In un angolo della casa un coccio d’altri tempi 
era giunto fino a noi nei suoi secoli di presenza. 
Non ero un re ma con il fiorire dell’estate 
con la mia biga ero tra i campi di grano 
a disegnar le vie della vittoria. 
Leale è la spada 
umile quando fino a tagliar di punta 
l’immortale lembo della luna 
nulla di eterno giunse fino a noi. 
Non sei tu erede della terra 
Gesù dell’agonia 
l’ultimo azzardo di un sanguinoso amore 
trapassando in una notte 
da RE a prigioniero di insulti. 
Gravida la croce con il suo fardello umano 
ai piedi i pochi resti di una fede 
gocce di sangue bagnano la terra 
e la vita che in un sospiro 
chiede nel padre la misericordia. 
Non piangere Maria nel tuo manto azzurro 
proteggi la terra dal suo peccato. 
Tre giorni di sepolcro negli inferi della morte 
dove nessuno mai ritorna
correva a perdifiato Pietro con l’apostolo Giovanni 
quasi a voler incrociare la resurrezione 
di chi egli aveva negato la conoscenza. 
Misera è la vita mortale 
più del pentimento 
l’amor che più non hai. 
Il tormento di essere Pietra di fondamento 
nella bontà del pastore 
pescatore di magri pesci a fertili anime 
nel volere essere capovolto in croce 
indegno del cielo non della terra 
dove gocce di sangue aspettavano altre gocce 
per diventare corpo e sangue 
nel mistero della fede 
il corpo di CRISTO.