La forma è sostanza: quando l'insulto sostituisce la politica.Parabola dell'IMU

[Franco Nero]

Ho letto il manifesto nel quale si associa il mio nome e quello di un mio amico ai concetti di follia, voltafaccia, tradimento, disastro e via dicendo, con un disgusto intellettuale tale che nel mio cuore non vi è stato spazio che per il compatimento.
Non ho provato rabbia, ma soltanto pena. Pena sincera per un modo infantile e primitivo di intendere il confronto, la dialettica democratica in questa città.
I toni, i contenuti, le costruzioni formali presenti in quel manifesto non possono essere considerate, ovviamente, invettive politiche, ma più propriamente insulti personali decorati da vaghe aggettivazioni simil politiche, proprie di un soggetto collettivo delirante, accecato dalla misura concreta della propria insufficienza al compito e che per questo alla stregua di un ciclope menomato, l’unica legge che mette in atto è quella della violenza, in questo caso quella della violenza mediatica. Non me ne meraviglio, non è la prima volta che accade e non è la prima volta che sono io ad esserne vittima.
Mi dispiace profondamente per i miei concittadini, costretti ad assistere a uno spettacolo dal taglio scadente che invece di nobilitare una idea o giustificare una posizione politica, in maniera subdola li vorrebbe spingere a scegliere una parte(in questo caso la loro parte)in virtù della gratuita cattiveria di una sbalorditiva serie di insulti personali..il che la dice lunga sul tasso di tolleranza e quindi di democrazia presente in chi ha voluto, scritto e condiviso quel manifesto “neorepubblichino”.
La forma è sostanza, oggi come non mai: qualcuno voleva la guerra degli stracci; avrebbe voluto innescare una reazione di pari gergo insulso, di simile violenza semantica per poter catalizzare l’attenzione della gente sulla forma a discapito della sostanza.
Se l’obiettivo era quello di fomentare la battaglia dell’insulto, per solleticare la partigianeria popolare e far precipitare nell’oblio il contenuto della disputa(l’aumento delle tasse), che si rassegnino. Insieme a Dionisio Mollica, amico di vecchia data, abbiamo risposto all’insinuazione, all’ingiuria, alla maldicenza scomposta di questa brigata di piccolissimi prepotenti, con un manifesto esclusivamente di contenuti, poiché le differenze politiche appartengono ai contenuti e ad essi soltanto.
Nella nostra formazione culturale, per altro diversa, non c’è asilo per il discredito personale, l’accanimento patologico e il perseguimento della morte civile contro chi la pensa diversamente,..queste peculiarità sembrano invece albergare dall’altra parte visto il capolavoro di nefandezze confezionato contro di noi.
Che dire?
Sapevo, quando ho cominciato a far politica, che non era precisamente un corso di danza classica; che lo scontro tra idee è una componente essenziale di questa attività, ma permettetemi di certificare il mio personale disgusto per l’infimo livello e gli infimi mezzi che sono stati utilizzati per demolire sul piano personale, chi ha impedito che l’inadeguatezza politica e amministrativa venisse ancora una volta pagata da tutta la cittadinanza.

Cesare Salonia