo elaborano un piano strategico di sviluppo, fondato sul paesaggio,  il territorio e la sua valorizzazione, all’interno del quale tutte le forze economiche sono coinvolte. Si tratterebbe di uno strumento flessibile che lascerebbe spazio decisionale e operativo alle singole autonomie locali (i comuni) mantenendo la capacità di decidere operativamente di ciò che bisogna fare del proprio territorio funzionalmente al piano di cui sopra. Ogni singola amministrazione sarebbe libera di gestire il proprio territorio affidando alla propria pianificazione gli strumenti di sviluppo che i cittadini utilizzerebbero per realizzare le proprie attività anche in funzione del e per il territorio. Un piano flessibile che si adatti e si corregga nel tempo in funzione delle mutate esigenze e condizioni socio-economiche e che all’occorrenza verrebbe modificato e migliorato.   
Per forza ci deve essere il parco che accentrerebbe sui suoi organi tutto il potere e la gestione del territorio mettendo ai margini la comunità locale?
Non possiamo far tesoro del nostro territorio così com’è? La sua bellezza e il suo aspetto muterebbero per il solo fatto di chiamarsi con l’altisonante nome di parco nazionale degli iblei? Per caso io o lei affacciandoci sugli incomparabili scenari del nostro territorio subiremmo un diverso fascino sapendo che quello che guardiamo si chiama parco? Suvvia non facciamoci incantare dalle parole e suggestionare dai sogni pur belli e nobili che siano. Se il nostro territorio è sfuggito allo scempio degli anni ’60 e ’70 possiamo ben sperare che, pure con il nostro contributo e grazie anche ad una mutata coscienza collettiva, che già c’è, continui a rimanere quello che è ma funzionale ai bisogni della gente che ci abita. 
Con il parco, metti che domani un gruppo di giovani imprenditori, poniamo caso di Buscemi, che vogliono realizzare una loro idea e hanno bisogno di uno spazio ove collocarsi, a chi si rivolgeranno? Al comitato del parco all’interno del quale è vero c’è pure il loro sindaco, ma che rappresenta una voce minoritaria in un consesso di una ventina di soggetti, e che a sua volta conta per 5 dodicesimi nel consiglio direttivo dell’ente parco? Sicuramente gli si risponderà che devono localizzare la loro iniziativa nella zona D del parco, che oggi è nella mente di Dio e domani magari si troverà a 50 km da casa loro, che probabilmente dovranno aspettare che arrivino i soldi per le urbanizzazioni dell’area, il cui progetto è stato affidato a qualche professionista iscritto nella lista dei clienti del partito del Ministro dell’ambiente, e così via. Oggi invece il sindaco di buscemi se gli si prospetta una cosa del genere, individua all’interno del territorio comunale una zona adatta, chiede al consiglio comunale una variante al PRG, se la fa approvare dalla regione, espropria l’area e la dà in concessione ai soggetti richiedenti, come si fa in tutta Italia.   E poi, ma non lo avete capito che soldi fra poco non ce ne saranno nemmeno per la sanità, per le pensioni e altri settori di interesse primario, e pensate di avere la speranza dell’arrivo di tutti i finanziamenti previsti dalla legge ma sempre meno stanziati?

enrico tomasi

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Egregio sign. Tomasi,

stante quel Suo riferimento agli struzzi ed alla loro sostenuta abitudine di mettere il capo sotto la sabbia non ho afferrato quali siano le occasioni da me non sprecate.

Ma la colpa sarà sicuramente mia rispetto a  questa difficoltà nel  " capire" il Suo pensiero.

Per fare l'imprenditore è sicuramente vero che necessitano idee, grinta, professionalità, costanza d'impegno, dedizione e fantasia, l'età è solo un limite oggettivo e non certo un fatto ostativo, mentre è sicuramente essenziale il " mercato".

Un territorio che riesce a sfruttare le potenzialità che ha in termini di bellezze paesaggistiche crea sicuramente possibilità economiche, " domanda", ed è per questo che ritorno su quel concetto: "abbiamo l'obbligo di interessarci affinchè i nostri giovani non abbandonino il nostro bellissimo territorio" ed un Parco nazionale ne potrà essere l'occasione.

Non sarà certo la panacea ma la considero una speranza, soprattutto per i piccoli paesini del comprensorio ibleo.

Ma se Lei ha una altra idea alternativa per lo sviluppo ne faccia oggetto di esternazione e ne discutiamo.



                                                                                                                               pinoguzzardi

dottor guzzardi, le bellezze paesaggistiche del nostro territorio sono una realtà a prescindere dal parco, sfruttarne le loro potenzialità mi pare non debba essere cosa tanta diversa.

chi vuole creare mercato in uno stato liberale, fare l'imprenditore perchè ricco di quegli "attributi" su cui concorda con me, di solito lo fa con la consapevolezza di rischiare tempo e denaro proprio, lei mi pare non voglia partire da questo concetto, difatti fonde il suo discorso su soldi pubblici, suggerimenti e auspici che in astratto sono rivolti a figli o nipoti, chi sa.

in genere chi intuisce o crede in un potenziale mercato, vuole arrivare per primo, non aspetta "cofinanziamenti", ne tanto meno chi li riceve diventa imprenditore.

vede dottor guzzardi, le sembrerà banale e ripetitivo, ma la mia idea di sviluppo (a 360°), lei la chiama alternativa, è rappresentata dalla capacità di sapersi costruire delle opportunità, senza aspettare suggerimenti altrui, ne danari pubblici.

Offline pinoguzzardi

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Il sindaco di Buscemi, qualora " un gruppo di giovani imprenditori abbia bisogno di uno spazio per realizzare una loro idea", nel caso in cui questo spazio non sia stata già individuato nel PRG, proporrà al Consiglio Comunale una variante allo stesso, e se tale variante è conforme ai principi ed alle regole che il territorio si è dato tramite il Piano del Parco, che sarà stato precedentemente  promulgato dalla Regione d'intesa anche con il Comune di Buscemi ( art. 12, comma 4, L. 394/91) a quei giovani sarà consentito svolgere la richiesta attività.

Ciò con riferimento alle " aree di promozione economica e sociale " che non possono non comprendere le aree di espansione urbanistica, commerciale  ed artigianale . 

Non ho mai sostenuto che l'iniziativa privata debba essere " cofinanziata", al limite il termine corretto è " incentivata".

Ho sostenuto invece, riprendendo le norme contenute nella legge quadro:

* " la comunità del parco promuove le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale della collettività" e ciò tramite un " piano pluriennale economico e sociale";

* " ai Comuni ed alle Provincie il cui territorio è compreso entro i confini di un parco nazionale è attribuita priorità  nella concessione dei finanziamenti pubblici finalizzati al restauro dei centri storici ed edifici di particolare valore strorico e culturale, recupero dei nuclei abitati rurali" e...... così via come elecati all'art. 7 della citata legge.

E la medesima prelazione viene attribuita ai privati che intendono realizzare iniziative produttive qualora quei finanziamenti, indipendentemente dalla "questione parco", siano di per sè destinati ai privati in generale. 

Ho parlato invece di " mercato" e di " domanda".

Un territorio il quale, grazie alla sue bellezze naturali oltre che architettoniche ed archeologiche, viene frequentato dai visitatori " fuori porta" più di quanto avviene oggi, e sarà questa una importante funzione dell'Ente Parco assumendo le idonee iniziative, apporta " domanda" di beni e di servizi che l'imprenditoria locale non dovrà lasciarsi scappare in termini di " offerta".

Così come per una agricoltura " d'eccellenza", ove già la " domanda" esiste in tutto il terriotrio nazionale con la conseguenza che bisognerà adeguare " l'offerta" con prodotti tipici del " Parco degli Iblei", magari recanti tutti  il medesimo marchio e con una operazione di " marketing" coordinata ed assistita  proprio dall'Ente Parco. 

Sovente, con il mio amico Marcello, guardando la valle dell'anapo, nella parte delimitata ad est dal colle S. Nicolò ed ad ovest dai tre poggi, " i poi", abbiamo " sognato"  una valle tutta impiantata a vigneti di qualità, a cura di impenditori nazionali del settore che stanno investendo in Sicilia, ed un Ente di promozione economica quale è, anche, un Ente parco si potrebbe fare promotore di una tale iniziativa anche nel rispetto della tradizione atteso che tutta la zona era vocata a vigneti prima del flagello della fillossera.

Quel monello del mio amico, l'ultima volta che è venuto a trovarmi in campagna non solo  per "assaggiare" il vino della mia piccola vigna familiare, ha cambiato opinione: propende per un vasto campo di golf atteso che la figlia Ludovica è una grande promessa del golf europeo!     


                                                                                                                             pinoguzzardi
         
« Ultima modifica: 21:26:52 pm, 07 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

enrico tomasi

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non ho capito cosa significa incentivare con fondi cofinanziati...

« Ultima modifica: 22:22:47 pm, 07 Luglio 2010 da Enrico Tomasi »

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Se una norma dello Stato prevede che una iniziativa privata è opportuno " finanziarla", stante le sue caratteristiche che attengano ad un progetto incentivante più generale e nell'interesse di tutti stante la particolare pecularietà, è sempre meglio averne la " prelazione".

Non le pare?


                                                                                                                              pinoguzzardi

enrico tomasi

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dottor guzzardi, mi era parso di capire che volesse  fare oggetto di esternazione idee alternative per lo sviluppo.
la nuova finanziaria prevede tagli agli sprechi, mi sembra siano stati drasticamente ridotti anche i fondi per i parchi nazionali,
cosa le pare?
« Ultima modifica: 00:26:38 am, 08 Luglio 2010 da Enrico Tomasi »

Offline pinoguzzardi

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Egregio sgn. Tomasi,

ma la Sua domanda a me rivolta e per la quale avevo risposto è successivamente scomparsa?

Si è sciolta come neve al sole o è frutto dell'effetto " modifica"?

Sulla Sua ultima sostituita  domanda sulle " idee alternative per lo sviluppo" è un argomento questo che ho chiesto a Lei di trattare stante che io confido nell'idea di un Parco Nazionale quale elemento per lo sviluppo sostenibile del nostro bel territorio ibleo.

Sui tagli previsti nella finanziaria in itinere voglio stendere un velo pietoso seppure sono assolutamente favorevole al taglio degli sprechi, e ve ne sono tanti nella PP.AA., ivi compresi la miriade di dipendenti  utilizzati dai Comuni senza che gli stessi, ma non per colpa loro, diano efficienti servizi alla popolazione.

Ma i tempi stanno cambiando e ciascuno di noi si sta rendendo conto che il lavoro, anche pubblico, non può essere improduttivo.

                                                                                                                                  pinoguzzardi
 

Offline pinoguzzardi

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E' ricomparsa quella domanda o sono io che ho le " traveggole" ed in queso caso Le chiedo scusa.

Nulla questio.


                                                                                                                 pinoguzzardi
« Ultima modifica: 22:38:22 pm, 07 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

Offline Sal

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Mi intrometto, ...il mio intervento nell'altro forum ... semi parallelo, era stato solo provocatorio, lì non si parla più e quindi vista la trasmigrazione ... mi adeguo.
Non capisco l'accanimento del sign. Guzzardi, non comprendo la difficoltà a smascherare l'ulteriore baraccone che i nostri governanti ci propinano.
Condivido le perplessità di Luciano, e le faccio mie, anche se non vivo nelle zone in questione, ho ripetutamente letto le miriadi di citazioni del sign. Guzzardi ... ma che "c'hazzecca" ... come direbbe l'ex PM, non è questo il punto, non sono i lodevoli impegni (teorici) a portare benessere o quelchessia beneficio alle zone iblee, o almeno non è scontato come il sign. guzzardi crede e stracrede.
Vivo lontano dalla vostra realtà ... ma la conosco bene, ed è per questo, conoscendo anche altre realtà, e constatando il modus operandi dell'attuale classe dirigente, che sollevo le mie perplessità.
Baraccone ... positivo solo perchè apparentemente potrebbe apportare (?) benefici alla zona???
Da Valutare, da valutare attentamente.

Offline pinoguzzardi

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Egregio " sal 15",

stante le sostenute " difficoltà a smascherare l'ulteriore baraccone che i nostri governanti ci proprinano", ci provi Lei, argomentando e, forse, " c'azzeccherà".

Questo non è il momento di valutare bensì di vigilare, atteso che le valutazioni attengono a progetti da proporre ed ancora da divenire, e sarà compito della società civile iblea impedire che il già individuato, ex legem, Parco degli Iblei diventi un "carrozzone" a fronte invece di un Ente di protezione e promozione del territorio, così come prevedede la normativa ed è proprio quello il punto.

Ma di questo ne ho già parlato e sono anch'io " in apprensione", conoscendo la nostra classe politica.




                                                                                                                                   pinoguzzardi

 

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