Questa “
cosa nuova” della Consulta Civica di Siracusa, rappresenta concretamente una possibile soluzione ai limiti umani nella “
gestione del potere”.
In sostanza la società civile, senza alcuna aspirazione nella “
gestione diretta del potere”, si confronta, dapprima con se stessa e poi con le istituzioni.
Ebbene,
in tal modo la rivoluzione si può fare. Infatti, l'unico sistema per
rendere reale la più ideale delle utopie, la rivoluzione appunto, è quello di svincolare la società civile dai partiti che gestiscono il potere.
Tutti i tentativi, anche del passato, più o meno recenti, in cui si tenta di mescolare potere e società, sono destinati al fallimento, inevitabile ed inesorabile. La storia è lì, a raccontarlo.
La società diventa forte ed in grado di partecipare ai processi decisionali solo se si distacca dal potere, sia nella forma della “
connivenza subordinata”, sia quando pretende di essere se stessa potere, in prima persona. Esiste, innata, in ognuno di noi, una certezza: “
essere migliori degli altri”, ma è solo presunzione, accompagnata da una buona dose di ignoranza.
Questo tentativo siracusano, come altri in tutta Italia, per la loro pragmaticità e concretezza, e nell'essere lontani da "illusioni irreali", possono esprimere una politica nuova, senza super eroi e super uomini, ma puntando su quello che siamo, tutti, e cioè persone comuni con i nostri limiti, le nostre incapacità e le nostre diversità.
Ridisegnare la società mutandone la sua natura, da passiva ad attiva è indispensabile. Esiste una necessità, quasi naturale, che ogni persona diventi cittadino; esserlo vuol dire partecipare attivamente alla vita della società, occupare spazio pubblico.
La condizione, lo status di cittadino è incompatibile con il disinteresse per la cosa pubblica.Due sono i nemici della rivoluzione: l'individualismo del popolo e l'accentramento del potere. Per cui l'unico modo per realizzare la "rivoluzione" è una
concezione armonica della società, politica e civile. Qualsiasi forma di lotta, più o meno armata e la sterile contrapposizione al motto:
“tu non sai nulla ed io so tutto”, può solo peggiorare la nostra temporanea permanenza in questo mondo e renderlo invivibile per i nostri figli.
La rivoluzione si può fare, armonizzando gli opposti, dipende da noi, da ognuno di noi.paolo.giardina@virgilio.it
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