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Tematiche Generali => Politica => Topic aperto da: a.merenda - 14:33:40 pm, 19 Luglio 2011

Titolo: Rappresentare idee, interessi e valori. non le persone
Inserito da: a.merenda - 14:33:40 pm, 19 Luglio 2011
Si è svolto oggi a Bologna il quinto appuntamento seminariale dedicato dalla Fondazione alle mutazioni della rappresentanza nell’attuale fase evolutiva dei localismi. Gli interventi di Giuseppe De Rita, Paolo Feltrin e Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna.

Il quinto appuntamento dei «Seminari della Fondazione Rete Imprese Italia sui temi della rappresentanza», che si è svolto oggi a Bologna, è stato dedicato a come cambia la rappresentanza nell’attuale fase evolutiva dei localismi. Questi ultimi stanno vivendo una nuova stagione  di maturazione: il formato dei distretti, che dopo una stagione di slancio iniziale ha conosciuto un ridimensionamento della sua capacità competitiva,  sta progressivamente lasciando spazio ad articolazioni alternative quali le filiere e le reti di imprese, che si presentano come strumenti efficienti e in grado di sostenere il sistema produttivo.
Qual è dunque il nesso fra un contesto della produzione che si sviluppa su nuove forme territoriali di aggregazione e l’offerta di rappresentanza, sempre più segnata da una evidente indicazione di cooperazione  e di convergenza di posizioni e di azioni?
Secondo Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Rete Imprese Italia, il prodotto dell’evoluzione del rapporto tra rappresentanza e localismo potrà contare sul fatto che   «anche a livello locale si è rinvigorita la spinta propulsiva dei livelli intermedi di azione sociopolitica. Si tratta di  soggetti che tendono ad aggregarsi in nuovi comportamenti, e nei quali è forte la voglia di riprendere il filo degli interessi, della mobilitazione e delle strategie collettive. Un fermento che non produrrà novità a cadenza e visibilità immediata, ma che comunque è percepibile. Gli effetti in termini di cambiamento saranno evidenti man mano che si attenuerà l’ambizione verticistica e che si dovrà intervenire sui problemi reali, tutti di sostanza intermedia e tutti che chiedono la responsabilità articolata dei vari soggetti sociali».
Paolo Feltrin, professore dell’Università di Trieste e consigliere indipendente della Fondazione Rete Imprese Italia, propone una rilettura degli ultimi vent’anni della rappresentanza di interessi a livello locale: «il declino delle tradizionali appartenenze ideologiche ha dato spazio ad un nuovo vitalismo della dimensione territoriale dell’associazionismo economico, ma ha anche reso più autonome e indipendenti dal centro le loro dinamiche. Ne sono derivate alcune conseguenze: 1.  una maggiore articolazione delle  diversità territoriali storiche a base politica,  2. una diffusa tendenza  a scolorire le basi tradizionali dell’appartenenza associativa, 3. un marcato orientamento ai servizi e alla redditività, 4. l’allargamento della competizione oltre i confini naturali di settore, 5. l’aumento delle tensioni tra i livelli infraorganizzativi (comunale/sub-provinciale, provinciale, regionale). Le sfide sono almeno tre: la sfida del contenimento della spirale costi/prezzi, la sfida della lobby efficace a livello locale, la sfida di nuove motivazioni per la solidarietà infraorganizzativa».
Per Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, «rinnovare il rapporto tra rappresentanza e territorio, costituisce una delle sfide più complesse ed affascinanti che, come associazioni di categoria, abbiamo di fronte. Le nuove articolazioni di organizzazione d’impresa, quali le filiere e le reti rappresentano infatti al contempo banchi di prova ed opportunità per i soggetti intermedi, che sono chiamati ad uno sforzo per superare la frammentazione ed il verticismo autoreferenziale e per indirizzare (e non subire) processi di cambiamento. Ripensare modalità di intervento in grado di  accompagnare e sostenere queste nuove forme di aggregazione ci vede tutti impegnati in questa che è la principale ambizione di una rappresentanza che, evolvendosi, vuole costituire un vettore decisivo dello sviluppo».