Autore: a.merenda Topic: Nell'Isola la benzina più cara d'Italia "Colpa delle compagnie, fanno cartello"  (Letto 2251 volte)

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Nonostante gli aumenti varati nelle altre regioni, la Sicilia mantiene il record. Anche se raffina il 40 per cento del petrolio: la verde a quota 1,729 al litro nei distributori Ip. La protesta dei consumatori
di ANTONIO FRASCHILLA


PALERMO - Ieri in dieci regioni, dal Lazio al Piemonte passando per Toscana e Umbria, sono scattati gli aumenti delle accise sulla benzina. Nessun aumento è scattato in Sicilia, ma l'Isola rimane comunque la regione con la benzina più cara d'Italia. Il motivo? "Le grandi compagnie fanno cartello e sfruttano il fatto che i siciliani non possono andare in altre regioni a fare il pieno", dicono consumatori e rappresentanti dei distributori. Non si spiegano altrimenti i listini da record in tutte le stazioni di servizio di Sicilia, dove la benzina verde arriva a costare 1,729 euro al litro (ieri si sono toccate punte fino a 1,74) e il diesel 1,710, contro una media italiana per la verde di 1,684 e per il diesel di 1,699 euro al litro. Il tutto nonostante in Sicilia si raffini quasi il 40 per cento del petrolio lavorato in Italia: oltre 30 milioni di tonnellate all'anno di petrolio arrivano sulle coste dell'Isola e vengono raffinate, con conseguente inquinamento, dai petrolchimici di Augusta, Priolo, Gela e Milazzo. "Ci prendiamo l'inquinamento e per giunta ci fanno pagare di più", attacca Luigi Ciotta dell'Adoc, che chiede l'intervento della Regione per convocare un tavolo con i produttori e i distributori e cercare di calmierare i prezzi.

TABELLA / Le regioni a confronto

I listini dell'Isola, se confrontati con quelli del resto d'Italia, mettono nero su bianco come gli automobilisti di Sicilia siano i più tartassati. A dicembre, secondo il sito "www.prezzibenzina.it" il costo minino della benzina nei distributori siciliani è stato di 1,664 euro, cifra alla quale è stata venduta la verde in un distributore indipendente. Un po' più cara quella dell'Auchan di Palermo, che ha venduto la benzina a 1,665 euro. Il record è stato raggiunto dai distributori della Ip con la cifra di 1,729 euro a litro. Per quanto riguarda il diesel i prezzi hanno avuto un'oscillazione da 1,632 euro a 1,710 euro. Tutti numeri, questi, nettamente superiori a quelli del resto d'Italia. In Lombardia, a esempio, il costo della benzina è variato da 1,565 euro a 1,692 euro, mentre il diesel da 1,535 euro a 1,678. E, ancora, in Veneto la benzina ha avuto oscillazioni tra 1,565 euro a litro e 1,698 e il diesel da 1,535 a 1,664. La media italiana, complessivamente, è stata di 1,684 euro per la benzina e di 1,699 per il diesel. Ieri, inoltre, in tutta Italia al di là degli aumenti delle accise i prezzi a macchia di leopardo sono schizzati anche a quota 1,74 euro, Sicilia compresa.

Rimane il fatto che nell'Isola, che subisce il maggiore inquinamento dalla raffinazione del petrolio, il carburante costa di più. Il motivo? "Non lo sappiamo nemmeno noi - dice Alfonso Ansalone, rappresentante dei distributori per la Confcommercio - abbiamo chiesto tante volte alle grandi compagnie di spiegare il perché di questi prezzi così elevati, e non ci hanno mai risposto. Noi, come distributori, abbiamo una discrezionalità di appena 9 millesimi di euro sul prezzo imposto dalla compagna di produzione, di fatto abbiamo le mani legate e subiamo anche noi questi listini". I consumatori da tempo denunciano il "caso Sicilia" e chiedono l'intervento del governo regionale: "La verità è che qui c'è solo speculazione - dice Luigi Ciotta, presidente dell'Adoc Sicilia - e non crediamo alla storiella, che qualche volta ci è stata raccontata dalle compagnie di distribuzione, del costo elevato del trasporti nell'Isola. Secondo noi il problema è quello dei troppi distributori nelle città siciliane, che portano ad aumentare i costi di gestione affrontati dalle aziende e a diminuire i volumi d'affari dei singoli punti vendita. Forse una razionalizzazione vera della rete, con l'introduzione di regole chiare da parte della Regione, potrebbe aiutare i consumatori siciliani". Ma l'unica battaglia sul fronte benzina aperta dal governo regionale con Roma riguarda, più che il prezzo al dettaglio, la possibilità di trattenere le accise in Sicilia, che valgono 9 miliardi di euro all'anno.

da: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/01/03/news/nell_isola_la_benzina_pi_cara_d_italia_colpa_delle_compagnie_fanno_cartello-27525396/

STUDIAMO IL CASO:

1) TRATTASI DI SOLITO MASOCHISMO SICILIANO?
2) SIAMO OSTAGGIO DEL CARTELLO DELLE COMPAGNIE PETROLIFERE?
3) SIAMO OSTAGGIO DI NOI STESSI (QUINDI DEI NOSTRI POLITICI)?


O SIAMO SOLO UN POPOLO COSI' CORROTTO DA AVER DIMENTICATO CHE UN BENEFICIO COLLETTIVO (PREZZO CONTENUTO BENZINA IN QUESTO CASO) SI OTTIENE SOLO SANZIONANDO COMPORTAMENTI OPPORTUNISTICI E A BENEFICIO ESCLUSIVAMENTE INDIVIDUALE O DI PICCOLI GRUPPI?

Per quello che ho capito io le cose stanno più o meno così:

Le compagnie "comprano" il silenzio dei comuni interessati in cambio di forti "compensazioni" (soldi) che vanno nelle casse comunali che arrivano (forse) ai cittadini in termini di sgravi fiscali (??)

I centri limitrofi (o si sono rifatti) con "compansazioni"(raccomandazioni) gestite da certi  politici e sindacalisti  per far entrare gente nell'industria - quindi voto di scambio sulla pelle di tutti

Nel frattempo:

- aumentano a dismisura i tumori e le malformazioni infantili
- malattie sul lavoro per mancanza di precauzioni igenicoambientali
- indugiamo sull'occasione storica per strutturare la nostra economia basandola sul turismo culturale, l'agroalimentare di qualità e magari (che so) tessile? biocarburanti? polo energetico di energie rinnovabili? polo medico specialistico?



DUNQUE:

siamo un popolo estremamente fatalista che pensa e vive alla giornata riponendo tutte le sue aspettative in una metafisica (o Dio se preferite) che, probabilmente (per dirla alla Pascal) non esiste.
E se esiste ci condannerà.

 

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