CASA DI RIPOSO: L’AZZECCAGARBUGLIATA
A proposito della vicenda “Casa di riposo”, l’ennesima trovata o meglio “azzeccagarbugliata” dei consiglieri di minoranza riguarda proprio l’interessante interpretazione che viene fornita della Sentenza TAR Catania n. 1218/2008, con tanto di indicazione del sito Internet presso cui reperirla e delle specifiche pagine (comprensive del rigo) in cui andare a leggere quanto deciso dal tribunale amministrativo.
La cosa curiosa però è che chi tanto scrupolosamente ha avuto una simile attenzione nel leggere tra le righe di tale decisione, non si sia però minimamente curato di andarsi anche a leggere (né, ovviamente, di riportare tra i commenti fatti) tutti gli atti, intervenuti nel corso degli anni, che hanno dato origine a questo giudizio.
Purtroppo l’azzeccagarbugli di turno ha dimenticato che le sentenze si leggono nella loro interezza e che per comprendere le ragioni di una decisione bisogna conoscere bene I FATTI e GLI ATTI che vi hanno dato origine.
Ed allora, visto che questi fatti sono stati deliberatamente TACIUTI, mi sembra doveroso farli conoscere a tutti e fornirne una corretta ricostruzione.
Perché la vicenda non nasce nel 2005, come è stato erroneamente riportato al fine di sottolineare l’ennesima PAVANATA!
Nasce nel 1980, anno in cui il Comune di Buccheri ha occupato i terreni sui quali è stata costruita la “Casa di riposo”, senza però ultimare la procedura espropriativa entro i 3 anni previsti dalla legge, e senza corrispondere, come dovuto, ai legittimi proprietari l’indennità di espropriazione.
Questa inadempienza del Comune, cominciata nel 1983, deve essere considerata un abuso. Tanto è vero che la stessa sentenza TAR Catania, citata dai consiglieri di minoranza, parla chiaramente della “eventuale scelta per la Pubblica Amministrazione di acquisire in sanatoria il bene, con apposito decreto” ai sensi dell’art. 43 T.U. Espropriazioni n. 327/2001.
Il decreto di esproprio deve quindi considerarsi una modo per sanare un abuso fatto mediante l’occupazione senza titolo di beni di proprietà privata previsto dalla nuova normativa emanata nel 2001.
E’ quindi da questa data, il 2001 che la legge consente di sanare, mediante un decreto di esproprio, le occupazioni senza titolo.
Ma, questo è il bello, ciò significa che già a partire dal 2001 (Sindaco Salvatore Sortino e quindi ben 4 anni prima della presentazione del ricorso al TAR), il Comune avrebbe potuto applicare l’art. 43, emanando il decreto di esproprio, e corrispondendo il risarcimento dei danni ai legittimi proprietari secondo quanto previsto dallo stesso articolo!
Questa PAVANATA è però sfuggita ai consiglieri di minoranza!!!
Ma andiamo per ordine nella ricostruzione dei fatti..
Contro il silenzio dell’Amministrazione, protrattosi dal 1983 al 1994, i Sigg.ri Inserra hanno poi presentato al Comune di Buccheri il 21 ottobre 1994 una istanza (prot. n. 143/94) in cui si chiedeva al signor Sindaco, testualmente:
“la corresponsione dell’indennità annua di occupazione, il risarcimento dei danni derivanti dall’occupazione, da determinarsi con riguardo alla fruttificazione mensile, con rivalutazione dal giorno del pagamento, con gli interessi dalla scadenza di ogni annualità, nonché il rilascio degli immobili occupati, liberi e sgombri, con riduzione al pristino stato. Nel caso in cui l’occupazione sia divenuta irreversibile a causa dell’avvenuta esecuzione dell’opera, si chiede il risarcimento del danno nelle somme corrispondenti al valore venale attuale di detti immobili da determinarsi con riferimento al mercato delle aree edificabili e ai relativi prezzi correnti in regime di libera contrattazione”
Anche questa richiesta avanzata dagli Inserra, su parere del legale allora incaricato, è rimasta inevasa così come non è stato concluso, nemmeno in quella fase, il procedimento di esproprio.
Si arriva quindi al 2005 (Sindaco il sottoscritto Gaetano Pavano) , anno in cui i proprietari presentano ricorso al TAR e chiedono (v. pag. 2 della Sentenza n. 1218/’08 TAR Catania):
“In mancanza di alcun provvedimento, né accordo con l’Ammnistrazione (accordo precedente alla proposizione del ricorso del 2005)
1. la restituzione degli immobili appresi sine titulo , in applicazione dell’art. 43, co 3 T.U. Espropriazioni;
2.oppure la corresponsione del risarcimento danni per equivalente monetario, stimato in Euro 157.000,00., oltre interessi e rivalutazione“.
Ciò significa, a beneficio di tutti gli azzeccagarbugli e non, che anche allora (2005) (come adesso), a fronte della domanda fatta al TAR dagli Inserra, l’unico modo per evitare la sentenza di condanna alla restituzione degli immobili sarebbe stato quello di :
- emanare il decreto di esproprio
- e a corrispondere ai Sigg.ri Inserra LA SOMMA di € 157.000,00.
ALTRO CHE DETERMINAZIONE DEL VALORE DI MERCATO A DISCREZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE!
Ed altro che lacrime di coccodrillo piante dal sottoscritto perche’ unico responsabile della situazione venutasi a creare, per non avere adottato i provvedimenti necessari.
L’unico provvedimento che sarebbe stato adottabile nel 2005 era quello di acquisire i beni pagando il risarcimento danni ai proprietari, che avevano avanzato al TAR la richiesta di € 157.000,00.
Non e’ affatto vero, quindi, che oggi il comune si trova nella scomoda posizione di dover dipendere dai proprietari.
Perché anche oggi , come nel 2005, avrebbe dovuto comunque corrispondere una somma di gran lunga maggiore rispetto a quanto sarebbe stato dovuto a titolo di indennità di esproprio negli anni ’80 e ’90.
LA VERITA’ INVECE E’ CHE IN TUTTA QUESTA VICENDA LE RESPONSABILITA’ SONO DI MOLTI E CHE, COME SEMPRE, LE CONSEGUENZE DI ESSE, INVECE, SONO SEMPRE I CITTADINI A PAGARLE!
Il Sindaco
Gaetano Pavano
Questo è quanto pubblicato e reso noto dal nostro sindaco.
Salvatore Pepe