Ebbene, ci sono i “
troll”.
Mi sono documentato, è una “
creatura umanoide” diffusa nella mitologia norvegese. Si parla di troll in Herry Potter e nel Signore degli Anelli; simboleggia colui che nella comunità virtuale“
disturba la comunicazione tramite messaggi provocatori, fuori tema o completamente senza senso, con l'obbiettivo di fomentare gli animi”.
Che poi, questo umanoide disturbatore virtuale, assomiglia pari pari, ai nostri leader politici, e non solo, della vita reale, capaci di comunicare “
con messaggi provocatori, spesso fuori tema e senza senso, con l'obbiettivo di fomentare gli animi”.
Si erge un elemento omerico, nel senso di mitologico, pre-filosofico, che ci trasporta a quel parallelismo tra virtuale e reale, tra il mondo della rete e quello, assai più complesso, della società. Di più, il virtuale ed il reale si uniscono in una simbiosi perfetta, diventano inscindibili, al punto che spesso non si riesce a distinguerli.
E' tutto un “
gioco di società” con cui ci divertiamo, trascorriamo delle divertenti giornate, una finzione, dove tutti siamo protagonisti in una sorta di “
presa per cul vicendevole”.
Esistono “quelli” che disquisiscono sui nostri interessi, vivono in un altro mondo, come in un “Olimpo”, dove i problemi non sono uguali ai nostri, loro si fanno la guerra in una dimensione virtuale. Non sono neppure sfiorati dalla crisi, incitano a “scendere in piazza”, a lottare -per i loro diritti, facendoci credere che sono i nostri- gli uni a difendere le scelte del governo, gli altri a contestarle, e noi, coprotagonisti della sceneggiata, “obbedienti” -come pecore- ci facciamo la guerra, vera, reale, altro che virtuale.
Ecco, coloro che si occupano dei nostri problemi, della nostra crisi, sollevando o mantenendo la propria posizione personale in una condizione di no-crisi e nel contempo ci incitano alla “guerra” tra di noi, sono propriamente “
umanoidi”.
Loro, ci prendono per il “sederino”, e noi ci facciamo prendere... Il gioco delle convenienze: “
se tu dai una cosa a me io poi do una cosa a te”, si chiama trattativa, quella vera, mica virtuale. Si definisce di società, ma è un gioco assolutamente individuale, dove ognuno pensa a farsi esclusivamente i fatti propri.
E se li lasciassimo litigare, mentre noi discutiamo?paolo.giardina@virgilio.it
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