Autore: a.merenda Topic: Microcredito  (Letto 2828 volte)

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Offline a.merenda

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Microcredito
« il: 15:48:37 pm, 08 Marzo 2011 »
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  • Microcredito, il successo nella lotta alla povertà

    Milioni di famiglie povere nel mondo attraverso le sovvenzioni a bassi interessi hanno povuto avviare attività economiche capaci di cambiar loro l'esistenza. Il "banchiere dei poveri", nonostante tutto ha tuttora il sostegno del consiglio d'amministrazione della banca da lui fondata, ma l'ostilità del governo del Bangladesh. L'obiettivo di raggiungere 175 milioni di famiglie entro il 2015

    di RAIMONDO BULTRINI

    Microcredito, il successo nella lotta alla povertà Nonostante le gravi accuse rivolte a Yunus Muhammad Yunus
    BANGKOK - Oltre 128 milioni di famiglie tra le più povere del mondo hanno ricevuto nel 2009 un microcredito, un piccolo prestito per avviare un'altrettanto minuscola ma redditizia attività. Secondo i guru di questa forma di sovvenzione a bassi interessi, è stato il risultato più alto mai ottenuto da quando Muhammad Yunus fondò in Bangladesh la Banca Grameen alla metà degli anni '70. Questo dato diffuso durante l'annuale meeting a Washington sullo stato della Campagna per la Microfinanza sociale, è il primo scudo alzato dal celebre Banchiere dei poveri, oggi settantenne, insignito del Nobel per la Pace, per difendersi davanti al mondo dalle clamorose accuse di uso improprio dei soldi, evasione fiscale (e mancato auto-pensionamento) che gli sono state rivolte dal partner pubblico della sua banca, il governo del Bangladesh, che lo ha formalmente rimosso dall'incarico.

    Yunus ancora in carica, contrattacca. In attesa dell' appello contro il suo "licenziamento" dalla direzione della Grameen 1, Yunus continua ad avere il sostegno del suo consiglio d'amministrazione e resta formalmente in carica. Non solo. Contrattacca con tutte le sue forze le argomentazioni del governo che possiede il 25 per cento delle azioni di Grameen. Non ha mai favorito suoi parenti, giura, né nascosto dati al fisco, né utilizzato altre società per far entrare e uscire soldi dalla contabilità della sua banca per i poveri.   

    Il
    sigillo di garanzia. Durante una conferenza che si è tenuta a Washington, presente lo stesso Yunus, il direttore della Campagna per il credito ai poveri, Sam Davis Harris, ha spiegato che le "vere e genuine" Istituzioni della Microfinanza (MFI) a sfondo sociale sono consapevoli dei rischi legati all'attività delle imprese-usuraie in questo settore. Perciò ha annunciato la messa a punto di una sorta di "Sigillo" o marchio di garanzia del microcredito sociale, per evitare che imprese commerciali possano sfruttare il fenomeno dei piccoli prestiti e mettere un cappio attorno al collo dei clienti. Di fatto, sono le stesse accuse rivolte dal governo del Bangladesh allo stesso Yunus.

    L'enorme aumento dei beneficiari. In un'intervista concessa a Repubblica.it, prima della conferenza stampa, Davis Harris, ha spiegato che per rispondere al governo di Dhaka e alla premier Hasina (contrariata fin da quando Yunus annunciò l'ingresso in politica 4 anni fa) bastano i risultati "indiscutibili" ottenuti grazie al microcredito. "Nel 1997 - ricorda - i beneficiari erano poco più di 7 milioni, saliti a dieci milioni nel 2005, e oggi sono 190 milioni, di cui 128 milioni non potrebbero permettersi in nessun modo un prestito a tassi commerciali, non possedendo nulla a garanzia. Con genitori e figli a carico - aggiunge - in questa categoria ricadono oltre 600 milioni di esseri umani, come gli abitanti di Unione Europea e Russia assieme, più altri 60 milioni di poveri con almeno un dollaro al giorno di entrate. Nessun'altra iniziativa - ha sottolineato Harris - "ha mai raggiunto questo risultato in termini di riduzione della povertà".

    Milioni di persne aiutate. I microcrediti hanno permesso l'avvio di imprese familiari, dai piccoli commerci all'artigianato, e l'utilizzo dei telefoni cellulari di Grameen telecom per allargare il business. "Il microcredito è stato molto efficace per aiutare milioni di donne e le loro famiglie a liberarsi dalla povertà", ha detto durante la conferenza di Washington l'Ambasciatrice per le questioni femminili del Dipartimento di Stato Usa Melanne Verveer, ricordando il centenario della festa internazionale della donna di oggi. Uno dei dati più importanti del rapporto - ha detto - attribuisce a madri, sorelle e figlie la vasta maggioranza, l'81 per cento, dell'intero ammontare dei prestiti concessi.

    E' il momento di distinguere. Davis Harris assicura che i dati sono assolutamente imparziali e verificati da terzi. Ma ora la sfida è quella di separare davvero chi svolge un servizio per la comunità e chi invece sfrutta commercialmente l'idea del microcredito, trascinando intere faamiglie in una catena di debiti per ripagare quelli precedenti. Per questo alla conferenza di Washington è stato lanciato il progetto del Marchio di garanzia delle imprese del settore. Vi saranno ammesse solo quelle istituzioni che fanno il loro dovere statutario di aiutare le famiglie a uscire dalla povertà. "Con lo sviluppo incredibile della microfinanza - dice - c'è l'esigenza di una certificazione, un parametro universale che fissi gli obiettivi delle istituzioni del settore".

    La finanza "pescecane". Il rapporto illustrato a Washington, riferendosi ai casi evidenti di "finanza pescecane", fa i nomi di due grossi gruppi, Compartamos in Messico e SKS in India. Nel caso dell'istituzione indiana, il suo fondatore, Vikram Akula, avrebbe sostenuto che dal punto di vista del cliente non è importante sapere se gli investitori stiano guadagnando profitti molto alti oppure no. Ciò che gli importa è ottenere un prestito e generare un reddito per uscire dalla povertà". Ma Sir Fazle Abed, fondatore della BRAC in Bangladesh 2 (la più grande Ong mondiale per lo sviluppo), ha denunciato "l'eccesso di ingordigia, e il fatto che troppa gente desidera fare soldi alle spalle dei poveri". "E' una tendenza che mi preoccupa - ha detto  Abed, nominato Cavaliere dalla Regina Elisabetta per il suo lavoro contro la povertà  - perché la Microfinanza è stata la cosa più importante successa nella campagna per la lotta alla miseria".

    Attività parallele. Tra le attività parallele avviate dalla Grameen e dalle altre società nel campo dei servizi sociali, Yunus ha vantato il contratto con la francese Danone per produrre uno yogurt a basso costo che contiene tutti i micronutrienti necessari a bambini malnutriti del Bangladesh. Con Adidas, produttore tedesco, saranno fornite invece buone scarpe a un dollaro e mezzo, mentre si stanno studiando nuove possibilità di finanziamento per l'agricoltura organica, o per creare delle banche dei semi delle piante locali.

    L'obiettivo di arrivare a 175 milioni di famiglie. In generale, la Campagna di microcredito mira a raggiungere direttamente entro il 2015 almeno 175 milioni di famiglie tra le più povere. Ma gli ostacoli per Yunus, giunto malconcio all'apogeo della sua fama, e per i suoi "discepoli", non sono destinati a finire presto. Harris ammette alcuni fallimenti come in Andra Pradesh nell'India centrale, dove il problema non erano gli alti tassi di interesse praticati, ma "l'espansione troppo veloce" del microcredito con investimenti eccessivi e scarsità di personale specializzato. "In un rapporto  -  racconta Harris  -  si denunciava il caso di una filiale dove sia il dirigente che i collaboratori erano tutti "in prova". Quando ti espandi troppo in fretta - spiega - perdi contatto con i tuoi clienti e non capisci che finiscono per diventare piu indebitati. E'  la peggiore delle pratiche di raccolta dei clienti".

    Le conseguenze delle accuse a Yunus. Ora si tratterà di vedere quanto le accuse contro Yunus dal governo del Bangladesh ("ha succhiato il sangue dei poveri", ha perfino detto la premier Hasina) condizioneranno altre istituzioni internazionali intenzionate a sostenere i poveri seguendo il metodo del Nobel per la Pace. A sua difesa finale, il direttore della Campagna Harris ricorda che durante le grandi alluvioni del 1998 ben due terzi del Paese finirono sott'acqua e morirono mucche, polli, anatre, bufali. Milioni di beneficiari dei  microcrediti ricaddero indietro sotto la soglia di povertà. "Ma le faccio un esempio  -  conclude -  se in 3 milioni escono dalla povertà e un milione vi ricade dentro, noi dobbiamo considerare che almeno due milioni ne restano fuori. E non avere debiti è una delle libertà più grandi, genera una forma di riscatto e redenzione sociale dall'enorme impatto per la collettività".

    da Repubblica


    link caso siciliano:

    http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/106772/sicilia-regione-crea-fondo-microcredito-alle-famiglie-povere.htm

    http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_Iniziative/PIR_Microcredito

    http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_Iniziative/PIR_Microcredito/microcredito%20per%20le%20famiglie%20siciliane.pdf


    COME SI PUO' NOTARE ESISTE ANCORA UN GAP CULTURALE NON INDIFFERENTE TRA IL CASO INDIANO E QUELLO SICILIANO.

    NEL PRIMO SI TRATTA DI UN SOSTEGNO ALL'IMPRENDITORIALITA', NEL SECONDO UN INTERVENTO DI TIPO RESIDUALE VLTO ALL'ASSISTENZA DI CHI HA BISOGNO.

    AD OGNI MODO ANCHE IN OCCIDENTE COMINCIA A FARSI STRADA QUESTA "INVENZIONE" CHE SI BASA PIU' SU RAPPORTI FIDUCIARI RECIPROCI FONDATI SUL LAVORO CHE DI GARANZIE FIDEIUSSORIE BASATE SU PROPRIETA' E/O CAPITALE
    « Ultima modifica: 15:52:55 pm, 08 Marzo 2011 da Tito »

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    Re:Microcredito
    « Risposta #1 il: 17:41:58 pm, 08 Marzo 2011 »
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  • per una volta concordo con te a antonio la forma di microcredito inventata da armao mi sembra una forma di assistenzialismo pura e semplice.

    rientra nela logica degli 8000 stage a 500 euro al mese annunciati a dicembre

    sul fatto che finalmente si importa l'idea del microcredito nell'occidente ho dei forti dubbi

    1) non sappiamo ancora se quest'idea è realmente efficace alla lunga, anche se fin'ora ha dato buoni risultati non dimentichiamoci che noi vediamo il tutto sotto la lente dei media, e i media sono anche quelli che pubblicizzavano mardoff, mi auguro che non sia questo il caso


    2)anche se non ci sono garanzie il microcredito è vero che lo stato di povertà di quei paesi è molto diverso dal nostro stato di povertà, li lo stato di povertà è veramente mortale, e non ci sono molte alternative perchè sei circondato da povertà.
    da noi c'è sempre l'alternativa del furto, illegalità, o elemosina che ti permettono di talvolta di vivere anche in maniera agiata.
    insomma il microcredito in quei paesi può essere l'unica soluzione per una persona per cambiare vita e quindi è motivata a metterci tutto l'impegno possibile (ricordo che il microcredito impone la restituzione del credito comunque), dubito che qui possa esistere la stessa motivazione.
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