Autore: Visitatore Topic: appello per i giornalisti de "I SICILIANI"  (Letto 5701 volte)

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Offline negi

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appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
« il: 15:59:37 pm, 18 Giugno 2009 »
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  • Dopo l'assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori de I Siciliani scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di stipendi (mai) pagati, di concreta solitudine istituzionale (non una pagina di pubblicità per cinque anni!)
    Oggi, a un quarto di secolo dalla morte di Fava, alcuni di loro (Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta - venticinque anni dopo - a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il precetto di pignoramento è stato già notificato, senza curarsi d'attendere nemmeno la sentenza d'appello. Per paradosso, il creditore principale, l'Ircac, è un ente regionale disciolto da anni.
    E' chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de I Siciliani in quegli anni rappresentò molto di più che se stessa, in un contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore, di non chiudere il giornale, di non accettare facili e comodi ripieghi professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese. Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione, pretende adesso di incassare per mano degli ufficiali giudiziari.
    Ci saranno momenti e luoghi per approfondire questa vicenda, per scrutarne ragioni e meccanismi che a noi sfuggono. Adesso c'è da salvare le nostre case: già pignorate. Una di queste, per la cronaca, è quella in cui nacque Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, è già finita sotto i sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della morte anche quello della beffa.
    La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e di far girare questa richiesta. Altrimenti sarà un'altra malinconica vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a combatterli per un quarto di secolo.
    Claudio Fava, Elena Brancati, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia

    I bonifici vanno fatti sul cc della "Fondazione Giuseppe Fava"
    Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)
    iban: IT22A0301926122000000557524
    causale di ogni bonifico: per "I siciliani"

    Offline SC

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #1 il: 13:52:48 pm, 19 Giugno 2009 »
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  • 100.000 euro e un europarlamentare uscente , sceneggiatore di finction , scrittore a tuo dire grande  come Claudio Fava che dovrebbe avere un legame affettivo a quella rivista + di ogni altro non ce li ha??????

    Mi sembra che claudiuccio abbia le braccine corte, suo padre si vendette tutto per poter dare origine a quella rivista e suo figlio che sa da anni la situazione (non si arriva dall'aoggi a domani ad un processo per fallimento) non è in grado risparmiare sull'abbastanza consistente stipendio da parlamentare per poter salvare le cose di suo padre.
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    Offline peppe

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #2 il: 15:07:18 pm, 19 Giugno 2009 »
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  • Effettivamente leggendo questo topic anche a me è venuto in mente un dubbio: ma agli eredi di Pippo Fava interessa veramente salvare la casa dove nacque loro padre?
    Con tutta franchezza Nello, non mi pare possibile che, come ha fatto notare sc, un europarlamentare che conosce da anni la situazione, non abbia avuto il modo e la possibilità finanziaria per sistemare la faccenda e adesso venga a chiedere i soldi a me povero comune mortale!  :o

    enrico tomasi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #3 il: 11:36:45 am, 20 Giugno 2009 »
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  • Claudio Fava,

    è da quasi 20 anni che lucri sulla morte di tuo padre, non credi sia ora di smetterla?

    Offline Luca

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #4 il: 12:51:50 pm, 20 Giugno 2009 »
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  • che C.Fava abbia tratto "beneficio" dal suo cognome credo sia fuor di dubbio,
    ma da qui a dire che abbia lucrato sulla morte del padre...  :-\

    enrico tomasi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #5 il: 01:34:07 am, 21 Giugno 2009 »
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  • infatti, prima di prendere atto di questo appello, anche io parlavo di benefici, ma dopo aver letto quanto sopra, il termine lucrare mi sembra anche troppo generoso, forse la locuzione più appropriata sarebbe "accattare"!

    nello, ci vuole un bel coraggio a pubblicare questa roba...credo che ce la stiate mettendo tutta per denigrare l'onore e la reputazione di Giuseppe Fava!

    trovo del tutto miserevole e ripugnante trascinare in ballo la figura di Giuseppe Fava ogni volta che ci sono in mezzo elezioni, o si aspetta la fine di queste, per fare appelli di contributi in denaro!

    lunedi versero' su questo c.c. dieci euro, con la causale "mazzo di fiori", nella speranza che possa ricordare ai familiari (e pure a te) che di  Giuseppe Fava nel cimitero di palazzolo acreide esiste anche una tomba, e che questa versa in condizioni veramente pietose.
    « Ultima modifica: 13:11:57 pm, 21 Giugno 2009 da enrico tomasi »

    Offline negi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #6 il: 10:15:26 am, 22 Giugno 2009 »
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  • Le offese e le illazioni non meritano risposte, io penso che al mondo nessuno pianifica scientificamente di lucrare sul nome del padre....comunque ognuno ha le sue idee, legittime, e si assume la responsabilità di quello che dice e scrive...il problema non è aiutare Claudio Fava, e io non sono il suo avvocato difensore....è che la situazione coinvolge altre quattro persone, di cui due marito e moglie, che parlamentari europei non sono, che avevano poco più di venti anni all'epoca dei fatti, e che vorrebbero cercare di trovare un po' di aiuto. Io ho pubblicato l'appello così come l'ho ricevuto, poi ognuno faccia come vuole....Ciao, a tutti voi, nello.

    Offline SC

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #7 il: 12:18:06 pm, 22 Giugno 2009 »
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  • Le offese e le illazioni non meritano risposte, io penso che al mondo nessuno pianifica scientificamente di lucrare sul nome del padre....comunque ognuno ha le sue idee, legittime, e si assume la responsabilità di quello che dice e scrive...il problema non è aiutare Claudio Fava, e io non sono il suo avvocato difensore....è che la situazione coinvolge altre quattro persone, di cui due marito e moglie, che parlamentari europei non sono, che avevano poco più di venti anni all'epoca dei fatti, e che vorrebbero cercare di trovare un po' di aiuto. Io ho pubblicato l'appello così come l'ho ricevuto, poi ognuno faccia come vuole....Ciao, a tutti voi, nello.

    nello scusami quali sarebbero le illazioni  il fatto di dire che  100 mila euro sono una cifra irrisoria per un europarlamentare e che spetta a lui il primo onere anche nei confronti di coloro che "europarlamentari non sono"
    « Ultima modifica: 12:20:07 pm, 22 Giugno 2009 da SC »
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    enrico tomasi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #8 il: 13:16:11 pm, 22 Giugno 2009 »
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  • nello, credo che i lettori del topic siano perfettamente in grado di capire da cosa e da chi sentirsi offesi.

    mi assumo sempre le responsabilità di quello che scrivo, lo faccio prendendo delle posizioni precise, le mie non sono per nulla illazioni, credo di essere stato più che chiaro.

    del resto, se siamo convinti che si possa dire la sua, senza voler rischiare che dall'altra parte del mondo, per questo, ci sia qualcuno che possa sentirsi  offeso o irritato, allora non dovremmo dire nulla, o fare come i cinesi e gli iraniani...chiudere i forums.
    o forse ancora, preferire le maniere dei politici italiani, dire le cose, esporre dei concetti in astratto, solo in virtù di ricavarne facili consensi.

    ma come giustamente dici tu, ognuno ha le sue idee.....
    « Ultima modifica: 16:40:19 pm, 22 Giugno 2009 da enrico tomasi »

    Offline negi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #9 il: 18:00:19 pm, 22 Giugno 2009 »
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  • te l'ha fatto notare anche luca.....dire che una qualsiasi persona, lucra sulla morte del padre ucciso dalla mafia....scusa se te lo dico ma a me sembra "aberrante" e un'affermazione di grande cattiveria....oltre che un'offesa di grande portata...come fai ad entrare nella vita, nella coscienza, e nella sofferenza di un uomo che ha perso il padre ucciso dal potere mafioso...con cinque pallottole sparate a bruciapelo da un balordo che poi va a bere e festeggiare con i complici......
    dici bene ognuno ha le sue idee.....a roma dicono che ognuno si deve tenere la sua di idea e perchè in finale: "un'idea è come il buco del c..., ognuno ha il suo e quello dell'altro gli fa' schifo" ...ciao

    enrico tomasi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #10 il: 04:08:14 am, 23 Giugno 2009 »
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  • non sono pratico di detti romaneschi nello, ne tanto meno un esperto di ani e di ciò che ne può essere accluso. mi auguro che il tuo rapporto associativo con i romani non sia finalizzato o circoscritto al solo approfondimento di tali materie, in caso contrario, faresti meglio a riservare il genere di argomenti e questa forma di argomentare a chi mostra di averne interesse.

    tornando alle idee, rispetto a cui ci divide (e ne sono felice) anche la loro visione "geometrica", all'aforisma dei tuoi amici capitolini che hai fatto tuo, preferisco il pensiero e sopratutto le locuzioni di Voltaire.

    saluti
    « Ultima modifica: 04:19:43 am, 23 Giugno 2009 da enrico tomasi »

    Offline negi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #11 il: 18:07:46 pm, 03 Luglio 2009 »
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  • «I Siciliani», se il pignoramento colpisce gli onesti

    Dacia Maraini (Corriere della Sera)

    «La mafia è dovunque, a Palermo, a Catania, a Milano, a Napoli, a Roma, annidata in tutte le strutture come, un inguaribile cancro», scriveva Giuseppe Fava nell`83 su I Siciliani, un giornale battagliero e coraggioso che hanno tentato di mettere a tacere assieme al suo direttore.

    Fava aveva visto giusto. Oggi sappiamo che la mafia è una realtà non solo regionale ma nazionale e costituisce una delle ragioni dell`arretratezza del nostro Paese. Se non tagliamo con severità i rapporti fra le mafie e le strutture dell`amministrazione pubblica, fra le mafie e le banche, fra le mafie e alcune zone buie della magistratura, non ne usciremo, come diceva Fava.

    Il 5 gennaio dell`84 Giuseppe Fava viene ucciso brutalmente da mani mafiose e il giornale - tutti lo pensano e lo suggeriscono - si accinge a chiudere. Ma i redattori che hanno lavorato con lui, mettendo nell`impresa le loro energie, il loro tempo, il loro coraggio, la loro passione civile, decidono di non chiudere. Sarebbe stato logico che la società siciliana li ripagasse non solo comprando il giornale, come ha continuato a fare, ma anche finanziandolo con pubblicità e sostegno. Invece no. In Sicilia chi con coraggio fa il suo dovere, viene prima o poi punito. Così succede che per anni I Siciliani si trovi completamente privato di pubblicità e sia costretto a firmare cambiali. Molti cittadini comprano il foglio ma nessun industriale o commerciante ci mette più una lira. Si cerca in tutti i modi di fare tacere una voce libera. Ora dopo più di vent`anni dalla morte del suo direttore, i redattori che nel frattempo hanno inventato altri giornali e altre riviste vengono attaccati con spirito punitivo, per via legale. Alcuni giornalisti fra cui Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri del Cda della cooperativa che stampava il giornale, rischiano di perdere le loro case «per il puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta dopo venticinque anni... Il precetto di pignoramento è stato notificato senza nemmeno curarsi di attendere la sentenza di appello».

    Una delle case pignorate è quella in cui è nato e cresciuto Giuseppe Fava. Ma il paradosso, che fa pensare appunto a una punizione per via burocratica, è che il creditore principale, l`Ircac, è un Ente regionale disciolto da anni. In una città come Catania, che ha un debito colossale dovuto a cattiva amministrazione, una città in cui gli sprechi sono all`ordine del giorno, ci si accanisce contro dei giornalisti coraggiosi che hanno avuto il solo torto di dire le cose come stanno e che sono già stati puniti brutalmente dalla mafia.
    Darò il buon esempio mandando 200 euro alla Fondazione Giuseppe Fava, presso il Credito siciliano, agenzia di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT) IBAN IT22A0301926122000000557524. Causale: «Per I Siciliani».

    Spero che altri mi seguano.
    Leggi l’appello per "I Siciliani" su www.ucuntu.org

    Offline negi

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    Re:appello per i giornalisti de "I SICILIANI"
    « Risposta #12 il: 11:55:31 am, 01 Agosto 2009 »
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  • inserisco anche questo articolo di pochi giorni fa, pubblicato su la repubblica a firma di Francesco Merlo. ciao

    L'eroe umiliato dal contrappasso

    Ed è una vergogna che segnaliamo alla sensibilità del capo dello Stato e all´intelligenza del ministro Tremonti perché trovino il contravveleno all´ordine di pignoramento, ovviamente legittimo, del tribunale di Catania. Questa legittimità formale di un assurdo reale, infatti, nella terra dello scontro fra Stato eAntistato, rischia di diventare lo scudo stellare della compiacenza mafiosa, un (involontario) devastante ammiccamento ai picciotti: una festa di mafia.

    Tra i creditori c´è la Regione del presidente Lombardo, il leader sicilianista del partito del sud, quello che ha affidato la Sanità a un magistrato antimafia, Massimo Russo. A Lombardo spetterebbe il gesto di civiltà: una leggina, come si dice in slang, che annulli il credito regionale e copra il resto del debito: cartiere, telefoni... Con spese procedurali e interessi, il debito da 38mila è lievitato a 72mila euro, da pagare entro settembre. Per la Regione sarebbe un piccolo costo per un merito grande. Non è vero, presidente Lombardo?

    E sarebbe magari il primo di una nuova serie di risarcimenti che, non si capisce perché,in Italia sono dovuti per legge alle vittime del terrorismo ma non a quelle della mafia, eroi per caso e per vocazione, innocenti e combattenti, uomini come Pippo Fava appunto che, già prima di dedicarsi alla lotta alla mafia, era un artista geniale che somigliava moltissimo alla sua terra e alla casa che adesso pignorano aPalazzolo Acreide, un nome da Magna Grecia, un teatro antico, un museo contadino, un incantevole fiume, in un posto che all´acros, alla sommità, ha forse solo Fava: Palazzolo Faveide.

    È vero che pirandelliani e avvocati di Sicilia subito chiederebbero di risarcire anche i mafiosi uccisi dai mafiosi e ovviamente, i transgenici, oggi di gran moda, che hanno, per esempio, una parentela sia con un assassinato e sia con un assassino della mafia. Ci sono poi i cuffariani e i dellutriani, i condannati che condannano, i mafiosi antimafiosi.
    Ma sarebbe malinconico cercare l´abusato e soffocante Pirandello nel pignoramento delle case dei cinque giornalisti che stavano nel consiglio di amministrazione dell´ultimo giornale di Pippo Fava, ‘I Siciliani´.Con il figlio di Pippo, Claudio Fava, ci sono Graziella Proto, Lillo Venezia, Rosario Lanza ed Elena Brancati che ha un altro cognome – nipote diretta – dove tutti amano ricoverarsi.

    La sera del 5 gennaio del 1984 il loro maestro, il loro direttore di vita fu ucciso con 5 colpi di pistola alla nuca a pochi passi dalla sede del Teatro Stabile di Catania, il suo teatro. Ebbene loro, gli orfani, potevano o scivolare nel più tetro sconforto o trovare l´energia per continuare a pubblicare il giornale e ad accumulare altri debiti – neanche tanti, se ci pensate – senza più quella guida che, nonostante le apparenze disordinate e le scelte coraggiose, sapeva anche essere colto e riflessivo, esperto, per traversie e sofferenze, delle cose della vita.

    Dunque con il coraggio di Fava, ma senza la sua prudenza (non c´è coraggio senza prudenza), divennero i protagonisti della stagione antimafia e tra proclami estremisti e denunzie concrete, ingenuità politiche e talenti narrativi, avviarono quel processo che alla lungaha trasformato anche la terribile città del boss Santapaola e dei quattro famosi cavalieri dell´Apocalisse (così li chiamò, sfidandoli, Giuseppe Fava), i signori assoluti dell´orrore urbano di calce e cemento, con le istituzioni culturali, politiche, giudiziarie e poliziesche più zelanti, più cortigiane, più colluse, tra morti ammazzati, paura, omertà e silenzio.

    Ebbene, di vivo e di ribelle c´erano allora solo i giovani - soprattutto, ma non solo, i 16 dei ‘Siciliani´ - che montavano come una maionese. E magari andavano a naso, con un radar (e Radar si chiamava la cooperativa indebitata) al posto del cervello, in un mondo che è come una lama affilata senza manico, un paradiso indiavolato che trasforma i suoi abitanti in prigionieri di una povertà che è bellezza solo quando è scarsamente frequentata dagli uomini. Diventa invece mafia non appena si muta in oro, vale a dire in impianti petrolchimici, cattedrali nel deserto, industrie del ficodindia, piani sregolatori, varianti, parcheggi, metropolitane, concessioni edilizie e ovviamente amici fidatissimi nei posti chiave della politica.

    Di pochi di quei ragazzi abbiamo seguito i destini, i successi e i nuovi slanci. Ogni tanto c´è qualcuno che rende onore alla loro epica, quasi sempre senza l´ironia temperata dall´amarezza dei Brancati e dei Pippo Fava. Non è facile riprendere il filo rosso delle loro storie… Probabilmente senza di loro la Sicilia sarebbe nelle mani, ancora e soltanto, dei clan mafiosi, nel dominio della morte.
    Ebbene, ritrovarli adesso con le case pignorate significa assistere allo sfregio legale di una risorsa morale. Sono incanutiti, qualcuno è disoccupato, non hanno più il passo spavaldo e lo sguardo beffardo della squadra d´attacco che furono. Eppure devono ancora ricorrere alle sottoscrizioni, alle indignazioni dell´Assostampa e degli attori, alla prosa generosa di Dacia Maraini, alla solidarietà personale del sindaco di Catania Raffaele Stancanelli e dell´assessore Fabio Fatuzzo (entrambi di Alleanza nazionale)…

    Ricordano "Il Miraggio", quel racconto di Borgese dove si narra di tre amici che attraversano il deserto e uno di loro è abbagliato dai miraggi e gli altri corrono dietro a lui che corre dietro ai miraggi. Sino all´ultimo miraggio che egli affronterà da solo perché - diceva Borgese - è da soli, e con i miraggi, che ci si salva.
    Ma in Sicilia non è vero, non è da soli che ci si salva. Signor Presidente della repubblica, signor ministro del Tesoro, signor presidente della Regione, nel paese che è una folla di cognomi, si colpisce, legalmente, un marchio, un logo, una memoria dell´antimafia. Come chiedere i danni alla famiglia Falcone e agli eredi di Borsellino per le auto distrutte nell´agguato di Capaci e nella strage di via D´Amelio.

    *Tratto da: repubblica.it

     

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