penso miri alle c.d. pensioni d'oro.
Ad ogni modo non c'è bisogno di scervellarsi su questo.
la strada migliore da intraprendere nell'ambito della politica previdenziale (e mi auguro che il M5S ne tenga conto con accuratezza) è quella di un sistema universalistico (tipo scandinavo) secondo il quale esiste un riconoscimento su base universale alla popolazione (es: 1000 euro mensili) da parte dello stato.
Chi è più ricco durante la vita lavorativa versa più contributi che "integrano" quella base, quindi si ritrova una pensione più alta.
PS: la Fornero & co. hanno introdotto il sistema contributivo che in Germania vige da 50 anni. Il metodo funzionava bene col fordismo (tipicamente costruito sulla società operaia. Quindi andava bene per gli stessi operai, i quadri ed i dirigenti pubblici tutti assunti a tempo indeterminato) . Oggi, col lavoro frammentato e flessibile no perchè manca la continuità del versamento dei contributi.
a tal proposito cito Gøsta Esping-Andersen (un pò datati come studi ma ancora validi)
Contestualmente si può innestare il discorso sul reddito di cittadinanza all'interno del quadro previsto dalla flex security (modello danese-belga-olandese) dove, in estrema sintesi: se tu lavori 3 mesi, poi non lavori 2 mesi in quei 2 mesi ti passano il reddito di cittadinanza. Questo decresce nel tempo e nel frattempo arrivano 3 "call" di lavoro. Se ne possono rifiutare 2 e mantenere il reddito di citt. Alla terza si perde il diritto.
Si badi bene; le proposte di lavoro (call) possono anche consistere nel fare il magazziniere per 15 gg. se non ci sono posizioni affini al profilo del candidato lavoratore in questione