Autore: negi Topic: “Prima che vi uccidano”il cinema di Giuseppe Fava- 22 e 23 marzo 2013, Palazzolo  (Letto 5307 volte)

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Organizzato dal Coordinamento Fava Palazzolo e curato da NOMADICA, con il patrocinio del Comune di Palazzolo e la collaborazione dell'Associazione Antiracket Palazzolo e la Consulta Giovanile.


“Prima che vi uccidano” il cinema di Giuseppe Fava - 22 e 23 marzo 2013, Palazzolo Acreide

RETROSPETTIVA ITINERANTE A CURA DI NOMADICA


PRIMA CHE VI UCCIDANO. GIUSEPPE FAVA, IDEA DI UN'ISOLA. Omaggio itinerante al cinema di Giuseppe Fava.

 
I film di Giuseppe Fava (scrittore, giornalista, drammaturgo, sceneggiatore, pittore, ucciso a Catania nel 1984), vengono riproposti dopo 30 anni in una retrospettiva itinerante che tocca decine di sale, circoli, centri interessati. Film che narrano la Sicilia (e di riflesso l'Italia), attualissimi tanto nella forma che nei contenuti, raccontano gli “aspetti più agghiaccianti dell'isola”. La retrospettiva curata e organizzata da Nomadica vede la collaborazione di Fondazione Fava, Coordinamento Fava, I mille occhi – Festival del cinema e delle arti, Fuori Orario–Raitre, Teche Rai, Cineteca Nazionale, Museo Nazionale del cinema, Aiace Torino, Deutsche Kinematek

IL PROGRAMMA_

22 marzo
ore 10.30 presso l'Aula Consiliare di Palazzolo Acreide proiezione per gli studenti del Liceo Classico “Platone”

Anonimo siciliano di Giuseppe Fava, 60minuti

ore 18.00 presso l'Aula Consiliare di Palazzolo Acreide- proiezione per il pubblico -

Opere Buffe di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava,  30minuti
La rivoluzione mancata di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava, 30minuti
Gaetano Falsaperla, emigrante di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava,  30minuti


23 marzo
ore 10.30 presso l'Aula Consiliare di Palazzolo Acreide proiezione per gli studentidell’ I.T.I.S. I.P.S.a.A


Opere Buffe di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava,  30minuti
La rivoluzione mancata di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava,  30minuti

ore 18.00  presso l'Aula Consiliare di Palazzolo Acreide - proiezione per il pubblico.

Anonimo siciliano di Giuseppe Fava, 60minuti
La conversazione mai interrotta di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava,  30minuti


••••••••

BREVE CENNO SULLA RETROSPETTIVA

Dopo un anno di lavoro in sinergia con la Fondazione Fava e l'anteprima tenutasi a Trieste all'interno del festival internazionale del cinema e delle arti “I mille occhi”, parte la lunga retrospettiva sul cinema di Giuseppe Fava che – nel consueto movimento di Nomadica – toccherà diverse città d'Italia.         

Giuseppe Fava è stato scrittore, giornalista, drammaturgo, sceneggiatore, pittore. Nato a Palazzolo Acreide (SR) nel 1925, fu ucciso a Catania nel gennaio del 1984, mandante esecutore fu Nitto Santapaola.       

Oltre ai film di Vancini e Zampa tratti dalle opere “La violenza” e “Gente di rispetto”, e al tedesco “Palermo oder Wolfsburg” - Orso d'Oro a Berlino nel 1980 - di cui Fava fu sceneggiatore, “riscopriamo” due serie televisive prodotte per la nascente RaiTre regionale, andate in onda una sola volta e poi cadute nell'oblio:             
la serie “Siciliani”, 6 film/episodi che raccontano “gli aspetti più agghiaccianti dell'isola”, fondamentali per comprendere l'attuale situazione nazionale. In questi film Fava sta davanti e dietro la macchina da presa, intervista, recita, ci accompagna con racconti e analisi.
“Effetto luna sulla Sicilia ellenica” è la seconda serie, ispirata ai legami dell'isola con la Grecia, contiene la messa in scena dell'opera teatrale “Foemina Ridens” che Fava ci lascia così impressa su pellicola. I film sono prodotti dalla Cooperativa Alfa, un gruppo di giovani non professionisti messo insieme da Fava per l'occasione.

Siamo lieti di poter diffondere queste opere che riteniamo un veicolo contemporaneo per portare il pensiero di Giuseppe Fava tra la gente. La retrospettiva è itinerante e andrà avanti nel tempo: dopo Catania (Cinema King), Roma (Cineteca Nazionale), Torino (Museo Nazionale del Cinema), seguirà Scampia (Gridas – gruppo di risveglio dal sonno), Bologna e altre città. I film sono stati ritrasmessi inoltre, dopo trent'anni, da Fuori Orario (RaiTre) nella notte del 25 gennaio.
« Ultima modifica: 22:45:34 pm, 17 Marzo 2013 da negi »

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UNA VOCE CONTRO IL POTERE: IL CINEMA DI GIUSEPPE FAVA
di Giuseppe Spina – Nomadica
estratto da Rapporto Confidenziale 37
 Saggio scritto in occasione di “Prima che vi uccidano” – retrospettiva itinerante sul cinema di Giuseppe Fava a cura di Nomadica – circuito per il cinema autonomo. Con il sostegno di: Fondazione Fava, Coordinamento Fava, I mille occhi – festival del cinema e delle arti (Trieste), Fuori Orario – Raitre e Cineteca Nazionale.


Giuseppe Spina - Nomadica



A colpirci profondamente sono stati sei film che gli amici del “coordinamento Fava” di Palazzolo Acreide ci hanno mostrato esattamente un anno fa, sei film a noi prima sconosciuti nonostante da tempo siamo vicini alle opere di Fava.   
Lavoriamo fuori dai confini di un ambiente cinematografico caratterizzato da forti rapporti di potere, seguendo la nostra pratica quotidiana di resistenza: la diffusione di film non visibili, in molti casi realizzati a bassi budget, che spesso non sono “regie” in senso classico, ma testimonianze, sforzi narrativi che tirano dall'oblio spaccati di realtà, portandola su un piano parallelo, quello del cinema appunto. Dopo aver conosciuto questi aspetti del lavoro di Fava, così vicini al lavoro che facciamo, abbiamo sentito la necessità di trovare il modo di diffondere queste opere, convinti che siano, oggi ancor più di ieri, dei documenti illuminanti, utili, originali, tanto nei contenuti che nelle forme. Un veicolo contemporaneo per portare il pensiero di Fava tra la gente. 
Tutta l'opera di Fava sviluppa nel tempo un percorso complesso di analisi e di consapevolezza della società (siciliana/italiana/europea), creando - nel tempo - un'intricata trama creativa che dovrebbe essere analizzata come su un unico banco di lavoro.   
Ripassando tutta la produzione di Fava ne idealizziamo il lavoro come una pratica di scrittura e ri-scrittura, ascolto e ri-ascolto, visione foto e cinematografica, e poi analisi continue, di tutto il vissuto e il conseguente immaginario: aule giudiziarie, procuratori, poveri, mafiosi, puttane, sporchi imprenditori, borghesi, preti, giornalisti, piccoli politicanti, contadini, immigrati, mantelli neri, lupare, ragazzi di strada, cemento, sangue. In romanzi, teatro, inchieste, racconti, disegni, pitture, e nel ritrovato lavoro col cinema, con la televisione: in tutte queste “forme” i numerosi soggetti, le storie, i personaggi, ma anche certi luoghi, i temi, le costruzioni narrative, la dovizia di particolari, si ripresentano negli anni, avanzando in una grande partitura in cui si ripetono, ampliano e trasformano, temi e strutture melodiche.   
L'interesse di Fava per il cinema si avverte già dai primi scritti (e continuo a riferirmi a tutte le forme di scrittura da lui praticate che siano direttamente legate alla realtà o totalmente alla fantasia, che siano inchieste, favole o opere teatrali), segni evidenti e continui di note, particolari e didascalie che esprimono un rapporto con il frammento narrativo e scenico sempre in tensione, come se la spinta descrittiva interna a questi lavori fosse trasportata da un movimento teso e continuo verso un rapporto diretto con i personaggi e con l'attenta osservazione della realtà (per quanto immaginata, inventata, ripresa e/o rimodellata). Prima che vi uccidano - primo romanzo del 1967 ma pubblicato da Bompiani solo nel 1977, dopo il successo di Gente di rispetto - possiede già pienamente questo linguaggio e qualcuno ha fatto notare (nella seconda di copertina dell'edizione citata) la relazione con alcuni tratti tipici dei kolossal cinematografici, tanto per l'epopea che vi si racconta quanto per la quantità di personaggi che si muovono tra le storie. Ma è importante notare come Fava spoglia  questa dimensione dal divismo e dall'esagerazione romantica a cui la mente subito corre: non ci sono eroi, le scene di povertà, di violenza, di potere sono spesso dure e impressionanti a causa della loro crudezza e di quei primi piani lucidi e atroci che solo un racconto minuzioso (o una sequenza ben costruita) è in grado di generare.
Adatte a questo caso le stesse parole di Florestano Vancini che, sotto la spinta di Dino De Laurentiis, riprese il testo teatrale La Violenza del 1970, per il film La violenza: Quinto potere (1972), che “non fu accolto bene dalla critica. Probabilmente a causa del fatto che era un film privo di un eroe. I film di mafia che funzionavano all'epoca, quelli di Damiani o di Petri per intenderci, avevano sempre una risoluzione... c'è sempre una figura emergente. Nel mio film invece questa figura non c'è. Tanti personaggi e nessun eroe: nessuno è protagonista” (in Florestano Vancini. Intervista a un maestro del cinema di Valeria Napolitano). Questa dimensione di equilibrio tra i personaggi, è già propria del testo teatrale. É una dimensione che si ripresenta spesso nelle opere di Fava: la moltiplicazione dei personaggi centrali che rappresentano di volta in volta parti differenti di società, e parlano, agiscono o urlano in nome di quelle precise parti sociali. È l'individuo che predomina, con la sua forza e la sua disperazione, la supremazia, la vigliaccheria, il male, la debolezza e la speranza. ..............................

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da:UNA VOCE CONTRO IL POTERE: IL CINEMA DI GIUSEPPE FAVA
di Giuseppe Spina – Nomadica
estratto da Rapporto Confidenziale 37
 Saggio scritto in occasione di “Prima che vi uccidano” – retrospettiva itinerante sul cinema di Giuseppe Fava a cura di Nomadica – circuito per il cinema autonomo. Con il sostegno di: Fondazione Fava, Coordinamento Fava, I mille occhi – festival del cinema e delle arti (Trieste), Fuori Orario – Raitre e Cineteca Nazionale.


.......Mario Giusti viene nominato direttore della Terza Rete siciliana della Rai. Giusti non è solo un amico di Fava, ma anche uno stretto collaboratore: è direttore del teatro Stabile di Catania, ha lavorato su diverse opere di Fava, dunque accetta la richiesta di quest'ultimo e approva il progetto per una serie di episodi televisivi che raccontino “gli aspetti più agghiaccianti dell'isola” (da un articolo ritrovato su ufficiostampa.rai.it).   
Si arriva così alla serie televisiva “Siciliani” - un misto tra documentario, film d'inchiesta, teatro filmato – girata in 16 mm, che verrà trasmessa sulla rete nazionale un'unica volta nel 1980 (vedi filmografia).
“Vogliamo proporre al resto degli italiani un'immagine dei siciliani diversa da quella stereotipata che si sono fatti ancor prima dell'unità d'Italia”, questa la dichiarazione che Fava e Sindoni rilasciano a Giuseppe Bocconetti. Da quest'articolo dal titolo Una voce che arrivi al potere, si capisce qual è l'intenzione del capo della struttura Mario Giusti, cioè dare a milioni di persone dei punti di vista reali e duri dei problemi dell'isola. Scrive Bocconetti: “...la sfiducia verso lo Stato e le sue istituzioni è assai diffusa. E la RAI per i siciliani non è che una delle tante rappresentazioni del potere che celebra se stesso. Qui, dunque, più che altrove la “scommessa” di cui parlano i dirigenti centrali della Terza Rete s'è fatta sfida”. Chissà se i dirigenti centrali della Terze Rete sapevano che a programmi già avviati l'80% del territorio non riceveva ancora il segnale.
Giuseppe Fava propone quindi il progetto dei 6 documentari a Mario Giusti, che lo accoglie, la Rai ne affida la regia a Vittorio Sindoni ed è quest'ultimo che chiama Riz Ortolani per la colonna sonora. Il viaggio di Fava e Sindoni lungo l'isola dura circa un mese, il montaggio è rapido (“il ragazzo che montava, nella sede Rai di Palermo, era felicissimo di lavorare ininterrottamente su questo materiale” ci racconta Sindoni), le riprese vengono effettuate subito dopo il film con Schroeter (alcuni bambini di Palma di Montechiaro sono presenti tanto nel film del regista tedesco quanto in uno degli episodi).   
Il risultato sono 6 film dalle caratteristiche molto diverse tra loro ma con una precisa coerenza nella ripresa e ricostruzione della realtà, tra improvvisazione e finzione. I temi sono diversi: la lucida sintesi storica dalla vecchia alla nuova mafia (Da Villalba a Palermo), lo scandalo dei terremotati della Valle del Belice (L'occasione mancata), la miseria in cui i bambini vengono fatti emigranti (La rivoluzione mancata), i “paesi buoni” senza criminalità ma “morti” (La conversazione mai interrotta), la devastazione delle industrie e la beffa delle miniere (Opere Buffe), l'emigrazione forzata (Gaetano Falsaperla, emigrante). Al cambiare dei temi cambiano i registri narrativi, il linguaggio che si dà è a volte freddo e serrato altre volte triste e malinconico. La regia di Sindoni è semplice, si limita a seguire la voce e l'intrecciarsi dei testi, mentre la voce-off, dello stesso Fava, è a tratti onnisciente a tratti talmente umana da confondersi con quella della gente, per strada: in Da Villalba a Palermo Fava chiede ad un ragazzo “ma se vedessi ammazzare una persona per strada, andresti alla polizia?”, e il ragazzo risponde “e se io le chiedessi la stessa cosa? Lei cosa farebbe?”. La voce-off rende esaltante e amplifica la presenza fisica di Fava che intervista, sta dietro la camera, entra in relazione con i personaggi, recita, con la leggerezza di chi sa parlare con le persone (di teatro o di strada che siano), con la sicurezza di chi conosce altrettanto a fondo quell'intricata situazione sociale dominante.
Fava intervista uomini, donne, bambini, vecchi, che sono minatori, disoccupati, casalinghe col marito all'estero, migranti, mafiosi, professori, poeti, artisti. Si serve di fotografie, ricostruisce scene di omicidi, di viaggi in treno, si cala dentro le miniere dell'entroterra, tira fuori testi di teatro, di romanzi, di inchieste. Alcuni di questi incontri sono fortuiti, fatti lungo il viaggio, altri sono scritti e recitati da attori come Ida Di Benedetto, i catanesi Pippo Pattavina, Tuccio Musumeci, Mariella Lo Giudice, Leo Gullotta, altri ancora sono interventi di artisti come Bruno Caruso, Ignazio Buttitta.
Dietro questi lavori c'è una struttura creata a Catania da Fava per il teatro, la Cooperativa Alpha, che inizia a occuparsi di produzione cinematografica, lavorando con giovani tecnici della Sicilia orientale. Dopo la serie Siciliani, la Cooperativa produce per RaiTre le serie Minoranze etniche in Sicilia, dell'allora sconosciuto Giuseppe Tornatore; Le feste popolari, di Orazio Torrisi (che era stato aiuto regia nel film di Schroeter e organizzatore di produzione per Siciliani); e andrà coi conti in rosso per Effetto luna sulla Sicilia ellenica, le quattro regie di Fava.
Uno di questi quattro film – si parla di una Medea siciliana - lo stiamo ancora cercando, ma scoprire le tre regie realizzate interamente da Fava (con l'aiuto di Orazio Torrisi), con una troupe leggerissima è stata una grossa emozione, soprattutto per la totale libertà di espressione che risulta subito evidente. Certo da un punto di vista tecnico questi film sono disastrosi, ma Fava è finalmente svincolato dai linguaggi che in un modo o nell'altro i suoi collaboratori hanno apportato nei film precedenti e si sente libero di sperimentare: Il tempo, la bellezza, il silenzio è una poesia per immagini, in Clowns del teatro antico ovvero il Miles siciliano riadatta Plauto, in Anonimo Siciliano riprende la sua unica regia teatrale, Foemina Ridens, e la impressiona su pellicola............

https://www.youtube.com/watch?v=3puXcjYF9FQ

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Due giorni bellissimi, soprattutto gli i ncontri con i ragazzi delle scuole superiori di Palazzolo che hanno apprezzato il progetto ed hanno seguito con interesse quello che abbiamo proposto....per chi di voi non l'avesse visto vi propongo questa splendida rappresentazione teatrale scritta da dal figlio Claudio. Uno studio degli atti del processo Fava interpretato da Claudio Gioè e da Donatella Finocchiaro. Buona visione, vi aspettiamo alle 18 nella sala consiliare. ciao

https://www.youtube.com/watch?v=DxQiCRHIb7o

 

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