Bruciata erba nei colori del sole 
rivestite le anime fuori le mura
nei loculi ove riposano. 
Muta è la notte 
a chi giace nel silenzio delle ore 
niente può il pianto dell’oblio. 
Chi può dare sollievo alle sofferenze 
se mai ci fosse un dio che ascolti 
la preghiera disperante chiusa in noi.
Non credere che sia di facile costume 
albergare tra i sorrisi ipocriti di anime viventi 
né che si possa barattare il respiro di nuovi giorni. 
Il nome dove giace il suo eco 
di quale spirito si vanta il sasso 
pietra scolpita e mai edificata.
Dove dormi amica notte 
se sul ciglio dell’addio 
la luce è ombra già vissuta.
L’amore è un eterno deserto 
tra i rovi cinti di spine 
un fiore muove a pietà nuova vita.
L’esilio non sia una catena eterna di polvere e terra 
di quale sorte sia la morte 
dolce o sanguinante nel martirio 
non cambia il viaggio di noi anime 
nella tempesta dei cieli 
ci sono bivacchi d’attesa al fuoco dell’eterno.