Autore: vincenzo perez Topic: CONCORSO GIORNALISTICO "GIUSEPPE FAVA"... Ne sapete qualcosa???  (Letto 2688 volte)

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Offline vincenzo perez

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In data 24/02/2014, il Ministero dell'Istruzione e la Fondazione Fava, in collaborazione con l'Agenzia di Stampa ANSA indicono un bando di concorso giornalistico destinato alle Scuole d'Italia, dal titolo "Ragazzi in cronaca contro le mafie". Recita il bando n. prot. 0001119: Il concorso coincide con le celebrazioni del trentennale dell'assassinio di Fava, ucciso dalla mafia a Catania il 5 gennaio 1984, e intende contribuire a ricordare il giornalista che ha sacrificato la propria vita per la piena attuazione della libertà di espressione sancita dall'art. 21 della Costituzione italiana...".
Palazzolo non può tirarsi indietro... Gli studenti di Palazzolo devono vincere il primo premio!!! E' un dovere per tutti loro!!! Pippo Fava era ed è PALAZZOLESE purosangue!!!
E' di lui che bisogna andare fieri...
Ragazzi, noi adulti il cervello ce lo siamo bevuto da parecchio tempo... Voi no... Lo vinciamo questo premio???

P.S. Notizia appresa nel pomeriggio da una cara amica palazzolese residente a Bologna...
« Ultima modifica: 22:05:50 pm, 30 Aprile 2014 da vincenzo perez »

Offline negi

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Re:CONCORSO GIORNALISTICO "GIUSEPPE FAVA"... Ne sapete qualcosa???
« Risposta #1 il: 10:07:02 am, 26 Maggio 2014 »
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  •  Tratto da La Repubblica Palermo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/22/parole-contro-le-mafie-in-tutte-le-lingue-ditaliaPalermo21.html?ref=search

    Da quello che io so il concorso durerà 3 anni, noi, i pochi a Palazzolo che si interessano della memoria di G.Fava, abbiamo informato le scuole, questo che segue è l'articolo di Antonio Roccuzzo, uno dei carusi di Fava, oggi caporedattore al tg LA7, che è stato il motore e l'ideatore del progetto, insieme ad Elena Fava, per cui invito la classe docente di Palazzolo di progettare un pieno coinvolgimento dei ragazzi per il prossimo anno. Io e i ragazzi coordinamento Fava stiamo provando ad onorare la memoria di Fava anche nel periodo estivo, con un progetto di una settimana della legalità legata al nostro grande concittadino, nel trentennale della sua uccisione: Teatro, cinema, libri e una mostra dei suoi quadri. Con poche risorse, e se ci fossero degli sponsor, oltre alla sempre presente Associazione Antiracket Palazzolo, si potrebbe organizzare qualcosa di molto bello, anche perchè amici e artisti con i quali siamo in contatto garantiscono la loro presenza con un simbolico rimborso spese. Per cui adesso la responsabilità passa all'amministrazione e alla società acrense. Noi possiamo offrire il nostro progetto, il lavoro e il nostro tempo, senza chiedere nulla in cambio. ciao.

    PAROLE CONTRO LE MAFIE IN TUTTE LE LINGUE D'ITALIA

    ANTONIO ROCCUZZO

    MILLE chilometri più a sud, due studentesse nell'istituto artistico di Siderno, in Calabria, hanno scattato una foto e frammentato l'immagine in tre fasce (fronte, occhi e gote) con su scritto: «Guarda la legalità in faccia». A Palermo, liceo Cassarà, due ragazze chiedono: «Ma questa Cosa è davvero nostra? No anche se la mafia è tra noi e dobbiamo operare con gesti quotidiani affinché non sia più cosa di nessuno». Dal liceo Galileo di Perugia, osservano il centro storico che è «terra di spaccio notturno che deturpa la bellezza della nostra città». Questi ragazzi sanno che coppola e lupara non sono più i simboli di queste storie. Al liceo Romagnosi di Parma, hanno le idee chiare su quel che accade loro intorno, sulla linea della palma salita sin lassù. Ragazzi e ragazze si alternano in video. Slogan: «Difendere la libertà». Il più giovane e paffutello tra loro sta seduto in una cucina e beve latte. Guarda fisso la telecamera, racconta che nel parmense hanno sequestrato due caseifici ai casalesi e dice: «Non lo sapevamo, ma sulle nostre tavole abbiamo mangiato e bevuto prodotti mafiosi». A Saluzzo, un ragazzo sfotte i suoi compaesani («qui gli altri fanno finta di non vedere e non si occupano di mafie»). Poi intervista Manfredi Borsellino e gli fa dire: «Il giorno in cui tutti rispetteremo le leggi, non avremo più bisogno di eroi». Alla fine il ragazzo di Saluzzo chiude il suo video mangiando un arancino: «Il mio arancino ora è libero…», e sorride. Abbiamo diritto a un «futuro senza mafia», grida una ragazza dell'istituto Dottola di Bari. A Spoleto, uno studente del De Carolis, vede la mani della mafia sulla sua città in un palazzone in cemento, nel cuore di uno dei centri storici più belli d'Italia. Le classi di Bitonto e Casarano fotografano le discariche lungo le strade ed evocano l'orrore della strage mafiosa a un incrocio della provinciale, a Palagiano. Regolamento di conti, padre,madreebimbodi3anniuccisi. «Sveliamoci», dicono nel loro video i ragazzi dell'istituto Morante di Napoli. E alludono alle brutte vele di Scampia. A Prato, sei ragazzi dai cognomi orientali ricordano le vittime del rogo nel laboratorio tessile e parlano di «mafia cinese che sfrutta il lavoro ». A Milano (liceo Virgilio), Bologna (liceo Minghetti) e in un tecnico di Crotone scrivono e girano video sul gioco d'azzardo in mano alle mafie che così uccidono la tranquillità delle famiglie. «L'indifferenza ti rende complice», grida un alunno del liceo De Titta di Chianciano (Chieti) e il suo video si intitola "Denaro insaguinato". A Udine, uno studente del liceo Uccellis, arringa: «Qui dicono che in Friuli la mafia non c'è, ma fanno solo finta di non sentire il sinistro ronzio che genera soldi sporchi come il catrame». Un solitario studente del liceo Perticaro di Senigallia parla mentre — in camera car — scorrono immagini di strade, ponti, lavori pubblici: «Non esistono isole felici», dice e fa dire alla voce di Giancarlo Caselli che bisogna superare l'indifferenza ma «con l'aiuto di tutti, ce la faremo». A Como una ragazza del liceo Gallio con un cognome "sudista" racconta del vivaio andato a fuoco per «mano della mafia» ma racconta che molti «hanno subito voltato lo sguardo altrove, come a Palermo». Perché «cu è orbu, surdu e taci, campa cent'anni…». A Piacenza, aprendo la sua finestra, una studentessa del liceo ha visto l'arresto di un imprenditore locale, socio di camorristi in appalti, operazione "Grande Drago" ai confini nord della Padania emiliana. E agli antipodi, tre ragazzi dell'Ipsia di Biancavilla (Catania) raccontano di un delitto senza testimoni e promettono: «L'omertà uccide. Io vedo, sento e parlo». Ecco, queste voci non le contieni tutte in un solo articolo ma ti restano nelle orecchie. Se Giuseppe Fava, trent'anni fa, avesse fatto il cronista nell'Italia di queste voci, sarebbe stato meno solo e forse non lo avrebbero potuto neanche uccidere. Comunque ora sorriderebbe se ascoltasse queste parole usate nel suo nome da ragazzi italiani. Da Como a Palermo. Tre di loro, il prossimo 3 giugno, riceveranno un premio dal ministro dell'istruzione: un breve stage nella redazione Ansa. it. Una piccola occasione per aver lanciato uno sguardo libero sulla loro realtà. In fondo, il giornalismo (anche fatto dai ragazzi) cos'è se non questo?
    « Ultima modifica: 10:19:18 am, 26 Maggio 2014 da negi »

     

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