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Tematiche Generali => Cultura => Topic aperto da: pinoguzzardi - 14:13:53 pm, 20 Luglio 2010

Titolo: Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 14:13:53 pm, 20 Luglio 2010

A) La tutela del paesaggio, a rischio l'art. 9 della Costituzione Repubblicana.

  " Profeticamente, Roberto Saviano ha scritto in Gomorra: «La Costituzione si dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Parri, non Einaudi, non Nenni, non il comandante Valerio».

«Cementifici, appalti e palazzi quotidiani: lo spessore delle pareti – prosegue Saviano – è ciò su cui poggiano i trascinatori dell´economia italiana». Proprio questo sta accadendo.

Il 4 giugno Tremonti annuncia l’intenzione di modificare l’articolo 41 della Costituzione, secondo cui «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali»: secondo il ministro, invece, bisogna «uscire dal Medioevo per liberare le imprese». Il "nuovo" articolo 41 deve cancellare i controlli, imporre una totale deregulation.

E infatti l’8 luglio il senatore Azzollini presenta al Senato un emendamento alla "manovra" economica secondo il quale il costruttore può avviare cantieri senza alcun permesso, producendo contestualmente un’autocertificazione ("segnalazione certificata di inizio attività", o s.c.i.a.), valevole anche nelle aree vincolate, e lasciando alle amministrazioni l’opzione di un controllo ex post.

Proprio come se la riforma costituzionale vagheggiata da Tremonti (che le Camere non hanno nemmen principiato a discutere) fosse già passata. L’Italia diventerebbe così, secondo la profezia di Saviano, una Repubblica fondata sul cemento. Peggio: anche in caso di falsa dichiarazione, con l’emendamento Azzollini i lavori già iniziati sarebbero "blindati", consolidandosi 30 giorni dopo la dichiarazione (anche se falsa), e senza sanzioni né per l’impresa né per il costruttore, a meno che le amministrazioni non dimostrino «un danno grave e irreparabile per il patrimonio artistico, l’ambiente, la salute». Insomma, piena licenza di abusivismo per i danni ambientali "di modica quantità" (a giudizio delle stesse imprese); un’escalation brutale anche rispetto ai condoni edilizi che abbiamo subito.

Lo abbiamo scritto in queste pagine (12 luglio): questa norma violerebbe principi fondamentali della Costituzione come la tutela del paesaggio (art. 9), il principio di utilità sociale dell’impresa e della proprietà (artt. 41 e 42), la centralità e dignità sociale della persona (artt. 2 e 3). L’appello di Repubblica non è rimasto inascoltato: oltre a Italia Nostra, che già aveva manifestato viva preoccupazione alla prima e meno aggressiva versione della "manovra", il Fai e Wwf invitarono Bondi a esprimere «un civile sdegno» contro questo «vero e proprio assoluto Far West». Altre voci si unirono subito, dall’opposizione ma anche dalla maggioranza, come l’onorevole Fabio Granata, che parlò di «minaccia gravissima e incivile per paesaggio e ambiente», mentre il ministro Bondi si dichiarava «sorpreso» dall’emendamento, prodotto «senza che il Ministero ne sia stato informato».

Ma è stato l’intervento del Quirinale che ha convinto il governo a correggere gli aspetti più perversi della proposta, richiamando con fermezza i valori della Costituzione. Grazie all’efficace esercizio della moral suasion, nella nuova versione la s.c.i.a. non si applica nelle aree vincolate; i termini di reazione delle amministrazioni si estendono da 30 a 60 giorni; si introducono sanzioni, senza limiti di tempo, per le dichiarazioni mendaci; infine, si cancella l’assurdo limite all’intervento delle amministrazioni, non più limitato ai soli danni "gravi e irreparabili".

L’intervento del Colle ha depotenziato gli aspetti più pericolosi di una norma anticostituzionale. Ma la partita non è chiusa: la s.c.i.a. infatti resta, anche se escludendo le aree vincolate.

Come ha scritto Giuseppe Galasso sul Corriere (17 luglio), la "legge Galasso" (1985), poi recepita nel Codice dei Beni Culturali (2004), considera il paesaggio come un insieme organico «nella sua storica e fisica configurazione», affidandone la tutela non al solo strumento del vincolo, ma alla pianificazione paesistica. «La trama dei vincoli è una groviera largamente perforabile e perforata, per cui la riserva è importante ma non rassicurante». Si aggiunga che la s.c.i.a. può essere impunemente applicata in tutte le aree sensibili non vincolate, per esempio nelle zone sismiche senza vincolo paesistico, che in Italia sono enormemente grandi, o nelle "zone insalubri" dove insediamenti industriali a rischio, depositi di carburante e così via potranno essere ampliati a dismisura senza il minimo controllo: con una "segnalazione" autocertificata, appunto. Solo l’abolizione di ogni forma di s.c.i.a., cioè il ritorno alla procedura corrente in tutto il territorio, sarebbe tranquillizzante.

Ma c’è da scommettere che non sarà così. Quali siano le intenzioni di chi ci governa lo si vede nel Lazio, dove l’assessore all’urbanistica della Regione Luciano Ciocchetti ha appena annunciato una "rivoluzione in dieci mosse": via libera agli interventi nei centri storici, nelle zone agricole e nei condomini; «abbandono del concetto di adeguamento sismico»; ampliamenti consentiti in sopraelevazione, anche oltre il limite di mille metri cubi, e questo per «coinvolgere maggiormente Roma, oggi tagliata fuori dalla legge» (Il Sole, 14 luglio).

Tutto, pur di costruire. In un Paese dove un milione di case risultano vuote (così il rapporto Legambiente diffuso il 15 luglio), e che mantiene saldamente il primato europeo nell’abusivismo edilizio, il partito del cemento continua a imperare. Abbiamo il più basso incremento demografico d’Europa e insieme il più alto consumo di suolo: eppure chi ci governa sembra credere che "il mattone" sia l’unica forma nota di investimento produttivo.

Questa mentalità arcaica, che distoglie capitali da forme ben più dinamiche di investimento, non solo frena lo sviluppo del Paese, ma ne distrugge la risorsa più preziosa: il paesaggio e l’ambiente. Secondo la Corte Costituzionale (per esempio nella sentenza nr. 367 del 2007), il paesaggio incarna valori costituzionali «primari e assoluti», che sovrastano qualsiasi interesse economico, e perciò esige «un elevato livello di tutela, inderogabile da altre discipline di settore». È ribadendo questi valori che si deve rispondere a miserevoli espedienti come la s.c.i.a., alla sciatta deregulation di una Costituzione immaginaria scritta col cemento.
Salvatore Settis da " la repubblica" di oggi.

Salvatore Settis, da La Repubblica di oggi.

Ed è questo il rischio che si sta paventando all'orizzonte: non  ne frega niente a loro del paesaggio del "bel paese", purchè si continui a "cementare" e la prospettiva è certamente negativa.

Ma io sono fiducioso ed ottimista: no pasaran.


B) L´agricoltura guarda avanti.

Così il biotech supera gli Ogm   

 "Con i sequenziatori di Dna ora nei campi si possono accelerare e migliorare le produzioni. E farle rendere di più La diffusione di queste tecnologie nelle campagne è la proposta avanzata da una task force di 32 associazioni     

Basta con i prodotti dai superpoteri: adesso si punta a creare piante con più frutti. E buoni. Si programma in laboratorio anziché aspettare 15 anni per vedere se un incrocio è riuscito

Gli ogm? Roba vecchia, una filiera di ricerca che si è impantanata nelle difficoltà di realizzazione e nei rischi. La nuova frontiera dell´agricoltura avanzata è la tecnologia che legge il futuro dei semi. Invece di sotterrarli e star lì ad aspettare che crescano, anni di attesa per capire se alla fine quella pera sarà veramente più saporita, si può passare l´evoluzione al setaccio di un sequenziatore di Dna capace di prevedere lo sviluppo di 20 mila semi in modo da scegliere quelli più adatti. Il rischio è uguale a quello di 10 mila anni fa, quando si tracciò il confine del primo orto. La redditività dell´impresa straordinariamente alta.

Questo salto di tecnologia è la proposta che, all´indomani della decisione europea di lasciare gli Stati liberi di coltivare o non coltivare gli ogm, uscirà dal convegno "Agricoltura e biotecnologie: il fronte della ricerca tra un´avanguardia silenziosa e un´innovazione superata" organizzato oggi a Roma dalla task force «Per un´Italia libera da ogm» di cui fanno parte 32 associazioni tra cui Slow Food, Legambiente, Vas, Verdi, Wwf.

Il tentativo è uscire dalla contrapposizione manichea tra agricoltura tradizionale e organismi geneticamente modificati per esplorare le mille possibilità che le biotecnologie, dall´invenzione del pane e della birra in poi, hanno prodotto.
«Gli ogm sono fermi a soia, cotone, mais e colza modificati per sviluppare la resistenza agli erbicidi e agli insetti: le proposte della fine degli anni Ottanta», afferma Marcello Buiatti, ordinario di genetica a Firenze. «Le altre migliaia di sperimentazioni in sostanza non hanno funzionato perché l´idea di inserire un gene nuovo all´interno di una pianta, pensando che si limiti a fare quello che faceva nel contesto da cui è stato estratto, è sbagliata. Il nuovo gene finisce per interagire con tutto il Dna e il risultato è che l´operazione non dà il risultato atteso. Con le tecniche attuali invece, tutto cambia».

Tutto cambia perché si ribalta la prospettiva: non si lavora più in direzione dell´evento mirabolante, della fragola che cresce sotto la neve grazie al gene del pesce artico. Le nuove conoscenze sono messe al servizio del vecchio fine: creare piante con frutti più buoni e più abbondanti. La differenza, non piccola, sta nella velocità: minuti invece di secoli.

Alla fin dei conti quello che all´agricoltore interessa non è creare una mela quadrata ma intervenire su quella parte di genoma che regola non il cosa ma il come e il quanto: il grado zuccherino, la velocità di crescita, l´intensità del profumo. «A progressi in questa direzione si è arrivati con millenni di incroci casuali che, piano piano, per selezione progressiva, hanno permesso di arrivare alle materie prime agricole di cui disponiamo», continua Buiatti. «Oggi è possibile sostituire l´efficacia e la rapidità della scelta in laboratorio al caso che regola la selezione nei tempi lunghi.

Grazie alla tecnica dei marcatori funzionali basta una macchina come quella che ho io, in piccolo, nel mio laboratorio, per capire quale variante genetica contengano i semi e scegliere i più adatti alle nostre esigenze».

Invece di aspettare 15 anni per vedere se un incrocio di susine è venuto bene e poi farne un altro aspettando, sempre dopo 15 anni, un piccolo progresso successivo, si può giocare la partita della programmazione in laboratorio. Usando, oltre alla tecnica dei marcatori funzionali, il sistema del vigore ibrido, cioè la capacità di sfruttare le linee genetiche che contengono in sé un messaggio potenziale più ampio, e quello del rimescolamento del genoma che punta alla maggiore velocità evolutiva derivante dagli incroci di due varietà.

Leonardo Vingiani, direttore di Assobiotec, dice che tra queste tecniche e gli ogm non c´è contrapposizione: «Sono linee di ricerca parallele». Per Manuela Giovannetti, preside della facoltà di agraria di Pisa, invece la contrapposizione esiste: «L´85 per cento degli ogm è stato progettato per resistere agli erbicidi e infatti il loro uso invece di diminuire è aumentato. Inoltre la possibilità che la resistenza agli erbicidi si trasferisca a piante infestanti creando uno scenario estremamente allarmante, con impatti pesanti sulla capacità del sistema agricolo mondiale, è concreta. I casi in cui questo processo è avvenuto sono ben documentati nella letteratura scientifica
».

ANTONIO CIANCIULLO - la Repubblica di oggi

Ed è questa la nuova agricoltura, nel rispetto sostanziale della tradizione ed in una prospettiva positiva.



                                                                                                                    pinoguzzardi
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 14:34:25 pm, 20 Luglio 2010
come sempre i giornalisti quando si occupano di scienza mischiano un po di cose

sa a cosa serve il sequenziamento del dna?
serve alla progettazione tout court al computer di nuove specie animali e vegetali ossia un ogm completamente artificiale esattamente come la cellula artificiale di Venter

se lei pensa che questa è una tecnica tradizionale di agricoltura che al rispetti nella "sostanza" per me va bene io sono favorevole

industria genetica combinata con quella informatica  sarebbe fantastico e sono felice che lei si dichiari a favore

ce la facciamo finanziare con i contributi del parco che dice?
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 15:01:01 pm, 20 Luglio 2010
Vedremo, gentile sign. S.C., forse più presto di quanto Lei si immagini e non auspichi.

A me sembra che vi sia una notevole dfferenza tra il concetto di " sequenzialismo del D.N.A" e la "cellula di Venter".

Se non è così, mi illumini per favore.


                                                                                                                   pinoguzzardi

Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 15:06:52 pm, 20 Luglio 2010
http://it.wikipedia.org/wiki/Craig_Venter (http://it.wikipedia.org/wiki/Craig_Venter)

basta leggere la biografia di venter  detiene parecchi brevetti sul sequenziamento del dna, delle cui tecnica è uno dei maggiori esperti al mondo.
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 15:29:56 pm, 20 Luglio 2010
Il Suo rimando a "wikipedia" non mi ha consentito di verificare la corrispondemza tra " sequenzialismo del D.N.A" e " la
costruzione in laboratorio la prima cellula artificiale, controllata da un DNA sintetico e in grado di dividersi e moltiplicarsi proprio come qualsiasi altra cellula vivente"

Forse il primo concetto è propedeutico all'altro ma semplicemente quale metodologia di conoscenza.

Ma sono due cose assolutamente diverse, ritengo.

O mi sbaglio ed in tal caso mi rivolgo a Lei che ne sa sicuramente più di me.


                                                                                                                           pinoguzzardi
 
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 15:50:34 pm, 20 Luglio 2010
" sequenzialismo del D.N.A"


infatti è sequenziamento del DNA non sequenzialismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Sequenziamento_del_DNA (http://it.wikipedia.org/wiki/Sequenziamento_del_DNA)

il sequenziamento serve a identificare le funzione dei geni del dna o di parte di esso e ovvio che questo ha lo scopo finale la sostituzione  parziale con componenti maggiormente interessanti o utili ossia ogm + sofisticati e in ultima analisi a creazione di nuove specie viventi

le sembra un caso un dei maggiori esperti mondiali di sequenziamento sia quello che ha prodotto la cellulare artificiale? oppure non le sembrano correlate le cose?
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 16:06:12 pm, 20 Luglio 2010
No, non mi sembrano assolutamente correlate le due cose seppure in termini di " sequenziamento".

E quell'articolo su " Repubblica" ne è la dimostrazione.

Se lo rilegga, senza integralismi e, per comodità, gliene riporto una parte:

" IL  tentativo è uscire dalla contrapposizione manichea tra agricoltura tradizionale e organismi geneticamente modificati per esplorare le mille possibilità che le biotecnologie, dall´invenzione del pane e della birra in poi, hanno prodotto.
«Gli ogm sono fermi a soia, cotone, mais e colza modificati per sviluppare la resistenza agli erbicidi e agli insetti: le proposte della fine degli anni Ottanta», afferma Marcello Buiatti, ordinario di genetica a Firenze. «Le altre migliaia di sperimentazioni in sostanza non hanno funzionato perché l´idea di inserire un gene nuovo all´interno di una pianta, pensando che si limiti a fare quello che faceva nel contesto da cui è stato estratto, è sbagliata. Il nuovo gene finisce per interagire con tutto il Dna e il risultato è che l´operazione non dà il risultato atteso. Con le tecniche attuali invece, tutto cambia".




                                                                                                                          pinoguzzardi
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 16:34:00 pm, 20 Luglio 2010
va bene signor guzzardi ha ragione lei

l'articolo della repubblica dimostra che il sequenziamento ,che lei non sapeva manco scrivere, non c'entra nulla con gli organismi di vita artificiali , Venter e gli altri lo avranno fatto tanto per, come forma di cultura personale

lo dice la repubblica che qualche giorno fa  diceva che la gravità non esiste  deve essere vero per forza è una sicura dimostrazione

IPSE DIXIT
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 23:10:49 pm, 20 Luglio 2010
Che strano modo di discutere quello del sign. Caligiore.

Avevo letto, stamattina, due articoli su Repubblica ed ho ritenuto " postarli" su questo forum al fine di aprire il dibattito, pacato, sui due argomenti.

Del primo, riguardante il paesaggio ed il rischio di cementificazione, il sign. Caligiore se ne è disinteressato del secondo, invece, al leggere " l'agricoltura guarda avanti così il biotech supera gli Ogm" si è comportato come quel gatto  dalla coda incurvata con i peli dritti, quali  segnali di rabbia o di paura di fronte  ad un avversario.

Ed ha tirato fuori Craig Venter che quell'articolista non aveva affatto citato.

Chissà perchè.

Nel merito ripropongo quanto affermato dal prof.  Manuela Giovannetti, preside della facoltà di agraria di Pisa,  «L´85 per cento degli ogm è stato progettato per resistere agli erbicidi e infatti il loro uso invece di diminuire è aumentato. Inoltre la possibilità che la resistenza agli erbicidi si trasferisca a piante infestanti creando uno scenario estremamente allarmante, con impatti pesanti sulla capacità del sistema agricolo mondiale, è concreta. I casi in cui questo processo è avvenuto sono ben documentati nella letteratura scientifica».

Ed il " nostro" vorrebbe tale metodologia impiantata nel nostro territorio.

Per fortuna che ci penserà l'Ente Parco degli Iblei ad impedirlo.

Non fosse altro per evitare:

" Coltivazioni di OGM: aspetti agricoli e naturalistici
I
l giorno stesso in cui la prima coltivazione di OGM ha fatto il suo ingresso nel mondo
esterno, valicando le strutture protette dei laboratori e delle serre controllate, si è capito
che nulla avrebbe potuto arrestare l’espansione dei coltivi geneticamente modificati (GM)
in natura. Semplicemente, non si può impedire alla natura di fare il suo corso. E le
coltivazioni all’aria aperta di OGM sottostanno, come tutte le altre, al corso naturale delle
cose.

Questo significa che in un campo coltivato a OGM (che sono brevettati, aspetto che
ha enormi conseguenze anche sul piano legale, come vedremo più oltre), accadono
fenomeni che l’uomo non può contrastare o controllare: le piante si riproducono, e questo
fatto apparentemente banale porta con sé invece una serie di conseguenze da valutare
molto attentamente.

Nei fiori maschili viene prodotto il polline, che dovrà incontrare un fiore femminile per
poter dare avvio alla nascita di un seme e quindi di una nuova pianta. L’impollinazione
avviene in diversi modi, per esempio attraverso il vento oppure determinati animali come
gli insetti. Questi differenti fattori di diffusione del polline operano da milioni d’anni per
portare a termine l’incrocio fra due individui della stessa specie e dar vita a un nuovo
individuo dal corredo genetico nuovo e unico.

Nessuno può impedire al vento di cospargere il polline per ettari ed ettari di terreno: ecco
perché è impensabile evitare che il polline di piante GM venga diffuso e arrivi a piante
non-GM. Una volta impollinato, il fiore lavora per formare il seme che verrà poi rilasciato
in natura, e a sua volta usufruirà di mezzi naturali come insetti, uccelli, vento, acqua, per
essere disperso e iniziare una nuova vita.

L’impollinazione e la diffusione dei semi sono due fenomeni naturali che l’uomo non
può impedire o pretendere di controllare, specialmente se parliamo di un campo coltivato
all’aria aperta. Si tratta di fenomeni di per sé banali ma dagli effetti negativi
potenzialmente dirompenti se applicati agli OGM.

Qual è il pericolo insito in questo processo naturale? Un campo coltivato con specie
tradizionali può subire la contaminazione da parte di OGM, innescando così un
potenziale conto alla rovescia per la sopravvivenza delle piante non-GM di quel campo e
lasciando spazio all’invasione del genotipo manipolato artificialmente. Quindi possiamo
ragionevolmente aspettarci che da un campo GM vengano dispersi
polline e/o semi verso altri campi, anche non-GM: questo porta a
ibridi che non sarebbero mai potuti nascere spontaneamente
in natura; inoltre gli OGM contengono geni che non sono mai stati
“testati” dalla selezione naturale per cui risulta del tutto
imprevedibile la risposta degli organismi che ne consumano, così
come sono imprevedibili le conseguenze genetiche in tutte le
specie coinvolte nella rete alimentare di cui fa parte l’OGM. La contaminazione è già
avvenuta, e continua ad accadere a ritmi preoccupanti, nonostante il complice silenzio dei
mass-media.

La diffusione in natura (volontaria o accidentale) di genotipi GM comporta effetti negativi
sia sulle coltivazioni tradizionali sia sulla vegetazione naturale, con effetti incontrollabili e
imprevedibili su tutta la rete alimentare".


da "blog nuovo ordine mondiale"

Rispetto poi al " sequenziatore del DNA" mi consenta una assimilazione concettuale.

Tramite la scissione dell'atomo si può arrivare sia alle centrali atomiche per uso pacifico che alla bomba atomica.

Con il " sequenziatore del DNA" si può arrivare sia al biotech che alla cellula artificiale costruita in laboratorio  controllata da un DNA sintetico e in grado di dividersi e moltiplicarsi proprio come qualsiasi altra cellula vivente ( Craig Venter).

Ed io preferisco sia l'utilizzo pacifico dell'energia atomica, con i dovuti accorgimenti e garanzie, che il " biotech".

                                                                                                    pino guzzardi
 
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 00:08:35 am, 21 Luglio 2010
ipse dixit
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 08:02:02 am, 21 Luglio 2010
IL TRANSGENICO È OBSOLETO LA MODERNITÀ RISIEDE ALTROVE


" Da anni partecipo a incontri pubblici sugli Ogm, nei quali presto o tardi (di solito presto), i sostenitori degli Ogm dicono che ho un atteggiamento antiscientifico. Chi raccomanda prudenza, e altre strade ritenendo che quella del transgenico sia non solo innecessaria, ma controproducente in un sistema agroalimentare sano che deve basarsi sulla biodiversità e sulla multifunzionalità dell' agricoltura fa parte, agli occhi di questi "scienziati veri", di una sacca di arretratezza e ignoranza. Poi però mi confronto con tanti personaggi del mondo della ricerca, quella delle università e dei laboratori pubblici, e li trovo spesso in sintonia con le mie posizioni. Genetisti, presidi di facoltà di agraria, economisti, ecologi, possibile che siano tutti antiscientifici? Ecco, è importante sfatare il mito secondo cui gli Ogm sono l' avanguardia della ricerca. Quella del transgen i c o è u n a m e t o d o l o g i a vecchia e rozza, che ha dato - a fronte di i n v e s t i m e n t i faraonici - risultati deludenti e ha portato profitto solo nelle tas c h e d e l l e m u l t i n a z i o nali. C' è un' altra ricerca, che il convegno che si tiene oggi a Roma racconta, ed è quella al servizio degli agricoltori e dei consumatori che credono che questo pianeta sia una cosa più interessante e complessa di un titolo di borsa. Con i campi illegali in Friuli, che in questi giorni colpevolmente non vengono contrastati da chi ne ha l' autorità e il dovere, è iniziato l' inquinamento dell' agroalimentare italiano. Friuli fino a ieri significava buon vino. Da oggi significa inquinamento da organismi geneticamente modificati. La task force "Per un' Italia libera da Ogm", alleanza di associazioni e organizzazioni di categoria, connette la ricerca e i cittadini, legame finora non curato da chi avrebbe dovuto. Evidentemente occorre che la società civile faccia lavoro doppio e triplo, sostituendosi, dove occorre, anche alle istituzioni. Forse occorrerà farlo anche in Friuli, ma è questione di giorni, poi la contaminazione sarà cosa fatta e il nostro "made in Italy" sarà sono un' etichetta vuota. -

PETRINI ( * ) da La repubblica di ieri

(*)Carlo Petrini conosciuto come "Carlin" (Bra, 22 giugno 1949) è il fondatore del movimento culturale Slow Food.
Slow Food è un'associazione internazionale senza scopo di lucro nata in Italia, a Bra nel 1986 con il nome di Arcigola.
Slow Food nasce nella città di Bra, in provincia di Cuneo e si pone come obiettivo la promozione del diritto a vivere il pasto, e tutto il mondo dell'enogastronomia, innanzitutto come un piacere. Fondata da Carlo Petrini e pensata come risposta al dilagare del fast food alla frenesia della vita moderna, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo.

Slow Food, attraverso progetti (Presidii), pubblicazioni (Slow Food Editore), eventi (Terra Madre) e manifestazioni (Salone del Gusto al Lingotto di Torino, Cheese a Bra e Slow Fish a Genova) si è impegnata per la difesa della biodiversità e dei diritti dei popoli alla sovranità alimentare, battendosi contro l'omologazione dei sapori, l'agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. Attraverso la rete di associati che si incontrano, si scambiano conoscenze ed esperienze, Slow Food ha inteso fare del godimento gastronomico anche un atto politico, sottolineando come dietro a un buon piatto ci siano scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi.


da Spilder: la vita senza paraocchi.

Spero che il " nostro" simpatico amico non risponda con la Sua, divenuta quasi usuale, locuzione latina anche nei confronti del Dott. Petrini, la lasci quella a Marco Tullio Cicerone: nessuno è Pitagora e tanto meno Aristotile.

Un forum serve per dialogare.

Ed il non dialogo da parte di un amministratore di un forum non fa certo onore al giornalismo partecipativo che si fonda sulla partecipazione attiva dei lettori.

Si rischia di mancare il nobile obiettivo che lo ha motivato ad " aprire" questo importante forum ibleo.

Si impegni invece ancor più a  " ragionare", magari contestando le non condivise affermazioni altrui con argomentazioni e non già con motti latini , nel rispetto dell'idea dell'open journalism.


                                                                                                                       pinoguzzardi

                                                                                                           
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: enrico tomasi - 21:25:08 pm, 21 Luglio 2010
mi scusi dottor guzzardi, non me ne voglia.....ma è convinto di detenere il monopolio sui motti latini?
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 06:31:36 am, 22 Luglio 2010
Sicuramente no, sign. Tomasi.

Purchè si utilizzino per " condire" un ragionamento, un dialogo, al fine di  "arricchirne" i contenuti.

Non certo in surroga.

Ed era proprio questa la " ratio" del mio argomentare.

Evidentemente non sono stato chiaro e ciò mi dispiace.

Epperò se mi rileggo:  "Si impegni invece ancor più a  " ragionare", magari contestando le non condivise affermazioni altrui con argomentazioni e non già con motti latini" si affievolisce la certezza sul mio non essere stato chiaro.                                 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                             pinoguzzardi
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva posit
Inserito da: enrico tomasi - 17:07:56 pm, 22 Luglio 2010

Eppero' se lo rilegge, prenderà atto che il signor Caligiore non si è mai sottratto dal ragionare 
In termini di argomentazione, ne con lei ne con altri interlocutori. Oltre tutto, Immagino che ognuno possa usare certi "condimenti" a proprio uso e consumo e in base ai gusti che possiede, non e' d'accordo con me?

Saluti     
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 20:42:32 pm, 22 Luglio 2010
Sono assolutamente d'accordo con Lei per quanto ha affermato nell'ultima parte del Suo post, fermo restando che
" quelli " sono solo dei " condimenti" che accompagnano il piatto forte, che è opportuno che non manchi.

Sono relativamente d'accordo con Lei, invece, per la parte iniziale: è pur vero che il sign. Caligiore " non si è sottratto dl ragionare", non già pero " mai".

Ed proprio  quel " non mai" che mi è dispiaciuto.

Ma sarà stata sicuramente  l'eccezione che conferma una positiva regola.



                                                                                                                   pinoguzzardi
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: SC - 02:35:59 am, 23 Luglio 2010
onestamente dottor guzzardi, anche approfittando del fatto che sarò all'estero per vacanza, non ho alcun interesse ad impelagarmi in discussioni per spiegare che si dice sequenziamento del dna e non sequenzialismo, di cosa sia la netiquette,  di cosa è una metafora e men che mai di quando e come usare un motto latino.

questioni come queste abbassano il valore delle polemiche culturali  facendole diventare infantili o puerili.

non metto in dubbio che carlo pedrini avrà interessantissimi argomenti contro il transgenico, l'ho anche ascoltato in diverse interviste e pur non condividendolo conosco la sua preparazione, ma io discuto con lei che se permette non è alla sua altezza e lo dimostra ,anche, portando come argomentazione proprio il fan dell'antitransgenico laddove avrebbe semmai dovuto portare un favorevole  al transgenico che però cade in contraddizione o che sostenga cose assurde.

lei invece in ogni discussione porta a supporto delle sue tesi sempre e solo gente della sua stessa opinione come in una sorta di autocelebrazione, come per il parchi che ha sempre portato documentazione di parch stessi,

se permette questo non è il mio metodo, io uso quasi sempre le opinioni e gli argomenti avversari o di terze parti non la gente favorevole alle mie tesi.


detto questo le cedo volentieri l'ultima parola  a cui sembra tanto tenere , ma che io ritengo NON sia la finalità di una polemica culturamente e didatticamente valida, ora forse si arrabbierà  ma se l'è cercata lei.
Titolo: Re:Il paesaggio e l'agricoltura: un rischio in negativo ed una prospettiva positiva
Inserito da: pinoguzzardi - 08:23:13 am, 23 Luglio 2010
Non mi sono affatto arrabbiato nè tanto meno me la sono cercata, anche in relazione al fatto che non capisco cosa.

Che io non sia all'altezza di Carlo Pedrini è lapalissiano tantè che l'ho proprio citato propio in ausilio alla mia " pochezza" conoscitiva in materia di transgenico e di biotech mentre Lei, forse, si ritiene all'altezza degli scienziati che utilizzano il l sequenziamento del DNA con predilezione per l'obiettivo di creare prodotti ogm o cellule artificiali a fronte di altri, invece, che lo utilizzano per il biotech.

A ciascuno il suo, nel rispetto della diversità di opinione.

Si è lamentato che con riferimento ai parchi nazionali io ho sempre " portato" documentazione dei parchi stessi: ma cosa dovevo " portare" se non argomenti attinenti le realtà consolidate stante che quello degli Iblei è solo " in fieri"?

A parte la ampia discussione sulla normativa che regolamenta le aree protette o anche questi argomenti per Lei sono " di parte", preferendo manifesti ed articoli " meridiani" ove regnava l'oscurantismo, seppure in buona fede? 

Non potevo certo aderire alle " bufale" che scorazzavano nel territorio nè al "taglio" che il Suo forum aveva dato all'argomento e ciò  in aderenza al principio ed alle finalità  del " giornalismo partecipativo ( open journalism) con la partecipazione attiva dei lettori e di cui Lei nè è, fortunatamente,  il portabandiera in questo territorio ibleo.

E e ciò per amore della verità ed altresì della " didattica" e della " cultura", come da Lei citate. 

A parte il mio errore materiale sul termine " sequenziamento", digitato invece " sequenzialismo", mi sembra che sia tutto chiaro in ordine alla " netiquette" ( che, per sua natura, preclude l'uso anche di parole oscene), sulla " metafora" ( basta leggerne il significato sul Devoto-Oli) e sull'utilizzo corretto dei "motti latini" ( in aiuto alla discussione e non certo in sua surroga, altrimenti ciascuno non ci mette niente di proprio).   


Buone vacanze.


                                                                                                                                    pinoguzzardi