Lo confesso, anch’io mi sono fatta prendere. Ho scoperto Facebook qualche mese fa un po’ per curiosità e un po’ spinta da chi mi diceva che era un mezzo davvero interessante di comunicazione e di contatto anche con persone che non vedi da secoli. E’ vero. E’ stata tutta una scoperta di quanto il mondo sia piccolo, senza confini….ma…
Il fatto è che ti prende, ti prende troppo. Ti siedi per vedere cosa c’è di nuovo e ti ritrovi a chattare, rispondere al “botta e risposta”, interloquire con gli altri anche su cose di non molto interesse. Non c’è niente da fare, ti prende proprio e ne diventi schiavo.
Ma c’è qualcosa di drammatico dietro tutto questo. “Est modus in rebus” si dice, ma purtroppo non c’è più “modus”, giusto mezzo perché quando la chat o FB o altro ti prendono, sei come ipnotizzato e provi addirittura fastidio se qualcuno cerca di riportarti alla realtà. Insomma, non ne esci più.
Con FB si crea una rete infinita con l’amico, l’amico dell’amico, l’amico dell’amico dell’amico…e ti trovi invischiato in modo esponenziale in una rete in cui è difficile districarsi per cui ti devi sorbire poi richieste di amicizia, botte e risposte, considerazioni, a volte intelligenti, altre volte no, di persone che non conosci o che conosci appena e che fanno commenti su sciocchi test che non hanno nulla di scientifico. E apriti cielo se decidi di non accettare l’amicizia di qualcuno o se cancelli qualcuno dalla lista degli amici!!! E poi ci sono i gruppi (quelli che a scuola chiedono sempre di uscire, quelli che si alzano presto al mattino, quelli che imprecano perché non vogliono alzarsi presto, quelli che hanno i calzini bucati, quelli che sanno parlare il dialetto, quelli che se non sai parlare il dialetto non sei un uomo, quelli che almeno una volta nella vita…e così via), cose per le quali le ragazzine vanno in sollucchero, cuori, cuoricini, farfalline, dialoghi a volte assurdi, senza scopo e di poco interesse . E così si dorme anche di meno; i ragazzi soprattutto dormono poco e di giorno a scuola sono distratti. Ma l’aspetto più drammatico è che non c’è più socializzazione. Il telefono di casa non squilla più perché non c’è più l’amico di tuo figlio che chiama e magari ti dice “signora come sta?” e così tu sai anche chi sono gli amici di tuo figlio. Tuo figlio ha gli amici virtuali con i quali non va a passeggiare, ma con i quali si manda gli abbracci virtuali e con i quali si scambia idiozie via chat.
E la "privacy"? Questa cosa moderna che se non ne rispetti la legge ti mandano in galera? E se qualche buontempone tecnologico ruba la tua password e pubblica idiozie o volgarità nel tuo profilo?
La tecnologia è fine a se stessa, usata spesso per puro passatempo e raramente funzionale ad un obiettivo valido che si vuole raggiungere ed è forte il desiderio di diventare “luddisti” e, come i luddisti del periodo della rivoluzione industriale che si rivoltarono contro le macchine distruggendole perché considerate la causa di tutti i loro mali, auspicare la distruzione e il black out dei pc e di tutto ciò che ne permette il funzionamento.
Ma non è la soluzione ideale anche perché ci priveremmo di un mezzo che è innanzitutto democratico e davvero utile in tutti i campi. Allora ci vorrebbe un po’ di astinenza da questa benedetta tecnologia, ed un ritorno all’equilibrio che porterebbe ad usare questo mezzo così democratico “cum grano salis”. Si potrebbero proporre non i corsi per l'uso della tecnologia informatica, ma i corsi per il BUON uso di tale tecnologia.