Questa riflessione nasce perchè ritengo questa discussione fondamentale e questo confronto di rara utilità per tutti noi e per il nostro paese. Ringrazio anticipatamente gli animatori, il mio brother Carmelo in particolare, sottolineando che quanto scritto di seguito vuole essere soltanto uno spunto tra i tanti per approfondire l'analisi su un fatto che mi sembra emergere da tutti gli interventi e cioè la costatazione di non riuscire ad incidere adeguatamente sugli eventi.
Un paese che perde la memoria è un paese cieco. Un fatto è certo: la società italiana, quella siciliana, in piccolo quella iblea hanno come smarrito, rimosso, occultato l'idea che la politica possa davvero cambiare le cose; che possa davvero essere attività di servizio per il popolo; che possa essere strumento nelle mani del popolo; che possa slanciarsi a partire dalla condivisione di una idea di futuro e di una prospettiva; che possa essere concretamente ancorata alle esigenze del mondo del lavoro e quindi ai diritti sanciti dalla costituzione; che possa porsi il problema di dare un avvenire, anche una bozza di avvenire, alle nuove generazioni, ai nuovi nati.
Questa costatazione riposa sull’evidenza che sempre più i maggiori partiti politici italiani si legano alle lobby economiche e finanziarie mettendosi al loro servizio, mentre in passato il legame con esse era parititetico e strutturato su un reciproco interesse che ben comprendeva che i partiti politici erano più che padri, figli e dipendenti dalle masse e che in ultima istanza non potevano che curare gli interessi dei propri elettori.
Viviamo un'epoca falsamente pragmatica, nella quale le ideologie sono state rimosse in cambio di un nichilismo politico che ha soffocato i valori e i principi della partecipazione, promuovendo la stabilizzazione e lo sdoganamento di pratiche e consorterie oligarghiche che prima avevano un argine (malgrado i fenomeni di corruzione) e che dal 1994 si sono gradualmente istituzionalizzate e legittimate. Non a caso si proclama ossessivamente il funerale della appartenenza, della coscienza e della lotta di classe, facendo finta che la globalizzazione e la contestuale sconfitta di una ipotesi di governo economico alternativo alla filosofia del mercato unico regolatore economico non abbia accentuato le differenze sociali; non abbia divaricato gli squilibri della distribuzione della ricchezza; non abbia accentuato i limiti della tanto vituperata “giustizia sociale”.
In poche parole si preferiscono le forme partito/società, con al proprio interno tutto ed il contrario di tutto in termini di stakeholders, invece di aderire a forme organizzative più coerenti e coese al prezzo di una più che naturale rinuncia alla vocazione maggioritaria/plebiscitaria caratteristica per nulla funzionale alla complessità sociale ed ai bisogni di rappresentatività emergenti, ma squisitamente utile ad una gestione indisturbata dei processi decisionali che poi si abbattono sul paese e i cittadini.
Da ultimo la spinta masochistica verso un bipartitismo informale - sventuratamente promosso da sinistra- ha assestato un pesantissimo colpo alla partecipatività della società italiana all'interno della vita politica del paese.
In un attimo i due grandi leviatani del sistema politico italiano(pdl e pd) hanno ridotto la militanza politica a puro esercizio elettorale, privando in modo subdolo i cittadini di "una identità politica ed intellettuale di riferimento", attraverso l'inaugurazione di un sincretismo culturale incomprensibile, che nella sua intempestività, nel suo indecisionismo genetico, nella sua prematurità non fa che nascondere la povertà del suo obiettivo: la presa del potere per il potere.
Bisogna battersi per contribuire ad arginare la spinta conformista di questa nuova partitocrazia, molto peggiore della partitocrazia della prima repubblica. Bisogna lottare per testimoniare che l'ideologia non muore ma si trasforma; che il passato non si cancella ma è lanterna per la strada del futuro; che questo paese ha bisogno di organizzare meglio le forze sociali; che comprimere in un coacervo di lingue diverse la pluralità delle espressioni politiche della società- come tentano di fare il pdl ed il pd- conduce soltanto ad una babele chiassosa e perdente; che soltanto il rinforzarsi del tratto identitario e la reciproca legittimazione ad esistere e co-esistere può aprire nuove strade per il paese e per i figli.
Cesare Salonia o se vi piace Franco Nero