
Come al solito non ne azzecco mai una. C'era un assessore al Comune di Siracusa, la cui azione politica mi appariva eccellente...
eccolo, fatto fuori. Alessio Lo Giudice non è più Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Siracusa, forse perchè si distingueva per un approccio nuovo alla politica, fattuale.
Caro Alessio, mi consenta il confidenziale, Lei non è tagliato, non è portato per fare politica ed il motivo è molto semplice. A questa politica possono “
partecipare” soltanto super uomini dotati di poteri eccezionali, unti di soprannaturale, che agiscono in assoluta autonomia, e rifiutano ogni forma di collaborazione dei cittadini, nascondendosi dietro la più banale delle scuse:
“sono loro che non vogliono partecipare”.
Ma poi, cosa va a pensare, cosa le salta in mente “
abbattere il muro che spesso divide la pubblica amministrazione dal cittadino”, oppure quel “
coinvolgere il cittadino nella gestione della cosa pubblica. Proposte, segnalazioni, perfino proteste, servono per raggiungere obiettivi comuni” e poi Alessio... “
è finita l’epoca in cui l’amministrazione adotta provvedimenti senza informare i cittadini”. E' chiaro che ha proprio oltrepassato il limite, quel limite, tipico della politica, costituito dalle parole, parole soltanto parole.
La politica è sempre uguale a se stessa, vive di giochi latenti e manifesti, con un unica capacità, intrinseca, endemica ad ogni aspirante “
occupante di poltrone” di criticare gli altri mentre le occupano, considerandoli degli incapaci, mentre loro prendendone il posto... diventano uguali, e non potrebbe essere altrimenti.
Così gira il mondo, gira attorno a se stesso in un costante giramento di … inconcludenza, una continua retorica il cui unico obiettivo è la conquista ed il mantenimento della poltrona.
Non sono i singoli soggetti che possono determinare un cambiamento, neppure i più capaci, neppure i migliori, l'unica modalità con cui si può modificare lo stato delle cose è quella on-line, il coinvolgimento di tutti, la partecipazione di ognuno di noi, quello che Lei desiderava realizzare, e forse per questo non è più assessore.
Bene, caro Alessio, spero che anche senza l'assessorato le novità che intendeva apportare alla politica, rimangano vive, in una società che sente la necessità di partecipare in prima persona.
La vera rivoluzione è quella di ripensare una politica diversa.paolo.giardina@virgilio.it
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