Autore: a.merenda Topic: Le ideologie e il loro ruolo nello stato, nella politica nella sua analisi  (Letto 8539 volte)

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Chi ha delle idee non necessariamente sposa una determinata ideologia. Può succedere che le idee che si hanno toccano punti che, in maniera trasversale, vengono trattate da più ideologie.
Si può pensare, per ipotesi, ad un liberalismo che non sfoci nel liberismo economico ma che badi anche ad un'idea di "protezione" universalistica degli individui più deboli; un liberalismo che non rifiuti la copertura universale degli individui appartenenti ad una data comunità attraverso schemi di protezione sociale (sanità, pensioni, infortuni,malattia,maternità..).

Sul fatto, poi, che i termini cari alla "vecchia sinistra" avevano una loro coerenza logica è fuor di dubbio. Non ho detto il contrario, anzi, sostengo che quelle idee (conflitto, lotta, dibattito etc.) rappresentavano gli anticorpi a qualsiasi "malattia politica".

Sul Principe.
Dopo averlo letto  ;) mi sono subito trovato in disaccordo sul fatto che debba prendersi come manuale della Politica. Il mantenimento del potere e l'autoconservazione del potente attengono esclusivamente ad una faccia della medaglia, quella "strategica". L'altra parla delle azioni compiute dal politico di turno. La qualità delle gesta che possono, o meno, garantire lo sviluppo di una comunità.
Se prendiamo in considerazione solo il primo aspetto finiremo per definire un "buon politico" solo chi raggiunge obiettivi prefissati, qualunque essi siano. A questo punto qualcuno potrebbe affermare (come hai fatto tu in altri post) che Berlusconi è un ottimo politico. Così facendo, però, dovremmo dire lo stesso di Hitler, Mussolini, Stalin etc.
Io penso, invece, che questi tipi siano (o sono stati) solo dei "malati di potere" che hanno giustificato la loro bramosia con la scusa della "ragion di stato".
Questo termine, infatti, fu il passepartout con il quale i seguaci del Machiavelli riuscirono a giustificare le loro gesta durante la futura campagna di unificazione dello stato italico (allora diviso in ducati etc..).
Ciò, però, non vuol dire che l'unificazione italiana sia stata la cosa storicamente migliore per tutti. Solo il servizio di un grande intelletto alla bramosia di potere del signore di turno.
 E' chiaro che anche dai gesti di estrema violenza si possono poi avere delle evoluzioni non catastrofiche. La vita e lo sviluppo dello stato italiano ha seguito, pertanto, una dinamica che solo in parte è dipesa da quelle idee.

Concludo sulla "politica che vuole la gente".
Credo si tratti di un desiderio che, in fondo in fondo, coltivano in molti. Solamente un pò più di onestà da parte di chi viene designato ad incarichi di potere e responsabilità.

cià

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Chi ha delle idee non necessariamente sposa una determinata ideologia. Può succedere che le idee che si hanno toccano punti che, in maniera trasversale, vengono trattate da più ideologie.
Si può pensare, per ipotesi, ad un liberalismo che non sfoci nel liberismo economico ma che badi anche ad un'idea di "protezione" universalistica degli individui più deboli; un liberalismo che non rifiuti la copertura universale degli individui appartenenti ad una data comunità attraverso schemi di protezione sociale (sanità, pensioni, infortuni,malattia,maternità..).

hai un concetto molto stereotipato di ideologia relegato solo alle etichette già esistenti e sopratutto molto accademico, un'ideologia può essere qualsiasi sistema logico-fiduciario che permette ad un individuo di giudicare la realtà, un sistema che garantisca all'individuo una ragione di vita.

le ideologie possono essere relativamente semplici come l'uomo che "fa tutto e solo per i soldi" da secoli l'ideologia + semplice e resistente, così come ci sono le grandi ideologie di cui in genere parliamo, oppure i grandi sistemi religiosi, e filosofoci.

io ho osservato che i maggiori mali li crea la discrasia fra l'ideologia che formalmente si segue da quella che effettivamente si segue.

non è solo un problema morale di ipocrisia diventa un problema logico di razionalità fa inceppare il motore che dovrebbe produrre idee

se tu pensi di essere un socialista ma sei un miliardario avrai molte difficoltà a portare avanti delle idee coerentemente "socialiste"

allo stesso modo sarà molto difficile essere un prete "santo" se sei ateo

il primo dovere che si ha nel perseguire un idea è CREDERCI, se la persegue senza questa FEDE di fonte


Sul fatto, poi, che i termini cari alla "vecchia sinistra" avevano una loro coerenza logica è fuor di dubbio. Non ho detto il contrario, anzi, sostengo che quelle idee (conflitto, lotta, dibattito etc.) rappresentavano gli anticorpi a qualsiasi "malattia politica".
non ti ho mai attribuito una negazione, ma conflitto lotta non erano anticorpi esterni bensi inerenti all'ideologia stessa

Sul Principe.
Dopo averlo letto  ;) mi sono subito trovato in disaccordo sul fatto che debba prendersi come manuale della Politica.

infatti non lo è di politica ma di analisi politica, il principio importante dell'opera del machiavelli e quella di guardare la realtà senza stereotipi morali, a causa del retaggio culturale cattolico-umanista che caratterizza la nostra cultura viene letto così male, non si vuole accettare che l'idea di guardare la realtà prima dei "principi superiori"

Il mantenimento del potere e l'autoconservazione del potente attengono esclusivamente ad una faccia della medaglia, quella "strategica". L'altra parla delle azioni compiute dal politico di turno. La qualità delle gesta che possono, o meno, garantire lo sviluppo di una comunità.

avendo letto  il principe avrai letto la parte in cui mette i limiti al principe quando afferma per esempio che non doveva insidiare le donne del popolo , non essere esoso nelle tasse e cercare di sviluppare l'economia per migliorare l'esercito, ovviamente nella visione machiavellica è subordinato alla strategia.
se un politico cade la sua visione politica cade con lui.

Se prendiamo in considerazione solo il primo aspetto finiremo per definire un "buon politico" solo chi raggiunge obiettivi prefissati, qualunque essi siano. A questo punto qualcuno potrebbe affermare (come hai fatto tu in altri post) che Berlusconi è un ottimo politico. Così facendo, però, dovremmo dire lo stesso di Hitler, Mussolini, Stalin etc.

si infatti non ho alcuna difficoltà che furono tutti ottimi politici perchè riuscirono a conseguire obbiettivi che sono addirittura durati dopo di loro, per esempio le autostrade di hitler e l'ordine dei giornalisti di mussolini che per quanto nato da un evidente idea culturale di controllo fascista  e continuato anche in idea repubblicana, frai tre il + grande fu però stalin che morì sul suo letto , sconfisse gli altri due e riusci a puntellare e garantire la sopravvivenza per 70 anni ad uno stato fondato su ideologia lontana dai bisogni naturali dell'uomo.

cio non toglie che sono stati anche dei criminali e dei pazzi feroci , assassini ma tecnicamente nel loro ambito furono abili, dire il contrario significa scontrarsi con la storia che ci dice che hitler fu comunque un capo di stato riconosciuto con cui gli altri capi di stato scendevano a patti.

Io penso, invece, che questi tipi siano (o sono stati) solo dei "malati di potere" che hanno giustificato la loro bramosia con la scusa della "ragion di stato".
Questo termine, infatti, fu il passepartout con il quale i seguaci del Machiavelli riuscirono a giustificare le loro gesta durante la futura campagna di unificazione dello stato italico (allora diviso in ducati etc..).
guarda che l'unificazione fu attuata 400 anni dopo e nessuno ha mai usato machiavelli per giustificarsi
molti sono i malati del potere pochi diventano presidenti del consiglio o capi di stato.

Ciò, però, non vuol dire che l'unificazione italiana sia stata la cosa storicamente migliore per tutti.

no infatti quelli della lega rappresentano una fetta di italiani che dicono che non lo è stato per niente.

Solo il servizio di un grande intelletto alla bramosia di potere del signore di turno.
 E' chiaro che anche dai gesti di estrema violenza si possono poi avere delle evoluzioni non catastrofiche. La vita e lo sviluppo dello stato italiano ha seguito, pertanto, una dinamica che solo in parte è dipesa da quelle idee.


se ti riferisci a machiavelli continuo a pensare che hai letto molto male il principe, i gesti violenti vengono compresi solo in un ottica del tempo che esigeva quel tipo di scelte e subordinati a criteri di utilità non erano degli omicidi arbitrari da attuare, ma il principio di base non è quello non consiglierebbe mai un omicidio fisico al giorno d'oggi

Concludo sulla "politica che vuole la gente".
Credo si tratti di un desiderio che, in fondo in fondo, coltivano in molti. Solamente un pò più di onestà da parte di chi viene designato ad incarichi di potere e responsabilità.

sei proprio certo che la nostra gente voglia questa politica con tutto ciò che comporta?voglio dire al di la delle parole
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La ragione di vita non me la fornisce l'ideologia, semmai l'idea o il valore.

Tornando a bomba: "Osservava Cattaneo che se «l'atto più sociale dell'uomo è il pensiero», i risultati di questa attività speculativa presenteranno un «poliedro ideologico», una vastissima varietà di idee e di comportamenti legati alla civiltà, che potranno essere indagati e definiti da una «ideologia sociale» o «ideologia delle genti» intesa come «istoria delle idee nei popoli» così come avevano intuito sia Vico che Hegel." (Bobbio, N.Una filosofia militante: studi su Carlo Cattaneo, Einaudi, 1971, pag.161)

Quindi deduco che l'ideologia sia paragonabile ad un paio di occhiali: in base alla loro gradazione si riesce a vedere in maniera più o meno chiara una cosa. Insomma si tratta di uno strumento utilizzato per "orientare le masse".
Ora, io non voglio dire che le ideologie non esisteranno più. Dico solo che non me ne occupo. Io esprimo solo le mie idee.

Inoltre tu parli di "credere", "aver fede" riferendoti all'ideologia come se si trattasse di religione. Se ho capito bene le tratti allo stesso modo. Ecco perchè cerco di stare lontano sia dall'una che dall'altre.

saluti

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fammi capire ma tu non hai letto che nella storia che c'è stata gente  che è morta in nome delle ideologie?fascista, comunista , liberale, giacobina , illuminista, cattolica , protestante

ci sono persone che nella storia ne hanno fatto la loro ragione di vita, il motore della loro vita.

non puoi banalizzare l'esperienza di tantissime persone nella storia dicendo che non traevano spunto da ciò in cui credevano

e ti faccio abbastanza intelligente da non trincerarti dietro due vocaboli , l'idea quando il pensiero piace l'ideologia quando non piace
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Non mi permetterei mai. E non sostengo neanche che sia stata una cosa sbagliata.
Affermo soltanto che non è il mio caso.

Quello che mi preme far presente, quando osservo la realtà che mi circonda, è ciò che ritengo sia dannoso o positivo (ovviamente dal mio pur sempre parziale punto di vista).

L'attività alla base della promozione, sostegno, credenza ad una data ideologia non mi interessa.

Ad esempio: quando si parla di globalizzazione (ideologia nata da poco) io non riesco ad essere nè a favore nè contro. Tutto dipende da ciò di cui si sta parlando. Se un sintomo della globalizzazione è un'ulteriore relativizzazione dello spazio (fisico-virtuale) sono pronto a discuterne. Se si tratta di delocalizzare le imprese per abbattere i costi fissi la trovo una cosa orientata solo al profitto/denaro quindi non mi interessa. Se si parla di delocalizzare le imprese perchè, invece, vuoi creare valore aggiunto facendo leva sulle competenze/saper fare di un dato territorio sono d'accordo.
(tipo il cinese mi piazza una sede di una catena di distribuzione alimentare in Sicilia perchè il pomodoro di Pachino non lo può trovare altrove)
Io penso che in questo mondo, durante questo millennio, sarà bene non concentrarsi su ideologie, bensì su valori. La pace tra i popoli credo sia uno di questi. Per raggiungerla, tuttavia, non è detto che si debba statalizzare tutto (come suggerirebbe la nostra "vecchia sinistra").
E ancora: le due maggiori aggregazioni politiche italiane si riferiscono a due valori precisi: demorazia e libertà. A questo punto perchè non concepire il gruppo che promuove la salute, quello dell'amore (di sapore orwelliano), quello della tradizione, quello della creatività?

Il popolo della pace (PdP), l'Italia del lavoro (IdL), Sinistra e fraternità (SF), Rifondazione populista (RP)....e così via.

Scusate se qualcuno si sentirà offeso da queste mie osservazioni. Chiedo soltanto di guardarsi intorno...ci sono talmente tante di quelle sigle-aggregazioni politiche.

Per me si farebbe prima a chiamarle destra e sinistra per un fatto di comodo: chi si siede dove sugli scranni parlamentari come in origine).
Poi subentra il problema di come convincere la gente a votare per i c.d. eletti.

Ma quì si torna al discorso originario:

ideologia o reputazione? 


 

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