Mistero della fede.Dopo la “riuscitissima”
convention grillina al Circo Massimo, nella quale ancora una volta si manifesta, ai nostri occhi, la differenza tra il “
duo di testa” e la base del movimento, che si sta sempre più “
grillizzando”, (vedi
Se non fossero più grillini...].), si rende opportuna una riflessione sul tema di fondo, sul leitmotiv che continua ad essere al centro del dibattito, giornalistico e televisivo, quell'arcano insolubile, e cioè se all'interno dell'Italia Stellare
“comandano” Grillo e Casaleggio, oppure è tutta una democrazia diretta del popolo. Il fatto sarebbe di nessun interesse, se non fosse che il loro obbiettivo ultimo è “
governare l'Italia".Da anni assistiamo ad alcune testimonianze, da parte di ex “
apostoli”, fuori usciti o espulsi, che hanno visto con i propri occhi ed ascoltato con le proprie orecchie “
i fatti”, ma sono poca roba, rispetto al tentativo di stesura di un nuovissimo testamento, “
attualmente apocrifo”, quello di
Federico Pizzarotti.I quatto vangeli, quelli veri, in realtà non sono raccontati in prima persona dai protagonisti, è ormai definitivamente accertato che sono stati scritti da altre mani in epoche, o forse solo decenni successivi. L’unico che scrive in prima persona è Saulo di Tarso, ma non conobbe di persona il Salvatore, per cui anche le sue “lettere” potrebbero essere non del tutto corrispondenti alla realtà. Nella storiografia, tanto più i fatti raccontati sono testimonianze vissute e più le testimonianze si avvicinano al momento in cui sono avvenuti, tanto più corrispondono alla verità.
Il vangelo secondo il Sindaco della città di Parma, rappresenta la più autorevole delle testimonianze dirette. Presenta anche un altro pregio ed unicità, sempre per la storiografia: le fonti si avvicinano alla verità, quanto maggiormente sono distanti dal pensiero dominante, in questo caso quello del “
duo di testa”.
Ora, il Pizzarotti è sempre con il “
trasi e nesci”. In alcuni casi prosegue nella predicazione della parola del “Duo”, in altri appare il fondatore di una nuova setta. Nelle sue “lettere”, sotto forma di interviste, a volte sembra di svelare l’arcano: “
in quel movimento, Cinque Stelle, non c’è democrazia, comanda tutto uno solo, al massimo due” e contestualmente, anche se timidamente, fa i nomi, in altri casi rimane fedele alla linea.
Che poi, la figura emblematica, il logos dell'intero fenomeno “
grillino”, è quel
Casaleggio, che di nome fa
Gianroberto. Assomiglia ad un Platone, non certo fisicamente, ma quanto per la ricerca costante del bene supremo del paese, della felicità assoluta da distribuire ai cittadini tutti.
Negli ultimi decenni, forse secoli, non si era mai verificato, quello che accadeva nell'antichità. Un filosofo ad illuminare un uomo di potere, con il compito di condurlo per la retta via.
Immaginiamo l'antica Roma imperiale... se non ci fosse stato Seneca a consigliare Nerone...
Allora.
Se Casaleggio fosse Platone, Grillo sarebbe Dionisio, il tiranno, mentre se il Gianroberto fosse Seneca... servono i pompieri.
Nell'uno, nell'altro caso, o nel semplice caso di uno vale uno, cioè Casaleggio vale per Gianroberto e Grillo vale per Beppe, c'è comunque da stare all'erta.
paolo.giardina@virgilio.it
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