Il questi giorni ho letto "Il ribelle" di Massimo Fini e Post democrazie di Colin Crouch..
Come anticipavo: del primo rispetto la valenza intellettuale ed alcuni dei presupposti da lui annoverati circa le criticità della democrazia (per come viene accettata dalla maggiorparte dei cittadini)..
Tuttavia ritengo che il suo approccio "giornalistico" non approfondisca la parte "organizzaziva" soffermandosi, com'è naturale, sull'aspetto emozional-sentimental-ideologico.
Lo stesso Fini è fondatore di Movimento zero (
http://www.movimentozero.org/index.php?Itemid=3&id=2&option=com_content&task=view) avente un manifesto politico di certo interessante.
Ciò in cui non mi trovo d'accordo è questo: sono convinto, al contrario di Fini, che la c.d. post modernità (ovvero post era industriale) preveda un integrazione sempre maggiore tra istanze prettamente "capitalistiche" e quelle sociali (le quali trovano rispondenza soprattutto nel settore terziario e quaternario con relativa applicazione della c.d. economia della conoscenza).
Io penso si tenda ad un ibrido il quale ci porta all'analisi ed allo studio socio economico (dal mio punto di vista) del c.d. "capitale sociale" (su internet si può approfondire)
Parallelamente, pur condividendo alcuni dei suoi passaggi, mi domando in quale tipo di organizzazione statale (o comunitaria-confederale) una simile integrazione possa iscriversi. Da quì il mio interesse per il concetto di demarchia, il quale non prevede la negazione di democrazia bensì una sua elevazione a "principio verso cui tendere ed a cui ispirarsi". Ciò che cambia è l'approccio filosofico per l'appunto...il quale è inserito nei significati di "archè" e di "kratos" .Due parole che si traducono indistintamente con potere/principio/governo ma che sottendono atteggiamenti differenti. Il primo si ispira ad un tipo di "governo secondo regole" il secondo (kratos) come potere fondato sul concetto di forza/imposizione.
Mi interessa, pertanto, approfondire gli scritti di Hyek (come ad esempio Legge, Legislazione e Libertà) non perchè io sia un neoclassico liberista sfegatato bensì poichè ritengo la critica liberalista nei confronti del socialismo
tout court molto interessante.
Ecco che quando cito giustizia e libertà o Bobbio voglio essenzialmente trasmettere il mio interesse verso una forma politica denominata liberalismo sociale (che, tra l'altro, è stata bollata da alcuni come un ibrido impraticabile)
Il mio riferimento al concetto di capitale sociale testimonia il tentativo di coniugare le due filosofie. Mantenere una sensibilità "sociale e comunitaria" a fronte di un aumento degli spazi di libertà/pari opportunità.
Ora, per non rischiare di apparire presuntuoso ed arrogante dico a scanso di equivoci che studi sul capitale sociale esistono già e non prendono in considerazione l'ipotesi demarchica. E viceversa gli studi (pochi) sulla demarchia puntano più che altro all'ottenimento di un sistema statale "minimo" più che annoverare il carattere della "socialità"...
Detto ciò mi piace sperimentare e questa è la strada che sto percorrendo.
@ SC: il fatto che tu mi dica chi possa essere appropriato al mio pensiero politico lo trovo alquanto azzardato visto che le tue informazioni riguardo queste tematiche derivano essenzialmente da pagine on line e non da testi. Come sai la cosa è ben differente.
Quindi, si diceva di giustizia e libertà...