(Sulle note di Angelica di Paul Schwartz)
Sciola camminava per la strada
lei non dava più la mano al tempo
gli anni della pesca
e l’amore si era persa per la via. 
Labbra accese
come il sole quando non riesce più a scaldare
e un sorriso sbieco 
stampato sul rossetto ormai distratto.
Nastri e viole tra i capelli a neve 
segreti celebrati tra le onde
petali delicati e aguzze spine
invisibili reliquie sull’ altare.
“Mi ha amato…” 
gridava 
come se qualcuno 
chiedesse ancora.
Gesticolando
poi
con le mani a guanto
nell’aria interpretava la commedia.
Risa a picco
sopra un pianto piatto
posate le domande
aveva smesso anche d’aspettare.
“..e poi è morto” 
sussurrava a fil di voce
a chi non l’ascoltava più 
o non le dava fede.
Perché lei
che la verità aveva 
all’abbandono 
il caldo abbraccio della menzogna prese.
tiziana mignosa
maggio duemiladieci