
Se Renzi fa il Grillo, la storia finisce prima di iniziare.
Paolo Gentiloni, detto “
testa pensante del PD”, ha dichiarato:
«Matteo non pensa certo di inserire in segreteria qualcuno della minoranza per rabbonirli. Premierà, tra le opposizioni, solo gli allineati, non quanti fanno finta di convertirsi per poi remare contro».Delle due l'una, o Gentiloni non ha capito che la politica deve cambiare, oppure questa è tutta la novità, cioè niente.
Ora, quello che accade all'interno del partito democratico, importa una minima parte degli italiani, quel che più conta è la modalità con cui la logica della parte (del partito) viene trasferita nella totalità della politica. In breve "ho vinto io, quindi comando io", può valere all'interno di un partito (così funziona nel PD, in Forza Italia e perfino in Cinque Stelle), ma non certo nel governo.
Se Renzi interpretando correttamente il pensiero degli italiani, accetta la delega in bianco ricevuta, per fare “tutto mi”, siamo "tutti fritti". La storia è già scritta... pare incamminarsi in questa direzione.
La delega è un foglio bianco su cui Renzi dovrebbe scrivere: “chiedo aiuto agli italiani”, al fine di istaurare una "trattativa governanti-governati" basata su una necessaria complicità, altrimenti fa il Grillo, ma anche il Berlusconi, e anche tutti gli altri, e siamo "punto e accapo".
Certo che il problema è quello di una classe dirigente, quella renziana, nata vecchia, ed anche numerosa, assetata di potere e di rivincite. Questa purtroppo è la direzione di tutte le classi politiche della storia passata e di quella futura, in altre parole è "
il potere, che alimenta e ciba, fonte di libidine e maestro di mollezza sensuale". Il nocciolo della questione, non è Renzi e neppure Berlusconi, ma neanche Grillo & Casaleggio, il principio di tutto, quell'archè va ricercato nel "popolo sovrano", unico responsabile di tutte le sue disavventure.
"La natura delle cose ama celarsi" (F. 123 Eraclito)
Paolo Giardina