Autore: carmelo spataro Topic: La giornata della memoria. Mai più persecuzioni.  (Letto 2197 volte)

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Offline carmelo spataro

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La giornata della memoria. Mai più persecuzioni.
« il: 10:33:26 am, 27 Gennaio 2012 »
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  • Il Parlamento Italiano, con la legge n. 211 del 20 luglio del 2000, ha istituito il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti.
    Il 27 Gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è il giorno che ricorderà “per sempre” la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che subirono la deportazione e la morte, nonché coloro che, anche nei campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio e che con la propria vita ed il proprio sacrificio salvarono altre vite.
    In questa logica, nella stessa legge istitutiva, furono previste cerimonie, iniziative ed incontri pubblici al fine di aprire una riflessione su quella tragedia, su quell’olocausto che ha restituito e consegnato alle future generazioni la memoria di un oscuro periodo della Nostra storia, un monito tremendo affinché simili eventi non possano mai più accadere.
    Quella follia, portata avanti, pensata, eseguita dall’ideologia nazista e supportata dalla complicità fascista ha generato l’olocausto, cioè il genocidio di circa 17 milioni di esseri umani, 6 milioni di Ebrei, 3 milioni di prigionieri di guerra e civili Sovietici, 2 milioni di Polacchi, 500.000 di Rom  e popoli zingari, 1,5 milioni di dissidenti politici, disabili e malati di mente, 2 milioni di popoli slavi. Questi i numeri delle vittime dell’assassinio di massa che tentò, con lucida follia, di cancellare l’ebraismo europeo e non solo.
    Per questo motivo, nell’accezione comune, il termine Shoah indicò il sacrificio del popolo ebreo mentre il termine olocausto servì ad indicare il genocidio che il nazismo operò nei confronti di tutti le vittime di quella tragedia.
    Nel 1935, con le leggi di Norimberga (esclusione dei cittadini ebrei dalla vita sociale e politica) e poi nel 1938, l’antisemitismo di Hitler  con la famosa “notte dei cristalli”, quando 30.000 ebrei furono deportati nel primo campo di sterminio (Buchenwald), lasciarono presagire la grande tragedia successiva.
    Quella tragedia non significò solo lo sterminio fisico di milioni di persone ma segnò  una cosa molto più grave: l’abbrutimento, l’annichilimento, la cancellazione della persona in quanto tale.
    I prigionieri che entravano nei campi di sterminio, al loro arrivo erano obbligati a rendere visibile la “loro colpa”, indossando una stella di David di colore diverso: gialla se ebrei, rossa se dissidenti politici, marrone se zingari, rosa se omosessuali e così via.
    Veniva eseguita cioè la soppressione della persona umana solo sulla base della diversità tra uomini, secondo una concezione di una presunta inferiorità ideale di un uomo rispetto ad un altro.




    Quella enorme tragedia, ha trasmesso a noi tutti, alle istituzioni politiche ed alla nostra società una enorme eredità morale, politica e religiosa della quale sovente siamo stati non fedeli custodi e non affidabili interpreti.
    In molti Paesi i giovani studiano l’olocausto e sono sempre più numerosi. Negli Stati Uniti, ad esempio, non c’è una scuola in cui la Shoah non sia materia di studio e di insegnamento. Così come bisogna dire che in molti Paesi europei si è registrato il numero più alto di manifestazioni antisemite. Si assiste ad un aumento preoccupante di antisemitismo ed alla nascita di partiti filonazisti.
    Quella tragedia ha consegnato alla storia e alla politica il mai risolto conflitto Arabo-Palestinese ; ha lasciato alle generazioni future, sia nel campo culturale quanto in quello religioso, fantasiose teorie negazioniste o revisioniste. L’esempio più raccapricciante e più inquietante è rappresentato dalla politica estera iraniana e dalle affermazioni del suo massimo rappresentante, Ahaminejad. Tali teorie revisioniste dovrebbero spingere tutti ad analisi più prudenti nei confronti di alcune rivisitazioni storiche che facilmente finiscono per negare realtà e fatti storici innegabili.
    Queste definizioni e teorie negazioniste esprimono addirittura dubbi circa la stessa storia dell’olocausto. Secondo tali posizioni ed affermazioni, il genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista, non sarebbe mai avvenuto:  l’olocausto non sarebbe altro che una mistificazione storica tendente solo a demonizzare la politica della Germania nazista.
    In alcuni paesi come in Austria, Francia, Germania, Belgio, Romania e Polonia, affermare teorie negazioniste è una reato penale punibile nel massimo edittale della pena fino a 10 anni.
    Prevedere questo tipo di reato anche in Italia, un Paese antifascista e un Paese che ha dato un alto tributo di vite umane per la libertà, sarebbe non un mezzo per limitare con una legge la libertà di parola, ma il segno tangibile che quella tragedia, quella follia umana, nel nostro Paese non potrebbe mai avere la possibilità di trovare terreno fertile o idee che fanno della soppressione dell’uomo il mezzo o il fine delle proprie teorie.
    Perché questo giorno, perché questa iniziativa, non sia solo quella di una dovuta, fredda, formale e distaccata cerimonia commemorativa della più grande tragedia del 900, bisogna, senza equivoci e senza inutili ritualismi individuare un comune messaggio e una condivisa missione. Nulla di questa “ Giornata della Memoria “ può essere relegato nell’oblio o peggio ancora nell’indifferenza di una nuova generazione ignara della dimensione di quella tragedia che non appartiene  solo al Nostro passato, ma al Nostro Presente e al Nostro Futuro.
    Questo giorno, non è solo memoria, non è solo ricordo :  il 27 Gennaio e ciò che questa data rappresenta, deve anche essere un monito all’umanità, alla Nostra società ed alle nostre generazioni future, con la consapevolezza che i fenomeni storici, soprattutto quando essi trovano origine nel complesso e complicato animo umano, in sé e per sé non sono mai fenomeni irripetibili. L’antisemitismo è il più antico pregiudizio di gruppo della storia.
    Bisogna combatterlo, non illudersi che le lotta sia finita. Noi tutti abbiamo questo compito ! Il  debito che la storia ci ha consegnato dobbiamo saldarlo con il rispetto del dovere morale e con una visione etica, unici strumenti formidabili in grado di tenere lontano questo terribile fantasma della storia.

    Siracusa 27 Gennaio 2012           


    Il Consigliere Provinciale PD
                                                                                                                    Dott. Carmelo Spataro

     

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