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La rivoluzione
Franco Nero:
Antonio, apprezzo il tuo sforzo, è molto affascinante quello che scrivi, ma ritengo che più che appartenere all'ambito rivoluzionario, si inserisca più facilmente nell'ambito riformatore. Se pensiamo a tutte le lotte che tu hai elencato e delle quali hai descritto egregiamente il funzionamento organizzativo, potremmo dire che insieme in una ideale piattaforma costituirebbero una programma riformatore di carattere radicale, ma non un programma rivoluzionario, se utilizzando questo termine, adottiamo criteri marxiani (bada, marxiani e non marxisti). In quel pensiero(di cui ancora propugno la validità)vi è una distinzione preliminare tra struttura (economia e organizzazione economica) e sovrastrutture da essa derivanti( cultura, arti, folclore, costumi, politica e funzionamento delle istituzioni etc etc). Da questo punto di vista è dunque un fatto che tutte le lotte che elenchi intervengono nel tentativo di modificare le sovrastrutture, lasciando intatta la critica e la lotta per sovvertire la struttura e i modelli organizzativi che la ispirano. Soltanto sovvertendo la struttura si sostanzia la rivoluzione, viceversa si rimane nel solco del percorso riformatore(bada, c'è differenza sostanziale tra riformatori e riformisti). Detto questo in entrambe le ipotesi c'è necessità di elaborazione, ma mentre nella rivoluzione è essenziale un partito, nella riforma basta un movimento di pressione anche temporaneo.
Essendo io umilmente convinto che il nostro problema storico sia strutturale e quindi legato al capitalismo ed alle sue coniugazioni iper liberiste, ecco che malgrado condivida tutte le battaglie di riforma che hai elencato ed a cui ho partecipato e partecipo, rimango convinto che il nemico sia il liberismo, che se non sarà sconfitto, debellato, eliminato, liquidato, ogni volta che penseremo di aver vinto una lotta rialzerà la testa,..con buona pace di tutti i morti di fame.
un abbraccio
..mi piacciono queste discussioni.
a.merenda:
Ho già detto che rispetto questo punto di vista e chi lo ritiene ancora valido perchè le argomentazioni a proposito di certo non mancano.
Tuttavia, per dirla con Gramsci, è anche la sovrastruttura che influenza e determina i cambiamenti della struttura. Un movimento biunivoco.
Il termine rivoluzione, seppur improprio dal punto di vista delle modalità organizzative con cui essa si è esplicitata storicamente, l'ho usato di proposito per enfatizzare il tentativo di "trasformarsi" individualmente.
Questo pensiero deriva anche dalle influenze della c.d. "ecologia profonda" o "ecosofia" a cui mi sono interessato da qualche tempo.
Sarebbe bello approfondire e confrontarsi su questi temi in "luoghi della politica" meno virtuali di un forum (anche se è uno strumento fondamentale che ha creato un'interfaccia virtuale dei luoghi di cui sopra)
Concludo con una domanda: per te/voi questo "luogo della politica" può essere ancora il partito con le dovute modifiche (es: regolamentazione della democrazia interna) oppure qualcos'altro come ad esempio Agora 99 (http://99agora.net/)?
Nunzio Cartelli:
Riflettendo, e nello stesso tempo farsi una propria e personale autocrita,possiamo affermare che questo progetto che ha tanto di realistico,si scontra con una amara realtà dettata da una regolamentazione che la società contemporanea ci circonda e ci soffoca.
Fare una sintesi di quello che è stato ampiamente descritto dai vari interventi,non sempre,ma a volte si scontra con realtà imposta da leggi non scritte,ma che in effetti regola ,nostro malgrado la vita quotidiana di tutti i santi santi giorni.
Auguriamoci una pace sociale,della quale ne abbiamo tutti tanto bisogno.
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