Autore: SC Topic: L'evoluzione degli stemmi di Palazzolo  (Letto 3243 volte)

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L'evoluzione degli stemmi di Palazzolo
« il: 14:57:11 pm, 19 Giugno 2014 »
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  • Ogni comune ha uno stemma che rappresenta la cittadina, tale simbolo viene definito nello statuto cittadino e una volta veniva approvato dal re o successivamente dal presindente della repubblica.

    Palazzolo tutti sappiamo ha l'aquila con una moneta fittizia al centro , il simbolo dell'aquila è peraltro abbastanza usato i visto che parecchi comuni e città lo vantano.
    per palazzolo in realtà non è stato sempre così alla fine dell'ottocento l'amministrazione comunale decise di cambiare il simbolo  che prima era invece un palazzo con cui veniva richiamato la leggenda del palazzo di ierone tiranno di siracusa con quello dell'aquila dandone una descrizione nella delibera che viene ripresa dall'attuale statuto comunale

    ecco con precisione  la dicitura nel nostro statutoall'art.2

    Citazione
    Art. 2
    Sede, stemma e gonfalone
     
              Sono elementi distintivi del Comune di Palazzolo Acreide il territorio e la comunità.
              Il territorio del Comune è rappresentato nella carta topografica allegata allo Statuto che ne indica i confini, il centro urbano, le frazioni ed i nuclei abitativi.
              Il Comune di Palazzolo Acreide ha la sua sede legale nel Palazzo di Città sito in Piazza del Popolo.
              Lo stemma ufficiale del Comune di Palazzolo Acreide, adottato dal Consiglio Comunale con delibera del 4 ottobre 1884, è così descritto, in base al dettato originale: Aquila – uccello araldico nel mondo antico e medievale – coronata, per alludere alle tradizioni di re Gerone, coi fulmini della guerra ai piedi, con scudo ovale al petto, sul quale è la testa di Cerere frugifera e l’iscrizione AKRAION, secondo l’antica ortografia. Il bozzetto dello stemma, conforme alla descrizione, è allegato al presente Statuto.


    tratto da http://www.comune.palazzoloacreide.gov.it/ev/hh_anteprima_argomento_home.php?idservizio=10014&idtesto=270&x=


    ma qual'è il vecchio simbolo prima del 1884?

    sono riuscito ad ottenere una copia  da cui si può capire com'era



    potete notare la scritta
    ab acro Palatiolus ex Ieronis Ium Palatio Surgit

    nel 900 è stato adottatto  il seguente stile grafico




    questo invece quello degli anni 2000




    purtroppo in nessuno dei delle versioni è stata definita un immagine in formato digitale vettoriale che potrebbe permettere un maggiore ingrandimento

    vorrei fa notare che rispetto alla dicitura dello statuto in nessuna delle due aquile sono presenti i fulmini ai piedi come invece è definito  nello statuto, mi chiedo a sto punto se esistono ulteriori versioni grafiche maggiormente rispondenti alla descrizione definita e adottata.

    qualcuno ha altre notizie interessanti a proposito?
    « Ultima modifica: 15:00:13 pm, 19 Giugno 2014 da SC »
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    Re:L'evoluzione degli stemmi di Palazzolo
    « Risposta #1 il: 16:23:22 pm, 20 Giugno 2014 »
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  • Ottima ricerca. Purtroppo la scritta "AB ACRA" tutta in maiuscolo e stampatello, può condurre a degli errori di interpretazione( un po' come i repsonsi degli antichi oracoli.
    Tra l'altro i due punti fermi, dopo IUN.  e dopo SURGIT non aiutano altrettanto. Se dopo surgit ha senso perché finisce il perioco, dopo IUN. sembrerebbe di fare di questa un'abbreviazione(IUNGIT? IUNXIT? IUNCTO? ) e nell'ultimo caso, IUNCTO A COSA? A Palatio?
    Davvero un piccolo rompicapo. Senza dire che di AKRAI, non si fa menzione. Acra infatti è un neutro plurale o un ablativo singolare, retto da AB. E perché AB, se poi usa EX? E perché EX con la X quando è noto che nel "MOTO DA LUOGO" la "X" si perde? Esempio è ROSOLINI( E rure Elorina... nomen traxit. Sarebbe EX RURE ELORINA, ma la X è persa, anzi i latinisti più fini, dicono addirittura RURE ELORINA, dove si perde tutta la "EX"
    E mi fermo qui dando giustamente ragione aSC che definisce LEGGENDA la storiella del éalazzo di Ierone, mai confermata e MAI trovato(il palazzo).
    Se qualche latinista di buiona volontà mi volesse aiutare, gliene sarò grato. Il mio latino è vecchio e arrugginito.
    Salvo

     

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