E’ una noce schiacciata tra la democrazia dell’applauso ed i guardiani del soldo quel che resta del sistema partitico italiano.
Forse due sponde della stessa morsa. Manovre oscure di porci senza terra per sostituire il pifferaio – pastore con un suo simile.
Perché? La sua musica non incanta più. Il gregge è irrequieto.
Ed il gregge italico che fa? - si chiedono i media-militanti.
Bhè, più o meno cose simili. Ma ognuno per conto proprio.
Non c’è coscienza collettiva se non in rari casi.
Si guarda la TV, si va su Facebook, per centri commerciali, pizzerie e pubs.
Inviamo e-mail e ci interessiamo alle sorti del mondo inframezzando sprazzi di attenzione con oceani di cazzate.
C’è chi fa una partita a carte e chi vuol diventare apprendista chierichetto in nome do diu re sordi.
Alle corporazioni post moderne rimane l’organizzazione sbiadita del fascio comunismo che ci comanda da 50 anni.
La brutta figlia di un collante ideologico che va sciogliendosi.
L’appartenenza, oggi, ha un prezzo. Più o meno vantaggioso. E’ il relativismo che ce lo impone.
Eh, si. Vietato sognare! Dunque zero spazio alle idee che lasciano immaginare.
Nulla deve far ipotizzare un futuro meno scuro.
Periodicamente appuntamenti popolari ove scegliere chi dovrà comandarci.
Quasi riti secolarizzati come feste di paese dove alla “santa” non ci crede più nessuno.
Tutti sanno che il bene viene dalla condivisione delle scelte ma nessuno è disposto a farlo sul serio, a parte quelli che, in strada, si risvegliano sulla stessa barca.
La matrice del sistema ingenera sonnifero a piccole dosi. Una moltitudine di droghe legalizzatissime che ci placano, ci domano.
Il tutto facendo leva sul desiderio recondito dell’uomo che aspira alla divinità: l’assenza di dolore, di fatica dunque piacere, sempre e comunque.
La vanità e la pigrizia siglano tutti i giorni il patto mortale dove sacrificare il divenire.
La bilancia pende talvolta a favore del tempo. Ed il caso, poi, miete le sue vittime alla ricerca di un equilibro nuovo e precario.
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