Autore: Manfredi Topic: Laboratorio Sicilia  (Letto 4413 volte)

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Laboratorio Sicilia
« il: 11:00:01 am, 21 Settembre 2010 »
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  • Sono, politicamente, un sempliciotto per cui chiedo, a chi se ne intendesse, di spiegarmi che sta succedendo in sicilia tra pd, pdl, udc. fli, lombardo, miccichè, cuffaro, affiliati, arruolati, simpatizzanti, clienti, corrotti e quant'altri. Che sia arrivata finalmente la primavera siciliana?

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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #1 il: 12:01:19 pm, 21 Settembre 2010 »
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  • la primavera?

    è totalmente impossibile spiegare cosa sta succedendo perchè questo tipo di politica in sicilia prescinde da qualsiasi forma di caratterizzazione culturale e trasparenza sociale.

    è  interessante il termine laboratorio , sarei curioso di sapere chi per primo ce l'appioppò

    guardate che dire che la nostra regione è un lavoratorio è un modo elegante per disprezzarci tutti.

    un laboratorio è uno strumento asettico, isolato dall'esterno, intervengono solo i "ricercatori" in questo caso i politici per i loro esperimenti.

    tutto si basa sul principio che qualunque alleanza o esperimento politico  si faccia essa non comporterà alcun cambiamento nell'elettorato.

    basandosi su questo atteggiamento di profondo distacco del popolo, i politici possono creare alleanza incoerenti dal punto di vista culturale politico ma basate su criteri assolutamente personalistici.

    e così vediamo uomini di destra a sinistra e viceversa e poi il centro sparso come il prezzemolo.

    io dubito che alcuno sappia il motivo per cui sostiene un idea.
    questo spiega perchè in scelte strategiche si perde così tempo e si danno segnali così ambigui

    guardate il rigassificatore, le trivellazioni a ragusa,  il parco degli iblei, il nucleare , l'eolico tutte decisoni cambiano mese per mese pur essendoci le stesse persone.
    chi deve fare investimenti se ne va non può rischiare i soldi in base uno continuo ricatto.
    ma i siciliani sembra invece amino sto continuo mercanteggiare, pragmatismo spicciolo e scevro di ogni riferimento razionale e culturale

    « Ultima modifica: 10:53:50 am, 22 Settembre 2010 da SC »
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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #2 il: 10:37:13 am, 22 Settembre 2010 »
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  • Ieri ho seguito in diretta il discorso di Lombardo su Antenna Sicilia e mi ha colpito una cosa: il giornalista, al momento del commento politico ha detto testuali parole: "del programma del Lombardo quater parliamo dopo, adesso vorrei soffermarmi sui nomi dei nuovi assessori".

    Ecco, questo mi ha portato alla mente ciò che succede spesso in Sicilia (anche a Sortino in questi giorni). POchi sono i cittadini che si interessano al programma politico pronti, eventualmente, a battersi per un'idea. Ormai siamo machiavellicamente abituati al potere ed alle sue dinamiche tanto da assuefarci a ciò che lo stesso potere vuole: è necessario essere spettatori (più o meno consenzienti importa poco) di una rappresentazione teatrale fatta da "rappresentanti" di "archetipi politici" che mettono in scena talvota tragedie, altre commedie in modo da "incuriosire" la platea.

    Il problea, per l'appunto, sta in quest'ultima. La società civile/platea si attesta entro un margine culturale fatto di richieste e di bisogni altamente superficiali. In poche parole chiede che gli vengano garantiti "soldi" in modo da poterli spendere per soddisfare esigenze le quali, anche nocive per la collettività, trovano legittimità nella cultura della soddisfazione individuale e superficiale e poi....fanculo il resto.

    Ecco, penso che il problema della parcellizzazione politica e del soddisfacimento degli interessi particolari anzichè dei bisogni diffusi e generali siano la chiave di volta per capire dove inizia il nostro precipizio.

    Il tutto si risolve con lo sforzo di coloro i quali non accettano il degrado imperante e la superficialità come carta d'identità per essere "fighi".

    Provate na cercare in strada qualcuno che possa affermare la seguente frase facendo seguire ad essa comportamenti coerenti: "io lotto per un'idea".

    Scoprirete che ce ne sono tanti a lottare per un'idea....si, "u futt'e mancia".

    E allora, concittadini iblei, che fare? Probabilmente non ci resta che scambiarci esperienze ed impressioni fin quando qualcuno alzerà la voce e con fare risoluto esclamerà: "adesso basta".

    La somma dei "qualcuno" ci consegnerà un'altra Sicilia ed un'altra Italia. Quale si vedrà.

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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #3 il: 11:17:48 am, 23 Settembre 2010 »
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  • Sono pienamente d'accordo con quanto scritto da SC e da Tito; peraltro in questi giorni ho letto i diari di viaggiatori del '700 - tedeschi, francesi, inglesi - in sicilia e mi hanno stupito certe analogie, certo con le differenze dei mutati tempi. Comunque io credo che i difetti della politica siciliana siano gli stessi della politica italiana tutta, ma esasperati al massimo e con l'aggravante che non abbiamo mai avuto una classe politica o dirigente in generale degna di questo nome, a differenza di altre zone d'italia. Ed anzi abbiamo sempre avuto una classe politica e dirigente  indegna, corrotta, senza ideali nè utopie. Con qualche rondine che comunque non fa primavera, quando non muore ammazzata.

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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #5 il: 13:59:12 pm, 23 Settembre 2010 »
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  • Comunque io credo che i difetti della politica siciliana siano gli stessi della politica italiana tutta, ma esasperati al massimo e con l'aggravante che non abbiamo mai avuto una classe politica o dirigente in generale degna di questo nome, a differenza di altre zone d'italia. Ed anzi abbiamo sempre avuto una classe politica e dirigente  indegna, corrotta, senza ideali nè utopie. Con qualche rondine che comunque non fa primavera, quando non muore ammazzata.

    è vero purtroppo la classe politica siciliana non brilla per preparazione, però non sono d'accordo nel distinguere le responsabilità del popolo siciliano e non solo perchè ha sempre votato, ma perchè il popolo siciliano purtroppo ha il livello di cultura e di dignità della stessa sua stessa classe politica.

    i ragionamenti dei politici non sono molto diversi da quelli della gente, e questo è male un politico per quanto debba cercare il consenso deve avere una visione + larga.
    e i politici che hanno una visione + larga vengono penalizzati.
    esempio
    negli anni 70 ci fu un politico ,se non sbaglio democristiano, di cui non ricordo il nome che aveva proposto il blocco degli insediamenti urbani di priolo e dintorni, in maniera da avere una zona fortemente industrializzata ma senza gente che abitasse lì

    era la soluzione + razionale e intelligente non fare abitazioni dove l'inquinamento è massimo e non privare il territorio di una risorsa economica/lavorativa di notevole portata.
    la gente gli fece guerra facendo crescere altri capipopolo che ancora si vantano di quella battaglia.
    e ora abbiamo i bimbi malformati.
    il non saper prendere decisioni allora ci penalizza ora

    si sarebbe dovuto incentivare il pendolarismo e disencintivare la crescita ubana di augusta priolo e melilli si avrebbe avuto una diffusione maggiore della cultura industriale nel territorio e una maggiore richiesta di strade.

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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #6 il: 11:01:44 am, 30 Settembre 2010 »
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  • Adesso in Sicilia i berlusconiani sono isolati ed il Lombardo quater si appresta ad operare sotto l'egida di "governo dei tecnici". la prova del nove sarà l'abilità politica di cui dispongono queste stimate persone (i nuovi assessori intendo).

    Nel frattempo a livello nazionale il Lombardo da la fiducia a Berlusconi ma con riserva. Ergo, o arrivano i piccioli da Roma oppure addio voti Mpa.


    Adesso mi chiedo: è questo il primo sintomo di un federalismo politico dove la bussola risiede nella nuova ideologia "territoriale"?

    Quali prospettive per nuove aggregazioni politiche?

    Ascoltando l'ex sindaco filosofo Cacciari pare che la soluzione risieda in un asse politico centrista (che lui ama definire "centrale") tale da porsi oltre le categorie destra/sinistra, accogliendo, così, componenti dall'una e dall'altra parte.

    Ma, mi domando, sulla base di cosa? Del buon senso? Della reputazione? E se, per caso, fosse di un programma condiviso come ci si porrebbe di fronte temi scottanti quali "energia ed ambiente" oppure "immigrazione"?

    Guardando ad ovest Obama fa l'uomo con radici sinistrorse ma con una forte consapevolezza della realtà. Insomma un pratico. Gli americani non sopporterebbero un fanfarone di sole parole e niente fatti.


    Guardando ad est vediamo farsi avanti la "Cindia" (Cina + India) che a colpi di tecnologia e basso costo del lavoro, squilibri tra ricchezza e povertà e voglia di diventar grandi potranno divenire buoni alleati per una Sicilia che possa offrir loro qualità e ricercatezza del prodotto. Mi riferisco, in particolar modo al lusso alimentare anche se non bisogna dimenticare la "battaglia energetica" nel mediterraneo

    In medioriente la religione continua ad essere usata come grimaldello del potere e viceversa. Un circolo perverso che porta tanti giovani iraniani alla ribellione. Sono con loro anche se comprendo che la secolarizzazione è un processo lungo e doloroso



    E  dunque mi chiedo e vi chiedo: secondo voi la Sicilia ha i mezzi culturali per porsi al centro di un mondo in cui la mediazione tra diversità sarà un arma per divenire importanti e prosperare? Riusciremo a riscoprire le radici federiciane ed essere in grado, nel tempo del capitale (umano-sociale-fisico) di generare lavoro per il benessere dei siciliani?

    Un saggio amico mi disse che le cose in Italia cambieranno radicalmente intorno al 2048. Se ha ragione lui vuol dire che la nostra generazione ha davanti un duro e lungo compito...
    « Ultima modifica: 11:09:30 am, 30 Settembre 2010 da Tito »

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    Re:Laboratorio Sicilia
    « Risposta #7 il: 11:52:46 am, 30 Settembre 2010 »
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  • Nel frattempo a livello nazionale il Lombardo da la fiducia a Berlusconi ma con riserva. Ergo, o arrivano i piccioli da Roma oppure addio voti Mpa.


    Adesso mi chiedo: è questo il primo sintomo di un federalismo politico dove la bussola risiede nella nuova ideologia "territoriale"?

    no si chiama ricatto, ed è stato sempre usato in politica (sopratutto dai siciliani)

    Ascoltando l'ex sindaco filosofo Cacciari pare che la soluzione risieda in un asse politico centrista (che lui ama definire "centrale") tale da porsi oltre le categorie destra/sinistra, accogliendo, così, componenti dall'una e dall'altra parte.

    Ma, mi domando, sulla base di cosa? Del buon senso? Della reputazione? E se, per caso, fosse di un programma condiviso come ci si porrebbe di fronte temi scottanti quali "energia ed ambiente" oppure "immigrazione"?


    è un po difficile giudicare il discorso di cacciare estrapolando delle singole parole, a quale discorso si riferisce? alle nazionali, al parlamento  attuali? non è che è semplicemente un tentativo di riproporre l'alleanza con l'udc che lui ha fatto a venezia per portare alla vittoria di orsoni?
    quello che vale per la serenissima non è detto che valga per tutta l'italia però


    Guardando ad ovest Obama fa l'uomo con radici sinistrorse ma con una forte consapevolezza della realtà. Insomma un pratico. Gli americani non sopporterebbero un fanfarone di sole parole e niente fatti.

    la loro legge stabilisce che anche se fanfarone se lo tengono per 4 anni e solo in quel momento lo giudicano con le elezioni.
    e di risultati se ne sono visti pochi, speriamo che i colloqui di pace in medioriente abbiano un esito favorevole e allora avrà un grosso risultatodegno di una seconda rielezione

    E  dunque mi chiedo e vi chiedo: secondo voi la Sicilia ha i mezzi culturali per porsi al centro di un mondo in cui la mediazione tra diversità sarà un arma per divenire importanti e prosperare? Riusciremo a riscoprire le radici federiciane ed essere in grado, nel tempo del capitale (umano-sociale-fisico) di generare lavoro per il benessere dei siciliani?

    La sicilia con i mezzi culturali per porsi al centro del mondo?
    stai parlando della stessa sicilia che se chiedi cosa ti manca di pratico nel tuo paese? risponde sempre e solo la "classe dirigente che lo può dire"?

    chiaramente la risposta è no
    e sopratutto qual'è l'interesse a porre la sicilia al centro del mondo?

    mi chiedo se si può vivere di nostalgia per un epoca che noi non abbiamo vissuto di 700 anni fa?
    federico II è molto e sepolto e con lui quella sicilia, fu un innovatore per quei tempi ma le sue riforme assolutiste fuori tempo sono quelle  che hanno impedito lo sviluppo dei liberi comuni che abbatterono il feudalesimo  negli altri posti, noi l'abbiamo tenuto praticamente fino l'altro ieri.
    anzi lo abbiamo trasferito in politica

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    « Risposta #8 il: 12:29:10 pm, 30 Settembre 2010 »
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  • Cacciari si riferiva alle nazionali. Probabilmente l'idea è proprio quella: asse pd-udc. Non mi sorprende: quando nacque il pd all'università, per scherzare lo chiamavamo già PDC


    La categoria del ricatto in politica va usata diversamente rispetto alla vita quotidiana dei cittadini. Voglio dire che il "ricatto politico" è il pane in quel tipo di mestiere. Altra cosa se si va sul penale (tipo: non dire questo altrimenti perdi il lavoro e/o salti in aria etc.)

    Sulla Sicilia: la visione statica delle cose mi farebbe dire che non abbiamo le capacità per porci al centro del mondo. Tuttavia sono consapevole che ci sono tanti siciliani di valore sparsi nel mondo. L'apertura di mentalità auspocabile nella nostra terra potrebbe farli tornare indietro al fine di formare una "coalizione vincente".

    Un risvolto pratico del mio discorso? Se passa la fiscalità di vantaggio posso attirare nel mio territorio imprenditori di successo nell'industria tessile (magari gli italo-cinesi di Prato) per produrre tessuti in canapa la cui coltivazione è gestita da una coop agricola locale.
    L'unico problema? La sicurezza. Rischio sabotaggi etc. Ergo una voce di spesa per l'azienda riguardo la sicurezza privata che sia decisamente sostenuta.

    Qualcuno direbbe: paga il pizzo e fai prima. Risponderei: con questa imposizione fiscale non ce lo possiamo più permettere.

    A parte l'ironia dico questo: è bene liberarsi da fardelli che ci impediscono di svilupparci.

    Il primo è la paura della morte rispetto al peso che ha la dignità nella vita di tutti noi. Meglio vivere indegnamente o rischiare la morte per un valore più nobile? (bel dilemma)

    Il secondo è l'handicap assistenzialista. Ci comprano con maxitangenti travestite da aiuti per lo sviluppo. Il tema dell'autonomia politica siciliana è il vero centro della discussione sul nostro futuro

     

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