Autore: Totino Topic: Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide  (Letto 3665 volte)

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Offline Totino

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Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide
« il: 15:38:20 pm, 01 Ottobre 2013 »
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  • In allegato l'articolo uscito sulla "La Civetta di Minerva". Vediamo il Sig. SC cosa ha da dire in merito e quale difesa prende nei confronti del Sindaco.......siamo in attesa.....Grazie

    Offline SC

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    Re:Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide
    « Risposta #1 il: 17:01:21 pm, 01 Ottobre 2013 »
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  • dico che l'articolo è infamante


    si definisce prebenda  il TFR ossia la liquidazione


    ricordo per chi non lo sapesse che il sindaco scibetta è in aspettativa non retribuita per la sua decisione di dedicarsi a tempo pieno al comune , è una scelta che ha comportato una perdita economica rispetto il suo stipendio di dirigente della condotta agraria dove prendeva di + e a cui non era affatto obbligato.

    quindi i lor signori che si sentono meglio rinuncino al lavoro e campino con l'indennità.

    a questo punto chiamare prebenda il TFR di 5 anni  mi sembra infame e mi sembra infame tenuto conto che a quello che so il sindaco non ha affatto percepito quella liquidazione che pure gli spetta, e l'atto di qui ci parla è puramente contabile.

    poi entriamo nel merito c'erano gli swap? si c'erano  per palazzolo come ci sono stati  per praticamente tutti i comuni italiani di tutti gli schieramenti politici c'è stata un trasmissione di report in proposito

    erano le banche a proporli senza che NESSUNO si opponesse o avanzasse dubbi, e non solo ai comuni ma anche alla povera gente che ha bruciato spesso i risparmi.

    faccio notare che nell'articolo si parla come sul momento si ottenesse una riduzione degli interessi dal 5,31 a 4,95 e del denaro liquido(195 mila euro) ed effettivamente nello scenario di quegli anni non erano semplicemente convenienti ma fortemente convenienti.

    altrimenti non si spiegherebbe come mai nessuno dell'opposizione di quegli anni e di quelli a seguire ha obbiettato nulla, finiamola con la scusa che i consiglieri erano tenuti all'oscuro

    ogni consigliere ha per legge il diritto di accesso a tutti gli atti del comune , se vuole restare all'oscuro o è per ignoranza o per scelta.

    invece esce un articolo 11 anni dopo quando lo stesso sindaco ha deciso di chiudere  quei prestiti che le MUTATE circostanze economiche hanno reso + onerose, e lo ha deciso non ora ma all'inizo del suo PRIMO mandato

    l'operazione di rientro da quei contratti è stata istigata da qualcuno?  mi sembra di no, l'ha fatta autonomamente il sindaco rendendosi conto del possibile danno, o non è così o c'è qualcuno che per anni ha parlato di questi swap?

    cerchiamo  di essere chiari nell'articolo si parla di soldi che il comune deve restiture   ma vorrei far notare che gran parte di questi soldi eccetto gli interessi il comune li ha ricevuti prima e sono serviti per palazzolo non per pagare il tfr del sindaco.

    ci dimentichiamo spesso che un comune ha bisogno di liquidità per pagare stipendi e fornitori e non sempre ce l'ha (visto l'efficienza regionale e governativa) per questo deve ricorrere ai mutui, capisco che a palazzolo c'è gente anche impegnata in politica che preferisce non pagare i propri dipendenti o farli lavorare in nero invece di cercare soluzione per ottenere liquidità ma questo sistema è non solo IMMORALE ma anche ILLEGALE  e ovviamente un ente pubblico non lo può fare e quindi ecco come nascono i debiti.

    in questo paese c'è la passione per l'archeologia politica si criticano le scelte fatte 10 o 20 anni prima , invece di cercare fra le scelte di ora, è come dire
    se qualche imbecille in passato non avesse auspicato il passaggio all'enel della gestione dell'enegia elettrica  a quest'ora il comune di palazzolo avrebbe garanzia di liquidità ma che senso ha ora tornarci ancora e ancora

    si criticano le scelte che si possono modificare su cui si può influire , questa è politica il resto sono parole al vento

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    Offline santire67

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    Re:Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide
    « Risposta #2 il: 12:58:45 pm, 02 Ottobre 2013 »
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  • Tornato da un lungo viaggio cosa mi ritrovo? ne parlavano in cmapagna elettorlae? e ancora oggi? e poi perchè ùSc dovrebbe prendere difese? Un lavoro chi critica il sindaco forse non ce l'ha..come qualche consigliere forse?

    Offline negi

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    Re:Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide
    « Risposta #3 il: 16:22:12 pm, 02 Ottobre 2013 »
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  • Swap strumento finanziario della categoria dei derivati (v.) che permette di ridurre o annullare i rischi di cambio, di tassi di interesse, di credito, attraverso lo scambio, tra due operatori con interessi o previsioni diverse, dei flussi posseduti in valute diverse o dei flussi relativi ai tassi di interesse.

    Toxic assets attività che presentano gravi problemi a essere vendute sul mercato senza perdite molto rilevanti; si fa riferimento in particolare, ma non solo, ai titoli legati alla crisi del sub-prime

    Derivati (derivatives) come dice il suo nome, un prodotto derivato deriva da un prodotto sottostante (v.). Questo prodotto sottostante può essere una valuta, un tasso di interesse, un’azione, un’obbligazione, un credito, una materia prima. Le principali sottocategorie di questa famiglia di prodotti fa riferimento a opzioni (v.), swaps (v.), futures (v.). e alle loro combinazioni, tutte legate ad un attivo: avremo così un’opzione su azioni, uno swap sui tassi di interesse o sulle valute, un future sul petrolio. Attraverso tali strumenti si può annullare o ridurre il rischio di una qualche operazione finanziaria pagando in genere un premio relativamente modesto. La crisi è stata proprio innescata, tra l’altro, dal fatto che gli operatori del mercato hanno molto spesso sottovalutato il rischio di tali operazioni, accollandoselo a cuor leggero, attirati dal miraggio di guadagni importanti

    Per farsi un'idea libera da condizionamenti di parte, posto un articolo di ItaliaOggi del marzo 2009, preso nel sito di Sbilanciamoci....Buona lettura.

    http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/I-derivati-dei-Comuni-se-la-collettivita-paga-due-volte

    Mario Lettieri e Paolo Raimondi da www.italiaoggi.it


    Un mese fa la Corte dei Conti denunciò “l’uso sconsiderato di derivati finanziari da parte degli enti locali” e fece appello ad adottare un “principio di prudenza per i contratti derivati finalizzati alla ristrutturazione del debito degli enti locali”. Ma i richiami alla trasparenza, alla certificazione e a una maggiore qualifica degli operatori coinvolti non bastano per affrontare l’emergenza della crisi. I dati di fine anno 2007, riportati nelle recenti audizioni della Commissione Finanze del Senato, indicano 41 miliardi di euro in derivati su un debito totale dei comuni, delle province e delle regioni pari a 82 miliardi. Cioè il 50% -- per i soli comuni la cifra sale percentualmente al 58% del loro debito totale.

     Negli anni passati molti amministratori locali di tutte le tendenze e colori politici hanno pensato di riorganizzare il debito dei loro enti anche attraverso operazioni in derivati swap, che permettevano loro di diluire nel tempo il pagamento dei debiti e, in molti casi, addirittura di negoziare un montante del debito maggiore e di incassare subito la differenza in cash.
    Essi avrebbero fatto bella figura con i loro concittadini perché avevano più soldi da spendere!

     
    Gli intermediari finanziari però non avevano detto loro cosa prevedeva il derivato. In particolare non avevano detto che negli anni a venire e per decenni i bilanci degli enti sarebbero stati soffocati dalla bolla degli interessi da pagare alle banche. In verità molti amministratori locali sono stati vittime di una vera e propria “circonvenzione di incapace”. Altri, pochi, hanno partecipato a vere e proprie truffe su cui le Procure stanno indagando. Per loro ci sarà il giudizio del voto e quello della legge.

    Infatti, spesso non si tratta solamente di atti finanziari speculativi ad alto rischio, bensì di sottrazione di risorse ai servizi pubblici primari.

     
    In una situazione di crisi finanziaria globale e nazionale ciò si traduce anche in un peggioramento della capacità produttiva, in una perdita di produzione e di lavoro delle nostre PMI e in un generale impoverimento di ampie fasce sociali.

    Il Comune di Roma nel 2009 pagherà 200 milioni di euro in più di spese per ammortamento (con maggiori interessi passivi) dell’attuale debito a lungo termine che è stato sottoposto a complesse operazioni di ristrutturazione finanziaria, passando da 420 a 620 milioni di euro. Non solo. Roma infatti dovrebbe continuare a pagare altissimi interessi per questi contratti derivati capestro fino al 2048!

    La Procura di Milano indaga da tempo, anche con numerosi avvisi di garanzia, per chiarire contratti in derivati per 1 miliardo e 680 milioni di euro che, secondo varie stime, potrebbero comportare una perdita tra 200 e 300 milioni di euro per il Comune. La Guardia di Finanza di Firenze starebbe acquisendo documenti per un ‘indagine su “alte commissioni e abuso di tassi esageratamente alti” che coinvolge 8 banche e 11 comuni della provincia per derivati pari a 1 miliardo e 700 milioni di euro. Poi ci sono i derivati di Napoli, Torino, fino ai piccoli comuni, e delle principali regioni a cominciare dalla Lombardia.

    Naturalmente questi contratti in derivati determinano un grande trasferimento di risorse finanziarie dai bilanci degli enti locali verso le banche. Queste banche, nazionali e soprattutto internazionali, sono le stesse che sono in situazioni di grande crisi proprio per le bolle speculative create dai titoli tossici. Sono sempre le stesse banche che chiedono sostegni finanziari ai governi per salvarsi dalla bancarotta. Chiedono capitali pubblici garantiti dagli stati e quindi dalla collettività.

    Come si può quindi tollerare che la collettività paghi due volte? La prima per salvare le banche dalla crisi e la seconda per pagare i derivati sottoscritti con le stesse?

    A fronte di tale situazione servirebbe anzitutto bloccare immediatamente le eventuali ulteriori sottoscrizioni di derivati da parte degli enti locali. In seguito, quando le nuove auspicate regole dell’economia e della finanza verranno definite, si decideranno anche metodi e comportamenti che riguardano i vari strumenti finanziari e bancari utili alla stabilità del sistema.

     Il Governo dovrebbe individuare altre fonti e altre norme per il risanamento dei bilanci degli enti locali. Intanto lo Stato dovrebbe esigere che le banche, in cambio dell’aiuto pubblico, trasformino i derivati in essere in normali prestiti a medio e lungo termine con tassi di interesse chiari ed equi. Tecnicamente non sarebbe un problema: chi è stato capace di costruire un complicato e poco trasparente contratto derivato, è certamente capace di “decostruirlo”.

    Si tratta di non essere succubi dei forti poteri delle banche! E’ una decisione di politica economica che il Parlamento e il Governo possono prendere in pochi giorni e in modo condiviso, liberando in tempi brevissimi notevoli risorse per interventi di sostegno sociale e di investimento locale.

    Articolo pubblicato su Italia Oggi il 18 marzo
    « Ultima modifica: 16:28:50 pm, 02 Ottobre 2013 da negi »

    Offline SC

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    Re:Titoli tossici (SWAP) al Comune di Palazzolo Acreide
    « Risposta #4 il: 17:09:42 pm, 02 Ottobre 2013 »
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  • come appunto evidenzia nello il problema degli swap e dei derivati in genere è comune in italia a molti enti locali di qualsiasi colore politico come già avevo detto io nel post

    vorrei far notare tuttavia che gli swap e i contratti dei derivati sono proposti dalle banche e sono contratti LEGALI e legittimi e che non è vero che siano sempre svantaggiosi, lo sono diventati da quando è iniziata la crisi economica, ma erano parecchio vantaggiosi tra la fine degli anni 90 e gli inizi degli anni 2000.

    una pubblica amministrazione deve usarli ? ritengo di no, ma è anche vero che un pubblica amministrazione non dovrebbe mai restare a secco di liquidità per mancanza di trasferimenti dello stato

    del resto che cosa sono i bot, se non prestiti che lo STATO si fa

    questi strumenti devono essere usati con cautela una cautela che spesso per mancanza di tempo e competenze negli enti comunali manca , ma un bravo amministratore è tale se è capace di rendersi conto in tempo e andare ai ripari, chiudendo il rapporto nella maniera + indolore possibile
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