Autore: a.merenda Topic: Riflessioni politiche sulla rappresentanza  (Letto 6585 volte)

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Riflessioni politiche sulla rappresentanza
« il: 12:48:20 pm, 27 Novembre 2010 »
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  • Il tema è stato affrontato in questo forum già in passato ed ha suscitato reazioni differenti da parte degli utenti. Tuttavia, non potendo dichiarare conclusa la riflessione propongo quì di seguito qualche spunto augurandomi che stimoli il dibattito e la critica.

    Prendo le mosse dalla condanna della c.d. rappresentazione politica del popolo/degli uomini nelle sedi istituzionali. Ritengo ciò un grande malinteso e mi permetto di approfondire le posizioni già prese in passato.
    Gli uomini politici, infatti, dovrebbero essere scelti per rappresentare concetti, idee, valori sulla base delle loro azioni in vita e non, come spesso avviene, coalizioni di interessi materiali. In questa maniera l'arena politica si trasforma in teatro di scontro di gruppi di interessi e di pressione a discapito della visione ampia e strategica inerente allo sviluppo collettivo della comunità (trad: come migliorarci la vita).
    In tal senso la forma di organizzazione politica chiamata "democrazia rappresentativa" pare sia una degenerazione voluta da chi vuol ergersi a "sostituto del popolo". Il risultato è un più modesto surrogato. Una copia mediocre delle aspettative e delle potenzialità che una comunità politica contiene al proprio interno.
    Pertanto, al fine di risolvere tale malinteso è bene ripensare ai ruoli degli attori/operatori politici.
    Cosa è bene che facciano? Come? Quale il ruolo della c.d. società civile? Come regolare i comportamenti alla luce del valore-codice dell'etica pubblica?
    Una via, forse, potrebbe essere rappresentata dalla costituzionalizzazione della società civile. Ovvero la previsione di un nuovo organo costituzionale incarnato da gruppi organizzati di si propongono di esprimersi su istanze riguardanti la collettività (un contenitorie in cui confluirebbero associazioni dei consumatori, quelle in difesa dei diritti, dell'ambiente etc.)
    In questo quadro, dati i mezzi d'informazione e comunicazione a disposizione dei popoli oggigiorno, sarebbe possibile dar voce e rendere fattivamente partecipi i gruppi organizzati della società civile nell'ambito del processo decisionale politico. Prevedere, ad esempio, all'interno della costituzione la pronuncia degli stessi tramite referendum per talune materie di interesse generale quali partecipazioni belliche, ratifica trattati internazionali, leggi elettorale, welfare, nomina ministri etc...)
    Per far ciò il ruolo delle organizzazioni politiche (gruppi,coalizioni,movimenti) rimangono utili al fine di una pre-selezione dell'offerta politica da sottoporre al vaglio del "nuovo organo costituzionale" (una sorta di camera della società civile).
    UNa simile proposta, tuttavia, non può che prevedere un dimagrimento dell'apparato dei professionisti della politica semplicemente perchè non ci sarebbe più bisogno dell'infinita rete di mediazioni che ha fatto scadere in sistema politico attuale in un indistricabile intreccio di particolarismi spesso di stampo clientelare.
    Senza pretendere di essere esaustivo e tornando per un attimo alla realizzazione pratica di un simile movimento pare utile prevedere anche un "meccanismo di incentivazione alla partecipazione popolare". Retribuire simbolicamente chi partecipa attraverso la previsione di benefit riguardanti l'accesso a beni e servizi collettivi (ingressi musei, teatri, formazione universitaria, corsi di lingue, informatica etc) contribuirebbe a mettere in risalto la necessità, l'importanza ed il bisogno che la collettività ha di tale partecipazione/pronuncia.

    Questa una riflessione senza pretese riguardo al "come" il popolo possa diventare veramente protagonista del governo delle comunità a cui appartiene. Un sistema di apparenenze multiple entro il quale la "partecipazione garantita per legge" rappresenterebbe, forse, la via per dare un senso ad una globalizzazione che, almeno per adesso, mette di fronte ricchi e poveri dando vita ad uno scontro impari, ingiusto ed indegno.
    « Ultima modifica: 12:52:29 pm, 27 Novembre 2010 da Tito »

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #1 il: 14:54:00 pm, 27 Novembre 2010 »
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  • il tema è stato affrontato + volte ma vedo  che continui  a ricaderci.

    che significa costituzionalizzare la società civile? questa idea che la società civile sia qualcosa di diverso dallo stato è una stronzata che ancora ci portiamo appresso dalle guerre di mafia


    lo stato è una rappresentazione della società civile, che si attua mediante organismi + o meno rapresentativi, ogni persona della "società civile " ha il suo lavoro e la sua vita , partecipare  alla cosidetta "vita politica " comporta tempo da sottrarre alle altre cose per cui per questo motivo è stato inventato il meccanismo della rappresentanza.

    poichè questo problema materiale della partecipazione  non si può tecnicamente superare qualsiasi organismo inventato  diverrà un meccanismo di delega ad altre persone, che dunque assumeranno un "ruolo politico"

    quindi la "costituzionalizzazione" servirebbe solo creare un altro apparato non diverso da quelli già esistenti, e ovviamente questo peggiorebbe il meccanismo decisionale che già in italia è pessimo.

    referendum per le nomine dei ministri , cioè abbiamo 20 ministri  e facciamo venti referendum per ogni governo? poi se  alcuni vengono bocciati  li si sostituisce e si fanno altri  referendum fino a quando  va bene? nel frattempo che si spendono soldi per per i referendum.

    la libia invade la sicilia che si fa? si fa il referendum per decidere se dichiarare guerra?

    le leggi elettorali sono state + volte sottoposte a referendum, i politici ma la gente stessa all'ultimo referendum se ne sono fregati.

    poi sta cosa di pagare per andare a votare, in pratica vorresti costituzionalizzare il voto di scambio e il clientelismo.

    in sicilia per andare a votare fino a pochi anni fa ti davano il posto di lavoro, questa cosa ha creato una classe di parassiti che non sa manco perchè vota avendo perso la coscienza di farlo per un diritto.

    perchè continui a proporre cose ipotetiche  senza chiederti mai se qualcuno lo ha mai fatto prima di te, se hanno funziionato e cosa potrebbe far fallire il tua ipotesi.
    non ci servono idee per risolvere i problemi ci servono soluzioni
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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #2 il: 13:09:45 pm, 29 Novembre 2010 »
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  • Casomai l'organismo andrebbe a sostituire quelli già esistenti.

    Ciò che mi preme sottolineare è però un'altra cosa. Quì non si tratta di far venire meno il ruolo politico di alcuni. E'chiaro che ci saranno quelli che per passione o altro intraprenderenno un attivismo maggiore di altri.

    quì si discute della rappresentazione di interessi che una comunità vuole vengano dibattuti.

    Ti pare che l'attuale sistema di rappresentanza immetta nell'arena politica "cose di cui la gente vorrebbe parlare per trovare una soluzione"?
    Per carità, a volte capita anche se esse sono confuse in una miriade di immagini, parole e suonin che nulla hanno a che vedere con il nostro star bene.

    Ergo: ti/vi pare che le regole del gioco attraverso le quali si forma l'agenda politica in Italia siano difendibili dal punto di vista delle priorità della gente? Credo proprio di no.

    E questo lo penso perchè osservo il corto circuito della rappresentanza. Questa categoria mentale applicata in politica come espediente organizzativo ha partorito un orrore umano: il fatto che ci sia qualcuno che si arroghi il diritto di decidere per me.
    Non lo voglio. Esigo, piuttosto, la moltiplicazione delle interpellazioni, delle consultazioni popolari.
    Per questo la costituzionalizzazione.

    Il probema dei soldi e dei tempi dei referendum si risolve con internet e con una password per votare telematicamente.


    Riguardo la bocciatura della distinzione tra la terminologia "società civile" e "stato" direi che il discorso va ben più in la delle guerre di mafia. Diciamo che la regola "stato" ce la siamo ritrovata nelle nostre menti. Non è detto che nuove elaborazioni cognitive non possano dar vita a strumenti più efficaci e più giusti al fine di migliorare la nostra organizzazione di vita civile.
    Potremmo anche dire che la comunità è la struttura mentre lo stato è una costruzione mentale ad essa conseguente dal momento in cui si presentò l'esigenza di amalgamare e far convivere assieme un gran numero di persone.
    Gramsci diceva (al contrario di Marx) che è la sovrastruttura influisce sulle modificazioni della struttura. Sono d'accordo.



    Sul voto "a pagamento". La tua analisi mi sembra un pò superficiale. Ho parlato di incentivi che fungerebbero da investimenti sulla nostra formazione. Mica ce lo vedo l'affarista di turno a racimolare bonus per teatri in una borsa di plastica pronto a rivenderli agli sprovvisti di biglietto!!?


    Infine, sull'invasione della Libia.
    Sin da quando hai manifestato l'avversione al termione "geopolitica" hai dimostrato la tua inconsapevolezza circa il modo odierno di intendere e di fare la guerra.
    l'art.51 della Carta delle nazioni unite potrebbe aiutarti  (http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=onucarta)

    Insomma, se domani la Libia ci bombarda noi ci difendiamo nel migliore dei modi possibili. Il punto sta negli anni a seguire. Di che entità e portata sarà la nostra reazione? Domandarlo al popolo mi pare una buona prassi





    « Ultima modifica: 15:24:30 pm, 29 Novembre 2010 da Tito »

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #3 il: 16:39:21 pm, 29 Novembre 2010 »
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  • Il probema dei soldi e dei tempi dei referendum si risolve con internet e con una password per votare telematicamente.

    perchè secondo te una cosa che si fa su internet è gratis? secondo per questo forum io non pago  dei servizi di hosting?

    cosa pensi sia semplice organizzare un voto elettronico? guarda che è uno dei problemi + difficile da risolvere, garantire segretezza, non rintracciabilità e al tempo  stesso la sicurezza?
    come fai a dimostrare che milioni di voti virtuali  siano reali e non ci sia qualche attacco hacker, cosa fai se il berlusconi di turno si assolda un hacker per farc omparire i voti che non ci sono? gridi al complotto poi?


    Sul voto "a pagamento". La tua analisi mi sembra un pò superficiale. Ho parlato di incentivi che fungerebbero da investimenti sulla nostra formazione. Mica ce lo vedo l'affarista di turno a racimolare bonus per teatri in una borsa di plastica pronto a rivenderli agli sprovvisti di biglietto!!?

    e tu non guardarle ste cose, c'è un tizio che a cassibile che per 200 euro in 13 anni ha ammazzato 10 persone, fingiamo che certe cose non esistono chiudiamo gli occhi sulla nostra bella società... giusto antonio giusto..
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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #4 il: 17:11:29 pm, 29 Novembre 2010 »
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  • sulcome si faccia a difendersi dagli hacker dovresti saperlo meglio di me. Li si assume...
    Il rischio, tuttavia, rimane sempre. E, per dipiù, rimane anche quando il voto elettronico non c'è (si vedano le presunte manomissioni durante il trasferimento dei dati elettorali al viminale nel 2006 - http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicato_1036.html oppure la campagna condotta all'indomani della rielezione di Bush)

    La tecnologia a braccetto con la malafede perpetuerebbe la truffa. Tuttavia mi pare che si stia perdendo di vista il centro della discussione. Il modo in cui interpellare più volte possibile la popolazione.



    Sul tizio di Cassibile nonchè sul resto.
    Mai detto che la società sia giusta o bella. I fatti di cronaca sono sia belli che brutti, orribili o meravigliosi.
    Il fatto è che l'orrido fa vendere i giornali poichè è la paura, figlia dell'ignoranza che genera altra paura. La vera informazione non rincorre solo il macabro.

    Sull'accaduto ciò che rimane è il cordoglio nonchè la constatazione dell'esistenza della follia, quindi dell'irrazionale.








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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #5 il: 23:04:02 pm, 29 Novembre 2010 »
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  • sulcome si faccia a difendersi dagli hacker dovresti saperlo meglio di me. Li si assume...

    e appunto perchè lo so dico che la soluzione che hai dato è pessima e inutile
    scusa pensi che al pentagono mancavano soldi per assumere Assange?
    eppure non è successo

    inoltre se la metti sul metro dei soldi chi paga di + la vince

    La tecnologia a braccetto con la malafede perpetuerebbe la truffa. Tuttavia mi pare che si stia perdendo di vista il centro della discussione. Il modo in cui interpellare più volte possibile la popolazione.

    senti come sai io sono un ipertecnologico ma appunto per questo so i potenziali pericoli, una errore o una truffa fatta in maniera tecnologica e potenzialmente molto +  pericolosa di una fatta  "a mano",  esempio se l'impiegato compilando una cartella delle tasse in maniera errata faceva un errore molto limitato che era risolvibile con una semplice conversazione con l'interessato, con un computer si sbagliano in pochi secondi migliaia di errori di questo tipo, "le cosiddette cartelle pazze".

    se prima si poteva rubare una lettera o un fascicolo di lettere da un ufficio di diplomazie ora puoi rubare l'intero archivio del pentagono

    ora questo non significa  che non devi usare la tecnologie ma che non puoi pensare che esse sia una panacea e soprattutto toglierti dalla testa che questo implichi risparmio di soldi  al contrario può comportare un corsa alla ricerca di strumenti di sicurezza sempre + costosi

    inoltre la tua partecipazione per mezzo della tecnologia emarginerebbe quella parte di popolazione che non desidera vivere di tecnologie
    il voto su carta lo sa dare anche mio nonno analfabeta



    Sul tizio di Cassibile nonchè sul resto.
    Mai detto che la società sia giusta o bella. I fatti di cronaca sono sia belli che brutti, orribili o meravigliosi.

    questa la tua frase

    Citazione
    Mica ce lo vedo l'affarista di turno a racimolare bonus per teatri in una borsa di plastica pronto a rivenderli agli sprovvisti di biglietto!!?

    ti ho fatto un esempio limite non per dire che sono tutti assassini ma che probabilmente gli "affaristi di turno " sono + di quelli che tu pensi tenuto conto che sono sicuramente di + degli assassini senza scrupoli che comunque esistono

    Il fatto è che l'orrido fa vendere i giornali poichè è la paura, figlia dell'ignoranza che genera altra paura. La vera informazione non rincorre solo il macabro.

    scusa avresti preferito non sapere?

    Sull'accaduto ciò che rimane è il cordoglio nonchè la constatazione dell'esistenza della follia, quindi dell'irrazionale.

    senti uomo irrazionale non si limita a constatare l'esistenza dell'irrazionale o a negarlo ma cerca di incasellarlo in un sistema plausibilmente altrimenti cadi in un semplice sentimentalismo
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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #6 il: 19:14:56 pm, 05 Dicembre 2010 »
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  • Assange? ...

    Ma quale terremoto diplomatico. Non ha detto nulla che la gente non immaginasse già.


    Vedremo dove starà tra qualche anno



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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #7 il: 21:53:30 pm, 05 Dicembre 2010 »
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  • Assange? ...

    Ma quale terremoto diplomatico. Non ha detto nulla che la gente non immaginasse già.


    Vedremo dove starà tra qualche anno

    ma tu parli con me o con qualcun altro, dove hai letto che ho usato le parole "terremoto diplomatico"?

    la successiva affermazione è alquanto stupida perchè denota di non aver capito la situazione, non conta quello che assange ha detto anzi non ha  detto nulla, ha rubato dei documenti  in cui altri parlavano, il fatto che altri "immaginassero" non è una prova su cui ti puoi muovere.

    un furto di questo tipo in un'altra epoca non sarebbe stato possibile perchè avrebbe occupato tempo e spazio e lo ha fatto alla superpotenza del mondo + avanzata e ricca del mondo
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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #8 il: 14:15:50 pm, 09 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • Il fatto che un hacker si sia infiltrato nei sistemi informatici governativi (seppur statunitensi) non è una cosa nuova..

    Il fatto che Assange abbia "detto" (nel senso di "rivelato attraverso i ducumenti pubblicati") ciò di cui si parla oggi nei giornali è la prova di una voglia di "negoziazione".

    perchè non diffonde le impressioni dei diplomatici sull'arricchimento del nucleare in Iran?

    Mi sa che sei tu a non aver capito la situazione... La posizione dei leader politici chiamati in causa non +è cambiata di una virgola...a parte quella di Obama a cui viene mossa l'accusa di essere il vertice di un "mega GF" che controlla il mondo..

    Non credo che le cose stiano esattamente così. Nel senso che sono convinto che sono tutte le società avanzate a funzionare a questo modo...

    Ecco perchè tempo fa riguardo le intercettazioni telefoniche ho assunto una posizione "non ideologica"...

    La denuncia di Assange è un attacco politico all'attuale governo USA...

    Legittimo? Bisogna vedere il punto di vista che si ha sul concetto di "furto".


    enrico tomasi

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #9 il: 16:45:37 pm, 09 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • tito, sei sulle posizioni di frattini?!

    il nostro ministro in questi giorni chiedeva una condanna "dura", non tenendo conto che l'arresto di assange ė da attribuire a "presunti" reati che nulla hanno a che vedere con le faccende di wikileaks.
    assange è accusato unicamente di stupro a due donne, che, pare, si siano resi conto solo qualche giorno dopo di quale atroce crimine erano state vittime

    « Ultima modifica: 03:31:27 am, 10 Dicembre 2010 da enrico tomasi »

    enrico tomasi

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #10 il: 00:27:56 am, 10 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • ...ho appena letto che anche il presidente russo Putin si è indignato per l'arresto di assange, parlando di atto ipocrita e antidemocratico, e commentato, sue parloe :"e questa è democrazia"?

     nella nuova Russia "democratica" di Putin la libertà di espressione e la democrazia sono  ampiamente garantite, specie a chi dissente l'operato dei potenti...difatti per questi la garanzia di beccarsi qualche pallottola non manca mai.


    « Ultima modifica: 03:38:00 am, 10 Dicembre 2010 da enrico tomasi »

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #11 il: 11:15:13 am, 10 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • No. Frattini crede veramente che Assange possa essere la causa di una potenziale guerra mondiale.


    Io rutengo si tratti di attacco mirato. Tutto quì.

    Altro discorso è la filosofia degli hacker riguardante la sovversione del sistema

    enrico tomasi

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #12 il: 15:24:11 pm, 10 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • :)

    frattini spara solo cazzate in attesa di capire se deve staccare il culetto dalla poltrona o può rimanerci attaccato per altri 3 anni....insieme ai suoi onorevoli colleghi già condannati per mafia e altro.

    parlavi di concetto di furto.... e ti poni il problema se gli hacker siano dei sovversivi?

    ...nel frattempo ci dimentichiamo che in italia siamo rappresentati da criminali, e che in sicilia ci governa l'ennesimo esponente della banda bassotti.
    « Ultima modifica: 15:42:07 pm, 10 Dicembre 2010 da enrico tomasi »

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #13 il: 15:46:56 pm, 10 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • Per me il fatto che un hacker voglia sovvertire non è un problema. E' un'espressione rivoluzionaria e mi sta bene.

    Sulle cazzate di Frattini ci siamo intesi.

    Sui nostri "rappresentanti". Non credo alla "rappresentanza" della gente. Se volemi dirmi che chi sta al potere rappresenta valori e/o modi d'essere lontani dai tuoi ci siamo capiti.

    Per quel che mi riguarda ho una certa difficoltà a trovare qualcuno nell'attuale arco politico che "rappresenti" valori che condivido.

    In primis denoto una sostanziale fascistizzazione delle opinioni. Come se chi non la pensasse come A o B (o C) debba per forza di cose essere uno che dice cose "inutili".

    Sulla Sicilia: se ti riferisci a Lombardo hai gioco facile. Ma cosa dire degli attuali assessori in giunta? La banda bassotti pure loro?

    ..Vecchia logica manichea. Non mi interessa. Grazie

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    Re:Riflessioni politiche sulla rappresentanza
    « Risposta #14 il: 16:19:53 pm, 10 Dicembre 2010 »
  • Publish
  • Il fatto che un hacker si sia infiltrato nei sistemi informatici governativi (seppur statunitensi) non è una cosa nuova..

    Il fatto che Assange abbia "detto" (nel senso di "rivelato attraverso i ducumenti pubblicati") ciò di cui si parla oggi nei giornali è la prova di una voglia di "negoziazione".

    perchè non diffonde le impressioni dei diplomatici sull'arricchimento del nucleare in Iran?

    Mi sa che sei tu a non aver capito la situazione... La posizione dei leader politici chiamati in causa non +è cambiata di una virgola...a parte quella di Obama a cui viene mossa l'accusa di essere il vertice di un "mega GF" che controlla il mondo..

    Non credo che le cose stiano esattamente così. Nel senso che sono convinto che sono tutte le società avanzate a funzionare a questo modo...

    Ecco perchè tempo fa riguardo le intercettazioni telefoniche ho assunto una posizione "non ideologica"...

    La denuncia di Assange è un attacco politico all'attuale governo USA...

    Legittimo? Bisogna vedere il punto di vista che si ha sul concetto di "furto".


    si la supercazzola con il presidente come fosse antani , terrorismo,  per via sostenibile a destra.


    antonio spero tu ti renda conto che quello che scrivi ha lo stesso senso delle parole del conte mascetti in amici miei

    si può sapere cosa vuoi dire?

    che tesi vuoi dimostrare?

    Vuoi dire che assange lo fa per soldi? che spera di farsi assumere?pensi che ha problemi di curriculum?
    sarebbe una tesi orginale non c'è che dire l'unico imbecille al mondo che esegue un danno con un ricatto a posteriori.

    inoltre una cosa il sistema assange si basa su una talpa all'interno dell'amministrazione americana e che è stata già arrestata, di per se assange non è manco accusato di hackeraggio, reato perseguibile.
    lui allo stato attuali si è limitato ad assicurare l'infrastruttura tecnica adatta alla diffusione delle notizie

    tuttavia questo problema risulta pur sempre un vulnus del sistema informatico che deve tenere conto anche del'elemneto uman. si parla infatti di di attacchi con social enginering  quando si sfrutta l'elemento umano (il caso che accade di + è scoparsi la segretaria per ottenere le chiavi)

    molte delle informazioni su cui parli come quelli sui giudizi sull'iran sono presenti ma evidentemente ti sei limitato ad ascoltare solo la tv che parla delle notizie su berlusconi, ma guarda che 2 milioni di documenti parlando un po di tutto.

    ora per tornare al tema che erano i sistemi di rappresentanza che tu proponevi di sostituire con sistemi tecnologici come se fossero

    1) meno costosi
    2) sicuri

    ambedue le impotesi sono allo stato attuale assolutamente false.

    il fatto che tu non paghi o paghi poco non implica che questi costi non ci siano e che siano molto alti, anche le votazioni attuali sono per noi cittadini gratuite , eppure costano allo stato.

    il grado di sicurezza attuale e il grado di danno potenziale non sono allo stato attuale in grado di sosttuire i sistemi tradizionali .

    ognuno può verificare una scheda di voto e rendersi conto se è stata manomessa, molto + difficile è verificare se un voto  virtuali che esiste solo in forma di bit.
    + virtualizzi meno sarai in grado di fare verifichi, per tornare all'esempio di assange si sarebbe potuto ipotizzare anche un cambiamento dei dati che sono stati derubati invece di una fuoriuscita tale da influenzare la politica della nazione.

    un altro esempio concreto di quello che può accadere con l'uso dei mezzi informatici è quello di facebook, e i suoi gruppi spesso idioti ,fino a quando sono dei semplici gruppi  essi rientrano nella libertà di opinione che alla fine non fa danno.

    ma se ad un certo punto si desse un valore legale o si costruisse sistemi analoghi che assicurassero valore legale a quelle opinioni che spesso nascono sull'onda emotiva si produrrebbero profonde ingiustizie e pericoli.
    nei miei corsi insegno sempre che lavorare ad un computer non significa pensare di meno bensì pensare e controllare di + perchè quella macchina può trasformare le nostre piccole imbecillità in grossi guai.

    l'uso dell'informatica e della tecnologia è di aiuto all'uomo, ritengo che questo forum ne sia un esempio, ma bisogna capire come usarli bene non pensare che il computer pensi per noi, e in un epoca di eccesso di informazione diventa semrpe + importante educare le persone ad avere le capacità culturali per VALUTARE l'informazione non semplicemente acquisirla (cosa che può essere svolta dai database).

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