Autore: SC Topic: Paesaggio tra uso e abuso: i Prg ciò che esprimono e loro problematiche  (Letto 7762 volte)

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Vorre riproporre qui un passato ma sempre interessante articolo del Prof Pasquale Bellia dell'università di firenze allo scopo di riflettere meglio sulla problematica dei piani regolatori

http://www.sciclinews.com/news/Paesaggio-tra-uso-e-abuso-/0000007341

L'articolo è complesso  e centrato sulle problematiche paesegistiche di scicli ma penso sia importante prenderne coscienza con un dibattito pubblico perchè i PRG sono quasi sempre un argomento di dibattito politico , quasi sempre trattato con superficialità o relegato agli addetti "ai lavori" e confinando  questi strumenti necessari allo sviluppo organinico delle città spesso al rango di "rogne".

Non essendo un tecnico ma un uomo della strada non pretendo di entrare nei dettagli ne posso avere la presunzione di aver compreso tutto l'articolo ed è quindi possibili che alcuni aspetti su cui non sono pienamente d'accordo siano invece solo degli aspetti che non ho compreso bene.
D'altronde si discute per capire e comprendere e dopo aver visto diversi consigli comunali discutere su prg e varianti di prg mi sono fatto l'idea che di queste cose si dovrebbe avere tutti + coscienza perchè altrimenti si finisce per avere un insieme di regole restrittive che sembrano "calate dall'alto" e che inducono il comune cittadino ad un rifiuto.

Dico questo non perchè sia favorevole o contrario ma perchè mi trovo pienamente d'accordo con bellia quando dice:

Citazione
O non è l’autorità - generalmente l’amministrazione comunale - a praticare essa stessa l’abuso legalizzato dal potere decisionista che fa e disfa a suo piacimento fuor d’ogni controllo pubblico e democratico? Sappiamo quale enorme potere detengano i sindaci (e i presidenti di Regione). I piani regolatori vigenti e i regolamenti edilizi - cioè le leggi - non contano niente. “Le amministrazioni tendono più a mutare i piani che a realizzarli”, dice l’urbanista architetto Sergio Rizzi. Non è soltanto abuso di autorità. C’è una specie di abusivismo a metà. Dovuto da una parte ai privati (proprietari, costruttori, progettisti) che, ottenuta una concessione o un’autorizzazione - soprattutto quelle relative a nuove norme insensate - la “interpretano” e la stravolgono per conseguire superfici e cubature maggiori. Da un’altra dovuto all’ente pubblico che, lui per primo, ammette interpretazioni insidiose, erode man mano la norma già assurda e la trasforma nell’accettazione di una realtà avulsa dagli scopi della normativa, peraltro spesso pretestuosi.



è un problema evidente, vengono proposti i prg  il cui sviluppo costa parecchi soldi e poi questi prg vengono stravolti dalle amministrazioni con mille varianti.
Perchè dico stravolti?
perchè un PRG è a mio modo di vedere innazitutto una visione organica e unitaria della città che ne deve stabilire i criteri di sviluppo, se ad un certo punto si decide di fare ad esempio una strada dove non era presenta o permette la nascita di un palazzo dove non era previsto è chiaro si perderà la coerenza del progetto.

ma il problema per me fondamentale è perchè ciò succede? cosa induce le amministrazione di qualsiasi colore a vedere i PRG non come strumento di sviluppo utile e NECESSARIO ma + che altro come un fastidio spesso strumentalizzato dalle opposizioni di turno?

Su questo aspetto penso sia il limite dell'articolo del Prof. Bellia il vedere solo la necessità del PRG  come sistema di regole accantonando  il problema grave e fondamentale della condivisione  della IDEA che quel sistema di regole porta avanti che in una società democratica è di fondamentale importanza.

quando parlo di visione sia chiaro non intendo il fatto che le "regole debbano essere rispettate"  per me quello è un fatto assodato e sono pienamente d'accordo con lui per il fatto che la demolizione degli obbrobbi costituisca la pena migliore nonchè la confisca degli abusi in territorio demaniale ma proprio la visione di merito di ogni singolo PRG.

Un PRG per quanto buono e ben fatto è sempre espressione di una visione soggettiva del o dei progettisti, che talvolta sono  distanti in tutti i sensi dal luogo per cui sviluppano tale progetto e sviluppano idee che non tengono in poco conto l'idea che le persone che li vivono hanno dello sviluppo.
sono certo che mi si indicheranno i mille metodi che la legge consente per interagire con il progettista ma sta di fatto che spesso i prg arrivano e la gente si badi bene non i politici li vedono solo come un mezzo di oppressione sociale inventato dal governo.

Tale sentimento è diffuso sopratutto da noi al sud visto che qui abbiamo legami storico generazionali con il territorio che pur non impedendoci di abusarne come è successo e succede ci impedisce di credere che "la roba" cioè la proprietà in particolare immobiliare sia vista nell'ottica comune,(si pensa "ciò che è mio è mio e decido io non lo stato)
al nord dove la gente proviene da emigranti è + facile accettare regolamentazioni.

Questa mia analisti mi rende dubbioso su soluzioni che non fanno altro che spostare l'interlocutore di riferimento per i prg dai sindaci a livelli + alti nella gerarchia politica anche se è chiaro che trovare strumenti idonei che possano superare i problemi ed evitino uno sviluppo dell'edilizia tipo funghi sia utile e doveroso ma quali e come?
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