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L'antipolitica siciliana: il movimento dei forconi
SC:
LA SICILIA SI FERMA PER RIPRENDERSI LA LIBERTA'
mi sembra una riedizione dei fasci siciliani, con un po di populismo e di qualunquismo spero che le loro rivendicazioni siano concrete e chiare
ma è certo che non ci sia veramente nessuno dietro?
chi sono gli ideologi i capi, i leader quelli incaricati di mediare i risultati?
cosa li accontenterà? una diminuzione del carburante? e di quanto? del 10 del 20 del 30?
scusate i miei dubbi, la gente è esasperata e ha il diritto di protestare ma nella storia il vocio all'ingrosso raramente ha ottenuto dei risultati se non per i pochi che hanno tenuto il megafono
a.merenda:
c'è tanta voglia di ribellione ma bisogna mirare bene per colpire nel bersaglio...
fino ad oggi il blocco ha danneggiato i siciliani e non penso che così si possa ottenere molto...
inoltre le infiltrazioni criminali di cui si parla (denuncia di Lo Bello e associazioni di categoria) gettano un ombra sulle modalità su chi realmente comanda la protesta.....
Insomma: c'è il rischio concreto che il malcontento delle persone si incanali verso un populismo fatto di proclami e desideri più che di strategie concrete.
PUR TUTTAVIA NON BISOGNA DIMENTICARSI DI ASCOLTARE E COMPRENDERE CHE IL MALCONTENTO E LA RABBIA PER COME CI SIAMO RIDOTTI MONTA SEMPRE DI PIU'.
PERO' se i manifestanti intendono fare ciò che dicono la direzione è Palermo, Palazzo dei Normanni - u pisci feti da testa. E con Palermo non intendo dire che deve esserci l'assalto al parlamentare bensì il BLOCCO DEL PARLAMENTARE.
In questa maniera emergerà il politico che riesce a dialogare con il popolo che chiede determinate cose e da questo CONTATTO fra la gente e il mondo POLITICO può generarsi un effetto di reale e fattiva organizzazione politica
UNA COSA E' CERTA: si è acceso un motore di rivolta che ci condurrà ad un cambiamento. In bene o in male spetterà a noi deciderlo con il nostro impegno fatto di azioni, pensieri e parole.
Mi auguro che si ottenga ciò che viene richiesto anche se, conoscendo le modalità del movimento non penso si possa fare molto in questo modo.
Nel frattempo resta giorno 23 gennaio come data fissata per il fermo nazionale dell'autotrasporto. Ecco, quello si che sarebbe un colpo mirato e ben assestato dove già 24 ore generano perdite per milioni di euro e le multinazionali sono costrette a scendere a patti.
PERO' CHE SI RICORDI BENE UNA COSA: nel 2012 LA RIVOLUZIONE CULTURALE SI FARA' QUANDO SI PRETENDERA' DI LAVORARE MEGLIO E DI PIU' MA SOPRATTUTTO IN LIBERTA'. QUANDO SI CAPIRA' CHE NON SI INVESTE IN SICILIA PERCHè C'è IL TIZIO CHE TI CHIEDE IL PIZZO O CHE TI FA SALTARE IN ARIA IL MEZZO DA LAVORO O CHE TI MINACCIA DI CHIUDERE I NEGOZI O ALTRO..
LA RIVOLUZIONE PER LA SICILIA E' LA LIBERTA' DI LAVORARE SENZA ASSOGGETTARSI ALLA VIOLENZA.
a.merenda:
"Forconi": L'alba dell'ultimo giorno. La rabbia della "Rivoluzione" ma la forza è nel voto. Siracusa al collasso
ATTUALITÀ 20 Gennaio 2012
Ultime 24 ore di blocchi. Ultimo giorno di paralisi.
Strade deserte e auto ferme, come nelle migliori pellicole americane. Un nuovo e ultimo giorno per partecipare/protestare/sposare/inveire contro o con un movimento che è riuscito a far inginocchiare il gigante Sicilia.
Un pachiderma, la nostra regione, che si alimenta di clientelismo, padronato e ignoranza, ignorando il bello di una regione viva, sana, fertile e sincera. Una terra che ha tutto ma non stringe nulla. Una nuova alba, o forse l'ultima di una protesta strana. Molti ancora non conoscono il perchè di tutto ciò ma i link su facebook si rincorrono alla stessa velocità con la quale la rete rimbalza notizie di rivoluzione. Notizie che hanno il sapore di libertà. Notizie che sono gonfiate con gli steroidi di un disagio che infiamma e alimenta tutto, facendo rimbombare ogni dettaglio.
La sicilia ha risposto, Siracusa si è paralizzata. Le forze dell'ordine non sono intervenute. Nessuno sa cosa fare. La necessità di informazione dei lettori ha portato questo giornale online a segnare ogni giorno un record di lettori. Una necessità, è questo che spinge le persone a non rimanere immobili davanti al nulla.
Sembra strano parlare di nulla, ma Siracusa è una città siciliana come altre. Piena di tutto ma senza una vera anima unita, forte, calda. La distanza dal continente atrofizza le menti e le ambizioni. "Abbandonate ogni speranza voi che entrate", forse Dante avrebbe potuto scriverlo sul cartello Villa San Giovanni - Messina. Eppure una scintilla fa esplodere tutto quello su cui nessuno avrebbe scommesso. La città risponde. Tutti chiudono, tutti seguono il progetto di chissà chi, perchè dietro i "forconi" nessuno sa bene chi si nasconda. Tutti reagiscono, si agitano e si muovono in maniera scoordinata come un pesce appena pescato che rimbalza nella barca, boccheggiante, ala ricerca di ossigeno. Tutto torna vivo, o forse è solo l'ultimo colpo di coda.
La Sicilia è sempre stata una terra di conquista, i Siciliani hanno radicato nei secoli un istinto "antigovernativo" per difendersi dall'invasore. Ma oggi siamo in un mondo civile e democratico.
Il problema siamo noi. "Noi" che vendiamo un voto per avere il politico amico. "Noi" schiavi di noi stessi che del clientelismo facciamo uno stile di vita.... l'amico dell'amico dell'amico dell'amico e così via.
"La Rivoluzione" si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello. "Lo Stato" siamo noi, e la dignità non deve essere in vendita. Oggi sarà una lunga giornata di protesta. Ma questa protesta non deve danneggiare noi stessi ma arrivare lontano, l'Italia ha bisogno della Sicilia. e la Sicilia ha bisogno di una Nazione.
Che oggi sia una buona "Rivoluzione" per tutti, e che quella matita con la sua croce abbia un significato forte, quando ognuno dovrà fare i conti con la propria dignità.
di Giangiacomo Farina
da: http://www.siracusanews.it/node/26375
a.merenda:
http://www.socialsicilia.it/
Così immagino la Rivoluzione in Sicilia
20 gennaio 2012 | Nella categoria: Primo Piano,Spazio Libero | Scritto da: Gianmarco Catalano
Per una volta, sento di esprimere una voce fuori dal coro. Un pensiero distonico rispetto all’apparente assuefazione che sembra aver investito, senza troppi punti di domanda, le migliaia di persone unite nelle manifestazioni di questi giorni in tutta la Sicilia. Il movimento dei Forconi, gli autotrasportatori, i pescatori, gli agricoltori e i braccianti, disoccupati, studenti, comitati, associazioni. Tutti accomunati dalla voglia di scendere in strada e protestare. Qualcuno parla di “rivoluzione culturale”, altri di “riscatto del popolo siciliano”, altri ancora, in perfetto stile leghista, di “lotta per una Sicilia libera da Roma ladrona”.
E così via, in un’escalation di imbarbarimento generale e di profetismo che sembra non lasciare spazio a giudizi e richiederebbe un’adesione acritica alla mobilitazione, senza remore, nè perplessità. Qualunquismo, demagogia e tanta confusione. Ma, come dicono i “rivoluzionari” di questi giorni, l’importante è bloccare tutto, fermare la Regione e farsi sentire. Ma per cosa? A quale fine? Cosa si propone? quali le idee? Cosa si rivendica?
Questi e molti altri sono i dubbi, più che legittimi, nutriti da chi come me rifiuta di abdicare alle proprie facoltà intellettive per buttarsi nella mischia. E non si tratta di banale e aprioristica diffidenza. Per gli individui abituati a pensare e riflettere prima di agire, accettare di prendere parte ad una manifestazione popolare ( e sentirsene parte!), qualunque essa sia, implica innanzitutto la libertà di scelta in assoluta autonomia e secondo coscienza. E come scegliere se non dopo averne appreso la reale sostanza?
L’informazione sui fatti, la comprensione di essi, rendono il cittadino libero e consapevole. In democrazia, chi si fa promotore di una presunta battaglia ha il diritto-dovere di farsi capire, prima ancora di chiamare le persone a raccolta. Deve sapere da che parte andare, quali strade imboccare, e quanto è disposto ad accogliere le idee e le proposte dei cittadini che intende coinvolgere. In parole spicciole, occorre avere ben chiari propositi e finalità delle azioni promosse.
Limitarsi a protestare non basta. E non prospetta nulla di buono. Il disagio che coinvolge i siciliani, il sud – i più vessati dalla crisi economica e dalle scelte irresponsabili dei governi – è chiaro a tutti e rischia di degenerare in qualcosa di più grave e serio. Una protesta “senza testa”, seppur mossa da innegabili ragioni, può sfociare in violenta ribellione e caos. Può liberare la strada a frange estremistiche pronte alla strumentalizzazione e a far danno. E questo sarebbe il definitivo fallimento di una lotta per il bene comune. Un film vecchio e già visto.
Per questo, occorre prima di tutto stabilire la rotta da seguire. Mettere nero su bianco una linea programmatica su cui convenire. Se è vero che questa battaglia non é solo di alcune categorie, ma è di tutta la parte sana di questa Sicilia, l’apporto “intellettuale” dei cittadini – di tutti, dal pescatore al professore – non può e non deve mancare. Immagino uno straordinario laboratorio Culturale e Politico a cielo aperto.
Una gigantesca “agorà partecipata”articolata in varie assemblee-distretti, nelle piazze, da Trapani a Siracusa, che lavori attivamente nella redazione di una “Costituzione dei cittadini”, di un documento popolare di rivendicazione che contenga delle proposte concrete e innovative sulle tematiche più rilevanti: ambiente, cultura, lavoro, servizi, tassazione. Sarebbe il primo storico atto normativo frutto di un vero e proprio cantiere di democrazia diretta, pura emanazione del popolo, da presentare ai governi nazionale e regionale che sarebbero chiamati a discuterne nelle sedi istituzionali. Le idee, prima dei forconi e dei numeri, sono la vera forza d’urto. Così io immagino la Rivoluzione.
a.merenda:
http://www.notapolitica.it/liveblogging.aspx?id=4810#
LA POLITICA IN DIRETTA 20/01/2012
17:06 - Sicilia: I Forconi non si fermano, altri 7 giorni di protesta
La protesta del movimento I Forconi in Sicilia continuerà per altri sette giorni. I manifestanti hanno chiesto ed ottenuto l'autorizzazione a proseguire dalla questura di Palermo pochi minuti fa. Assicurato il passaggio dei mezzi che trasportano beni di prima necessità, bloccati i tir con carburante. La notizia è stata fornita dai responsabili contattati telefonicamente. (cg)
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