Mi è molto piaciuto il post di Tito del 05.12.012 (
http://www.paraparlando.com/sortino/consiglio_comunale_5644.15.html), alias Antonio Merenda.
Tito non è certo uno che le manda a dire.
E neppure io per la verità.
Nel predetto post Antonio ha introdotto il tema del ruolo politico del Sindaco all’interno di una coalizione di governo, e lo ha fatto correttamente ed in modo intelligente. Il Sindaco - ha osservato Antonio - dovrebbe essere
“mediatore /o punto di riferimento per tutta la sua maggioranza”. Mi viene spontaneo aggiungere che il Sindaco dovrebbe essere il “
garante” della coalizione, equidistante tra le parti, indipendente (mentalmente e operativamente, intendo) da Tizio o da Caio, garante della “collegialità” e dei processi di condivisione tra i consiglieri di maggioranza, filtro essenziale della comunicazione nei confronti dei cittadini.
Ebbene, mi spiace dirlo, non è il caso di Sortino.
Enzo Buccheri, il
Sindaco che anch’io ho contribuito ad eleggere, ha sbagliato e continua a sbagliare. Gliel’ho detto, sia in privato che in pubblico; quando Cesare Salonia è entrato in Consiglio Comunale gliel’abbiamo detto insieme. Inutilmente!
Tutti possiamo sbagliare sia chiaro; tuttavia il Sindaco Buccheri ha commesso l’errore per eccellenza, perseverandovi: delegare “in bianco” la direzione politica della coalizione al capogruppo Pippo Mezzio e la quasi totalità della gestione amministrativa a Vincenzo Parlato, titolare delle deleghe chiave del Comune, quali vice sindacatura, lavori pubblici, urbanistica ed ecologia. Il sindaco ha tenuto per sé anche bilancio e personale, rubriche nelle quali vi è stata una vera e propria vacatio, un vuoto sotto gli occhi di tutti. Un grave errore.
In tal modo il Sindaco, anziché essere il “
garante” della coalizione, è divenuto un semplice “
gregario” di un meccanismo che si è inceppato.
Il
capogruppo Mezzio non ha saputo condurre il gruppo consiliare come si conviene ad un capogruppo, divenendo egli stesso parte tra le parti, arbitro e giocatore nello stesso tempo.
Mi spiace dirlo, ma è così.
Un capogruppo, con a cuore le sorti di un’Amministrazione della quale egli è stato tra i fondatori, non avrebbe mai abbandonato il suo gruppo consiliare in pieno Consiglio Comunale, rifiutandosi di votare l’aumento dell’IRPEF proposto dal suo stesso Sindaco; non avrebbe indotto il suo gruppo consiliare a disertare i Consigli Comunali del 13 e 14 marzo scorso lasciando il sottoscritto solo in aula (con la sola minoranza consiliare ed un consigliere del gruppo Sortino Futura), non si sarebbe abbandonato ad uno sciocco accanimento nei confronti del sottoscritto giungendo persino a richiedere le mie dimissioni, sottolineo senza alcun valido motivo. Il capogruppo - ancor più nella specie “ispiratore” del Sindaco - avrebbe dovuto lavorare per unire e fortificare il gruppo, rendendolo omogeneo, organizzando al meglio i lavori consiliari, senza abbandonarsi ad improvvisazioni o ad atti e decisioni non concordate. E che dire delle dimissioni da capogruppo annunciate dallo stesso Mezzio (vedasi Deliberazione C.C. n. 46 del 02.07.2012) e mai rassegnate?
Quanto sopra, solo per citare qualche esempio.
Né il Sindaco, né i cosiddetti “
leader” della coalizione - coloro che io chiamo il G8 - hanno saputo e/o voluto far fronte agli atteggiamenti, a volte proprio prepotenti, del capogruppo.
Anzi. Il
9 maggio scorso (Cesare Salonia non era ancora entrato in Consiglio Comunale), i leader della coalizione decidevano, in una riunione “carbonara”,
a mia insaputa ed in mia assenza, che io avrei dovuto dimettermi da lì a un anno.
Tutto ciò senza giustificato motivo.
Il punto non sono tanto le dimissioni. So bene che in politica accade questo e altro (purtroppo). Tuttavia le cose devono essere discusse, si può ragionare; non potevo, e non posso, accettare che altri - in mia assenza, senza motivo e senza darmi la possibilità di parlare - decidessero per me.
Di questo e di altro parlerò ancora, ove il caso e a suo tempo. E non certo in Consiglio Comunale dove - nonostante il capogruppo Mezzio si diletti con encomiabile costanza a stuzzicarmi - non posso certamente occuparmi di rapporti politici e coalizione, né di gruppi consiliari.
Il ruolo, nonché il profondo rispetto che ho per le Istituzioni, me lo impediscono.
Cesare Salonia, appena entrato in Consiglio Comunale, è stato testimone oculare di quanto accadeva in seno all’Amministrazione e nella coalizione. Devo ringraziare pubblicamente il consigliere Cesare Salonia poiché, anche grazie alla sua intelligente e coraggiosa determinazione, ho potuto avviare un processo di legittimo dissenso nei confronti di un modo di fare politica e di condurre la cosa pubblica che non mi trova d’accordo. A Cesare quel che è di Cesare, la battuta, nella specie, è proprio pertinente. Io e Cesare Salonia siamo d’accordo su tante cose; su molte altre siamo in “perfetto” disaccordo. Ci unisce, tuttavia, la cultura del ragionamento. Non c’è sopraffazione, né prepotenza, né arroganza.
Penso anche all’assessore
Nello Palì e mi chiedo ancora perché, a poco meno di un anno dalla sua nomina, fu sostituito. Nello è stato un buon assessore, non fosse altro per la determinazione e la passione che profuse nel suo incarico, nonostante il poco tempo che ebbe a disposizione. Non ho condiviso la sostituzione di Nello Palì, né la conseguente successiva nomina dell’assessore Magnano (solo per un fatto politico sia chiaro, nulla di personale). Né ho condiviso la scelta del Sindaco di nominare a suo tempo un esperto per le problematiche dei precari (spesa eccessiva e problema irrisolto).
L’assemblea pubblica del 10 novembre scorso, organizzata dal Sindaco e dalla giunta, è stata veramente significativa. In quest’assemblea è stato vietato ai consiglieri comunali di “parlare”, cioè di esprimere le proprie idee. Scelta senz’altro discutibile, antidemocratica,
illiberale. Sono rimasto in silenzio senza potere intervenire, mentre ascoltavo (mio malgrado) le parole di qualche "illuminato” che scientemente denigrava il sottoscritto, Cesare Salonia e gli altri consiglieri del gruppo PD. Non è grave tanto la circostanza che alcuni consiglieri siano stati criticati; è grave il fatto che chi denigrava sapeva che non avremmo potuto replicare. Meschinità.
Una battuta per colui che si firma “
primo cittadino”, il quale nel post del 05.12.2012 (
http://www.paraparlando.com/sortino/consiglio_comunale_5644.15.html), riferendosi al sottoscritto e a Cesare Salonia, utilizza (certamente in buona fede) il termine “fuggiaschi”. Ebbene, caro amico, il termine “fuggiaschi” mal si addice a me e a Cesare. Piuttosto,
fugge chi non parla, chi non proferisce parola, chi non esprime il dissenso, chi non ci prova...