L’uomo è diventato il nemico di se stesso . 
Il re ha la sua corona non porta scettro né trono 
ostenta la sua sicurezza davanti alla morte . 
Chi bussa alla porta bussi altrove c’è silenzio nel cuore . 
I grandi viaggi franano dov’è marte la luna 
tutto diventa un miraggio. 
Il nostro sapere è un limitato orgoglio dell’io 
l’invisibile è lì impietoso ci mostra ne nostre vanità 
l’illusione perpetua di essere i padroni della vita. 
Solo il dio denaro tuona la sua presenza 
offre al popolo il suo vitello d’oro 
e un domani senza paure. 
Intanto dormono tutti anche il bue e l’asinello 
la campana della chiesa non respira più le ore della vita  
Il limone fiorisce e gli uccelli volano senza timore 
la natura ignora le paure ha il suo giardino da nutrire. 
Un giorno ritorneremo sui nostri passi di pastori erranti 
consapevoli che la vita e la morte sono nel nostro respiro 
l’unica moneta da ritornare quando nel dubbio hai solo verso 
“ dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio .”