Autore: Comitato Referendario Topic: Tutti in Piazza per difendere l'Acqua Pubblica e il voto dei referendum  (Letto 2311 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Comitato Referendario

  • Agli Inizi
  • *
  • Post: 39
  • Sesso: Maschio
Il Comitato referendario, di cui fa' parte il Comitato Civico Iblei Val d'Anapo, (comitato che da cinque anni circa, in forma spontanea, a Palazzolo, e poi nei comuni iblei, si batte per mettere in evidenza le storture degli anni passati, con l'insana scelta dei sindaci di allora (ottobre 2007) di consegnare l'ACQUA ai Privati) nella conferenza stampa di ieri per la presentazione della manifestazione di domani a Siracusa, tramite il coordinatore provinciale del Forum per l'Acqua Pubblica Josè Sudano, ha messo in evidenza il fatto importantissimo di come il referendum sia abrogativo,  e quindi  emerge palesemente la necessità di avere una nuova legge che riempia i vuoti delle norme abrogate. La finanziaria 2010, reiterata per il 2011, fa decadere al 31 dicembre di quest’anno gli Ato Idrici così come noi li abbiamo conosciuti, e necessita un loro riordino; per cui la battaglia dei Sindaci non è solo una questione locale, i 12 Comuni del siracusano che si rifiutano di consegnare i loro impianti ad un gestore privato, mettono in evidenza una rilevanza nazionale e regionale. Per questo sabato saranno presenti alla manifestazione di Siracusa i Sindaci di tanti altri Comuni siciliani con le fasce tricolori, i Comitati Civici e i  Forum per l’acqua pubblica, e alcuni tra gli autorevoli promotori e redattori dei quesiti referendari nazionali, assieme ai Sindaci dei Comuni che hanno già consegnato le loro reti.

Partecipare alla manifestazione di domani significa per NOI tutti essere protagonisti di un cambiamento, difendiamo l'ACQUA, per difendere il nostro futuro e la DEMOCRAZIA (potere alla gente). Su questi temi lanciamo l’appello alla partecipazione  di tutta la comunità Iblea e provinciale, che ha dimostrato, senza ombra di dubbio, di condividere e sostenerne le nostre ragioni votando massicciamente, e con percentuali inequivocabili, i quesiti referendari. Questa manifestazione va quindi intesa come la continuazione della battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua, a cui legittimamente partecipano da attori principali tutti i cittadini, ed è a loro soprattutto che lanciamo l’appello a sostenere i Sindaci della niostra provincia,  che resistono e non hanno consegnato gli impianti delle loro città al gestore privato, conducendo insieme a noi una battaglia nell’interesse dell’intera collettività. L’acqua è dei cittadini e dei Sindaci che li rappresentano e non può essere oggetto di mercificazione da parte di alcuno.


http://www.comitatiprovinciasiracusa.it/per-lacqua-pubblica-manifestazione-regionale-ore-10-piazza-pancali-siracusa-19-novembre-2011
« Ultima modifica: 10:36:43 am, 18 Novembre 2011 da Comitato Referendario »

enrico tomasi

  • Visitatore
Acqua pubblica, ecco come i gestori hanno disinnescato 27 milioni di Sì


Subito dopo l'esito della consultazione popolare del 12 e 13 giugno scorsi, l'Acea ha chiesto rassicurazioni sul mantenimento degli accordi stipulati a Giulio Napolitano, avvocato, esperto del settore e figlio del Presidente della Repubblica. Secondo il parere legale, l'esito dei quesiti non sarebbe sufficiente a intaccare gli interessi delle società idriche. Ecco perchéIl Sì all’acqua pubblica uscito dalle urne lo scorso giugno rischia di vedere i suoi effetti allontanarsi nel tempo, imprigionando la volontà popolare nelle pastoie giuridiche della giustizia amministrativa. E’ questa la tattica che i gestori privati dell’acqua hanno messo in campo subito dopo il voto dei ventisette milioni di italiani il 12 e 13 giugno scorsi, preparando le battaglie legali che potranno affollare i Tribunali nei prossimi mesi.

La mossa avviata da Acea - primo operatore idrico, società quotata in Borsa – che ha chiesto ad un giurista esperto quali armi tecniche utilizzare per contrastare la volontà dei cittadini italiani, è arrivata all’indomani del voto, dopo un Consiglio di amministrazione dove predominavano le facce cupe. Un parere contenuto in un documento di sedici pagine – che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare – con la pesante firma dell’avvocato Giulio Napolitano, ordinario di diritto pubblico a Roma Tre, uno dei due figli del Presidente della Repubblica – che gira dallo scorso giugno riservatamente tra i gestori dell’acqua, citato nei Consigli di amministrazione di tante Spa che si occupano di risorse idriche. Un dossier articolato, inviato a Renato Conti, manager della multinazionale romana, a capo della Direzione funzione legale, quando nelle piazze ancora si festeggiava la vittoria dei Sì.

Due i quesiti che Acea ha posto poche ore dopo il risultato del referendum: “Conoscere il nuovo assetto normativo dei servizi pubblici locali, verificando la legittimità delle convenzioni” e “un parere in merito alla nuova disciplina delle tariffa”, chiedendo lumi sulla “legittimità e validità degli atti stipulati”. In altre parole Acea voleva essere rassicurata dalla voce autorevole di Giulio Napolitano sul mantenimento di quelle condizioni di gestione dell’acqua contestate da tanti comitati che avevano portato milioni di italiani ad esprimere il loro voto per una gestione pubblica del servizio idrico integrato.

L’importanza del documento – di per se assolutamente legittimo – sta nella data, il 24 giugno 2011. L’interpretazione giuridica contenuta anticipa le tesi sostenute poi in tutta Italia dalle Autorità d’Ambito, che fino ad oggi hanno negato la riduzione delle bollette dopo l’abrogazione referendaria del 7% di profitto garantito.



Chi pensava che con il referendum si potesse tornare alla gestione pubblica dell’acqua, secondo Giulio Napolitano si deve mettere l’anima in pace: con il risultato del voto “in nessun modo (…) è possibile trarre indicazioni prescrittive in ordine ad un ipotetico ritorno a forme di gestione integralmente pubblica dei servizi idrici”. Nulla da fare – almeno nell’immediato – anche per il secondo quesito, quello che ha eliminato il profitto garantito, considerato dai gestori privati dell’acqua come una vera e propria bomba atomica in grado di eliminare ogni convenienza nel business degli acquedotti.

“La valutazione dell’effettivo impatto dell’abrogazione referendaria – si legge nel parere inviato ad Acea – è resa più complessa (…) dal decreto legge 70/2011″, ovvero dalla norma del governo Berlusconi che ha creato l’Agenzia di vigilanza delle risorse idriche. Secondo Giulio Napolitano toccherà proprio a questo organismo modificare la tariffa, come poi hanno sostenuto i gestori in tutta Italia. Peccato che questo nuovo organismo non è stato creato fino ad oggi. E, secondo il documento, le conferenze dei sindaci non hanno nessun potere per cambiare immediatamente la tariffa, perché questa operazione non terrebbe conto del “costo finanziario della fornitura del servizio”. Una tesi che avrà un particolare successo, partendo dalla Puglia - che non ha abrogato il 7% ritenendolo, appunto, un costo finanziario – fino all’ultimo documento di fine ottobre della commissione di vigilanza delle risorse idriche.

Ma c’è di più, una sorta di cavallo di Troia che potrebbe garantire alle società private dell’acqua di mantenere inalterati i dividendi dopo il referendum: “Tutti gli investimenti già effettuati dal gestore – spiega Napolitano -, anche laddove le opere non siano completate, dovranno continuare a essere coperti e remunerati in base alla tariffa a suo tempo fissata dall’Autorità d’Ambito“. In altre parole, se l’investimento del gestore è ammortizzato anche sui prossimi anni, il 7% di remunerazione del capitale rimane, con buona pace del referendum.

Per capire l’importanza di questo punto occorre guardare da vicino i conti di Acea, scoprendo gli incredibili meccanismi – permessi da quella legge poi abrogata – che hanno portato a utili milionari. Quando Acea ha iniziato a gestire, ad esempio, l’acqua nella provincia di Roma, ha stimato il proprio valore – e quindi la base per il calcolo del profitto del 7% – in 894,34 milioni di euro. Una cifra che viene sommata, anno dopo anno, all’ammortamento degli investimenti, facendo così crescere esponenzialmente la remunerazione, che, dopo le tasse, finisce nei dividendi per gli azionisti (oltre al Comune di Roma, che detiene il 51%, il gruppo Caltagirone, la Suez e tanti altri investitori privati). Quel valore iniziale doveva essere confermato da una perizia fatta dalla conferenza dei sindaci, atto che, però, non è mai stato realizzato, come ha ammesso la stessa segreteria tecnica operativa. Questo meccanismo ha garantito ad Acea, per la sola gestione dell’acqua nella provincia di Roma, dal 2003 al 2008, 404 milioni di euro di remunerazione del capitale investito, una cifra che ha alimentato i conti – non sempre rosei – della holding romana. Ora è probabile che Acea consideri quella cifra iniziale – che valuta il suo valore basandosi su criteri come il posizionamento sul mercato e il management – come un investimento avvenuto prima del referendum, e quindi, secondo il parere chiesto al giurista, intoccabile.

La battaglia che i comitati hanno annunciato sotto il nome di “obbedienza civile” si preannuncia, dunque, campale. La difesa del voto dovrà passare per i meandri giuridici pronti a bloccare quella piccola rivoluzione di giugno che punta a difendere i beni comuni.

Da ilfattoquotidiano.it del 27/11/2011

sotto i documenti in questione
« Ultima modifica: 00:25:47 am, 28 Novembre 2011 da enrico tomasi »

 

Sitemap 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 

Facebook Comments

Link Consigliati:
Portale turistico per le vacanze a Siracusa e Provincia - vacanzesiracusa.com

Increase your website traffic with Attracta.com
Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, il presente FORUM, non rappresenta una testata giornalistica in quanto sar� aggiornato senza alcuna periodicit�. Non pu� pertanto considerarsi un prodotto editoriale. Le immagini inserite, non sempre ma in massima parte, sono tratte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo e saranno subito rimosse.Il Gestore del FORUM, non � responsabile del contenuto dei commenti ai post, n� del contenuto dei siti "linkati"

WOP!WEB Servizi per siti web... GRATIS!