Autore: Luca Topic: Eolico,la cosa migliore?  (Letto 2566 volte)

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Offline Luca

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Eolico,la cosa migliore?
« il: 20:34:22 pm, 20 Novembre 2009 »
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  • Sicuramente molti di noi avranno visto i parchi eolici delle nostre zone,alcuni li ammirano,altri li odiano e,come in ogni cosa, c'è la parte dei favorevoli e quella dei contrari,ciascuno con le proprie convinzioni.

    Propongo un articolo di Christian Lezzi (16 novembre 2009) in cui fa un po' le pulci al fenomeno "eolico"
    e chissà che non riesca a convincere qualcuno sulla "bontà" dell'eolico e sull'enorme opportunità per il nostro territorio (...gli amici Buccheresi,che personalmente ritengo "vittime" delle pale,potrebbero darci il loro parere)

    __________
    Energie rinnovabili, la truffa dell'eolico

    L’annosa questione della produzione di energia, che da sempre focalizza mille battaglie contro le centrali nucleari e a carbone, vede oggi, in un’epoca di consapevolezza ambientale e di difesa del territorio, nuove possibilità date dalle energie rinnovabili e pulite.   Ma se da una parte nascono nuove strade di produzione dell’energia elettrica, svincolate dal consumo di petrolio, gas e combustibili fossili vari, dall’altra sorgono spontanee nuove contestazioni, sempre in difesa dell’ambiente, che muovono battaglia ai nuovi business ed alle nuove professioni, non sempre contenuti nei confini della trasparenza e dell’etica comportamentale, legati proprio alle nuove fonti energetiche.

    Tornata in auge nei primi anni ’70, in un’epoca di crisi petrolifera, la produzione eolica di energia elettrica trasformò, in pochissimi anni, la Germania nella terra di Don Chisciotte, facendone il territorio con il più altro numero di “mulini a vento” di tutta Europa.
    La stessa cosa accade oggi all’Italia, come se si trattasse di una nuova moda.

    Inevitabili le contestazioni degli abitanti le zone interessate, vuoi per l’inevitabile rumore che gli impianti producono, vuoi per l’impatto visivo che deturpa campagne e colline, tutt’altro che in maniera pulita e sostenibile.

    Lo scambio di denaro per paesaggio la fa da padrone in questo scenario favorendo la proliferazione di impianti eolici soprattutto nel meridione d’Italia, flagellato dalla disoccupazione e ricco di terre che sempre meno gente vuole coltivare.
    Una proliferazione selvaggia che ci parla del triplo di concessioni ottenute rispetto a quelle pianificate nei piani di sviluppo dei comuni.

    Ecco quindi la soluzione, il soldo facile che, partendo da incentivi statali ai massimi e pericolosi livelli, trasforma le nostre terre in centrali di produzione energetica.
    E poco importa se l’area interessata è di rilevanza turistica o ambientale.

    Se almeno questo sistema funzionasse, ci si potrebbe turare il naso parlando di male minore, di necessità, di tornaconto economico collettivo e facendone di necessità virtù.

    In realtà, questo tornaconto è per pochi.

    Partendo dal basso vediamo come i contadini concedano le loro terre per un pugno di euro, si parla di una media di 125 euro al mese per la cessione in affitto di un’area necessaria all’installazione di pale tarate per una produzione ipotetica e nominale di 1 Mega-Watt/ora.
    Parliamo del terreno necessario all’installazione di 10 torri, per intenderci.

    Poi troviamo il tornaconto per i Comuni, che arrivano a percepire circa 300.000 euro l’anno, sotto forma di royalties sulla produzione energetica, per la concessione di dette aree e delle relative autorizzazioni, senza che i cittadini ne vedano un ritorno in termini di detassazione o di supporto alla spesa energetica in bolletta.

    In cima a questa “catena alimentare economica” troviamo ovviamente l’imprenditore eolico, ossia colui che sostiene il rischio e l’onere economico della realizzazione a fronte del guadagno dato dalla stessa produzione e dagli incentivi statali e comunitari a supporto della realizzazione.
    Il fatturato reale di 10 torri è di circa 33.000 euro al mese, appena sufficiente a coprire le spese di cui sopra, ma che viene ampiamente rimpinguato dalle sovvenzioni pubbliche
    Parliamo di circa 1,5 milioni di euro per ogni torre eolica costruita e dichiarata operativa, una tantum, a fondo perduto, anche se in realtà poi la torre resta ferma e non produce energia.

    Fra questi tre soggetti interessati ne troviamo un quarto, una figura non sempre chiara, una nuova serpeggiante professione che si occupa di procacciare le autorizzazioni.
    Si definiscono “Sviluppatori” e per il loro impegno percepiscono dai 15.000 ai 50.000 euro di commissione.

    E’ evidente, quindi, dato l’enorme giro di denaro pubblico, che, molto più del vento, a muovere le pale del business sia quel sistema di costruzione selvaggia, che alimenta i giri di mazzette e conoscenze che in tanti iniziano finalmente a denunciare, quelle “pagnotte” di cui si parla nelle numerose intercettazioni fatte a politici e imprenditori “con le mani nel vento”.

    Siamo di fronte, quindi, al pericolo di una grande “bufala” economica, fatta di deturpazione del territorio, di montagne di soldi pubblici, di scambio di favori sottobanco e di “cattedrali nel deserto” come da peggiore tradizione.

    Tutto alimentato da una demonizzazione ad arte delle centrali nucleari, quelle centrali che costerebbero meno e renderebbero di più, se costruite secondo i più moderni criteri di produttività e sicurezza.

    Qualora i dati sopra riportati non fossero sufficienti a rendere l’idea di come quella dell’energia eolica sia una operazione puramente economica, con scarsissimi risultati in termini produttivi, ragioniamo allora proprio sulla capacità produttiva di questi impianti.

    Al momento, lo sfruttamento del vento copre in Italia solo 1,2 punti percentuali rispetto al totale fabbisogno nazionale di energia elettrica. Tale risultato, scadente e risibile a fronte degli investimenti necessari, dimostra come questa non sia certo la strada giusta, sicuramente non in una nazione come l’Italia, scarsamente ventosa e con una media inferiore alle 2000 ore di vento annue, ma che si dimostra redditizia per chi sfrutta il business a discapito del paesaggio, costruendo addirittura i parchi eolici a ridosso delle città d’arte (vedi i casi di Lecce e Perugia) o delle nostre coste.
    Emblematico il caso della Regione Campania, che ha autorizzato la costruzione di un parco eolico nel cuore del parco del Cilento e del golfo di Policastro, due gemme turistiche che, invece dovrebbero godere di un solido vincolo ambientale e paesaggistico.

    E’ lampante come il gioco non valga la candela, se non a fronte di flussi di denaro statale e comunitario, se calcoliamo che una torre eolica ha bisogno di un vento costante alla velocità di 45 km/h per produrre al meglio. Non di meno e non di più. Con il vento di intensità più bassa, la turbina è improduttiva, ossia non copre la dispersione fisiologica. Con vento maggiore rischia il sovraccarico e l’esplosione, rendendo necessaria quindi la frenatura della stessa mediante freni elettromagnetici che consumano parte dell’energia prodotta. In sostanza, una turbina eolica spreca quasi tutto quello che produce.

    C’è da stupirsi, considerato quanto sopra, che la Comunità Europea spinga pesantemente in direzione di questa inutile forma di produzione energetica nel suo programma firmato nel 2006 anche dall’allora Ministro Bersani.

    Quello che invece non stupisce è come detto business, sempre alla luce della sua improduttività in termini energetici, ma altamente redditizio in termini economici, sia quasi totalmente nelle mani della criminalità organizzata.

    __________

    qual'è il vostro parere? favorevoli,contrari ...non vorrei che qualche amministratore più o meno in alto prendesse la cosa per silenzio assenzo
    « Ultima modifica: 20:43:54 pm, 20 Novembre 2009 da luca_ »

    Offline SC

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    Re:Eolico,la cosa migliore?
    « Risposta #1 il: 23:24:22 pm, 20 Novembre 2009 »
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  • beh almeno questo non è il classico ambientalista contrario a tutto, è uno che sostiene il nucleare.

    io personalmente non sono contrario ad alcuna forma energetica purchè produttiva, onestamente per quello che so l'eolico non è così improduttivo come sembra dire l'articolo.

    In spagna per esempio costituisce un grande parte della produzione energetica, non penso che sia tutto meriti dell'intervento pubblico anche se in sicilia forse il motivo è veramente questo
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    Offline Luca

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    Re:Eolico,la cosa migliore?
    « Risposta #2 il: 11:24:02 am, 21 Novembre 2009 »
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  • la produttività è legata oltre che alle caratteristiche del vento (frequenza/costanza/velocità...) anche a quelle dell'impianto stesso.
    Detto questo c'è da considerare come ci sia un forte impatto paesaggistico,basso e sostenibile in alcune zone ma certamente non in altre. Forse sarebbe necessario avere solo delle normative quadro per poi "affinare" la verifica dei siti a livello locale; magari non si sarebbe avuto lo scempio di Buccheri. Non so se i Buccheresi siano stati interpellati/interessati (almeno l'amministrazione) ma suppongo che avrebbero comunque avuto poca voce in capitolo considerando che il sito dovrebbe trovarsi sul territorio del comune di Vizzini.

     

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