parlo a nome della nostra associazione e non della struttura ospitante:
il nostro post era limitato alla necessità di raccogliere materiale utile a queste persone, oltre a quello che già la struttura fornisce loro.
il governo ha affidato la gestione dell'emergenza direttamente alla protezione civile che, a sua volta, stipula convenzioni con strutture ricettive cercando di distribuire equamente sul tutto il territorio nazionale le presenze di persone provenienti dal nord africa. purtroppo al momento queste convenzioni si differenziano dal modello operativo nazionale adottato dal ministero dell'interno per le strutture sprar istituzionali e perseguono la finalità di dare loro vitto alloggio e servizi essenziali.
la struttura infatti deve fornire vitto, alloggio, vestiario essenziale (non rientrano i pantaloni ad esempio), sigarette, chiamate telefoniche se impossibilitati ad effettuarle autonomamente.
la nostra associazione non collaborerebbe con una struttura che violi la convenzione e, di conseguenza, posso garantire che la struttura si sta attenendo alla convenzione provvedendo a quanto sopra menzionato oltre che al servizio di vigilanza notturna, al corso di italiano giornaliero, convenzioni con asl, assistenza personale, iscrizioni alla scuola pubblica (inizieranno a settembre i corsi serali per chi lo vorrà).
inoltre attraverso partenariati con vari enti e associazioni di volontariato si possono offrire a queste persone attività di counseling, momenti di integrazione e di incontro con la comunità locale, etc... ed è quello che stiamo provando a fare, nella speranza di poter costituire una rete di solidarietà che li aiuti sotto tutti i punti di vista e confrontandoci con le esperienze più virtuose del territorio siciliano.
nessuno ha affermato che hanno già ottenuto il riconoscimento o che questo venga dato su base collettiva. la commissione deciderà fra qualche mese.
in merito all'orario gli ospiti sono tenuti a rispettare gli orari dettati dal regolamento del centro di accoglienza e fin'ora non si sono registrate gravi violazioni, solo qualche ritardo che non ha superato di mezz'ora il limite assegnato loro, il che non costituisce motivo di allontanamento. essi hanno libertà di circolare durante gli orari stabiliti e nel tempo libero (cioè quando non si fa attività) e vedo che utilizzano questo tempo per fare cose normalissime come comprare cibi, ricariche, oggetti personali, visitare la città, venire all'informagiovani per collegarsi a internet e ottenere informazioni e counseling...
come tutti noi sono chiaramente tenuti a rispettare il nostro ordinamento e le regole di convivenza civile, in caso di trasgressone sono personalmente e penalmente responsabili e soggetti ad espatrio poichè perderebbero la loro attuale condizione di richiedenti lo status di rifugiato politico. chiunque li vedesse compiere atti illegali può immediatamente avvertire le forze dell'ordine allo stesso modo di come avverebbe in caso di trasgressori italiani.
da parte mia posso dirvi che sono persone normalissime che abitavano in libia con la famiglia per lavorare come operai specializzati. più li conosco più li trovo interessanti. alcuni sono molto istruiti, tutti molto educati, tutti speranzosi di avere un futuro o di ritrovare le loro famiglie e i loro figli. non ci interessa se lo stato non riconoscerà ad alcuni di loro lo status richiesto, vogliamo solo dar loro una mano adesso e nel nostro piccolo.
so che tutto questo lo paghiamo noi contribuenti e ne vado fiero, sono soldi più utili di quelli regalati alla casta e allo loro auto blu o persi in grandi opere incompiute. sono orgoglioso che si tenti di affrontare la situazione nonostante le enormi difficoltà e senza l'aiuto del grande assente: l'europa, onorando la costituzione e le convenzioni internazionali in materia di protezione internazionale.
in qualche modo si deve pur fare perchè si tratta di esseri umani.
un'ultima precisazione: quando si spostano non vagano, semplicemente camminano.
salvo signorelli
associazione informagiovani