Autore: SC Topic: Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia  (Letto 32728 volte)

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Offline SC

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È da tanto che pensavo di  aprire un topic su un fastidiosissimo neologismo  affermatosi parecchio e che sento utilizzato da parecchie persone di diverse gradi culturali.

Laureati e gente proveniente dal liceo classico  compresi, e  ora sfortunatamente qualche giornalista.

Voglio cioè porre l'attenzione  sul  verbo ATTENZIONARE che  non esiste

cioè non fa parte della lingua italiana non è stato incluso in alcuno dizionario.

per esempio provate a cercarlo

http://old.demauroparavia.it/cercaffox.php?stringa=attenzionare

se non vi fidate di un dizionario online allora guardate a pagina 154 del Dizionario della lingua italiana Devoto-Oli (edizione 1990)
dopo attenuazione viene direttamente attenzione

si pone l'attenzione, si presta attenzione, si mette attenzione ma non si ATTENZIONA una mazza

ma cavolo non sentite come una tagliola in bocca quando lo pronunciate?
è un verbo che hanno inventato di sana pianta i burocrati meridionali e diffusosi come un virus negli ultimi anni

e ancora cito il parere del LINGUISTA del corriere della sera GIORGIO DI RIENZO

Citazione
Attenzionare?
In ufficio c'è una diatriba in corso sul corretto utilizzo o meno della parola "attenzionare". Credo sia un neologismo, spesso in uso nel gergo giornalistico. Potrebbe darmi dei chiarimenti in merito?
Elena
Questo bruttissimo verbo è segnalato nel Grande Dizionario italiano dell’uso di Tullio De Mauro: si tratta di un termine, dal significato ovvio, introdotto dal linguaggio burocratico. Non ne caldeggerei l’uso.



tratto da http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/2005/4marzo2005.shtml

se c'è qualche insegnante di lettere che legge questo forum e  condivide la mia opinione  lo pregherei di porre rimedio a scuola segnalandolo ai colleghi oltre che agli alunni.
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Offline il buscemese

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Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
« Risposta #1 il: 15:51:22 pm, 29 Aprile 2009 »
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  • Non sono un insegnante di lettere, però amo il nostro bello e a volte poco accesibile idioma. Per quanto riguarda il neologismo attenzionare non mi sembra parola così malvaggia. Enunciandola mi dà il senso di quelo che si sta facendo e cioè : si sta ponendo attenzione, ci si sta interessando con maggiore intensità di una cosa, interessarsi di un qualchecosa e co si via. Ripeto secondo il mio punto di vista ci sono parole molto più incocludenti di attenzionare e anche questa parola entrerà a far parte del  nostro parlato corrente e sarà ,sicuramente ,inserita nei dizionari dall'accademia della crusca.

    Offline SC

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #2 il: 16:38:16 pm, 29 Aprile 2009 »
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  • attualmente gli accademici della crusca la aborrono e non solo loro.
    ho segnalato nel post il parere di qualche qualche linguista

    è un verbo sbrigativo da burocrati che non hanno controllato il dizionario.

    la cosa + divertente è che se finisse in tribunale un atto che usi questa parola potrebbe anche essere impugnato da un qualche avvocato cavilloso, visto che la parola non è presente in alcun dizionario.

    non vedo perchè bisogna prostituire la lingua di dante alla burocrazia.
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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #3 il: 02:10:13 am, 03 Maggio 2009 »
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  • per dovere di cronaca  devo aggiungere quello che ho trovato di recente:
    http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=8019&ctg_id=93).
    Citazione
    Ad intervalli continuano ad arrivare richieste sulla legittimità dell’uso del verbo attenzionare (ultime in ordine di tempo quelle di Eleonora Morando da Catania e di un “laureato in Lingue Moderne per il Web” da Palermo); poiché allo stesso quesito aveva già dato risposta Marina Bongi sulle pagine della nostra rivista La Crusca per Voi (n. 29, ottobre 2004), crediamo di far cosa utile riproponendo quel testo, con un piccolo aggiornamento, a cura di Matilde Paoli, relativo alla lessicografia più recente.

    Sul verbo attenzionare

    «Il verbo attenzionare non è registrato nei vocabolari sincronici né in quelli storici della lingua italiana consultati; tuttavia, pur avendo recentemente acquisito una nuova vivacità nell’uso, non può essere considerato un neologismo, dal momento che il Dizionario del nuovo italiano di C.Quarantotto (Roma, Newton Compton, 1987) lo lemmatizza riportando, all’interno della definizione, un riferimento bibliografico che risale agli anni ‘60: “v. tr. Sottoporre all’attenzione. Citato da Gino Pallotta (Dizionario della politica italiana, Pisani, 1964) che lo definisce 'mostriciattolo’ del lessico burocratico, trasferitosi tuttavia, talora, nelle aule parlamentari”. Attenzionare, dunque, fa parte di quei verbi utilizzati principalmente in ambito tecnico-specialistico e massimamente nel linguaggio burocratico, passati poi al linguaggio politico e da questo, eventualmente, a settori contigui quali il linguaggio giornalistico o dell’economia e, grazie all'influenza esercitata dai media, anche nel linguaggio comune. In corrispondenza di un sostantivo molto frequente nell'uso, può nascere in una lingua l'esigenza di avere a disposizione il corrispettivo semantico nella categoria grammaticale del verbo e viceversa, anche se non tutte le neoformazioni risultano necessarie o ben formate. Vediamo più accuratamente il caso di attenzionare. Rispetto ai verbi denominali presi in considerazione, attenzionare è diverso perché non equivale a ‘sottoporre qualcuno’, bensì ‘qualcosa’, cioè cambia il referente dell’azione del verbo. Il sostantivo attenzione dà luogo a molte locuzioni verbali: fare/prestare attenzione ('stare attento a qualcosa/ a qualcuno'), fare attenzione, con valore interiettivo ('esortare qualcuno a stare attento') e, specialmente al plurale, avere attenzioni per qualcuno significa 'coprire qualcuno di premure'. Attenzionare si inserisce tra tutti questi significati, ma non è sinonimo di nessuno perché è transitivo ed esprime il significato di 'sottoporre qualcosa all’attenzione di qualcuno'. Anche dal punto di vista grammaticale, la formazione attenzionare non è scorretta perché segue la flessione morfologica dei verbi denominali della prima coniugazione. Probabilmente, il fatto che questo verbo sia nato e sia normalmente usato in ambito burocratico fa sì che esso venga percepito, al di fuori dei settori nei quali comunemente si usa, come scorretto o, quanto meno, cacofonico; dal momento, perciò, che il verbo attenzionare è usato soltanto nel gergo tecnico degli uffici e nelle sedi amministrative piuttosto che nel linguaggio comune, non parlerei di "abuso" perché questo termine implica un uso eccessivo e, soprattutto, un uso in situazioni e in ambiti inadeguati. Le stesse riflessioni si potrebbero fare per altre forme verbali che hanno avuto ultimamente un rilancio nell’uso di alcuni ambiti settoriali come urgenzare, coniato, secondo il GRADIT (Grande Dizionario Italiano dell’Uso, a cura di Tullio De Mauro, Torino, UTET, 1999-2000 con aggiornamento del 2003) nel 1935, in epoca fascista, col significato di 'sollecitare con urgenza' e ingressare usato nell’ambito della biblioteconomia col significato di 'registrare un libro acquisito dalla biblioteca'. Sia attenzionare sia urgenzare hanno una costruzione transitiva che prevede una ‘cosa’ e non una ‘persona’, come oggetto diretto : “io ti attenziono questa pratica” e “il direttore urgenza questa pratica”. Questi verbi non pare abbiano avuto finora una rilevante diffusione nel linguaggio comune; tuttavia, sulla base dei dati emersi da una ricerca libera su Internet, possiamo fare alcune considerazioni in merito alla distribuzione di attenzionare nella nostra lingua: in primo luogo,notiamo che i siti che contengono questa forma verbale (circa 699) sono, per la massima parte, siti a carattere politico, amministrativo, medico, burocratico, giornalistico, dato che conferma quello che abbiamo già evidenziato; in secondo luogo, emerge che un numero consistente dei siti in cui viene utilizzato il verbo attenzionare è legato alla Sicilia: siti della regione e di comuni siciliani, testate giornalistiche regionali e siti di altro genere o argomento ma sempre legati alla regione Sicilia. Questa particolarità può essere dovuta al fatto che il verbo attinziunari è attestato nel dialetto siciliano, come conferma il Vocabolario siciliano a cura di G. Piccitto (Catania-Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1977) in cui il lemma, marcato come ‘antiquato’,è registrato con il significato di “rendere ossequio a qualcuno; fare a qualcuno una visita di omaggio”. Attinziunari e attenzionare sono formalmente equivalenti (ma non semanticamente), con la sola differenza che nel verbo siciliano l’oggetto diretto è ‘persona’, mentre nel verbo italiano è piuttosto una ‘cosa’. Recentemente, il participio sostantivato del verbo attenzionare è entrato, con molta probabilità dal gergo delle questure e delle caserme, nel linguaggio giornalistico (fonte: www.repubblica.it e www.corriere.it) con una sfumatura ancora diversa rispetto a quelle finora considerate: gli attenzionati sarebbero le persone sottoposte ad un'intensa sorveglianza da parte delle forze dell'ordine, con particolare riferimento a coloro che sono sospettati di collaborare o di far parte di gruppi terroristici e, comunque, persone considerate di particolare pericolosità per la comunità internazionale».

    Marina Bongi

    Come aggiornamento di quanto sopra scritto, possiamo aggiungere che l'edizione 2004-2005 del Devoto-Oli riporta sia il verbo transitivo che l'aggettivo attenzionato, datandoli rispettivamente 1998 e 2000; le definizioni sono le seguenti: “Sollecitare l'attenzione di qualcuno, spec. delle forze dell'ordine o dell'autorità giudiziaria, allertare” e “Sottoposto all'attenzione di qualcuno, spec. delle forze dell'ordine o dell'autorità giudiziaria”. Anche l’edizione 2007 del GRADIT riporta il verbo, datandolo 2001 e riferendolo al linguaggio burocratico; datato 2002, è registrato anche il sostantivo derivato attenzionamento, così definito: “da parte di un utente, il polarizzare l'attenzione su un determinato argomento o settore”. Infine lo ZINGARELLI ha accolto il verbo (non l'aggettivo, né il sostantivo) solo nell'edizione 2009, mentre il Sabatini Coletti 2008, non accoglie la forma.

    24 aprile 2009
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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #4 il: 18:40:10 pm, 03 Maggio 2009 »
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  • Bella l'idea di aprire un topic sull'uso della lingua italiana. Sarebbe davvero interessante se si potesse tornare ad usare la lingua come si faceva una volta, invece adesso quasi ti devi vergognare a parlare e scrivere bene perchè ti dicono che sei "antico" o "pedante" (sempre ammesso che chi lo usa sappia cosa vuol dire questo termine).
    Sapete qual è l'espressione che più odio? "Piuttosto che" usato al posto delle congiunzioni "e", "e anche", "o anche", "oppure" (es.: " ...io amo la musica piuttosto che lo sport" invece di "io amo la musica e lo sport").
    E questo perchè succede? La prima causa in assoluto è l'incapacità di leggere e/o la superficialità con cui si fa, presi come siamo dall'uso di internet e i mezzi di comunicazione moderni che ci abituano alle informazioni veloci e superficiali che quasi mai vengono approfondite. E così come è superficiale la lettura delle cose, diventa superficiale la "lettura" della vita in generale. Si, sono molto pessimista in merito.

    Offline SC

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #5 il: 18:33:44 pm, 04 Maggio 2009 »
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  • io non penso che internet sia da annoverare fra i mezzi di comunicazione che peggiorarno la lingua, in effetti siamo costretti a scrivere e in quel momento ci accorgiamo delle nostre lacune e cerchiamo di migliorarle.

    la possibilità di correzione che c'è su internet da parte di milioni di persone che hanno la possibilità di dire la loro con una semplice mail è meglio di qualsiasi professore.
    ci vorrebbe anche un po onestà intellettuale a correggersi

    comunque in questo caso la bruttura non viene da internet ma dal burocratese in cui molti in sicilia sono esperti
    la cosa + assurda è che qualcuno è convinto che il linguaggio burocratico sia un linguaggio da dotti mentre spesso è l'opposto.
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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #6 il: 21:43:05 pm, 04 Maggio 2009 »
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  • Sono d'accordo che il linguaggio burocratico non è per niente un linguaggio da dotti, ma da persone che spesso si nasconodono dietro le parole.
    In merito all'uso di internet voglio chiarire: non dico che questo mezzo di comunicazione peggiori la lingua, anzi, la potrebbe migliorare se fosse usato correttamente. L'impoverimento del pensiero in generale nasce dal fatto che questo mezzo dà una tale quantità di informazioni ed è talmente veloce che non ti invita all'approfondimento. Tutto rimane in superficie per cui spesso non c'è da parte del lettore quella concentrazione che il caro, vecchio libro permetteva. Tutto ciò a discapito della rielaborazione personale.
    Ritengo inoltre che la lettura dei vecchi amati libri, la conoscenza della letteratura mondiale, il perdersi in un bel romanzo o il tuffarsi nei meandri di un saggio critico, sottolineando le parti che più colpiscono o che meno si capiscono, e poi pensarci su, farlo proprio, rielaborarlo personalmente, riflettere....no, tutto questo internet o qualunque altro sistema di comunicazione moderno non lo permette o, forse, ci dobbiamo ancora abituare, e ci vorrà del tempo.
    "la possibilità di correzione.........è meglio di qualsiasi professore": No, mi spiace, non sono d'accordo. Il mezzo informatico non potrà mai sostituire il rapporto umano che solo il contatto personale può creare.

    giordanobruno

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #7 il: 22:41:22 pm, 04 Maggio 2009 »
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  • Ciascuno di noi ha un suo rapporto intimo e personale con Internet in particolare (e con i computers e la programmazione in generale).
    Probabilmente per me che l'ho visto nascere e l'ho seguito fin dai suoi primissimi sviluppi, la visione è molto diversa di chi, per esempio, lo usa come semplice utente solo da qualche decennio.
    D'accordissimo sulla "sana lettura" dei libri che suggerisce value, devo a mia volta portargli un esempio mio personale che Internet, anzichè sminuire i valori culturali dei libri in carta stampata, ne amplia addirittura gli orizzonti.
    E voglio citare un esempio mio personale: Sebbene abbia una libreria cartacea di circa 8-9 mila volumi, faticosamente accquistati (e letti) durante l'arco di tutta la mia vita, ultimamente "ho scoperto" books.google.it e vi ho trovati e scaricati oltre 600 titoli che difficilmente avrei potuto "procurarmi" nemmeno spendendo un occhio della testa anche perché si tratta di libri molto rari (specialmente di alcuni antichissimi che trattano dell'inquisizione, e di cui se ne sono salvati pochi esemplari dalla furia incendiaria degli inquisitori).
    Quindi penso che la cosa migliore è assumere un atteggiamento certamente di circospezione, ma con la piena consapevolezza che Internet può rappresentare uno strumento potentissimo e utilissimo per la diffusione della cultura.
    Un esempio per tutti: indubbiamente la potenza distruttiva dell'energia nucleare deve far paura a tutti e deve essere manipolata con cautela, ma non dimentichiamoci le enormi quantità di fabbisogni energetici che puo' soddisfare se adoperata con criterio e con le dovute cautele.

    Lo stesso, anche se in tono molto minore vale per Internet.

    Offline Luca

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #8 il: 23:12:00 pm, 04 Maggio 2009 »
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  • Sebbene abbia una libreria cartacea di circa 8-9 mila volumi, faticosamente accquistati (e letti)

    non credo di conoscerti personalmente ma.... complimenti lo stesso  :)  ,
    ma come fai a ricordare tutti quelli che hai letto?

    giordanobruno

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #9 il: 00:15:48 am, 05 Maggio 2009 »
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  • Come faccio? Semplice: per autore...
    Segnandomi al massimo, se questi mi piace, i pochissimi libri che NON ho (se non ho) (ancora) letti.
    Per esempio di John Steinbeck del quale ho letto tutte le opere, mi manca soltanto l'opera per la quale e' diventato famoso: Uomini e Topi, pensa un po'...
    GIUROOOO E' proprio cosi.
    Viceversa di Kafka ho letto tutto.
    Idem di Nietzsche
    quasi tutto di Dostoevskji
    Idem di Voltaire...
    vabbe.. diciamo che fino al terzo secolo dopo Cristo (fino ad Ammiano Marcellino ho letto tutto o quasi, tranne qualche rara opera filosofica (di Aristotele per esempio del quale ho letto poco)... e poi a saltare prima del 1200-1300 (con Petrarca, Dante e Boccaccio) diciamo opere minori del periodo medioevale (i Decretalia, il Canon Episcopi ecc. ecc.) fino ad arrivare al '500 con Rabelais, Erasmo da Rotterdam ecc. ecc. ecc. ecc.
    Ah dimenticavo i testi in lingua originale inglese 200-300 circa (qualcuno più raramente in spagnolo/portoghese e un paio in francese)... e poi per concludere e tanto per non restare completamente digiuno in informatica diciamo 150-200 testi di informatica di quella tosta... soprattutto riguardanti l'hardware e il linguaggio-macchina/assembler dove ancora oggi mi diletto a programmare nonostante conosca (quasi) tutti i linguaggi di programmazione (dalll'Algol, Fortran fino al C++ e all'Assembler che e' rimasto sempre il mio primo amore e che e' la radice di TUTTI I LINGUAGGI)....
    ehehhehehe

    Va bene... se ti trovi a Buccheri fatti sentire che avro' il piacere di farti vedere anche un piccolo spaccato della storia dei PC.:
    38 PC quasi tutti funzionanti e sui quali ho programmato fin dal 1978 dai primissimi 8086 IBM (compreso anche un Commodore 64 e un M20 Olivetti) fino agli ultimi AMD tra i quali questo a 3,6 Ghz che è quello da dove ti sto scrivendo.
    P.S.: Gli ultimi PC con S.O. rigorosamente e solo ed esclusivamente LINUX.
    Naturalmente, se non ti annoierai ti faro vedere anche i miei libri...

    Ah dimenticavo:
    mi chiamo Vito Gambilonghi...
    Chiedi di me e sapranno dirti tutti chi sono... :)))

    giordanobruno

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #10 il: 01:15:12 am, 05 Maggio 2009 »
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  • Scusate... ma mi capita spesso di uscire fuori tema... accidenti a me, ero entrato e volevo parlare di quel neologismo... purtroppo il linguaggio è una delle cose più belle e più ostiche da digerire.
    Secondo me il problema dei neologismi è quello che dovrebbero rispondere quanto meno a una regola fondamentale: non essere cacofoniche.

    Certo non pretendere che, come scrive Aulo Gellio nelle sue Notti Attiche, (a proposito di letture... luca_, segnati anche questo) che esaltando i neologismi inventati da Cicerone, per esempio, questi andava alla ricerca della perfetta assonanza, (e Cicerone ne introdusse moltissimi), ma avendo appunto l'accortezza di analizzarne e limarne il suono sia come singola parola che accoppiata alle altre parole e persino con intere frasi alle quali si poteva associare quel particolare neologismo.

    Un lavoro folle diremmo oggi, ma ricordandoci le "bellissime" versioni in latino... (azz. luca_ quasi dimenticavo tutte le opere in latino che ho e che ho lette - del greco conosco solo qualche parola, peccato... sigh! ma conto se non muoio prima di riuscire a leggere un giorno tutti i libri con testo greco a fronte che ho).
    Ma ritornando alle versioni in latino di Cicerone... se qualcuno di voi le ha fatte e se le ricorda... bene... pensate che in esse lui vi aveva introdotto moltissimi neologismi, quindi secondo me il problema non e' l'introduzione di nuove parole in sé ma queste dovrebbero rispondere a due requisiti:

    1) La parola non è necessaria? Nel senso che esiste una parola alternativa che esprime lo stesso concetto-idea?
    2) E' dissonante, stridente o cacofonica sia da sola che accoppiata a una qualche frase che ne completi il senso?

    In entrambi i due casi precedenti si dovrebbe quindi evitare l'uso di parole alternative... a meno che...

    Prendiamo i neologismi legati alle nuove tecnologie...
    Chiamare il mouse "topo" francamente mi fa ridere, anche perché nel nostro linguaggio comune ormai il termine "mouse" viene associato a quell'oggetto elettronico accessorio del PC che serve a far muovere il cursore sullo schermo.
    Viceversa se dovessimo chiamare mouse i comuni topolini, mammiferi roditori a 4 zampe... insomma sarebbe davvero un crimine.

    Quindi ben vengano i neologismi legati alle nuove tecnologie anche perché così facendo si rende più universale il linguaggio tecnico comune (che generalmente è l'inglese), e di conseguenza so che se lo chiamo mouse mi capirà anche un tedesco o un finlandese (tranne i francese che si ostinano a tradurre nella loro lingua TUTTE le parole tecniche inglesi, cosicché il mouse (mi pare) lo chiamino ratin).

    Poi c'è la cacofonia...
    Le parole devono essere semplici e facilmente pronunciabili, oltre che associabili sia ad aggettivi che a contesti complessi di frasi complete senza produrre dissonanze o cacofonie.

    Nel nostro caso la parola "Attenzionare" per esempio, e' la creazione di un verbo partendo da un sostantivo che nelle intenzioni di chi lo ha coniato per primo (credo qualche politico della prima repubblica, perché l'ho sentita moltissime volte a partire dagli anni '70-80 e sempre in contesti rigorosamente politico-amministrativi) voleva "verbizzare" ( a proposito si puo' dire verbizzare?) una parola che faceva parte di una frase completa di verbo e di complemento oggetto (porre attenzione) appunto.

    Alla fine questo ipotetico verbo attenzionare riesce soltanto a ridurre si e no di una sillaba la frase completa "porre attenzione", ma se ci fate caso è utilissima nel caso specifico dell'uso politico che se ne fa... si proprio così...
    si sposta la responsabilità perché la frase viene generalizzata...

    Nel primo caso infatti, rimarcando il verbo porre, viene posta l'attenzione sul soggetto che compie l'azione (IO) pongo attenzione a questo problema e di conseguenza non solo ho il mandato, ma anche L'OBBLIGO (quanto meno morale) di risolverlo.
    Nel secondo caso invece vediamo come se la cava il nostro bravo politico "scivolante d'ala":

    "Quel problema è stato attenzionato"...

    E gia' sparisce il soggetto di prima e soprattutto LA RESPONSABILITA'  rimanendo al suo posto, anzi... il fatto POSITIVO che (Noi o io) abbiamo "attenzionato" il problema...
    Quindi il soggetto diventa il problema e non più chi COMPIE o DOVREBBE compiere l'azione (IO O NOI).

    Sembrano sottigliezze, ma fateci caso... le studiano proprio tutte per sgattaiolare...

    Ah... questi politici
    :))))
     

     

     
     

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    Re:Attenzione ad ATTENZIONARE verbo inesistente della burocrazia
    « Risposta #11 il: 01:55:58 am, 05 Maggio 2009 »
  • Publish
  • le riflessioni di vito o meglio le "sottigliezze" mi trovano d'accordo e mi chiariscono anche alcuni aspetti della citazione dell'accademia della crusca che avevo precedentemente riportato
    laddove dice
    Citazione
    Rispetto ai verbi denominali presi in considerazione, attenzionare è diverso perché non equivale a ‘sottoporre qualcuno’, bensì ‘qualcosa’, cioè cambia il referente dell’azione del verbo.

    sul concetto di responsabilità  che cambia con il riferimento dell'azione del verbo non avevo lo confesso riflettuto.
    un motivo in + per odiare questo verbo che taglia la lingua.

    comunque non mi sembra una cosa sviluppata da politici ma proprio dalla burocrazia in se stessa poi i politici che con la burocrazia e con i media hanno sempre ache fare l'hanno propagato

    ma da notare che comunque che l'uso abbonda sopratutto in sicilia i linguisti sono d'accordo su questo,
    mi viene da pensare se ciò dipende anche dallo scarso senso di responsabilità che dimostriamo nelle cose, qui NESSUNO PONE ATTENZIONE si aspetta che si "attenzionino" :-\
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    « Risposta #12 il: 12:15:17 pm, 23 Ottobre 2009 »
  • Publish
  • Si, devo dire che non piace neanche a me.
    Grazie per l'analisi. E' sempre interessante cogliere le connessioni tra l'etimologia e gli atteggiamenti.

    saluti

     

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