Ferla. L'attesa è stata trentennale ma entro pochi mesi, la più grande chiesa di Ferla tornerà al suo lustro originario.
L'edificio intitolato a San Sebastiano riaprirà i battenti a novembre del 2013. Dopo oltre 30 anni, appunto.
Sono ripresi, infatti, a pieno ritmo i lavori di recupero e ristrutturazione della chiesa che venne chiusa al pubblico per questioni di sicurezza.
L'intervento di recupero è stato finanziato dalla Presidenza della Regione e avviato lo scorso maggio per un totale di 1 milione di euro. E ieri è scaduto l'avviso della manifestazione d'interesse per gli interventi di restauro della tela del santo martire e dell'altare ligneo che troneggia al centro della navata principale.
Il progetto, redatto dall'ufficio tecnico del Comune di Ferla e dalla Soprintendenza di Siracusa, prevede il rifacimento della pavimentazione, oltre che il ripristino degli intonaci e degli impianti della chiesa. La direzione lavori è affidata all'ingegnere capo del comune, Santo Pettignano, e all'architetto Carlo Staffile, responsabile unico del procedimento della stazione appaltante.
Sono in corso, inoltre, i sondaggi geologici sulle colonne delle tre navate per verificare le condizioni di stabilità dell'edificio. Non è da escludere che si possa, tramite un altro finanziamento, rimodulare le somme e garantire gli interventi strutturali sui pilastri e sugli altari laterali.
«Sono infatti due le fonti di finanziamento a cui il Comune avrebbe potuto accedere - spiega il sindaco, Michelangelo Giansiracusa -. Gli stanziamenti della Presidenza della Regione Sicilia e quelli el Dipartimento regionale della Protezione civile attraverso la legge 433 del 1991 che stanziava fondi per il recupero post-sisma». In sostanza, attingendo al finanziamento della Regione è come si vi fosse un altro milione di euro in stand by, con il quale si potrebbero garantire molti altri interventi strutturali.
«Non si tratta di un semplice appalto - dichiara Giansiracusa -. Ma della realizzazione di un'opera che, per la comunità ferlese, ha un significato particolare».
Non solo, il sindaco Giansiracusa parla inoltre «di un lavoro pubblico che crea un indotto», accennando al cantiere e alle sue ricadute sotto il profilo occupazionale in un momento di stasi economica qual è quella in atto.
L'intervento garantirà dunque la riapertura di un gioiello d'arte che risale, nel suo impianto originario, al 1481 quando il vescovo di Siracusa, per la sua costruzione, avviò una raccolta fondi assegnando indulgenze straordinarie ai fedeli. L'attuale assetto della chiesa risale alla ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1693 che distrusse parte dell'edificio e che ne riconsentì la rinascita. E che la rende oggi un esempio mirabile di barocco ibleo.
Emanuela Tralongo 
Topic: La Sicilia 25 Agosto 2012 - Il barocco ibleo rinasce dopo 30 anni di attesa (Letto 1925 volte)
