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Essere o non Essere

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Francesco Di Mauro:
L'enigma Shakespeariano cari amici, non vi induca a pensare che scriverò di cose come dire, elevate. L'eesere inteso come vivere quotidiano come qualità di vita; ecco, l'intenzione di chi vi scrive. Noi dunque viviamo?
A mio parere noi ci lasciamo vivere che è tutta un'altra cosa.Avete mai notato quanto sia brutto, sporco, inadatto l'ambiente nel quale viviamo la nostra quotidianità? Brutte le case, le strade, assenti parchi verdi fontane, spazi ricreativi all'esterno. e su tutto la polvere, il terriccio, i rifiuti, e non parlo certo della spazzatura, ma dei piccoli rifiuti gettati per strada e lasciati li a perenne memoria della nostra inciviltà. Un  dotto pensatore direbbe che la colpa è la nosttra che siamo incivili appunto, io dico che gran parte di tutto cio che siamo oggi lo dobbiamo ai nostri amministratori che in cinquanta anni non hanno saputo educare, si dico educare i cittadini a un comportamento consono forse perche primariamente non li ha mai interessati il miglioramento civico e comportamentale dei cittadini
Quello che fa più male è che a tutto questo noi siamo abituati, rassegnati. Siamo degli abituè del brutto, dei rassegnati all 'orrido.
Se Amleto dovesse pronunciare oggi il suo famoso monologo non si chiederebbe più se sia più conveniente essere o non essere. Sarebbe anche lui un rassegnato un abituato, già, sarebbe proprio uno di noi
 

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