Autore: Sinistra Nuovo Corso Topic: urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA  (Letto 5908 volte)

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urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
« il: 11:47:16 am, 12 Giugno 2009 »
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  • Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato su "La Sicilia" del 6 giugno scorso, inerente le attività dell'associazione politico-culturale "Sinistra Nuovo Corso", relativamente ai problemi segnalatici dai residente del quartiere dietro la Cooperativa Scintilla.

    http://www.sinistranuovocorso.it/site/index.php?option=com_content&view=article&id=86:urbanistica-scontro-per-la-piazza-scomparsa&catid=34:rassegna-stampa&Itemid=65
    Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita. (Enrico Berlinguer)

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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #1 il: 16:00:56 pm, 12 Giugno 2009 »
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  • facciamo prima così piuttosto che con ulteriori link

    da

    http://www.sinistranuovocorso.it/site/images/stories/lasicilia_07-06-09.pdf

    Citazione
    PALAZZOLO. Polemica sui piani di edilizia economica e popolare.

     La Sinistra nuovo corso chiede una seduta di Consiglio comunale per comprendere il motivo della«eliminazione di una piazza».
    Il sindaco Scibetta: «Favoriamo proprio il completamento della zona».
    «Cosa si nasconde dietro l’approvazione dei Peep (Piani di edilizia economica e popolare) 2008 – chiede il movimento.
    – Perché è stata eliminata la previsione di due piazze urbanisticamente valide per sostituirle con un costrutto
    che passa da circa 36.000 metri cubi a circa 92.000 metri cubi? In attesa di risposte da parte dell’amministrazione e
    del Consiglio Comunale si prende atto che l’intenzione è quella di definire un quartiere assimilandolo ad altri esempi
    negativi visti in paese per i soliti interessi di bottega,anziché realizzarne il completamento nel senso di quartiere moderno realizzato a misura d’uomo.

    «Chiediamo, pertanto, – conclude Sinistra nuovo corso – al sindaco e al presidente del Consiglio comunale, di revocare,in autotutela, la delibera di adozionedel Peep 2008, di valutare le giuste rimostranze dei residenti, convocando un Consiglio comunale aperto per discutere con i cittadini nel merito del problema.

    Quanto sopra affinché si indirizzi il paese verso un futuro serio, economicamente valido e soprattutto vivibile sulla base di certezza delle regole e della legalità innanzitutto. Il riconoscimento dell’Unesco va mantenuto, valorizzato e promosso dando al costrutto esistente, che fa da corollario ai due monumenti patrimonio dell’Umanità, uno sviluppo
    prioritario degno di una città vivibile.

    Il sindaco Carlo Scibetta: «Abbiamo fatto un piano regolatore che sta andando all’approvazione – dice – e non ci sono nuove aree edificabili. Abbiamo necessità di realizzarne, con gli incentivi del piano economico di edilizia popolare.

    S’è visto che il piano precedente prevedeva una piazza e nella stessa area si realizza una nuova area per la Protezione civile. Una terza piazza sarebbe stata troppo. Tenendo conto di quanto già esiste e secondo i parametri di parametri di legge, si è arrivati a un piano particolareggiato all’interno di quegli indici: «Togliere una piazza non modifica le cubature.

    E poi, con quali soldi avremmo potuto costruire una terza piazza? Gli indici di costruzione della terza piazza non c’erano più. La cittadinanza, quando la Regione emetterà i relativi bandi, potrà beneficiare anche di aree a servizi di natura sociale, come punti di aggregazione per giovani e per anziani. Oltre ai parcheggi, ai punti di ritrovo. Redatto in questo modo il piano regolatore, anche la curia di San Paolo, ha già dato disponibilitàa partecipare.«Questa rimane per me l’unica zona -conclude il sindaco - per dare ai cittadini la possibilità di costruire la propria
    abitazione. Oltre a un centro servizi della Cei, completando un’area, che altrimenti sarebbe rimasta senza logica».


    vorrei una delucidazione il sindaco nell'articolo di tre piazze di cui una soppressa mentre la sinistra parla di due di cui una soppressa

    mi sembra un incongruenza fra i dati chi sta sbagliando?
    « Ultima modifica: 16:17:34 pm, 12 Giugno 2009 da SC »
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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #2 il: 11:53:16 am, 13 Giugno 2009 »
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  • Davvero una piazza in più può trasformare una periferia in un "quartiere moderno realizzato a misura d'uomo"?
    Una piazza, seppur grande, circondata da anonimi condimini, pensati e costruiti senza il minimo rispetto del senso del luogo, priva di servizi che favoriscono l'incontro, lo sviluppo sociale e culturale è solo un "vuoto" tra il disordine degli edifici.
    Ben venga l'iniziativa di Sinista Nuovo Corso di fare chiarezza sui motivi della scelta dell'amministrazione di eliminare la piazza, auspico però che si poni l'attenzione anche sui "servizi di natura sociale" di cui parla il sindaco Scibetta, sulle reali opportunità che tutto l'intero quartiere potrebbe offrire.
    Non credo sarà una piazza in più o in meno a fare di questa periferia un degno "corollario ai monumenti patrimonio dell'Umanità"...



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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #3 il: 14:58:23 pm, 13 Giugno 2009 »
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  • Per maggiore chiarezza.

    Il piano PEEP del 1991 prevedeva, per l'area interessata nell'articolo, un totale di tre piazze. Di queste tre piazze una è stata realizzata (parliamo della Piazza Sandro Pertini) mentre le altre due erano da costruire. Con il PEEP approvato nel 2008 accade che le due piazze in previsione spariscono per dar spazio a nuove costruzioni, abbandonando così (e in modo non del tutto chiaro) il progetto ordinato e a misura d'uomo che era stato approvato nel '91.

    Le ricadute sono molteplici:

    1) vengono calpestati i diritti di quanti hanno acquistato una casa immaginando (come era previsto già nel PEEP del 1991) un quartiere luminoso, ordinato, con spazi pubblici aperti e che adesso, invece, si vedranno costruire davanti nuovi edifici;

    2) non si rispetta una circolare regionale che indirizzava i comuni nella direzione di riqualificare e recuperare il centro storico ancor prima di dare nuove concessioni edilizie;

    3) graveranno sulla comunità le spese per le relative opere di urbanizzazione;


    Il tema, comunque, è molto più articolato e verrà approfondito con dovizia di particolari in un prossimo Consiglio Comunale aperto, dove tutti sono invitati. Stabilita la data, sarà nostra premura informarVi anche in questa sede.

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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #4 il: 20:55:16 pm, 13 Giugno 2009 »
  • Publish
  • Per maggiore chiarezza.


    Il piano PEEP del 1991 prevedeva, per l'area interessata nell'articolo, un totale di tre piazze.


    quindi aveva ragione il sindaco

    Di queste tre piazze una è stata realizzata (parliamo della Piazza Sandro Pertini) mentre le altre due erano da costruire. Con il PEEP approvato nel 2008 accade che le due piazze in previsione spariscono per dar spazio a nuove costruzioni, abbandonando così (e in modo non del tutto chiaro) il progetto ordinato e a misura d'uomo che era stato approvato nel '91.


    in modo non del tutto chiaro?
    guardate
    OdG IV Consiglio Comunale 28/08/2008 Palazzolo

    http://www.paraparlando.com/index.php/topic,5.0.html

    ora a distanza di un anno chiedete un consiglio comunale ?
    non avevate letto l'odg?

    Le ricadute sono molteplici:

    1) vengono calpestati i diritti di quanti hanno acquistato una casa immaginando (come era previsto già nel PEEP del 1991) un quartiere luminoso, ordinato, con spazi pubblici aperti e che adesso, invece, si vedranno costruire davanti nuovi edifici;


    i diritti vengono calpestati quando di toglie qualcosa che già esiste
    qui si parla di una piazza che non esiste e per cui non ci sono manco i soldi per costruirla, allora se parliamo di diritti potenziali possiamo anche considerare quelli di coloro che ancora non hanno casa e "potrebbero averla" in quelle costruzioni o mi sbaglio? preferite una piazza di carta o delle costruzioni vere?
    oppure volete creare altri tipi di ORTI tipo quello che è stato mostrato in foto perchè non ci sono manco i soldi per rifinirlo sempre che si trovi una ditta che faccia il lavoro come dio comanda
    volete evitare che si abbassi il valore delle case favorendo la speculazione sull'esistente?



    2) non si rispetta una circolare regionale che indirizzava i comuni nella direzione di riqualificare e recuperare il centro storico ancor prima di dare nuove concessioni edilizie;


    certo le classiche circolari regionali tese a difendere gli interessi di chi già possiede così si possono fare le case nuove senza sporsare una lira



    3) graveranno sulla comunità le spese per le relative opere di urbanizzazione;


    scusate ma chi ci va a stare in queste nuove case?i maiali o altri membri della comunità

    Il tema, comunque, è molto più articolato e verrà approfondito con dovizia di particolari in un prossimo Consiglio Comunale aperto, dove tutti sono invitati. Stabilita la data, sarà nostra premura informarVi anche in questa sede.


    un altro consiglio comunale per decidere cosa? che non si deve fare una piazza?
    poi si farà un consiglio comunale per difendere il diritto della gente che "aveva immaginato" una casa al posto della piazza?
    continuiamo all'infinito?
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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #5 il: 20:30:29 pm, 14 Giugno 2009 »
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  • Dunque, Salvo:

    1) non aveva ragione neanche il sindaco. Le piazze previste erano tre, adesso passano ad una sola (ossia quella esistente). Quindi vengono eliminate due piazze. In effetti leggendo l'articolo si fa un pò di confusione.

    2) il punto non è la scomparsa delle piazze in sè, quanto la poca trasparenza nei passaggi tra il PEEP del 1991 e quello del 2008. In consiglio è stato solo approvato...ma tutto l'iter precedente? I consiglieri che hanno votato e approvato il PEEP 2008, erano adeguatamente informati? Di questo avremo modo di dibattere analiticamente in occasione del consiglio.

    3) i diritti vengono calpestati anche quando i padri di famiglia acquistano una casa in un quartiere che nei piani era molto diverso da quello che adesso dovrebbe diventare. Per noi i cittadini vengono prima degli interessi privati. Ma se vuoi te lo faccio spiegare direttamente da loro, di rabbia da sfogare ne hanno, te lo assicuro.

    4) recuperare il centro storico è un DOVERE, non un lusso. Non c'entra niente il ristrutturarsi gratis la casa. Sarebbe auspicabile spingere alla ristrutturazione (con costi sostenuti dai privati interessati) delle case già esistenti, piuttosto che concedere nuove costruzioni.

    Per qualsiasi altro argomento, rimane valido l'invito per te e i lettori del tuo forum a partecipare al Consiglio Comunale aperto.

    Ciao

    Peppe
    «I have a dream...ho un sogno, che un giorno ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle siano abbassati, i luoghi tortuosi vengano resi piani e i luoghi curvi raddrizzati. "Allora la gloria del Signore sarà rivelata ed ogni carne la vedrà"»

    Martin Luther King

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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #6 il: 22:36:12 pm, 14 Giugno 2009 »
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  • Dunque, Salvo:

    1) non aveva ragione neanche il sindaco. Le piazze previste erano tre, adesso passano ad una sola (ossia quella esistente). Quindi vengono eliminate due piazze. In effetti leggendo l'articolo si fa un pò di confusione.

    nell'articolo  il sindaco dice chiaramente: "Una terza piazza sarebbe stata troppo. " quindi non è confusione peppe o il giornalista  ha sbagliato nel riportare le parole del sindaco o il sindaco mente palesemente

    stai dicendo questo?


    2) il punto non è la scomparsa delle piazze in sè, quanto la poca trasparenza nei passaggi tra il PEEP del 1991 e quello del 2008. In consiglio è stato solo approvato...ma tutto l'iter precedente? I consiglieri che hanno votato e approvato il PEEP 2008, erano adeguatamente informati? Di questo avremo modo di dibattere analiticamente in occasione del consiglio.

    si suppone che i consiglieri coscienti del proprio ruolo abbiano fatto il loro DOVERE di informarsi prima del voto visto che LA LEGGE da loro questa facoltà
    è propria coscienza usarla se esistono carenze nella loro informazione non possono imputare tale ignoranza ad altri.

    stesso discorso va applicato alle forze politiche i cui membri sono sempre gli stessi e che hanno avuto tutto il tempo  per informarsi e informare i cittadini anche prima del consiglio del 2008, svegliarsi un anno dopo mi sa di strumentalizzazione ma de gustibus.


    ma tornando al problema è la piazza o no?

    3) i diritti vengono calpestati anche quando i padri di famiglia acquistano una casa in un quartiere che nei piani era molto diverso da quello che adesso dovrebbe diventare. Per noi i cittadini vengono prima degli interessi privati.

    i cittadini sono interessi privati anch'essi e anche gli speculatori  possono essere  padri di famiglia

    davanti alla mia casa sono cresciuti negli anni diverse case rovinandomi il panorama che faccio impedisco lo sviluppo paese del paese?

    Ma se vuoi te lo faccio spiegare direttamente da loro, di rabbia da sfogare ne hanno, te lo assicuro.

    io penso che c'è gente che può avere la casa con il piano di edilizia popolare quindi tra la rabbia di chi vede il suo biglietto della lotteria bruciato ossia solo di subire la perdita di valore della casa e la rabbia di chi potrebbe perdere la possibilità di AVERE una casa con un PIANO DI EDILIZIA POPOLARE
    scelgo la seconda.

    una volta la sinistra avrebbe fatto fuoco e fiamme per l'edilizia popolare ancorchè convenzionata con privati
    ora invece difende solo gli interessi di chi la casa già ha vedo.

    4) recuperare il centro storico è un DOVERE, non un lusso. Non c'entra niente il ristrutturarsi gratis la casa. Sarebbe auspicabile spingere alla ristrutturazione (con costi sostenuti dai privati interessati) delle case già esistenti, piuttosto che concedere nuove costruzioni.


    per SPINGERE si usa sempre una sola tecnica si danno sempre soldi  dei contribuenti

    questa è la nuova forma di assistenzialismo del terzo millennio

    che ne usufruiamo tutti è un conto ma chiamatelo col suo nome assistenzialismo

    si sprecano soldi a ristrutturare case di nessun valore storico o artistico solo perchè sono dentro il centro storico spendendo molti + soldi di quanti sarebbero necessari fare fare una bella casa nuova e con regole ingegneristiche moderne.

    ma giusto è un dovere sprecare i soldi in questo modo...


    Per qualsiasi altro argomento, rimane valido l'invito per te e i lettori del tuo forum a partecipare al Consiglio Comunale aperto.

    peppe come ben sai è da parecchio che non mi perdo consigli comunali e mi sembra che sono stato anche il primo a RENDERLI veramente aperti altro che inviti.
    « Ultima modifica: 22:38:41 pm, 14 Giugno 2009 da SC »
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    Offline Ellj Nolbia

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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #7 il: 11:53:08 am, 20 Giugno 2009 »
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  • Il dialogo impossibile

    Volevo intervenire al tema del PEEP in contrada Cugnarelli , ma non ho trovato nel sito il modo di rispondere, così mando una riflessione a quest’altro articolo di urbanistica. Più teorico. Meno abbondante di argomenti, ma sempre un’occasione per trasmettere delle considerazioni spero utili.
    Felicissimo e mi complimento per la probletizzazione del tema da parte di Sinistra Nuovo Corso. Solo divulgando istanze e perplessità si diffonde una nuova consapevolezza civile su tematiche sociali.
    Parlare di piazza? Del valore urbanistico e fondativo di questo elemento morfogenetico della città? Servirebbe troppo spazio per essere esaurienti e non mi sembra il sito - nella sua generalità - abbia la propensione disciplinare adeguata. In questo senso (del tema piazza) sostengo completamente e condivido quanto espresso da “Angelina” nel suo breve ma significativo intervento.

    Leggermente e senza troppa seriosità – ma lo stesso seriamente – voglio proporre una cornice di colore all’argomento in oggetto.
    Facciamo una finzione: provate mai a immaginare questo nostro pianeta, come un essere in grado di parlare e di dialogare con noi?
    A immaginare quel che vorrebbe dirci, se potesse comunicare a parole? Io ogni tanto – nella mia capacità immaginifica da teatrante - ci provo, con risultati devastanti. Perché un conto è metaforizzare i cataclismi che sono davanti agli occhi di tutti noi (dalla desertificazione delle foreste, dagli smottamenti, alle alluvioni, alle esondazioni) come “risposte” della Terra ai comportamenti dell´uomo. Risposte allarmanti, ma che mantengono - nella loro straordinaria violenza - un segnale di energia, di presunta vendetta. (Quando si era bambini usava dire: ”Quando la natura con la scienza contrasta, vince la natura e la scienza non basta”). Quando, invece, alcune volte me la immagino che ci parla non riesco a non pensarla esausta, indebolita. Non immagino una voce stentorea che mi si rivolga con odio e rabbia, ma una voce stanca e affranta, che chiede una tregua, che chiede quando mai la finiremo, o per lo meno sospenderemo, di prendere, prendere, prendere. Di consumare irreversibilmente ogni sua parte anche più storicamente pregiata e testimoniale.

    Spesso dalle nostre parti si parla - nelle settimane pre-elettorali - dell´ambientalismo “del fare”. Quanti proclami simili - di tutti i colori politici - abbiamo ascoltato in questi decenni?
    Io, a titolo di completezza, sarei per specificare “del far bene”. Perchè il fare, in sé, non mi pare un valore. Anzi, mi preoccupa un po’. Come mi preoccupa quest’incondizionata passione che i politici, della politica alta - senza distinzione di appartenenza - hanno dichiarato nei confronti della crescita del Pil. Il Pil cresce anche producendo mine antiuomo, o imballaggi inutili che dovranno essere smaltiti (e anche questo fa crescere il Pil) o che, se smaltiti malamente, inquineranno acqua, aria, terra; e per bonificare (ammesso che sia possibile), si farà ancora crescere il Pil. Non posso che rabbrividire a leggere parole come “ SFRUTTARE”, “CREARE”. Non faccio capricci linguistici, associo il significato consueto e facilmente diffusamente intuibile.

    Se invece si mettesse in campo un pizzico di saggezza, si potrebbe intraprendere la strada dell’economia del “non fare” (se non necessario, se non profondamente plausibile). Perché a volte è lì la chiave della ricchezza. Espansioni urbane immotivate (se non dal puro profitto dei soliti soggetti) e cementifici nelle vigne (cancellando risorse ed etico lavoro contadino), sono ferite aperte nel cuore di territori che, in salute e bellezza, stanno producendo economia. Perché non lasciarli continuare? Perché disturbare?
    Bisogna stare attenti, perché la cultura del fare - se non ha filtri - diventa la cultura del rifare, del disfare, del fare troppo per poi distruggere. È una cultura subdola, perché si spaccia per libertà, progresso, benessere.
    Pensate ai prodotti dietetici che vengono pubblicizzati in questi ultimi tempi. Pastiglie che impediscono all’organismo di assorbire calorie, mentre se ne ingurgitano a volontà. Non è una follia?
    Non è immorale?
    Per non ingrassare bisogna mangiare di meno e meglio, ed avere uno stile di vita corretto, (mangia meno maiale, sostiene il mio amico medico dello sport, certo non riferendosi al suino). La soluzione non può essere ingollare qualunque quantità di cibo, per poi rendere il nostro organismo impermeabile alle calorie. È come tenere le nostre case a 25 gradi d´inverno per stare in salotto in maniche corte; è come usare abbondantemente la preziosa acqua potabile per lo sciacquone del water. Ecco dove ci ha portato la cultura del fare. A fare male, a fare troppo. A fare cose che ci costano tanti soldi e per avere quei soldi dobbiamo lavorare di più, e per lavorare dobbiamo fare, fare, fare. Se mangio meno e meglio, spendo meno e non ingrasso. Risparmio sia sul cibo che sulle pastiglie dimagranti. Posso destinare quei soldi diversamente, oppure decidere che non ne ho bisogno, quindi non ho necessità di guadagnarli, quindi ho qualche ora libera in più. Magari per curare un piccolo orto o per giocare con i miei figli o per leggere il giornale, … saltando le pubblicità delle pastiglie dimagranti.

    L´economia del “non fare”, invece, ha le sue radici nella cultura dell´osservare. E del chiedersi: che bisogno ce n´è?
    L´economia del “non fare” ha uno sguardo lungo. Non ragiona in termini di ritorni immediati: ha i tempi della natura, non quelli della finanza. Investe a lunghissimo termine e ha straordinari ritorni, perché è un’economia che non si occupa solo di denaro.
    Si occupa: di culture, di identità, di territori, di origine, di storia e di storie.
    Si occupa: di paesaggio, di turismo, di conoscenza, di salute e di bellezza.
    Si occupa: di vigne, di imprenditoria, di mercato, di relazioni, di comunità, di coerenza.

    Siamo capaci di calcolare queste spese? Quanto costa una collina distrutta? Quanto costa un paesaggio devastato? Quanto costa un anziano che si immalinconisce perché il figlio non curerà più la vigna? Quanto costa l´orrore di un cartello che, in mezzo a colline vitate, avvisa che respirare può essere pericoloso? Quanto costa un bambino che cresce in mezzo alla bruttura?

    I crociati del fare insorgeranno: con la cultura del non fare non ci sarebbero nemmeno le vigne, diranno. Troppo facile esagerare. Troppo facile far finta di non capire che quando parliamo di economia del non fare stiamo parlando, semplicemente, di economia della cura. E la cura è una cosa seria, complessa e delicata. Che richiede sensibilità, competenza, cultura e dedizione. Perché non si può, mai, curare solo una parte.

    Ecco cosa ci chiede la Terra, con la sua voce stanca: che ci si prenda cura di lei. Che la si smetta con gli interventi, le violenze, le conquiste. Che ci si metta in ascolto, per capire dove duole, cosa le fa male, cosa le fa bene. Deponiamo le armi del fare, smettiamo di considerarci padroni a casa d´altri. Cerchiamo di non disturbare, di non interrompere, di non sporcare. Ascoltiamola e prima o poi capiremo che la cura che serve a lei, è la stessa che serve a noi!

    Ma cosa credete … gli alberi millenari, le trazzere di contrada C.da Cugnarelli non hanno pari valore delle testimonianze della civiltà greca o delle chiese baricche di Palazzolo? Sono anch’essi bene dell’umanità. E non sono risultanza di una umanità minore né in ingegno, né in dignità ed amore del lavoro speso. Quando a queste delicatezze in equilibrio, verranno sostituite violente bestemmie di cemento armato … allora ogni ripristino originario dei luoghi sarà impossibile e le resipiscenze tardive.

    Se non ci alleniamo in questo esercizio, gli unici messaggi che riusciremo a cogliere resteranno quelli delle catastrofi. E dopo ogni catastrofe … i falsi crocerossini del fare si rimettono all’opera, mentre i curatori del far bene vedono allontanarsi il traguardo del benessere.

    Scusate il pensiero forse troppo personale e un pizzico contorto, quindi non proprio a misura per tutti.
    Grazie per l’ospitalità!

    Ellj Nolbia


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    Re:urbanistica. SCONTRO PER LA PIAZZA SCOMPARSA
    « Risposta #8 il: 11:54:40 am, 22 Giugno 2009 »
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  • il post di Elly pur essendo come ha detto lo stesso autore teorico ha il pregio di portare la discussione su alcuni criteri culturali e di principio che stanno prendendo piede negli ultimi tempi.

    È probabile che in questa risposta venga additato come uno di quei "crociati del fare" , ma ho sempre pensato che le idee anche se discordanti vanno messe in evidenza per dovere di trasparenza e anche perchè da che mondo e mondo la cultura funziona così.

    La riflessione viene riportata come personale ma in realtà bisogna dire che molti elementi sono simili culturalmente  nell'ideologia del movimento culturale-filosofico-politico di decrescita felice che in Italia ha il suo massimo esponente in Massimo Pallante http://www.decrescitafelice.it/?page_id=3

    Questo lo dico non per sminuire il valore del post ma per completezza e per inserirlo in un contesto + ampio, qualcosa di + profondo di una piazza di paese.

    L'economia del fare, l'economia del non fare , e l'economia del fare bene, se dovessi scegliere sceglierei con ovvietà sicuramente la terza ma bisogna dire che anche a discuterne a livelli di principio la cosa diventa difficile.
    Lo stesso autore se mi consente alla fine ha illustrato  solo il fare e il non fare ma non si capisce bene in cosa consiste il "fare bene" perchè mi sembra coincida troppa col non fare.

    L'originalità della critica della decrescita felice è quella di attaccare il criterio di produzione della moderna società industriale  facendo rilevare come non sempre questo aumento di  produzione coincida con un benessere sociale e individuale, anzi in taluni aspetti sia peggiorativo.
    Se pensiamo all'inquinamento, ai rifiuti , anche ai sapori dei nostri cibi le analisi non sembrano del tutto infondate.
    Tra l'altro anche la natura sembra ribellarsi e ogni anno illustri scienziati ci dimostrano come i nostri comportamenti condizionino  l'ambiente circostante determinando uragani  e tempeste.
    La terra si ribella ci dicono e reagisce per mantenere l’equilibrio.

    Ma a questo mi si consentano dei dubbi equilibrio di cosa? Dove sta scritto che la condizione naturale della terra sia la conservazione che sia l"equlibrio"?
    dove l'equilibrio in un terremoto, in una supernova che esplode in un'asteroide che cade.

    Per quel che sappiano la terra ha SEMPRE CAMBIATO prima era un tizzone ardente poi una melma fangosa, poi pieno di selci, poi ere glaciali.

    Immaginare la terra che dialoga lamentosa è qualcosa di simile a quando in  passato si immaginavano gli dei che erano arrabbiati per la condotta degli uomini.
    Persino nella bibbia c’è il diluvio, gli uomini peccano e la natura li distrugge , così come oggi gli uomini inquinano e c’è il riscaldamento globale, non si riesce ad accettare che la natura NON ha sentimenti morali che quando distrugge è talvolta un puro caso, una fatalità.
    Non esiste alcuna legge naturale che dice che le specie viventi devono essere preservate forse la stessa vita è puro caso , i dinosauri non hanno fatto nulla per sparire, forse un sasso è caduto dallo spazio e una specie che aveva dominato il mondo per milioni di anni è scomparsa in pochissimo tempo.

    Siamo convinti che i nostri errori possano davvero condizionare l’ambiente mentre i nostri stessi errori fanno parte di quell’ambiente, come l’ossigeno prodotto dalle selci che trasformò l’ambiente naturale iniziali determinando un cambiamento nella vita.

    Il fatto di saper cambiare un po l’ambiente circostante e di essere giunti alla capacità di autodistruggerci col nucleare ci ha indotto a pensare di essere finalmente onnipotenti, ma la realtà è che anche se ci autodistruggessimo la vita continuerebbe ripartendo da dove viene  lasciata.

    Bellezza, bruttezza considerazioni morali sono  proprie dell’uomo quando il vesuvio distrusse pompei ed ercolano non fece alcuna considerazione di carattere urbanistico o artistico capitò basta.

    Per questo io dico che bisogna sempre partire dall’uomo in queste riflessioni, se mi si dice che il fare introduce bruttezze, problemi, ingiustizie o altro devo dire che il non fare ne può introdurre di peggiori.
    Quanto costa un anziano che si immalinconisce perché il figlio non cura la vigna?
    E quanto ferisce la demotivazione di un giovane che non può avere una casa  perché i costi di quelli esistenti sono alti?
    Quanto offende il cuore la delusione di quei muratori che debbono emigrare anche per poter esercitare il loro mestiere non altamente qualificato?

    Cosa significa fare bene? Significa non fare? Appellarsi ai buoni sentimenti umani? Quando fu introdotto il fordismo e le catene di montaggio furono contestate per la forte componente alienante che comportavano, eppure  ora non si sente parlare di alienazione perché è grossomodo superata dalle conquiste sindacali che si sono avute col tempo ma la fabbriche ci sono ancora non c’è stato bisogno di smettere di farle.

    Non voglio dire che sia tutto oro ma invitare a riflessioni + globali, io sono figlio di contadini  e come tutti i contadini del sud avevamo l’allevamento di galline dal pulcino fino al pollo, una volta mia madre ha fatto un pollo di quelli allo spiedo e aveva un sapore eccezionale, niente a che vedere con i polli che vendono nelle pollerie, tuttavia  io ora mangio i polli di quelle pollerie abbastanza spesso perché costano 3 euro  e nessun allevamento rustico potrebbe venderti un  pollo a 3 euro ne ad avere quella produzione che consente di riempire città di girarrosto, e quel tipo di produzione consente a molti di mangiare facendo venire il problema delle pastiglie dimagranti ma facendo dimenticare quello della fame che fino a 50 anni fa c’era.

    Il bene è un concetto morale inventato dall’uomo attraverso il pensiero per poter FARE BENE bisogna continuare ad usare quel pensiero che ci distingue dal resto della natura, bisogna indicare soluzioni non eliminare i problemi sostituendoli con altri che non ci toccano perché questo è egoismo questo è MALE
    « Ultima modifica: 18:46:26 pm, 24 Giugno 2009 da SC »
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    visto l'interesse suscitato  penso sia giusto proporre  il lo stralcio relativo al consiglio comunale riguardo la risposta data dall' assessore Rodolfo Guglielmino e dal sindaco Carlo Scibetta
    al consigliere di opposizione Pippo Lamesa




    inizia lamesa
    8°  minuto (8:11) risponde Rodolfo Guglielmino

    14:25 risponde Sindaco Carlo Scibetta
    21:00 intervento Sigona e successivo battibecco Sindaco-Lamesa

    SI RICORDA CHE L'INTERO CONSIGLIO PUò ESSERE VISTO IN QUESTO TOPIC

    http://www.paraparlando.com/index.php/topic,202.0.html
    « Ultima modifica: 15:52:00 pm, 24 Giugno 2009 da SC »
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