Autore: Visitatore Topic: Se San Pietro venisse oggi a Roma  (Letto 8843 volte)

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giordanobruno

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Se San Pietro venisse oggi a Roma
« il: 23:37:14 pm, 08 Maggio 2009 »
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  • Ammesso che riuscisse a sbarcare vivo in qualche spiaggia della costa italiana...

    Sarebbe ricacciato indietro!!!

    E allora addio fondazione della Nuova Chiesa che Cristo gli aveva affidato.

    E il tutto grazie a Maroni, Calderoli, Borghezio, Bossi, e buona parte della destra che li sostiene...

    TUTTI CRISTIANI CONVINTI!!!

    Anzi... CRISTIANISSIMI!!!

    Più cristiani di loro si muore... e in effetti è vero, Pietro ha rinnegato tre volte Gesù "prima che il gallo canti" e quindi gli avrebbero detto:

    "TIE' extracomunitario rinnegato... beccati questa e tornatene in terra di palestina a pescar sardine, se ne trovi(1)!!!"


    Per una volta tanto però i discendenti di Pietro si son ricordati del messaggio di Cristo e... (tanto le parole non producono effetti...) ricordano a quei loro diletti figlioli quel messaggio d'amore, che a quanto pare è rimasto prerogativa solo degli atei.

    E meno male che noi, grazie a Dio, siamo atei!!!

    (da tgcom.it)
    http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo449121.shtml

    Vaticano, "Lesi diritti immigrati"
    Mons. Marchetto dopo rimpatrio in Libia

    Il rimpatrio dei clandestini in Libia "ha violato le norme internazionali sui diritti dei rifugiati", e alcune norme del pacchetto sicurezza - come la denuncia obbligatoria dei medici - preludono a "gravi difficoltà" per la realizzazione dei diritti umani degli immigrati in Italia. Lo afferma il segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, Monsignor Agostino Marchetto: "I richiedenti asilo non siano respinti".

    Anche perchè, ricorda il prelato, "la normativa internazionale, alla quale si è appellata anche l'Onu prevede che i possibili richiedenti asilo non siano respinti, e che, fino a che non ci sia modo di accertarlo, tutti i migranti siano considerati 'rifugiati presunti''''. Insomma, il suo è un chiaro invito ad aedeguarsi alle normative internazionali. ''Capisco che gli attuali flussi misti complicano le cose anche per i governi - ha aggiunto - ma c'è bisogno comunque di rendere operative le norme concordate e riaffermate piu' volte nelle sedi internazionali''.

    Per questo, non manca di ricordare che la sua non è una voce solitaria, ma è in linea con quella espressa più volte ma non sottoscritta dalle massime autorità ecclesiastiche. E cioè, il timore che la legislazione italiana in materia migratoria sia macchiata da un ''peccato originale'' rappresentato dalla volonta' di ''criminalizzare gli emigranti irregolari'', una realtà di fronte alla quale ''i cittadini sono posti e devono giudicare''.

    Una preoccupazione, a ben guardare, paventata anche del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il quale è necessario sevirsi della collaborazione internazionale per la lotta all'immigrazione clandestina, pena il rischio di "ingenerare preoccupanti fenomeni di intolleranza".

    Cei: "Il pacchetto sicurezza mette a rischio i diritti fondamentali"
    Per il direttore dell'Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei, padre Gianromano Gnesotto, le norma del ddl sicurezza oltre a mettere a repentaglio i diritti umani degli immigrati, mettono in pericolo, piu' in generale, il riconoscimento dei diritti ''fondamentali'' alla salute e all'istruzione di tutti i cittadini. Per questo, spiega meglio dai mocrofoni di Radio Vaticana, "potrebbe essere in qualche modo trovata una via di mezzo, distinguendo tra coloro che entrano nel territorio dello Stato sottraendosi ai controlli di frontiera, e coloro che - invece - essendo entrati anche regolarmente nel territorio e poi, per molte ragioni, hanno visto il loro permesso non rinnovato e in quanto tali, irregolari''. ''Per questi - ha aggiunto - bisognerebbe avere forse un occhio particolare senza l'applicazione di questa fattispecie di reato''.


    Nota 1): la frase inizialmente si concludeva così:
    "...e tornatene in terra di palestina... se la trovi!!!"

    giacché la terra di palestina non esiste più in quanto e' stata data ai loro amici neo-fascisti-ebrei che gli han persino cambiato denominazione!!!

    Offline Luca

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    Re:Se San Pietro venisse oggi a Roma
    « Risposta #1 il: 18:49:28 pm, 09 Maggio 2009 »
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  • ... la terra di palestina non esiste più in quanto e' stata data ai loro amici neo-fascisti-ebrei che gli han persino cambiato denominazione!!!

    ci andrei piano con "neo-fascisti-ebrei"
    anche perchè,fino a prova contraria,il governo di Israele (riconosciuto dall'onu) è liberamente e democraticamente eletto (sostanzialmente l'unica "vera" democrazia dell'area mediorientale)

    inoltre,avrei preferito "neo-fascisti" ebrei (o meglio,Israeliani) perchè il secondo trattino potrebbe essere inteso come razzista (cosa che,suppongo non sia)

    Poi dovremmo deciderci: questo modo di fare della chiesa è "ingerenza" o no? ...o lo diventa solo se va contro alcune posizioni e non quando va a favore di altre...

    Riguardo ai rimpatri pubblico di seguito un estratto di un articolo di Antonio Signorini che illustra la posizione certamente non sospetta di Piero Fassino
    Citazione
    Il respingimento degli immigrati senza permesso «non è un’idea improvvisa, non nasce oggi. È un’azione di contrasto e di dissuasione dei clandestini che è prevista in tutti i documenti dell’Unione europea. E l’Italia l’ha applicata anche» ai tempi dei governi di centrosinistra. Parola di Piero Fassino, ex segretario dei Democratici di sinistra, responsabile esteri del Partito democratico ed esponente di lungo corso della sinistra italiana. Curriculum che non gli permette di dare ragione a chi gli fa notare che la sua posizione sui respingimenti - e anche sulle impronte digitali - è la stessa del ministro dell’Interno Roberto Maroni ed è quindi opposta a quella del partito, segretario Dario Franceschini in testa. Ma che gli permette di non sposare la tesi dei molti suoi compagni di schieramento e di giornali della sinistra come l’Unità che in questi giorni hanno accostato le decisioni del governo a misure razziste.
    Il perché lo ha spiegato lui stesso durante una puntata della trasmissione Parliamo con L’Elefante di Radio 24, animata da un vivace battibecco con il conduttore Giuliano Ferrara.
    La sua non è tanto una posizione politica. Il fatto è che «conosco bene la materia». Quando era sottosegretario agli Esteri, Fassino aveva proprio la delega all’immigrazione e, più in particolare, ai rapporti con gli Stati dai quali vengono le barche dei trafficanti di uomini. Quindi sa che i respingimenti fanno parte degli accordi internazionali, delle regole europee e ammette tranquillamente ... . «Io ricordo che quando eravamo al governo facemmo dei respingimenti, soprattutto di terra. Era il tempo che arrivavano ondate di clandestini dall’Est e noi rafforzammo tutti i meccanismi di presidio, sostanzialmente non facendo entrare» gli immigrati.
    Su alcune cose, ammette l’esponente Pd, i vecchi governi di centrosinistra avevano la vita più facile. Adesso i clandestini arrivano via mare. E chi si trova in una barca in mezzo al mare «deve essere soccorso e non lasciato al suo destino. Se si sa da dove un barcone è partito, il respingimento si può fare come è stato fatto» in questi giorni con le imbarcazioni provenienti dalla Libia. Se non si sa, ed è il caso più frequente, tutto diventa più difficile. E in questo senso le tesi dell’Onu possono essere legittime «in linea di principio».
    Insomma, il fatto che Fassino non si sia scandalizzato di fronte alle mosse del governo in tema di immigrazione è da imputare soprattutto al fatto che conosce la materia. E si rifiuta di dare una lettura di parte. Anche perché alcuni provvedimenti che oggi fanno dire alla sinistra che siamo di fronte ad un nuovo fascismo le avevano promosse i governi dell’Ulivo. Gli accordi con la Libia, ad esempio. E anche le famose impronte digitali bollate a suo tempo come una misura razzista.
    «Non ho nessuna difficoltà a dire che ho firmato io la convenzione internazionale sul prelievo delle impronte. E che sono favorevole alle impronte come forma di riconoscimento, in particolare delle persone che non hanno altre forme di identificazione».
    Quindi sì a Maroni, no a Franceschini? Solo di fronte a questa alternativa Fassino prende le distanze (e perde un po’ le staffe) ...
    « Ultima modifica: 21:39:39 pm, 09 Maggio 2009 da luca_ »

     

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