Autore: carmelo spataro Topic: suicidi nelle carceri  (Letto 8700 volte)

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enrico tomasi

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Re:suicidi nelle carceri
« Risposta #15 il: 22:28:35 pm, 02 Agosto 2012 »
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  • Signor Spaddaro, se rilegge attentamente le risulterà ovvio che ho sbagliato a scrivere. Tanto che ho fatto cenno a quanto riportato da lei. E  lei parlava di amnistia, ovvio.

    Mi perdoni il lapsus.

    Ma lei fuori dal forum é abituato a rispondere alle domande, o con la scusa che non vuole polemizzare gira alla larga anche li dai suoi interlocutori?

    giusto per farglelo notare,
    Se non c'ha fatto caso, dei suoi compaesani le hanno posto dei quesiti.
    Ha intenzione di rispondere pubblicando altri pizzini crocettiani, o vuole degnarci di qualche ragionamento piú o meno articolato, ma suo?
    Come le faceva notare anche Antonio, qui non siamo su uno di quei giornali di partiti di cui lei  e crocetta fate parte, ma che odiate cosi tanto.
    « Ultima modifica: 04:44:21 am, 03 Agosto 2012 da enrico tomasi »

    Offline carmelo spataro

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    Re:suicidi nelle carceri
    « Risposta #16 il: 23:02:59 pm, 02 Agosto 2012 »
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  • Gentile Sig, Tomassi ( solo ora ho compreso la Sua consapevole intenzione di storpiare il nome ma non avevo fatto caso che si chiamasse Tomasi e non Tommasi ) ho in altre occasioni, a proposito di programma, detto che io non sono il candidato e fareste bene a chiedere direttamente a Crocetta i vostri quesiti. Posso solo dire che sul web ci sono stati migliaia di interventi e di risposte dirette da parte di Crocetta su questioni programmatiche. Potete benissimo intervenire sul gruppo e chiedere tutto quello che volete. Crocetta ha sempre risposto naturalmente compatibilmente con i suoi tempi e con lo spazio che può dedicare a circa 50 mila aderenti ai gruppi. Comunque una parte del programma è già stata sottoscritta da oltre 500 persone tra ammnistratori, sindaci, consiglieri comunali, provinciali, assessori, studenti e gente comune non impegnata in prima persona nelle istituzioni. Un modo nuovo che mai era stato messo in atto. Già questo lo ritengo un fatto molto positivo. Naturalmente ci sarà sempre qualcosa che non sarà di Suo gradimento ma almeno ho cercato di dare le mie risposte. Più di questo oggettivamente non posso fare augurandomi che questo scambio di opinioni possa coinvolgere spazio e persone pià numerose di quelle, che con tutto il rispetto, possiamo rappresentare, io, Tito e Lei Sig. ToMasi !

    Offline a.merenda

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    Re:suicidi nelle carceri
    « Risposta #17 il: 10:25:29 am, 03 Agosto 2012 »
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  • vabbè va.....


    facciamo così che ci sbrighiamo: COSA NE  PENSA CROCETTA DELLA SITUAZIONE CARCERARIA IN SICILIA?



    Carmelo Spataro è un esperto. Nello Bongiovanni è un esperto. Enrico Tomasi già sa.


    L'opinione del referente siracusano del gruppo Crocetta collimerà con il candidato alla presidenza?


    ps: UN MIO AMICO 90ENNE NON SI E' ISCRITTO A FACEBOOK E NON PUO' LEGGERE IL PROGRAMMA. IO NON SONO ISCRITTO NEPPURE.
    SUL WEB (via google) NON HO TROVATO PROGRAMMI POLITICI RIFERITI A CROCETTA.

    Cos'è? l'approccio Fava secondo cui il programma si costruisce sul web?

    Persino Grillo ha dimostrato più chiarezza d'intenti.

    Per quanto riguarda il resto dei papabili candidati forse solo Musumeci (La Destra) conserva un minimo di chiarezza espositiva.

    Ah, ho capito: il programma di Crocetta è la "carta d'intenti" del PD?

    http://www.partitodemocratico.it/speciale/cartadintenti/home.htm


    E se è così come fa il PD Siciliano a non appoggiare Crocetta? E come fa Crocetta a chiedere ancora sostegno al PD?


    Tutto questo discutere e parlare (per alcuni blaterare inutilmente) lo facciamo perchè amiamo la nostra terra.
    Ricordiamocelo, al netto di un rispetto annacquato dalla mancanza di cultura della responsabilità.
    Il riferimento non è ovviamente personale,bensì di contesto.

    Offline a.merenda

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    Re:suicidi nelle carceri
    « Risposta #18 il: 16:05:15 pm, 06 Agosto 2012 »
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  • laddove la mano pubblica non interviene agiscono le lobbies che hanno come obiettivo di medio termine quello di influenzare tutte le decisioni a livello mondiale sulla base del criterio del profitto

    lo stato-nazione non basta più- ad un coordinamento internazionale basato sul profitto dove corrispondere un coordinamento transnazionale fondato sul non-proft


    ONG e lobbies che cercano il profitto riproporranno in forma più complessa ualcosa che assomigliò alla contrapposizione fra industriali e sindacati 40anni fa.

    il settore pubbilco "dovrebbe" regolare questi rapporti avendo la legittimazione popolare.

    unica via: la confederazione mondiale - portavoce dei 5 continenti - in qualche maniera già ipotizzata da Kant (quando parla del cosmopolitismo)


    dall'universale al particolare, ritorno all'oggetto del topic subito sotto:


    New York, ora Goldman Sachs prova a fare profitti con il recupero dei carcerati


    Non solo azioni, obbligazioni, valute o derivati. Goldman Sachs amplia il portafoglio di investimenti puntando su un nuovo business: i carcerati. La banca d’affari americana ha ricevuto via libera dalle autorità di New York per investire 9,6 milioni di dollari in un programma di riabilitazione nel principale carcere della città. Il colosso finanziario, descritto dal magazine Rolling Stone nel 2009 come “un gigantesco calamaro vampiro attaccato alla faccia dell’umanità che protende i tentacoli succhia sangue verso qualunque cosa odori di denaro”, forse in questo modo potrà migliorare la sua immagine. Ma non solo. L’accordo prevede che la banca, se riuscirà a ridurre di almeno il 10 per cento la criminalità recidiva dei carcerati adolescenti della prigione di Riker Island, guadagnerà più di 2 milioni di dollari oltre alla restituzione del denaro investito.

    L’iniziativa di Goldman Sachs segna un passo importante per la diffusione di questo tipo di strumenti finanziari, chiamati social impact bond e finalizzati alla raccolta da parte del settore pubblico di finanziamenti privati, che si stanno diffondendo velocemente in Inghilterra. Sarà la prima volta, infatti, che anche gli Stati Uniti adotteranno questo sistema, noto anche come pay for success bond. Ma gli esperti del campo non profit lanciano l’allarme: riparare all’irresponsabilità del governo incoraggiando investimenti di società private a caccia di profitti è un errore grave.

    La remunerazione degli investitori, giustificata dal risparmio di cui può godere l’amministrazione pubblica nel lungo termine se i social impact bond vengono adottati con successo, rischia infatti di snaturare la natura del programma e la sua valutazione. “E’ un meccanismo capace di raccogliere molti soldi per risolvere i problemi più rapidamente” – ha commentato al Washington Post Antony Bugg-Levine, amministratore delegato di Nonprofit Finance Fund – “ma bisogna riflettere sulle conseguenze che si presenteranno nel lungo termine”.

    Nonostante ciò, sono sempre più numerosi i governi che cedono alle offerte delle banche interessate a iniziative sociali. Nel caso del carcere newyorkese è stata proprio Goldman Sachs ad approcciare le autorità della metropoli dopo aver sentito che l’organizzazione responsabile del piano di riabilitazione era alla ricerca di finanziamenti. E’ poi intervenuto il sindaco di New York Michael Bloomberg che, tramite il suo gruppo filantropico Bloomberg Philanthropies, ha promesso alla banca la restituzione di 7,2 milioni di dollari su un totale investito di 9,6 milioni se non raggiungerà l’obiettivo. Goldman Sachs perderà quindi fino a 2,4 milioni di dollari nel caso in cui il programma non avrà successo, mentre incasserà 2,1 milioni, che saranno sottratti alle casse del Department of Correction della città, se otterrà risultati sufficienti.

    L’investimento di Goldman Sachs, se avrà successo, darà una spinta agli altri social impact bonds che sono ora sotto esame in diverse parti del Paese. In Connecticut, Ohio e Massachusetts, per esempio, i governi locali stanno studiando accordi con società private per finanziare progetti di aiuto a senza tetto e giovani criminali. A sostegno di tali strumenti finanziari è sceso in campo perfino il presidente americano Barack Obama, che a febbraio del 2010 ha proposto per il budget federale del 2012 una spesa da 100.000 dollari per la gestione dei social impact bond.

    L’idea è arrivata anche in Italia, dove Mario Calderini, consigliere del ministro per il Sostegno alla ricerca e all’innovazione, ha prospettato l’utilizzo dei social impact bond per i progetti delle smart communities, ovvero gruppi di persone che attraverso internet e nuove tecnologie condividono idee per rendere più efficiente la città. Sarà questa la strada giusta da percorrere? Un’alternativa, in realtà, esiste già. E’ la spesa pubblica, finanziata dalle entrate fiscali. Che, secondo un’opinione sempre più diffusa negli Stati Uniti, dovrebbe imporre più tasse alle banche. Proprio quelle che ora si mettono in fila per fare affari con il settore pubblico


    da. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/06/new-york-ora-goldman-sachs-prova-a-fare-soldi-con-carcerati/317893/

     

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