rieccomi (dopo aver risolto piccoli problemi organizzativi con SC).
nel post in questione riferivo la mia riflessione sul fatto che un Cuffaro alla commissione di Vigilanza Rai fosse "propenso" a dare visibilità a pellicole che raccontano la c.d. mafia (come I Cento Passi, che erroneamente credevo prodotto da Taodue invece che raicinema,tele+ e Tittifilm
http://www.cinemaitaliano.info/icentopassi).
E questo perchè ebbe modo di dichiarare durante l'ultima sua campagna elettorale che la stessa faceva schifo.
A tal proposito ho riportato parte dell'art.416 bis del codice penale in cui si da la definizione di associazione mafiosa per stimolare una discussione attorno le caratteristiche di una simile associazione.
[...] L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della
forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere
delitti, per
acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il
controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o
vantaggi ingiusti per sé o per altri. [...]
tirando le somme:
Se Cuffaro viene processato per un affare di "mafia", in quanto politico, sarà difficilmente condannabile con una simile legislazione fintantochè con questo termine non si descrivano altro che azioni riconducibili alla parola "Stato".
Tutta la definizione, infatti gira attorno al criterio di "giustizia" (vantaggi ingiusti per se o per gli altri).
Ma cosa significa esattamente tutto questo?
Delle due l'una. O la mafia è una comoda appendice della strategia politico-economica dello Stato Italiano oppure rappresenta un gruppo di pressione (e di interesse) che fa leva sulla delegittimazione dei politici locali nel sud Italia.
Questi ultimi, come il Cuffaro, hanno due vie da perseguire (concretamente) se vogliono governare in Sicilia:
fare gli eroi cercando di schiacciare un potere tramite l'alleanza con il potere concorrente OPPURE barcamenarsi nell'arte del compromesso del "cestino dei rifiuti" (far uscire dai cassetti progetti che possono tornare utili secondo le contingenze del momento non avvalendosi per nulla del principio di programmazione).
Mi pare che quest'ultima rispecchi l'attuale situazione politica in sicilia.