Questa storia infinita delle “
elezioni regionali parziali”, assomiglia sotto molti aspetti a quel periodo della storia della Chiesa Cattolica, (1309- 1377), denominata "Cattività Avignonese". che indica il trasferimento del papato da Roma ad Avignone, durante il quale sullo scranno papale sedettero ben tre Papi.
Quel pezzo di storia, estremamente intrigante, è utile per capire molte fasi successive, ed è scritta in tutti i libri, quella nostra, di storia, al massimo trova spazio nella stampa e nelle tv locali.
"Riassunto della nostra storia".Per appena quattro voti, si fa per dire, l'Onorevole Pippo Gianni, vola a Palermo, e per gli stessi quattro voti “Pippo Gennuso” rimane ancorato, anzi incatenato, a Siracusa. Ecco il primo punto in comune della cattività siracusana, con la cattività “avignonese”. Che poi il termine avignonese proviene dal latino
captivus, prigioniero, incatenato.
Il Gennuso, non convinto affatto del risultato elettorale, inizia a contestare la vittoria del primo. Dapprima, tutto si risolve in qualche scaramuccia, poi in una estenuante battaglia al fine di ottenere ciò di cui è stato usurpato, defraudato. Allora, si rende necessario “
riconteggiare” le schede. Ironia della sorte, le schede non si trovano. Sparite. Ecco il secondo punto in comune, la scomunica reciproca per eresia.
A questo punto vengono interessate, in primis le alte sfere della politica siciliana, attraverso una protesta dal sapore antico, avignonese, l'imprigionamento. Poi la palla passa alla magistratura, la quale non senza difficoltà ed ulteriori misteri, indice nuove elezioni, le quali rimettono in gioco tutto e tutti nei due Comuni interessati. Terzo punto in comune, come allora fu eletto il terzo Papa, qui essendo abbondanti, i papi diventano tanti, sei più uno: “I sette papi”.
I sei papi, per una questione di principio ricorrono, l'uno, per la stessa questione, ribadisce.
La querelle continua con le querele, ed “
il percorso sembra diventare sempre più ispido”, ed il racconto propriamente “
siddiusu”.
Ora, c'è qualcosa che rende assolutamente dissimili le due vicende, lo scontro tra Papa ed Imperatore, era un contrasto per la supremazia, per il potere, qui, che non siamo nel medioevo, la disputa è di carattere istituzionale, di livello legislativo e per una giustizia sociale.
Se non ci lasciamo ingannare e trascinare dagli eventi, c'è un elemento che questa vicenda sprigiona.
Così come al medioevo seguì il Rinascimento, con tutti i suoi limiti, il fiore più delizioso e profumato della nostra storia.... ci rimane una speranza. Ma nel futuro. paolo.giardina@virgilio.it
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